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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 28-02-2006, 16.21.02   #11
Akhet
anima vagante
 
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Data registrazione: 27-06-2002
Messaggi: 79
Problemi di relazione con gli altri... A volte mi chiedo se li ho anche io. Forse li ho nella misura in cui attraverso periodi piuttosto difficili. In quel momento gli altri acquistano importanza nel loro modo di essere nei miei confronti. Magari è dovuto semplicemente ad un momento di debolezza, di bisogno.
Gli altri sono importanti? Dipende da che punto di vista si fa questa domanda. Certamente per chi "vive" di visibilità gli altri sono importanti, fanno la differenza. Fa la differenza quello che pensano e quello che non pensano. Nella vita di tutti i giorni? Certamente, per quel che mi riguarda, gli amici sono importanti. E' importante quello che pensano di me, ma cerco di prescindere dalla valutazione che possono esprimere nei confronti del mio modo di essere e di relazionarmi. Naturalmente non mi tiro indietro quando si tratta di parlare del mio atteggiamento, se questo è fonte di problemi e perplessità, ma mi sforzo di non farmi influenzare dall'opinione altrui, fosse anche il mio migliore amico o la mia migliore amica.
Non so quanto in te ha pesato l'educazione, ti dico solo che io sto ancora facendo i conti con la mia. I miei mi hanno dato direttive contrastanti: gli altri sono importanti, è bene che abbiano una buona opinione di te, devi cercare in tutti i modi di non danneggiarli e via elencando. Nel contempo non bisogna fidarsi degli altri, perchè è la famiglia ad essere più importante, sono quelli della famiglia che ti conoscono meglio e possono supportarti. Gli altri non vogliono certamente il tuo bene, ed anche qui via elencando.
Poi arriva il momento di fare una sorta di sintesi. Gli altri sono importanti; è bene avere un buon rapporto con chi ci sta vicino per svariati motivi, ma questo non significa che bisogna accondiscendere sempre od evitare di esprimere la propria opinione per paura che l'altro "scappi". Quello che mi spaventa, nel rapporto con gli altri, è una certa superficialità che - mi capita di constatare nei miei "dintorni" - và molto di moda. Cerco di venire ad un compromesso, se la persona mi interessa, per capire se la superficialità è soltanto una maschera o, piuttosto, una "forma mentis" ben radicata.
Talvolta, forse, è proprio il marcato bisogno degli altri che ci pone problemi di relazioni interpersonali. Magari siamo disposti a tutto e troppo condiscendenti. Magari siamo ancora legati a delle "direttive" genetiche...
Ricucire un rapporto dopo che si è "rotto"? Non è sempre facile. Non è sempre possibile. A volte è meglio lasciar perdere. Bisogna fare attenzione a chi abbiamo di fronte, se ne vale o meno la pena. E, magari, se siamo convinti di ciò che facciamo, evitare i sensi di colpa che ottengono solo l'effetto di paralizzarci all'infinito...
Akhet is offline  
Vecchio 02-03-2006, 17.41.16   #12
ellea
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 05-08-2005
Messaggi: 77
L'educazione ha senz'altro avuto un peso, specie un'educazione che più che altro si è basata su assiomi di principio, teorici e si è preoccupata poco di svelare l'umana natura per quello che è relamente; l'educazione, compresa quella che ora noi impartiamo ai più giovani raramente fa riferimento alle ombre, piuttosto indica ciò che è buono e giusto, con il grande effetto collaterale di far sentire inadeguati quanti ascoltando tali sermoni non possono che misurare la distanza tra ciò che sentono e il come dovrebbero essere.

Sono d'accordo con chi dice che seppure è vero che dobbiamo diventare indipendenti dagli altri nel valutare noi stessi,che dobbiamo prescindere dal giudizio altrui, tuttavia questo rappresenta piuttosto un obiettivo che una meta raggiunta, ma non per questo si deve desistere.

Io credo che il più importante impegno lo dobbiamo verso noi stessi,e che spesso sembra che per conseguire anche il più banale nostro obiettivo facciamo del male a qualcuno.
Leggevo tempo fa "Amare Tradire " di Carotenuto il quale sostiene che per diventare noi stessi dobbiamo inevitabilmente tradire tutti i "come tu mi vuoi" di chi ci sta accanto. E' vero, è così.
Il problema è non scivolare in atteggiamenti difensivi oltre misura, nel temere di rimanere incatenati nei rapporti con gli altri ed evitarli, nel sentire negli altri una minaccia al proprio divenire, sempre e comunque.
Io credo che accanto ai tradimenti di cui parla Carotenuto, accanto agli inevitabili "cadaveri" ci debba essere anche la capacità di costruire relazioni intime, profonde, mica tante, una, due, e se questa capacità di costruire relazioni intime almeno per un periodo, almeno per un tratto del percorso, se questo non c'è occorre guardare in faccia alla propria difficoltà di relazione: gli altri non sono solo catene da cui liberarsi ma anche opportunità di arricchirsi.

Io ringrazio davvero tutti quanti hanno risposto che confermano quanto bello sia questo forum,che luogo speciale nel mare del web.

ciao
ellea

Ultima modifica di ellea : 02-03-2006 alle ore 17.42.55.
ellea is offline  

 



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