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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 13-01-2003, 10.09.20   #1
irene
Ospite abituale
 
Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
La tolleranza

Scrive Voltaire:
"La tolleranza è la necessaria conseguenza della comprensione della nostra imperfezione umana.Errare è umano,e a noi questo capita continuamente.Dunque,perdoniam oci gli uni gli altri le nostre follie.Questo è il primo principio del diritto naturale."

L'assunto di Voltaire,razionalmente,è ineccepibile.
Eppure...l'esortazione alla tolleranza,non è solo alla nostra ragione che fa appello;chi ha un'indole flemmatica evidentemente troverà l'esercizio della tolleranza assai più semplice di chi,al contrario,abbia una natura impetuosa.
Io,lo ammetto,sono una persona poco tollerante.
Faccio ,sì,tutto il possibile per comprendere la ragion d'essere di convinzioni e comportamenti lontanissimi dai miei;dopodichè però...o accetto,o non accetto.La pratica della tolleranza (intesa come stoica "sopportazione" di ciò che non si riesce a capire e a condividere)non rientra,emotivamente,nelle mie corde.
Sono intollerante in un'infinità di situazioni,e nei confronti di un'infinità di persone:verso chi si intruppa in un gruppo qualsiasi,pur di non restare solo...verso chi non può vivere senza televisione...verso le comari che vanno in chiesa tutte le sere e poi si ritrovano in piazza a spettegolare su tutto e tutti...verso il servilismo del nostro Paese nei confronti degli USA...E la lista potrebbe continuare ancora...
Come fare per mettere in pratica la teoria di Voltaire?
Perchè,indubbiamente,chi è intollerante vive male...incapace com'è di chiudere gli occhi su un'infinità di faccende oggettivamente di poco conto...e che,spesso,neppure lo riguardano in prima persona...
irene is offline  
Vecchio 13-01-2003, 16.03.55   #2
FalcoAntonio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-08-2002
Messaggi: 128
Breve annotazione personale

Condivido in ogni dettaglio quanto da te qui descritto.
Da diversi anni oramai, mi ritrovo a riflettere sulla mia intolleranza e a tentare di controllarla.
Ne provo sempre maggior consapevolezza e con essa cresce anche il fastidio (vorrei non esserlo) pur se mitigato da una ragionevole (spero) giustificazione e (perché no) da auto assoluzione...

Ma è sempre largamente prevalente la constatazione del maggior beneficio conseguente ad atteggiamenti sereni e tolleranti (appunto) perché sempre più efficaci a produrre un'azione persuasiva e modificatrice, rispetto alla reazione di tipo ostile che si produce negli interlocutori quando si rende palese la nostra irritazione.

Credo che il livello di intolleranza sia dipendente (oltre che da fattori soggettivi) anche da situazioni contestuali; ma qui l'analisi diventerebbe troppo lunga ...

Un saluto


Antonio
FalcoAntonio is offline  
Vecchio 25-01-2003, 04.14.54   #3
irene
Ospite abituale
 
Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
Forse il problema della tolleranza va risolto individuando,preventivamente,q uali siano i "valori" imprescindibili,e non negoziabili (es.rispetto per la vita...parità di trattamento tra uomo e donna...non discriminazione razziale,etc)la cui lesione può,e anzi deve,provocare da parte nostra una reazione di legittima intolleranza.
In tutti gli altri,e più frequenti, casi,in cui non siano invece in gioco i valori cardine di una società civile...la nostra intolleranza è fuori luogo,e,anzi,probabilmente,col lide con l'esercizio della libertà individuale di ciascuno di comportarsi come più gli aggrada...nei limiti,naturalmente,del rispetto della correlata libertà individuale altrui...Penso che l'assunto di Voltaire,(paladino attento ed inflessibile del rispetto dei diritti umani),e la sua esortazione a perdonarsi reciprocamente,si riferisse a questo...
irene is offline  
Vecchio 26-01-2003, 10.43.36   #4
Attilio
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Data registrazione: 07-08-2002
Messaggi: 375
Non ho mai letto Voltaire

il mio commento è relativo al vivere quotidiano.

Concordo sull'intolleranza come legittima quando vediamo lesi i diritti base dell'uomo.
Avete sempre parlato di intolleranza come esternazione in forma brusca e scorbutica di una nostra negazione relativamente ad una determinata situazione/comportamento.
In questo caso sono d'accordo che l'intolleranza è da evitare
Vorrei però darle un'altro vestito: di fronte a fatti su cui non siamo d'accordo,che non sono così gravi da giustificare l'esternazione dell'intolleranza, non bisogna tollerare (cioè dire "ma si, va bene così, fa niente, etc) ma mantenere il nostro dissenso dentro di se, esternandolo il più amichevolmente possibile, per correggere quello che riteniamo un comportamento non giusto.

Altrimenti, ancora in base al mio parere, pieghiamo sempre le nostre idee-guida alle situazioni contingenti e non va bene.
Non è necessario annullare le proprie idee per il quieto vivere, basta esternarle senza ferire nessuno.

Eppoi, come dice Voltaire, siamo tutti esseri umani che sbagliano. Ora scrivo ma poi....
Attilio is offline  
Vecchio 26-01-2003, 12.39.36   #5
edali
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
Per Attilio (non solo)

“ma mantenere il nostro dissenso dentro di se, esternandolo il più amichevolmente possibile, per correggere quello che riteniamo un comportamento non giusto.”

Sì, generalmente si fa così quando si conosce un po’ di più la situazione che sta generando questo comportamento “non giusto”. Grazie per le tue amichevoli osservazioni!

Ma è anche vero che se tu incontri per la prima volta una persona che ha un comportamento simile la tendenza è di essere intollerante.
Comprendere il perché delle azioni altrui vuol dire una grande saggezza o una grande evoluzione.
(Battuta - Non è il mio caso, io non comprendo neanche le mie)
Siamo intolleranti con gli altri quando soprattutto siamo intolleranti con noi stessi? Succede che molte volte ci facciamo della violenza a noi stessi per arrivare (dove?) e non riusciamo a capire perché gli altri non riescono a fare la stessa cosa…
edali is offline  
Vecchio 26-01-2003, 22.29.19   #6
Attilio
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 07-08-2002
Messaggi: 375
difficile da spiegare

è vero quello che dici Dali.

Difficile, o quasi impossibile, capire una situazione senza una conoscenza alle spalle.
Le cacchiate le facciamo tutti per colpa dei giudizi affrettati, e quasi mai si ha il tempo di approfondire.
Secondo me però la tendenza va controllata con la ragione. Chi ci ha creato ce l'ha data, un motivo ci sarà no?

Purtroppo troppe volte siamo intolleranti con noi stessi, eccessivo rigorismo morale che poi riflettiamo sugli altri... la causa di molti mali...
Attilio is offline  
Vecchio 31-01-2003, 12.04.27   #7
kri
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Messaggi: 1,297
Citazione:
Messaggio originale inviato da irene
Forse il problema della tolleranza va risolto individuando,preventivamente,q uali siano i "valori" imprescindibili,e non negoziabili (es.rispetto per la vita...parità di trattamento tra uomo e donna...non discriminazione razziale,etc)la cui lesione può,e anzi deve,provocare da parte nostra una reazione di legittima intolleranza.
In tutti gli altri,e più frequenti, casi,in cui non siano invece in gioco i valori cardine di una società civile...la nostra intolleranza è fuori luogo,e,anzi,probabilmente,col lide con l'esercizio della libertà individuale di ciascuno di comportarsi come più gli aggrada...nei limiti,naturalmente,del rispetto della correlata libertà individuale altrui...Penso che l'assunto di Voltaire,(paladino attento ed inflessibile del rispetto dei diritti umani),e la sua esortazione a perdonarsi reciprocamente,si riferisse a questo...


Già gli ideali, i valori, innegabili ad ognuno di noi ma anche veleno dell'anima.
Gli ideali ci portano a sentire quel senso di giusto che negli altri non vediamo (ma solo perchè diversi) e quindi a condannare preventivamente. Senza preoccuparci della cultura e delle ragioni altrui, e sopratutto senza valutare mai un punto di vista diverso.

Ci arrabbiamo, scendiamo in piazza, facciamo guerre contro il grande nemico nascosto, per difendere i valori della nostra civiltà, ma non abbiamo nessuna voglia invece di integrare.
In fondo se ben ci penso ... non so magari dico una scemenza grandissima ... ma i diritti umani nascono nella storia con l'alfabetizzazione e la divulgazione della conoscenza (limitata o meno che sia), con l'informazione. Allora forse, si potrebbe cominciare ad "informare" certi popoli e certe "usanze", come fare? Diplomazia? Generalmente fallisce!


Già, questione di diplomazia e demagogia, o di presunta superiorità intellettiva!

Già perchè una volta mi è capitato di leggere che la scienza ha dimostrato che gli europei (comprendendo gli americani in quanto di origine europea), hanno un quoziente intellettivo notevolmente più elevato, dire che mi pare ovvio è abbastanza banale, considerando che vorrei vedere come li hanno svolti i test in Africa o ... che so ... in India nell'Asia più povera ... non saprei ... su che attendibile campione possa essere stata fatta tale ricerca.

Tollerare ... forse dovremmo essere noi a tollerare noi stessi per il grande enorme difetto di dire _ loro sbagliano e bisogna fermarli (riferito ad ogni cosa, pro e contro) _ quando sradicare una cultura, un pensiero un modo di vivere e di essere, una paura non è cosa che si fa violentemente ma con un processo di lunga e paziente e tollerante "chiacchierata" con il nostro prossimo tenuto, presente che forse in alcune cose potrebbe avere ragione l'altro.

Tolleranza ed ideali sembrerebbero allora non andare d'accordo!

Sembrerebbe allora che gli ideali e i valori non siano cosa buona ... è possibile?

Ultima modifica di kri : 31-01-2003 alle ore 12.07.35.
kri is offline  
Vecchio 31-01-2003, 12.29.34   #8
kri
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... i diritti umani sono assoluti?
E' un diritto avere la libertà di seguire la propria cultura? Oppure il diritto si esercita nel limite della nostra civiltà assolta come unica e assoluta e quindi giusta!

E' notizia di qualche giorno fa che una donna andando a denunciare uno stupro, fu arrestato per adulterio ... pazzesco vero, fa rabbrividire ... allora cosa si fà ... si parte con l'azione diplomatica? Tanto poi ne salvano una e condannano l'altra .... si va ad invadere il barbaro, e poi che fai , gli imponi il dittatore di turno???

Purtroppo la questione è davvero difficile, non lascia spazio ad ideali e demagogie!
kri is offline  
Vecchio 31-01-2003, 14.46.17   #9
irene
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Kri introduce una prospettiva interessante,che potremmo forse definire come il "sotterraneo totalitarismo degli ideali"...che,per il fatto stesso di autoproclamarsi assoluti ed universali,si presumono legittimati ad imporsi a tutti i popoli e a tutte le culture che invece,al contrario,si reggono,storicamente,su presupposti diversi.
Vorrei fare l'esempio dell'Islam.
Tutti gli occidentali,in genere,tendono a considerare la donna musulmana come una schiava inconsapevole,da rendere urgentemente edotta sulla miseria della propria condizione (anzi,subcondizione)umana,affi nchè la rinneghi quanto prima per adottare come proprio il modello di vita della donna occidentale "libera,felice,in carriera,e,volendo...anche sessualmente promiscua".
Ora,(a parte il fatto che le musulmane hanno,in Paesi come l'Iran,libero accesso alla cultura,e dunque la possibilità di raggiungere alti traguardi professionali diventando ad esempio giudice o medico)nessuno di noi occidentali sa davvero chi sia una donna musulmana;apparteniamo a tradizioni culturali troppo diverse per poterlo fare.E,non sapendo cosa davvero senta,e pensi,nessuno di noi può presumere che una donna musulmana sia necessariamente,e per ciò stesso,più infelice di una donna occidentale.
E comnque,se proprio in termini di schiavitù vogliamo parlare,non potrebbe ,forse,una donna musulmana legittimamente ritenere che,invece,sia proprio la donna occidentale ad essere inconsapevolmente oppressa dalle troppe,e inutili,e massacranti catene addossatele dalla società dei consumi,dell'efficienza,e dell'immagine?

Ultima modifica di irene : 31-01-2003 alle ore 14.50.22.
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Vecchio 31-01-2003, 14.58.09   #10
kri
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Messaggio originale inviato da irene
Kri introduce una prospettiva interessante,che potremmo forse definire come il "sotterraneo totalitarismo degli ideali"...che,per il fatto stesso di autoproclamarsi assoluti ed universali,si presumono legittimati ad imporsi a tutti i popoli e a tutte le culture che invece,al contrario,si reggono,storicamente,su presupposti diversi.
Vorrei fare l'esempio dell'Islam.
Tutti gli occidentali,in genere,tendono a considerare la donna musulmana come una schiava inconsapevole,da rendere urgentemente edotta sulla miseria della propria condizione (anzi,subcondizione)umana,affi nchè la rinneghi quanto prima per adottare come proprio il modello di vita della donna occidentale "libera,felice,in carriera,e,volendo...anche sessualmente promiscua".
Ora,(a parte il fatto che le musulmane hanno,in Paesi come l'Iran,libero accesso alla cultura,e dunque la possibilità di raggiungere alti traguardi professionali diventando ad esempio giudice o medico)nessuno di noi occidentali sa davvero chi sia una donna musulmana;apparteniamo a tradizioni culturali troppo diverse per poterlo fare.E,non sapendo cosa davvero senta,e pensi,nessuno di noi può presumere che una donna musulmana sia necessariamente,e per ciò stesso,più infelice di una donna occidentale.
E comnque,se proprio in termini di schiavitù vogliamo parlare,non potrebbe ,forse,una donna musulmana legittimamente ritenere che,invece,sia proprio la donna occidentale ad essere inconsapevolmente oppressa dalle troppe,e inutili,e massacranti catene addossatele dalla società dei consumi,dell'efficienza,e dell'immagine?

Infatti, schiave noi dei nostri concetti di libertà!
Attenzione però io non voglio in nessun modo affermare che ci siano dei diritti "discutibili". Il diritti umani devono essere uguali per tutto il mondo globalizzato .... nel senso di unito non monopolizzato, ma mi domando quali siano i diritti che una donna di cultura diversa dalla nostra vorrebbe!
kri is offline  

 



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