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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 10-11-2006, 00.51.58   #11
bomber
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
Riferimento: Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde

Citazione:
Originalmente inviato da MocassinoH2O
L'esempio più banale... per gli altri... andiamo troppo sul personale e nn me la sento

Praticamente, sono un pokino... un bel po' spendacciona....
Soffro di insonnia credo si sia capito... e di notte mi capita di stare li a rimuginare e sentirmi in colpa per il denaro speso...

P.S.: capitano anke situazione come quella enunciata da Patri!


MMMH bel caso ... beh in tal senso non ce proprio un cambio di personalità come succedeva a dr jekyll ma una riflessione interessante causata da una maggior tranquillità ambientale ... la notte aiuta a pensare anche perche essendo soli nel letto nel silenzio della notte ti trovi a pensare con tranquillità ..
anche se i pensieri sono agitati la cosa puo stare bene ...
Spendere a volte puo anche essere un sintomo .. spendere molto puo essere un sintomo di agitazione personale, di qualche problma inrissolto o sfogo allo stress giornaliero ... insomma le cause possono essere tante e vanno da quella banale a quella un po più grave ...
bomber is offline  
Vecchio 11-11-2006, 21.54.42   #12
mamygi
Nuovo ospite
 
Data registrazione: 07-11-2006
Messaggi: 1
Riferimento: Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde

nn c'entra molto con il quesito del 3d iniziale ma è un pensiero che ho rielaborato tempo fa, riflettendo sul comportamento dei bambini, il mio terreno di gioco.

Con gli anni e quindi con l’esperienza, nel mio lavoro e nella vita in famiglia ho elaborato un pensiero che si traduce in un binomio conosciuto: la trasformazione da “sig. Hyde” a “ dott. Jekyll”.

Si nasce tutti sig. Hyde, ma col tempo spunta fuori in noi anche il dott. Jekyll, con una sequenza temporale contraria a quella del famoso romanzo. Sono normali fasi dello sviluppo. I bambini sono istintivi: non sono capaci, fino ad una certa età, di imporsi una maschera di convenienza, di sottostare alle regole che producono comportamenti socialmente concordati e accettabili.

I bambini sono bizzosi, dolcissimi, impauriti ed estasiati allo stesso tempo, non cambiano il loro modo di porsi a seconda del contesto ma solo in base alle emozioni provocate dai cambiamenti di stato e luogo e dagli avvenimenti imprevisti. Imparano però, imparano presto.

Qualche bambino, al di fuori di un ambiente o situazione più consona alla sua personalità (nucleo familiare per esempio), non riesce quasi mai a rimanere sig. H., ma si trasforma in dott. J. imponendosi una maschera di imperturbabilità, di apatia, a volte di tristezza... sono i bambini che non “stanno bene” quando escono dal microcosmo che dà loro sicurezze e conferme continue. Per fortuna sono pochi...

Io non sono in grado di motivare la cosa, semplicemente faccio “la fotografia” del comportamento. Come insegnante cerco in ogni modo di ricreare situazioni “simili” a quelle della famiglia se e quando è possibile e necessario, di rapportarmi con questi piccoli con le stesse modalità di una mamma o comunque di un familiare.

Poi ci sono i bambini che non evolvono mai in dott. J... come il mio Ale. Lui, a 11 anni, è un sig. H. ovunque, mostra sempre la stessa faccia della sua personalità: l’esuberanza, la creatività, la rabbia, l’incostanza, l’imprevedibilità, la dolcezza, l’impulsività, la difficoltà a inquadrarsi nei canoni dettati dalla convivenza nel gruppo e quant’altro. Gli manca la capacità di pianificare le sue azioni in vista di un compito, di un premio o per timore di un castigo o del dolore che provoca agli altri e di conseguenza a se stesso. È un sig. Hyde buono, sicuramente, ma convivere con lui è impegnativo e snervante.

A volte mi domando se sia giusto cercare di rimodellarlo secondo canoni socialmente accettabili, magari a scapito delle sue doti di genialità, creatività e simpatia, nonostante tutto, neutralizzando quella punta di “pazzia” che lo rende unico. Poi mi rendo conto che la vita, per essere vivibile, ci impone quell’evoluzione costante verso il dott. J. senza perdere per strada il povero sig. H. che esce fuori quando ci sentiamo liberi da tutto e da tutti. Quando, forse, stiamo veramente bene. Forse non è una malattia... forse.

nn sono nuova di questo forum, ma ho cambiato nik che prima era il mio nome: giovanna

Ultima modifica di mamygi : 12-11-2006 alle ore 21.37.18.
mamygi is offline  

 



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