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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 28-06-2005, 01.43.39   #21
Fragola
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A me non interessa discutere di generalizzazioni sugli uomini. Non mi interessa discutere di generalizzazioni in toto.
Volevo solo chiedere di permettere a questa discussione di procedere sul suo binario, che a me interessa, e di andare avanti a parlare dei problemi che alcuni uomini hanno col femminile nelle dicussioni che già ne trattano. Lo chiedo se è possibile e per favore. Poi vedi tu.
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Vecchio 28-06-2005, 08.40.26   #22
rodi
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Credo che già partire da una generalizzazione sia un tarpare le ali ad una discussione proficua…
Perché parliamo in fondo sempre di esseri umani e come tali comprendenti ciascuno più caratteristiche.

Una persona demoralizzata è di solito una persona che non trova all’esterno risposte aq sue esigenze interiori e questo non credo sia attribuibile solo alle circostanze che si viene a trovare di fronte ma anche alla sua capacità di affrontarle.

Parto dalla riflessione che, essendo questo un mondo in cui si trova di tutto, generalizzare e partire da considerazioni quali ‘SEMPRE’ e ‘TUTTO’ sia già un limitare la propria ricerca.

In fondo forse dipende anche dal nostro non riuscire ad individuare situazioni giuste per noi e coltivare quelle, dal nostro pretendere che le nostre soluzioni interiori vengano dall’esterno.

Condivido la speranza di Rubin quando scrive:
‘non deve umiliarsi in eterno e dopo essere caricato da quintali di rifiuti ingiustificati finisce che, o continua a fare l’asino, o si ritira con dignità.
Ma secondo me è un problema psicologico, ci sarà pure una possibilità!’

Anche sui maschilisti non si può generalizzare perché la definizione comprende chi si rifà ad un ruolo tradizionale di maschio e questo ruolo prvede al suo interno sia i maschilisti protettivi che quelli maneschi.
E sono due manifestazioni ben diverse!

Di solito noi ci fossilizziamo ad osservare un campione limitato e guardiamo troppo poco al di fuori di esso.
Si è vero…guardar fuori costa fatica ed impegno…vuol dire metterci la propria energia, aprirsi ad eventuali delusioni, cercare il motivo della nostra delusione anche all’interno di noi stessi…oltre che negli altri.

In fondo è molto più comodo arroccarsi nella posizione di chi aspetta che qualcuno dall’esterno risolva la sua vita.
E’ un po’ come il bambino che aspetta il cibo dalla mamma, è lei che si deve preoccupare di procurargli il cibo, a dargli solo quello giusto per lui…altrimenti il bambino o non digerisce o fa i capricci.

L’essere umano adulto il cibo se lo deve conquistare da solo ed essere anche capace di selezionare quello nocivo da quello nutriente.

Ed allora ci sono i due atteggiamenti opposti:

- quello di chi dice: ho assaggiato 100 mele…erano amare per me…non mangio più.
- quello che dice: ho assaggiato 100 mele…erano amare per me…visto che ho fame ancora continuo a cercare anche se mi costa fatica.

Ma pretendere che la mela ce la porti qualcun altro offrendocela su un vassoio d’argento, imboccandoci con solerzia, invogliandoci pure a mangiarla perché magari facciamo pure gli inappetenti…

Si questa la vedo come una strada aperta ad una profonda, cocente, continuativa delusione…
che può portare ad una demoralizzazione che non dipende più dagli altri ma da noi stessi.
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Vecchio 29-06-2005, 14.09.23   #23
neman1
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Citazione:
Come che differenza c'è? Insomma, la mamma, il papà, i fratelli, i nonni. O l'orfanotrofio. Quello che è. L'ambiente è quello che l'individuo ha intorno. E se è vero che l'individuo e l'ambiente sono in relazione, che c'è scambio, nella primissima infanzia la relazione va un po' in una sola direzione. I bambini assorbono come spugne e imparano tutto dall'ambiente. Che l'ambiente sia l'utero, l'abbraccio della mamma, o quel che è.
Non si nasce nevrotici, ma lo si può diventare in sei mesi.
Io ho una mia teoria personale, di cui forse in passato ho già parlato, su come un bambino impari cos'è l'amore per osmosi, percependo quello che la mamma prova per lui. I bambini hanno, io credo, aperti dei canali di comunicazione empatica che noi abbiamo un po' smarrito. E se un bambino assorbe dalla madre un'altra cosa e non amore (e purtroppo succede spessissimo perchè non è così automatico amare veramente un figlio) non impara ad amarsi e ad amare gli altri e cresce infelice, insicuro, nevrotico eccetera.
Poi c'è un ambiente più ampio, quello sociale, se vuoi dell'inconscio collettivo. Insomma, è un discorso un po' complesso da fare in un post. Magari lo facciamo a puntate



ehm sì, forse la mia era una domanda poco attinente al tema. Cmq, c'è qualcosa che non mi quadra...riguardo al taglio del cordone ombelicale...però vabbè...ci riveleremo a puntate a patto che sono sullo stile Sit - Com perche di telenovelle non ne voglio più sapere.

Citazione:
propugnando modelli irraggiungibili, ma ..necessari.. ?


Sir Rubin, dal mio punto di vista non è un problema dell'irragiungibilità dei modelli, bensì di un frequente malfunzionamento della rete sociale, menzionata da Fragola. Un malfunzionamento nell'interazionarsi. E allora, c'è chi attribuisce il danno a sé e chi al sistema. Forse sarò un'altra volta inopportuno se dico: noi siamo il sistema !!!

E questo, perché ci vogliono più persone volenterose a migliorala. Un lavoro lungo che richiede generazioni e generazioni di iniziative a portarci alla libertà d'espressione...a non dubitarne più perlomeno, eheh. A questo punto uno spesso si demoralizza sentendosi di dover funzionare nel tempo, per la giustizia sociale senza sapere a che punto è, a non sapere a che punto uno è.

Continuando a disperdere vitalità in soluzioni universali piuttosto di investirla in miglior reattività (di sé stessi, della società) uno esaurisce la vitalità dei valori propri. Hmmm, vedo che non è solo un problema psicologico....forse, dell'alimentazione dei sensi.

neman1 is offline  
Vecchio 29-06-2005, 23.12.11   #24
Fragola
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Ma io non ho detto niente sul cordone ombelicale! Chiedi in modo più esplicito, dai!
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Vecchio 29-06-2005, 23.49.00   #25
sisrahtac
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La gente è demoralizzata quando si rende conto che è destinata al macello. E' consapevole o forse è solo convinta di non avere le forze di affrontare il problema, di affrontare questa società di macellai. O forse gli piace semplicemente essere massacrata. La gente si odia e allora prova piacere a essere fatta a pezzi. Il dolore è eccitante, arrivi a livelli di sklero mentale al limite dell'illuminazione.
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Vecchio 29-06-2005, 23.53.15   #26
sisrahtac
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Vabbè, dai, diciamolo, la gente odia essere libera perchè la libertà comporta il giudizio degli altri. Allora si fa finta di andare contro il sistema, ma in realtà ci si cala al suo interno fino nel profondo. Ma poi dentro quest'utero si scopre che in fondo non si sta così male e si fa di tutto per non abbandonarlo.
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Vecchio 30-06-2005, 00.16.07   #27
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Messaggio originale inviato da Catharsis
Vabbè, dai, diciamolo, la gente odia essere libera perchè la libertà comporta il giudizio degli altri. Allora si fa finta di andare contro il sistema, ma in realtà ci si cala al suo interno fino nel profondo. Ma poi dentro quest'utero si scopre che in fondo non si sta così male e si fa di tutto per non abbandonarlo.

La gente non odia essere libera, la gente ha paura di essere libera perchè la libertà implica responsabilità.
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Vecchio 30-06-2005, 00.17.39   #28
sisrahtac
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Cosa cambia? Non si odia ciò di cui si ha paura, in linea di massima? E responsabilità e giudizio non sono la stessa cosa, bene o male?
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Vecchio 30-06-2005, 10.39.40   #29
Fragola
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Secondo me non sono affatto la stessa cosa.
Una persona che agisce in modo responsabile non teme il giudizio degli altri.
E', appunto, responsabile, cioè risponde delle proprio scelte.

Anche odio e paura non sono la stessa cosa secondo me.
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