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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 03-09-2015, 16.35.03   #1
jolly666
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Data registrazione: 23-11-2014
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l'uomo costruttore di gabbie..

La libertà, mai vista mai assaporata, viviamo tra gabbie naturali e gabbie costruite, la libertà è sinonimo di indipendenza, io dipendo dal cibo, dall'acqua, dai miei genitori quando ero nato, dipendo dai meccanismi societari, dipendo dal mio corpo fisico, dai miei istinti, dipendo dal clima, dall'aria, dipendo da tutto ciò che mi circonda materialmente, avvolte sembra che siamo noi a costruirci delle gabbie, ma non è vero, noi siamo nati in gabbia e moriremo in gabbia, gabbie dentro gabbie, l'uomo schiavo per natura, chi è che mette l'uomo in gabbia, sembrerà strano ma siamo noi stessi, chi ha messo in gabbia me i miei genitori in nome dell'amore, la voglia di amare, sfama i detenuti in gabbia..avvolte mi domando cosa succederebbe se non amassimo. .forse semplicemente si aprirebbero le gabbie, amiamo la nostra vita, amiamo la nostra gabbia tanto da destinarci altre persone dopo di noi...l'uomo rinchiude l'uomo. .ma la chiave si chiama amore..
jolly666 is offline  
Vecchio 03-09-2015, 20.54.41   #2
pepe98
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Riferimento: l'uomo costruttore di gabbie..

"Noi non vogliamo essere liberi, noi vogliamo sopravvivere. È la natura." Questa è una mia frase, che rappresenta, seppur in modo approssimativo, come funziona in realtà il mondo: cause e conseguenza, istinti e reazioni. Solo noi umani pensiamo di poterci porre superiori agli istinti, e a volte ci proviamo, credendo di star controllando la natura. Ma in realtà anche queste azioni tendono a degli scopi che hanno cause maturali, quindi non corrispondono alla libertá. Si puó banalmente intuire che la pura libertà coincida col nulla: l'indipendenza da leggi vincolanti, saremmo disposti a scegliere tutto. Ma cosa scegliere? Senza l'aiuto di una causa siamo fermi, non possiamo fare nulla, dato che per noi tutto sarebbe uguale, non penseremmo a niente. Libertá vuol dire inesistenza, dipendenza vuol dire esistenza, in quanto l'esistenza implica scopi, cause e conseguenze.
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Vecchio 03-09-2015, 22.48.25   #3
memento
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Messaggi: 177
Riferimento: l'uomo costruttore di gabbie..

La libertà non sta nell'essere fuori da qualsiasi gabbia,ma nello scegliere la gabbia che più ci piace
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Vecchio 04-09-2015, 01.22.05   #4
Jacopus
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Riferimento: l'uomo costruttore di gabbie..

L'immagine della gabbia mi ha ricondotto a due uomini di cultura: Dostoevskij e Max Weber. Il primo parlò in lettere private e nel breve capolavoro "memorie dal sottosuolo" di un palazzo di cristallo, riferendosi alla struttura che aveva visto a Londra durante l'esposizione universale del 1851. Il Crystal Palace era la rappresentazione architettonica del trionfo dell'uomo sulla natura e D. la eresse a simbolo del "male" moderno, distruttore delle tradizioni e del mondo antico in nome di una razionalità scientifica che tutto avrebbe potuto prevedere fino a donare all'uomo una falsa felicità, perchè indotta dall'esterno, e che relegava l'uomo ad un ruolo di burattino schiavo dei nuovi idoli.
Max Weber formulò la celebre espressione di "gabbia d'acciaio" per indicare l'ineluttabilità del razionalismo moderno, come unico universo di significato possibile, gabbia d'acciaio scaturita dal sottile "mantello" delle dottrine protestanti, resa così solida dal disicantamento del mondo. Quel razionalismo che secondo Weber è il "destino particolare" dell'Occidente e che deve essere accettato dagli occidentali come un fardello ineluttabile, una sorta di drago che è insieme il nostro orgoglio e il nostro acerrimo antagonista (e come non pensare al Minotauro).
Entrambi (D. e W.) consapevoli che l'era moderna, da Galilei in poi (ma in W. c'è la consapevolezza che l'era moderna inizia con i greci classici), ha mutato il nostro essere nel mondo; la tradizione è stata spazzata via, il mito, la religiosità e con essa una visione olistica della comunità.
D. è più netto nel suo giudizio. Il passato è il bene, mentre questo falso progresso ci incatena ancor di più. W. è più incerto, ed adotta una visione contemporaneamente nostalgica e virile: solo all'interno della gabbia di acciaio si può vivere e al suo interno coltivare il proprio "demone" e servirlo, non importa insomma se fare il contadino o il re, occorre svolgere quella funzione perché la razionalità verso lo scopo (zweckrationalitaet) non lascia scampo. Tuttavia vi può essere ancora spazio per azioni eroiche individuali che non muteranno comunque l'assetto generale.
Sono solo alcune considerazioni che mi sono venute un pò così, di getto, ma il tema è interessantissimo.
Jacopus is offline  
Vecchio 04-09-2015, 14.39.27   #5
jolly666
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Messaggi: 168
Riferimento: l'uomo costruttore di gabbie..

Quindi concordate con me che l'uomo scappa dalla libertà, eppure è a portata di mano per tutti, possiamo essere liberi quando vogliamo, potremmo aprire la gabbia e decidere di non rinchiuderci più nessuno, eppure nonostante la nostra consapevolezza di ciò oltre ad intrappolare le persone che più amiamo (figli), educhiamo la civiltà futura a creare altre gabbie sempre più strette per il prossimo, amore e sensibilità, la prima crea carcerati(figli) la seconda occupa lo spazio della gabbia(sempre più persone all'interno), il poemaeè che amore e sensibilità, sono sempre state considerate cose positive, mentre odio e cattiveria cose negative, la chiesa ci insegna questo, ma se tutto fosse l'incontrario ammesso che esistano, Lucifero è il Dio buono che vuole liberarci, mentre Dio è il Dio cattivo che vuole impriggionarci e renderci schiavi con i suoi insegnamenti di amore e sensibilità, che ci imprigionano, mentre Lucifero con odio e cattiveriasta tentando di liberarci, se tutto in realtà fosse il contrario di tutto..in questo momento potremmo dire che stiamo involvendo, allontanandoci dalla libertà..la paura sta prendendo sempre più il sopravvento, la pauradi non sapere cosa ci sia oltre la gabbia, quindi meglio rimanere chiusi qui dentro e il maggior tempo possibile..e costruiamo gabbia dopo gabbia dopo gabbia, togliendo cisempre ppiù spazio, amore e sensibilità, sono il veleno di questa società. .
jolly666 is offline  
Vecchio 04-09-2015, 20.25.50   #6
pepe98
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Riferimento: l'uomo costruttore di gabbie..

Io intendo che noi siamo intrappolati per natura, ed è bene che sia cosí. La natura ha il suo preciso funzionamento e, nei limiti della ragione, è bene lasciar scorrere. Noi umani, evolvendoci, siamo tuttavia riusciti a cambiare gabbia, da quella "naturale" a quella "artificiale", costituita da leggi artificiali, senza le quali cadremmo nel caos. Mentre non si è consapevoli della gabbia naturale, si è consapevoli della gabbia artificiale, ed essendo la gabbia naturale quella a cui puntiamo per natura, ci sembra che essere liberi significhi andare in quella direzione.
Ma ció che vogliamo in realtà non è la libertà, ma seguire gli istinti naturali. Quindi sí, l'uomo si sta costruendo gabbie a causa della consapevolezza della sua incapacità di vivere nella natura, e il cercare di sopravvivere spesso supera tutti gli altri istinti.
pepe98 is offline  
Vecchio 04-09-2015, 23.08.52   #7
Jacopus
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Messaggi: 86
Riferimento: l'uomo costruttore di gabbie..

Premessa: giustamente chi mi ha preceduto ha distinto fra una gabbia di tipo naturale e una di tipo sociale. Il mio intervento riguarda principalmente la gabbia di tipo sociale.

La percezione che vi sia una gabbia che non ci rende liberi si può associare ad altri universi semantici sintetizzabili con la parola "confine" o anche "identità" ma sfiora anche altri temi possibili come la "complessità sociale".
Immaginiamo una società semplice di cacciatori. I ruoli sono pochi e ben definiti, vengono trasmessi di padre in figlio o attraverso prove fisiche. In sostanza non vi è molta libertà ma proprio questa condizione permette di non mettere all'ordine del giorno il problema della libertà.
Nel momento in cui le società diventano più complesse, i ruoli si moltiplicano e con essi le possibilità, ecco allora presentarsi il problema della libertà: "perchè dovrei fare il contadino se posso fare il commerciante e non c'è nessun ordine divino che mi impedisce di provarci? La vita però non è eterna e così le occasioni, le carriere, le avventure "potenzialmente" sempre a portata di mano, inevitabilmente sfumano, conducendoci alla condizione di uomini in gabbia, perché non abbiamo potuto sfruttare quelle situazioni, per la limitatezza della condizione umana, che viene però sempre più negata dalle organizzazioni sociali complesse e secolarizzate creando uno squilibrio fra ciò che si potrebbe fare e ciò che si può fare realmente.

Un altro versante del problema riguarda l'interpretazione di questa gabbia come insieme di leggi/lacciuoli/consuetudini gestite da un potere burocratizzato che richiama alla mente i romanzi di Kafka o il film "Brasil". Ma vi sono gabbie ben più temibili che limitano il nostro spazio d'azione e che discendono dal potere accumulato dalle nostre passate generazioni, sia famigliari che sociali, o che discendono in negativo, dal potere rapinato alle nostre passate generazioni. In altri termini i rapporti di classe producono gabbie di comportamenti, di azioni e di benessere o disagio che si riproducono nel tempo e che vincolano le persone.
Non credo molto all'immagine del "barbone" libero dalle costrizioni della società e che vive felice e neppure alla favola del self-made-man. Inoltre la mia vocazione morale kantiana mi impedisce di accettare l'impostazione nietzschiana evocata da Jolly nel precedente intervento.
Per il momento mi fermo qua, in attesa di altri interventi.
Jacopus is offline  
Vecchio 04-09-2015, 23.15.14   #8
paul11
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Riferimento: l'uomo costruttore di gabbie..

La libertà è un concetto moderno. Nell’antichità si descrivevano i contrari, schiavitù, oppressione,ecc. e in positivo il buon governo,come se la soluzione fosse un’armonia:avevano più ragione loro a mio modesto parere.
Perché il termine libertà o è coniugato, predicato con qualcosa di pratico o diventa impossibile definirlo.Cosa vorrebbe dire appunto libertà assoluta? Cosa è assolutamente privo di vincoli? Il “nulla”? A mio parere ha ragione pepe98, se la libertà negativa è togliere vincoli a sua volta quella positiva ha bisogno di un fine e motivazione. Cosa veramente vogliamo farcene di questa benedetta libertà? Deve essere veicolato dentro un comportamento che è mezzo per un fine o un fine stesso.

Molto interessante quello che esprime Jacopus.
Io l’esprimo semplicemente come l’epoca del “disincanto”rubandola a grandi pensatori. Se il destino è affidato all’umanità stessa nei suoi saperi fallibili, non può che essere contraddittorio ciò che ne emerge. Si tratterebbe man mano di superarle queste gabbie costruite da noi stessi.Ma soprattutto di trovare la prima contraddizione dentro di noi,visto che ciò che emerge è la nostra espressione che diventa pensiero e tangibile realtà.
Quindi noi siamo prima di tutto ingabbiati in noi stessi e altre gabbie fisiche, materiali, ma anche di pensiero si manifestano.Se non sono “libero” dentro, come posso essere “libero” fuori?
paul11 is offline  
Vecchio 05-09-2015, 10.31.20   #9
CVC
Ospite abituale
 
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Riferimento: l'uomo costruttore di gabbie..

Forse a volte ci costruiamo una gabbia per sfuggire ad un'altra. Magari anche la possibilità di scegliersi la propria gabbia è una forma di libertà.
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Vecchio 05-09-2015, 21.56.09   #10
Sariputra
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Messaggi: 257
Riferimento: l'uomo costruttore di gabbie..

Per me Libertà è solo un termine. Preferisco sempre " libertà da...". Così mi sembra acquistare un senso. Ovviamente ritengo che la "libertà da..." più alta sia libertà dalla sete d'esistere.
Sariputra is offline  

 



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