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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 18-01-2015, 11.38.50   #41
Galvan 1224
Nuovo ospite
 
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Data registrazione: 30-01-2014
Messaggi: 189
Riferimento: L'anello di Re Salomone (... versione interattiva).

Galvan: … ci arriveremo, ma prima alcune considerazioni, ci si chiedeva se c’è in noi già la traccia di quello che sarà, che ci attende nel futuro, immaginando a tal fine di lasciar nel nostro muoversi e vivere una scia (nello spazio-tempo), come una sorta di coda di cometa.
Quello che diciamo, scriviamo, cantiamo… come ci comportiamo, ogni nostra azione e gesto quotidiano, attivo o passivo che sia… tutto assieme produce come un’emanazione che si sviluppa su più e diversi livelli , rilasciando ognuno la sua nota al par degli strumenti di un’orchestra…

Jack: … ma senza il direttore…

Galvan: … la scia non potrebbe rimaner coesa e i suoi componenti si allontanerebbero gli uni dagli altri…

Jack: senza dissolversi?

Galvan: no, nulla va perduto… seguirebbero strade diverse…

Jack: … si può immaginarsi tal scia anche come un giardino… la cui forma, crescita e contenuto dipende dall’abilità del giardiniere…

Galvan: certamente, e ogni buon giardiniere come diceva Ducgiardiniere non si accontenta… interviene al momento opportuno a metter le cose a posto, per mantenere in equilibrio il suo giardino… o la scia della sua emanazione, vista nell’altro modo.

Jack: in un equilibrio dinamico, anche se può arrivar una tempesta a schiantar addirittura gli alberi più grossi… così che bisogna rimetterci mano, con fatica… ammesso di poterlo ancora fare…

Galvan: già, le prove che deve affrontar un giardino son molte ma la più grande è senz’altro quella di venir abbandonato dal suo giardiniere… inevitabilmente accadrà, in modo graduale o repentino…

Jack: alla fine è tutto inutile… il giardino ritornerà al nulla…

Galvan : questo lo crede anche l’amico sebastianb… guardiamo un po’ meglio… da dove è venuto quel giardino?

Jack: dall’idea del giardiniere, no?

Galvan: e dove l’ha presa quell’idea, il giardiniere?

Jack: da sé, no? Un’immaginazione, un atto creativo interiore a seguito di un’ispirazione…

Galvan: ma quel giardiniere è nato in mezzo ai giardini (più o meno belli… e purtroppo ci son anche giardini di sangue…), la sua scia è venuta in contatto in vari modi con quelle d’innumerevoli persone e ancor prima di dedicarsi a pieno tempo al suo giardino le essenze di tutti quei contatti - informazioni – si son depositate qual fogli di progetto sul suo tavolo interno… non parte certo da zero…

Jack: sì, a ben vedere c’è un collegamento, ogni nuova informazione si forma in un crogiuolo che le contiene tutte…

Galvan: un enorme crogiolo, Jack… noi si rimesta nei casi migliori appena l’infinitesimo strato superficiale…

Jack: ma se arrivasse la fine per tutta l’umanità, a causa della sua idiozia, per un evento cosmico o chissà che…. allora sebastianb avrebbe ragione, tutto si dissolverebbe…

Galvan: l’uomo sicuramente… ma l’informazione non è materia né energia… informazione deriva da forma… e sulla forma e realtà di un semplice triangolo equilatero gli amici Sgiombo e Maral han scritto pagine epiche in filosofia, almeno per me che mi son deliziato del loro confrontarsi.

Jack: già, abbiamo delle belle persone qui (riflessioni) a farci compagnia… quindi l’informazione non va persa, dici…

Galvan: questo è il mio sentire… prima o poi si formano le condizioni per un suo ritorno, se così si può dire… il cerchio si richiude e un nuovo giardiniere vorrà tener le rose differentemente che a cespuglio o arrampicate ad alberi, muri o pergole… infinite son le possibilità, anche col più piccolo dei giardini…

Jack: il cerchio che si richiude mi ricorda qualcosa…

Galvan: … la fede, l'anello di matrimonio, si chiama anche vera. La fedeltà e la verità sono collegate fra di loro… son parole tue… un anello come quello di Salomone…

Jack: e quindi come risponderesti alla domanda di Ducgiardiniere (che ripropone la tua)?

Galvan: … come dici tu, nella fedeltà c’è verità…

Jack: fedeltà a cosa?

Galvan: … al proprio giardino, che va curato compatibilmente alle proprie possibilità.
Il nostro giardino interno che ritroviamo ogni attimo che vi ci volgiamo e che ci accoglie la notte.
Possiamo esser grandi, aver meriti ed esser riconosciuti per innumerevoli qualità… ma solo noi sappiamo quale sia la forma del nostro giardino, anche se qualcosa (o molto) si riflette all’esterno nella scia che lasciamo vivendo.

Un vero giardiniere non cura il giardino per farlo vedere agli altri, lo cura perché glielo dice il suo cuore.
E questa è la cosa più importante di tutte.


Galvan 1224 is offline  
Vecchio 18-01-2015, 13.50.12   #42
paul11
Ospite abituale
 
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
Riferimento: L'anello di Re Salomone (... versione interattiva).

Citazione:
Originalmente inviato da Galvan 1224
Galvan: … ci arriveremo, ma prima alcune considerazioni, ci si chiedeva se c’è in noi già la traccia di quello che sarà, che ci attende nel futuro, immaginando a tal fine di lasciar nel nostro muoversi e vivere una scia (nello spazio-tempo), come una sorta di coda di cometa.
Quello che diciamo, scriviamo, cantiamo… come ci comportiamo, ogni nostra azione e gesto quotidiano, attivo o passivo che sia… tutto assieme produce come un’emanazione che si sviluppa su più e diversi livelli , rilasciando ognuno la sua nota al par degli strumenti di un’orchestra…

Jack: … ma senza il direttore…

Galvan: … la scia non potrebbe rimaner coesa e i suoi componenti si allontanerebbero gli uni dagli altri…

Jack: senza dissolversi?

Galvan: no, nulla va perduto… seguirebbero strade diverse…

Jack: … si può immaginarsi tal scia anche come un giardino… la cui forma, crescita e contenuto dipende dall’abilità del giardiniere…

Galvan: certamente, e ogni buon giardiniere come diceva Ducgiardiniere non si accontenta… interviene al momento opportuno a metter le cose a posto, per mantenere in equilibrio il suo giardino… o la scia della sua emanazione, vista nell’altro modo.

Jack: in un equilibrio dinamico, anche se può arrivar una tempesta a schiantar addirittura gli alberi più grossi… così che bisogna rimetterci mano, con fatica… ammesso di poterlo ancora fare…

Galvan: già, le prove che deve affrontar un giardino son molte ma la più grande è senz’altro quella di venir abbandonato dal suo giardiniere… inevitabilmente accadrà, in modo graduale o repentino…

Jack: alla fine è tutto inutile… il giardino ritornerà al nulla…

Galvan : questo lo crede anche l’amico sebastianb… guardiamo un po’ meglio… da dove è venuto quel giardino?

Jack: dall’idea del giardiniere, no?

Galvan: e dove l’ha presa quell’idea, il giardiniere?

Jack: da sé, no? Un’immaginazione, un atto creativo interiore a seguito di un’ispirazione…

Galvan: ma quel giardiniere è nato in mezzo ai giardini (più o meno belli… e purtroppo ci son anche giardini di sangue…), la sua scia è venuta in contatto in vari modi con quelle d’innumerevoli persone e ancor prima di dedicarsi a pieno tempo al suo giardino le essenze di tutti quei contatti - informazioni – si son depositate qual fogli di progetto sul suo tavolo interno… non parte certo da zero…

Jack: sì, a ben vedere c’è un collegamento, ogni nuova informazione si forma in un crogiuolo che le contiene tutte…

Galvan: un enorme crogiolo, Jack… noi si rimesta nei casi migliori appena l’infinitesimo strato superficiale…

Jack: ma se arrivasse la fine per tutta l’umanità, a causa della sua idiozia, per un evento cosmico o chissà che…. allora sebastianb avrebbe ragione, tutto si dissolverebbe…

Galvan: l’uomo sicuramente… ma l’informazione non è materia né energia… informazione deriva da forma… e sulla forma e realtà di un semplice triangolo equilatero gli amici Sgiombo e Maral han scritto pagine epiche in filosofia, almeno per me che mi son deliziato del loro confrontarsi.

Jack: già, abbiamo delle belle persone qui (riflessioni) a farci compagnia… quindi l’informazione non va persa, dici…

Galvan: questo è il mio sentire… prima o poi si formano le condizioni per un suo ritorno, se così si può dire… il cerchio si richiude e un nuovo giardiniere vorrà tener le rose differentemente che a cespuglio o arrampicate ad alberi, muri o pergole… infinite son le possibilità, anche col più piccolo dei giardini…

Jack: il cerchio che si richiude mi ricorda qualcosa…

Galvan: … la fede, l'anello di matrimonio, si chiama anche vera. La fedeltà e la verità sono collegate fra di loro… son parole tue… un anello come quello di Salomone…

Jack: e quindi come risponderesti alla domanda di Ducgiardiniere (che ripropone la tua)?

Galvan: … come dici tu, nella fedeltà c’è verità…

Jack: fedeltà a cosa?

Galvan: … al proprio giardino, che va curato compatibilmente alle proprie possibilità.
Il nostro giardino interno che ritroviamo ogni attimo che vi ci volgiamo e che ci accoglie la notte.
Possiamo esser grandi, aver meriti ed esser riconosciuti per innumerevoli qualità… ma solo noi sappiamo quale sia la forma del nostro giardino, anche se qualcosa (o molto) si riflette all’esterno nella scia che lasciamo vivendo.

Un vero giardiniere non cura il giardino per farlo vedere agli altri, lo cura perché glielo dice il suo cuore.
E questa è la cosa più importante di tutte.




Caro Galvan,
nulla va perso e quel giardino che ognuno coltiva dentro di sè alla fine vorremmo che non fosse calpestato, ma fosse capito.
Nulla è perso, perchè in quel giardino ci sono visi mai più rivisti, incontri non programmati, destini che si incrociano, eventi che ci hanno indotto a scegliere, errori non condivisi, parole non dette al momento giusto, silenzi da riempire e parole sbagliate con silenzi da creare.
Tutto resta ed è segnato nei nostri sguardi.
Il nostro giardino è di molti fiori per tutte le stagioni e ogni stagione ha un suo colore e ogni colore induce ad un sentimento. Il disegno di quel giardino è sempre imperfetto, per quanto noi lo vorremmo perfetto nelle sue geometrie, qualche pianta invaderà, un’altra soffrirà, qualcuna entrerà di soppiatto, un’altra morirà.
Ma il nostro giardino lo guarderemo nella sua interezza , in quel contrasto fra ciò che avremmo voluto e ciò che il destino ci ha messo,fra memoria e desiderio, fra le nostre mani che vi hanno lavorato e il destino che ci ha segnato.

paul11 is offline  
Vecchio 11-01-2016, 23.46.57   #43
Galvan 1224
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L'avatar di Galvan 1224
 
Data registrazione: 30-01-2014
Messaggi: 189
Riferimento: L'anello di Re Salomone (... versione interattiva).

Giusto un anno fa, quando lessi l’ultimo post di paul11, l’ho ritenuto così bello e poetico da meritar la chiusura della discussione.
Vi prego di rileggerlo e di sentirlo, nella vostra immaginazione, recitato da un valente attore, come ho fatto io diverse volte.
La ritengo una poesia perfetta e poiché so che l’amico paul non se ne risentirà consiglierei delle piccole correzioni nell’ultima parte, così:

Ma il nostro giardino lo guarderemo nella sua interezza, nel contrasto fra ciò che avremmo voluto e quel che è giunto, fra memoria e desiderio, fra le nostre mani che vi hanno lavorato e il destino che ci ha segnato.

Son appunti da poeta dilettante qual sono, per soddisfare il mio senso estetico e non altro.

Un anno è trascorso… molte persone han speso un po’ del loro tempo per seguir la strana storia e forse qualcuno avrà pensato, pur senza metterlo per iscritto, se i personaggi alfine sortiranno dal non-labirinto (come l’aveva definito Vanina, che ricordo affettuosamente) o continueranno a vagar per le infinite stanze, smarrita la direzione o scemata l’energia per farlo.

Così come termina un anno finisce anche una vita… e avanti accada, nella mia visione mi piacerebbe metter tutte le mie cose a posto e lasciar in ordine la stanza.
Anche una piccola storia anela a una chiusura... almeno questo è facile e poi, vedrete, le storie son come giorni attaccati l’un l’altro…


………………………………….



Jack - … è tempo di provare a tornare… che dici?

Galvan – hai ragione, mi hai fatto davvero compagnia e questa piccolissima parte di te merita di ritrovare il calore del tuo caminetto… eccoci alla gabbia con la chiave… le farfalle son volate via assieme alle libellule…

Jack - … le libellule avevano formato un cuore all’interno della gabbia e tu avevi detto d’aver capito come si esce… dunque?

Galvan – si, l’avevo capito… ma non si erano ancora formati gli eventi, nella realtà ordinaria… ora è tutto pronto… cosa ci serve?

Jack – lo chiedi a me?

Galvan – sì, qui dove siamo ci vuol la cosa o il simbolo?

Jack - … beh, il simbolo… il cuore, suppongo…

Galvan – infatti… ci serve un cuore… e giusto in un’altra discussione qualcuno l’ha ritrovato… un pezzetto di cuore che aveva legato a quello di un’altra persona… salvo scordarsene, trascorso del tempo…

Jack - … ah… Andrea… che ha ritrovato l’indirizzo rispondendo all’amore di un tempo…

Galvan – già… il cuore è quello, una piccola (ma al tempo grande…) storia che si è conclusa… con un saluto, un bagaglio in meno da portarsi appresso… e per arrivare a quel cuore…

Jack - …c’è voluto un semplice elastico…

Galvan – sì, un simbolo anch’esso, pur se nella realtà son oggetti pratici e a mio avviso anche belli… prova a frugar nelle tue tasche… ce l’hai?

Jack – oh bella… potere dell’immaginazione! Eccolo qui, un grande bell’elastico rosso!

Galvan – ne son lieto, proprio quel che ci serviva… ricordi..?


Post 38
Galvan:- Jack… hai una fantasia stupefacente… appunto farfalle… e si stanno dirigendo qui… milioni di variopinte farfalle…

In breve Galvan e Jack furono avvolti da quella nuvola vivente… non solo della vita propria d’ognuna di esse, ma della vita d’altri, una sorta di risonanza che rimandava a persone che han lasciato del tutto la nostra realtà… dicon da tempi antichi che appunto la farfalla rappresenta l’anima… sarà stata suggestione ma quando alcune si posarono sui due, nella loro mente apparvero immagini, scene vissute… di persone che conobbero e altre di cui sapevano e non sapevano. Poi tutte si diressero verso la gabbia…

Galvan:- … son tutte attorno alla gabbia… e guarda un po’, tanti piccoli colpi di leggerissime ali e riescono ad aprirla!

Jack:- …perbacco… adesso van via e… le libellule stanno entrando!

Galvan:- …si posano sulla parete verticale in fondo… la chiave sta in basso e… sai cosa stiano facendo?

Jack:- … si accoppiano… formando un… cuore con i loro corpi!

Galvan:- …fantasia di qui o realtà?

Jack:- realtà, me ne intendo… cerca in internet quando torni.

Galvan:- … un cuore, con la punta in basso… beh, ho capito come si apre…



Jack - … e allora come si fa..?

Galvan – …non si può far uscir la chiave… le nostre mani son troppo grosse… e poi, perché farla uscire..?

Jack - … come perché, per infilarla nella toppa della serratura sulla porta, che altro..?

Galvan - … così si aprono le porte nella realtà ordinaria… rammenta dove ti trovi: … il luogo, se è un luogo, dove c’è tutto, il contrario di tutto e ogni cosa non va mai persa… qui tu vedi le porte ma le serrature per aprirle bisogna prima scoprirle… perché credi che vi siano tutte quelle dita mozzate a terra..?

Jack - … capisco… ci son altre regole…

Galvan – che non si posson neppur immaginare tante e varie sono… qui c’è tutto l’uomo che fu e forse sarà, bene e male coesistono e se sinora non abbiamo incontrato gli alfieri del signore delle mosche si deve alle nostre intenzioni che ci hanno preservato… siam qui per imparare e dopo questo breve viaggio concessoci dalla saggezza di un grande Re siam pronti per il ritorno… la vera serratura è il cuore formato dalle libellule nel loro atto d’amore…

Jack - …ah… eccole ritornare… le facciamo entrare, aspettiamo che si posino e formino il cuore e ci infiliamo la chiave…

Galvan - … come tocchi la chiave ti ritrovi le dita mozzate… stai dimenticando l’altro cuore, l’elastico… adesso lo infilo nell’ogiva della chiave… eccola presa… e la sospendo nel mezzo della gabbia…

Jack - … wow..! fantastico… e mò..?

Galvan - … e mò mancano le farfalle… saranno loro a sospingerla nella toppa del cuore… le libellule si stanno già accoppiando… bisogna far presto…

Jack - … far cosa..? le farfalle dove stanno?

Galvan – credi che le cose avvengano per compiacerti?
Siamo tutti collegati, legati come perle di una collana… a tempo debito una parte di te come una crisalide si tramuterà in farfalla… immagina d’esserlo di già… e di chieder aiuto alle tue sorelle…

In breve Galvan e Jack furono avvolti da quella nuvola vivente… le farfalle entrarono nella gabbia e certamente sospinsero la chiave nella toppa, poichè la porta si aprì, ma non poterono vederlo perché il mistero deve restar tale… si vede, a volte, il risultato dell’incontro con esso e questo ci deve bastare per toccar il senso della nostra vita.


Prima d’uscire Galvan riprese l’elastico e comprese perchè spariscono… per esser, prima o poi, ritrovati.



Un caro saluto, silenti compagni di viaggio.

Galvan
Galvan 1224 is offline  

 



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