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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 16-02-2006, 10.30.05   #1
bluemax
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 04-09-2003
Messaggi: 766
Wink bha ! Che ci frega di morire se manco siamo vivi ?

E' innegabile che dal momento in cui le nostre cellule (anzi, quelle dei nostri genitori) si uniscono e cominciano a formare la nostra persona, non esiste alcun pensiero.

dopo, quando il cervello comincia a formarsi , pare che comincino i primi implulsi elettrici, quindi il cervello comincia a funzionare ed ecco i primi "pensieri". Molti estremamente semplici, quali lontane sensazioni dovute al fatto che la pancia preme o disagi dovuti alla posizione all'interno del corpo o poco piu'. In pratica il cervello comincia ad interagire con i primi impulsi esterni.

Al momento della nascita, quando il cervello è maturo per interagire con le enormi quantità di input provenienti dall'estrno, i pensieri cominciano una loro evoluzione, passando dal fatto che analizzano luce, calore, forme ecc... questi input, per quanto ancora primitivi, permettono al cervello di fare le prime semplicissime riflessioni.

Questo, di norma, avviene per il resto dell'esistenza del cervello. Dalla nascita alla morte il cervello interagisce con l'esterno della propria persona.
comunque sia, per farla breve, questi PENSIERI o SENSAZIONI, volenti o nolenti sono sempre ed esclusivamente frutto di impulsi esterni al corpo dell'essere vivente.
Questo modo di operare continua per tutta la nostra esistenza sino al momento del termine.

Non a caso i pensieri si evolvono con l'evolversi degli input provenienti dall'esterno e gli stessi bambini passano da pensieri e riflessioni primitive per arrivare a riflessioni piu' complesse.

Mi pare ovvio, quindi, che i pensieri e riflessioni sono SOLO ed UNICAMENTE il frutto di situazioni ed impulsi provenienti dal di fuori del nostro corpo. In altre parole, qualsiasi cosa che noi adesso pensiamo, qualsiasi cosa che noi facciamo, qualsiasi cosa che diciamo, non PROVIENE dal nulla e nemmeno da NOI (inteso come essere consenziente), ma esclusivamente da un insieme (enorme) di impulsi esterni che vanno dalle temperature, ai colori, alle pressioni sino ad arrivare a cose piu' complesse, quali esperienze passate, interagire con persone ecc... ecc...

Comunque sia OGNI NOSTRA AZIONE mai è da considerarsi NOSTRA ma esclusivamente un risultato dovuto a come la combinazione neurale del nostro cervello interagisce con gli impulsi esterni. (rispettando la regola nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, anche i pensieri non si CREANO dal nulla, ma sono la trasformazione di combinazioni molecolari dovute a come il nostro corpo interagisce col mondo esterno)

DETTO QUESTO, mi chiedevo se siamo consapevoli che non siamo assolutamente VITA CONSENZIENTE (come noi ci definiamo) ma soltanto un modo di esprimersi della natura, o meglio, degli input esterni (che potrebbero essere anche enormemente differenti da come noi li percepiamo).

In pratica non viviamo ma siamo solo una combinazione di altre forme di vita (cellule).
In definitiva, dobbiamo accettare il fatto che non siamo vivi, ma siamo solo la manifestazione di quello che ci circonda ed interagisce con il nostro corpo... NOI (come anima) non esistiamo ed il nostro pensiero non è nostro... ma il calcolo di tantissime variabili che ci investono in ogni momento. L'anomalia sta nel fatto che il cervello possa intravedere questa anomalia e quindi si rifiuta di credere che non esiste.
bluemax is offline  
Vecchio 16-02-2006, 11.41.10   #2
nonimportachi
Utente bannato
 
Data registrazione: 04-11-2004
Messaggi: 1,010
Per il signficato che trovo proprio delle parole VITA ed ESISTENZA, ritengo di essere vivo e di esistere.

Comunque è chiara la tua modellizzazione di ciò che siamo, la trovo realistica, disincantata e la condivido. La nostra esistenza e la nostra individualità, scaturiscono unicamente dai meccanicismi che hai descritto e niente mi fa ritenere che ci possa essere altro.

Aggiungerei però una considerazione che scaturisce dalla fisica quantistica. L'indeterminazione degli stati delle particelle, l'impossibilità di prevedere quale stato sarà acquisito quando la particella sarà "costretta" a farlo e la conseguente casualità con cui i fenomeni (a livello di particelle) possono evolversi a parità di condizioni iniziali; mi fanno ritenere possibile, se non probabile, che il pensiero abbia anch'esso un suo grado di indeterminazione.

A parità di condizioni, ovvero la stessa identica persona con la stessa identica storia, sollecitata dagli stessi identici stimoli, potrebbe avere pensieri diversi. La cosa la ritengo possibile proprio alla luce dell'elevata complessità dei meccanismi neurologici e della quantità di fattori in gioco. Detta in parole povere, l'elettrone che gironzola attorno ad un atomo di una molecola di un neurotrasmettitore, l'indeterminazione degli stati di quest'elettrone, potrebbe avere conseguenze tali da essere determinanti nella formazione del pensiero.

Se, davanti ad un bivio, sono costretto a scegliere una strada e non ho alcun motivo per preferire una delle due strade diponibili, Quando l'avrò scelta, da cosa sarà stata determinata la mia scelta?

Molto probabilmente, la mia scelta non avrebbe potuto esser altrimenti per una qualche precondizione inconscia esistente, una diavolo di sinapsi che non avrebbe comunque reso possibile l'alternativa.

Ma può anche essere che la scelta sia stata determinata unicamente da come si è orientata la polarità di un elettrone in un determinato momento in cui avrebbe oggettivamente potuto orientarsi in due modi distinti.....

Quella sì che sarebbe una libera scelta, quando dipende direttamente dall'indeterminazione quantistica delle particelle....

Tanto per fantasticare un po'
nonimportachi is offline  
Vecchio 16-02-2006, 13.16.05   #3
Melany
Ospite abituale
 
Data registrazione: 31-10-2005
Messaggi: 422
Ottima interpretazione scientifica, bluemax, non c'è che dire. Ti contesto il titolo del post, però e te lo contesto senza fare filosofia ma lo contesto sulla base delle mie esperienze di vita. A me frega e come di morire e di vivere, ho una fifa matta della morte, non solo, ho una fifa matta che possa morire da un momento all'altro anche chi mi sta attorno e il motivo è che già questa triste esperienza di vedere sparire nel nulla chi mi sta attorno l'ho vissuta e sono shoccata.

Melany is offline  

 



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