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Vecchio 09-01-2007, 10.59.11   #1
turaz
Ospite abituale
 
Data registrazione: 24-11-2005
Messaggi: 3,250
riflessione sul "confronto"

analizzando la mia esperienza e quanto suppongo di aver compreso di essa
vorrei esporvi una mia personale riflessione sul confronto e
sull'eventuale distorsione di esso.
occorrerebbe partire dal significato di "ripetizione di esperienze" a
causa di distorsione dell'ego.
diciamo così:
a mio parere ogni qualvolta nella vita reagiamo in maniera distorta la
situazione si ripeterà nel futuro con le stesse interiori modalità.

ecco ora a fronte di ciò prendiamo ad esempio il dialogo tra 2 persone.
nel momento in cui due apparentemente opposte visioni si devono
"incontrare" ed entrambi nascono da "esperienza" sorge un piccolo problema
legato all'ego.
si pensa che la propria esperienza sia la "Migliore" e "l'esatta".
così facendo il dialogo diventa "impossibile".
non di è sullo stesso piano e non si è "aperti" all'ascolto di chi si ha
di fronte.
così facendo mano a mano che l'interlocutore contesta quanto si dice ci si
"infervora" finendo per re-agire.
le due re-azioni classiche sono:
1) fuga
2) tentativo di "irridere" l'esperienza altrui.

Una re-azione un pò più "smorzata" è quella del "finto interesse".

bene.
tutte e 3 queste re-azioni sono legate all'ego e sono distorsioni.
non superando i propri blocchi tali situazioni si ripresenteranno nelle
stesse identiche modalità interiori in futuro.

mio parere è che in questi casi sarebbe molto utile "osservarsi"
silenziando la mente e mettendo al di sopra la "luce" (o verità o dio)

e dicendo :"ma chi sono io per dire che sono migliore di un altro?"

e soprattutto:
esiste un migliore e un peggiore?
che anche questo non sia una distorsione inculcataci sin dall'infanzia?

Esistono "diversità"

un salutone
turaz is offline  
Vecchio 09-01-2007, 11.47.35   #2
atisha
Ospite pianeta Terra
 
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Riferimento: riflessione sul "confronto"

Citazione:
Originalmente inviato da turaz
si pensa che la propria esperienza sia la "Migliore" e "l'esatta".
così facendo il dialogo diventa "impossibile".
non di è sullo stesso piano e non si è "aperti" all'ascolto di chi si ha
di fronte.

condivido il tuo sentire...
l'ego ad un certo punto si fa più forte.. io lo chiamo ego o orgoglio spirituale.. ed è il peggiore che possa esistere.. può sfociare anche in fanatismo..
ecco perchè è naturale sia per sè che per l'altro a volte allontanarsi da quel tipo di energia..
lasciare che tutto si rilassi da sè.. lasciare che il tempo "mancante" maturi da sè la "morte" o sgonfiamento di quel tipo d'ego (distorto..) che non sente ragioni altre che non le sue stesse..
come dire.. non si può combattere contro i mulini a vento..
quel vento è un'energia della natura molto forte..
ciò che andrebbe fatto a mio vedere è cercare di far conoscere questa potenzialità.. analizzarla insieme varie volte fino a che la stessa possa perdere forza.. efficacia.. è l'unico aiuto possibile, anzichè combattere, creare dispute..

ma a volte non è così.. perchè? perchè così DEVE essere ancora per quel dato corpo/mente.. per raffinare se stesso..
è pur sempre la Sua Volontà.. va accettata e rispettata..



ps.. qualcuno ha visto di recente il film "The Prestige"?
atisha is offline  
Vecchio 09-01-2007, 13.16.49   #3
Mirror
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Messaggi: 1,733
Riferimento: riflessione sul "confronto"

Ciao Turaz...
concordo con la tua riflessione. Quella che tu poni è una faccenda con cui ci si deve confrontare spesso dialogando con gli altri, soprattutto se si fa riferimento a certe tematiche dottrinali ed esperienziali, sulle quali l'ego spirituale ha investito molto.
Cercando "d' imporre" le proprie convinzioni agli altri, non restando in ascolto e disponibili ad un vero confronto, si fanno solo monologhi sterili e non si cerca altro che conferme esterne, mascherando o coprendo con certezze apparenti nientemeno che dubbi profondi, che si sentono ancora in sè, essendo fondamentalmente ed intimamente insicuri pur ammantati di una aggressiva credenza.
Altrimenti, una persona in pace spirituale non ha nessun bisogno di affermarsi, e resta aperto al dialogo, al confronto, pronto anche a ricevere...

Un buon antidoto che spesso è usato è il senso dell'umorismo, che ad una buona intelligenza non dovrebbe mai mancare.
Perchè la mancanza di senso dell'umorismo, l'incapacità di fare autoironia, il prendersi troppo sul serio, per me manifestano nell'uomo un pericoloso atteggiamento che può nuocere.
Io credo che un uomo di spirito, che sia religioso o filosofico, non possa fare a meno di osservare con un senso di apertura, di buon umore, con il sorriso, i lati tragicomici, ambigui, contraddittori, del nostro essere sul palcoscenico della vita e averne amabilmente Compassione. Permettersi la risata verso se stessi e le cose, seppur spesso terribili, del mondo è un grande toccasana: la medicina per molti disagi della mente, dell'anima.
La rigidità, invece, di certe posizioni, palesemente moralistiche, dottrinalmente schematiche, non indulgenti verso la precarietà delle espressioni umane è, di fatto, la via che porta nel vicolo cieco del dogmatismo, del fanatismo: quindi dell'odio, del rifiuto della diversità, dell'intollenza aggressiva, con le infauste conseguenze che derivano per tutti.
Ognuno troppo sicuro di sè rischia di essere come quel tale che, parlando con un amico, afferma:
" Tutte le persone che hanno delle certezze sono degli idioti!"
L'altro gli domanda: " Sei sicuro?"
E lui risponde: "Certamente!".


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Vecchio 09-01-2007, 15.15.02   #4
VanLag
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Riferimento: riflessione sul "confronto"

Citazione:
Originalmente inviato da turaz
mio parere è che in questi casi sarebbe molto utile "osservarsi" silenziando la mente e mettendo al di sopra la "luce" (o verità o dio) e dicendo :"ma chi sono io per dire che sono migliore di un altro?"

e soprattutto:
esiste un migliore e un peggiore?
che anche questo non sia una distorsione inculcataci sin dall'infanzia?

Esistono "diversità"

un salutone
A me sembra che la volontà di stabilire una verità oggettiva e persino la convinzione di averla colta, non prevede necessariamente il sentirsi migliore degli altri. Parlando di saggezza, ad esempio, io posso ritenere di “possedere” una definizione più appropriata e più vera della tua e posso infervorarmi nel discorso per dimostrarlo, senza, per questo, pensare minimamente che io sono migliore di te.

Un'altra considerazione che mi viene leggendoti è che, fermo restando la validità dell’auto-osservarsi come tecnica di crescita personale, mi viene da dire che forse nel dialogo, questa attività non è così importante. Cioè nel dialogo è importate, spiegarsi, capire il punto di vista dell’altro ed eventualmente rettificare, aggiornare, modificare, il nostro punto di vista.

L’ultima considerazione è che: - se stabilire cosa è migliore o cosa è peggiore – sia un fatto soggettivo, stabilire cosa è vero e cosa è falso è un po’ meno soggettivo.
Ti faccio un esempio. Se io e te parliamo degli indiani d’america ed io, in merito, sono pieno dei luoghi comuni assorbiti dalla cultura, mentre tu hai vissuto per diversi anni con loro, è ovvio che tu avrai una conoscenza oggettiva più valida della mia. Cioè sarai più vicino alla verità di quanto possa esserlo io col mio bagaglio di informazioni falsate.

Poi, certo, stabilire se un popolo che ha Il rispetto della terra, la tenerezza verso i bambini, la venerazione delle forze della natura, etc.sia migliore o peggiore di un altro, beh questo dipende dai nostri valori ed è soggettivo.
Cioè se io reputo “il rispetto della terra” un grande valore positivo mentre tu pensi che la terra debba essere sfruttata finché può dare, il nostro giudizio sarà diverso, ma questo non significa nulla….. Anzi significa che abbiamo valori diversi, cosa, questa, che mi sembra la più normale e naturale del mondo.

Sono stato un po’ confuso ma spero di avere spiegato quello che volevo dire……

VanLag is offline  
Vecchio 09-01-2007, 17.56.13   #5
turaz
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Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
A me sembra che la volontà di stabilire una verità oggettiva e persino la convinzione di averla colta, non prevede necessariamente il sentirsi migliore degli altri. Parlando di saggezza, ad esempio, io posso ritenere di “possedere” una definizione più appropriata e più vera della tua e posso infervorarmi nel discorso per dimostrarlo, senza, per questo, pensare minimamente che io sono migliore di te.

Un'altra considerazione che mi viene leggendoti è che, fermo restando la validità dell’auto-osservarsi come tecnica di crescita personale, mi viene da dire che forse nel dialogo, questa attività non è così importante. Cioè nel dialogo è importate, spiegarsi, capire il punto di vista dell’altro ed eventualmente rettificare, aggiornare, modificare, il nostro punto di vista.

L’ultima considerazione è che: - se stabilire cosa è migliore o cosa è peggiore – sia un fatto soggettivo, stabilire cosa è vero e cosa è falso è un po’ meno soggettivo.
Ti faccio un esempio. Se io e te parliamo degli indiani d’america ed io, in merito, sono pieno dei luoghi comuni assorbiti dalla cultura, mentre tu hai vissuto per diversi anni con loro, è ovvio che tu avrai una conoscenza oggettiva più valida della mia. Cioè sarai più vicino alla verità di quanto possa esserlo io col mio bagaglio di informazioni falsate.

Poi, certo, stabilire se un popolo che ha Il rispetto della terra, la tenerezza verso i bambini, la venerazione delle forze della natura, etc.sia migliore o peggiore di un altro, beh questo dipende dai nostri valori ed è soggettivo.
Cioè se io reputo “il rispetto della terra” un grande valore positivo mentre tu pensi che la terra debba essere sfruttata finché può dare, il nostro giudizio sarà diverso, ma questo non significa nulla….. Anzi significa che abbiamo valori diversi, cosa, questa, che mi sembra la più normale e naturale del mondo.

Sono stato un po’ confuso ma spero di avere spiegato quello che volevo dire……



cosa è vero di quello che tu vedi per un cieco ad esempio?
cosa è vero di quello che tu senti per un sordo?

siamo così sicuri che vero-falso siano così "oggettivi"?

cmq su quanto hai detto nulla da dire d'altro
turaz is offline  
Vecchio 09-01-2007, 18.35.04   #6
VanLag
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Originalmente inviato da turaz
cosa è vero di quello che tu vedi per un cieco ad esempio?
cosa è vero di quello che tu senti per un sordo?

siamo così sicuri che vero-falso siano così "oggettivi"?

cmq su quanto hai detto nulla da dire d'altro
Probabilmente tendiamo a non capirci perché io tendo a focalizzare la realtà oggettiva, (almeno quella spero la riconoscerai come vera!?), mentre tu forse, guardi più le cose delle spirito, sulle quali è più difficile trovare un accordo ed anche trovare una visione comune.

Comunque, per rispondere alle tue domande, è vero tutto quello che descrive quella realtà oggettiva e come esiste una realtà oggettiva esiste anche una verità oggettiva. Il fatto che la nostra visione di quella realtà sia parziale non la rende meno vera.
Voglio dire che se nella penombra io e te vediamo una sagoma stretta e lunga ed io dico che è un serpente e tu una corda, la nostra diversa interpretazione non toglie nulla alla realtà di quello che stiamo vedendo ed anche quando, vedendo l’alba, vediamo che era un bastone e che quindi abbiamo sbagliato entrambi quella realtà oggettiva, continua a tenere con se la verità e noi, grazie alla luce, possiamo rettificare la nostra visione.
VanLag is offline  
Vecchio 11-01-2007, 11.12.07   #7
sisrahtac
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Io ultimamente su questi argomenti sono, come dire, usando un eufenismo dietro cui nascondermi, freudiano.

sisrahtac is offline  
Vecchio 11-01-2007, 16.35.53   #8
maxim
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Originalmente inviato da turaz
analizzando la mia esperienza e quanto suppongo di aver compreso di essa
vorrei esporvi una mia personale riflessione sul confronto e
sull'eventuale distorsione di esso.
occorrerebbe partire dal significato di "ripetizione di esperienze" a
causa di distorsione dell'ego.
diciamo così:
a mio parere ogni qualvolta nella vita reagiamo in maniera distorta la
situazione si ripeterà nel futuro con le stesse interiori modalità.

ecco ora a fronte di ciò prendiamo ad esempio il dialogo tra 2 persone.
nel momento in cui due apparentemente opposte visioni si devono
"incontrare" ed entrambi nascono da "esperienza" sorge un piccolo problema
legato all'ego.
si pensa che la propria esperienza sia la "Migliore" e "l'esatta".
così facendo il dialogo diventa "impossibile".
non di è sullo stesso piano e non si è "aperti" all'ascolto di chi si ha
di fronte.
così facendo mano a mano che l'interlocutore contesta quanto si dice ci si
"infervora" finendo per re-agire.
le due re-azioni classiche sono:
1) fuga
2) tentativo di "irridere" l'esperienza altrui.

Una re-azione un pò più "smorzata" è quella del "finto interesse".

bene.
tutte e 3 queste re-azioni sono legate all'ego e sono distorsioni.
non superando i propri blocchi tali situazioni si ripresenteranno nelle
stesse identiche modalità interiori in futuro.

mio parere è che in questi casi sarebbe molto utile "osservarsi"
silenziando la mente e mettendo al di sopra la "luce" (o verità o dio)

e dicendo :"ma chi sono io per dire che sono migliore di un altro?"

e soprattutto:
esiste un migliore e un peggiore?
che anche questo non sia una distorsione inculcataci sin dall'infanzia?

Esistono "diversità"

un salutone

Molto ma molto interessante questa discussione caro Turaz!

Parli di re-azioni (alle quali io ritengo di non essere indenne…premetto subito) e quindi volevo fornirti anch’io un mio personalissimo spunto di riflessione.
Come diceva qualche altra persona in questo forum: “un’idea ha sempre bisogno di essere sostenuta”…nulla di più vero. Ritengo quindi che qualsiasi tentativo posto in atto per difendere la propria idea (e questo vale anche nella vita di tutti i giorni), nei limiti del rispetto altrui e della tranquilla convivenza, sia normale, umana, sana e producente sia per chi espone la tesi, sia per chi espone l’antitesi.
Perché vado dicendo…producente? Perché l’accettazione della mia tesi da parte di chi ha esposto l’antitesi o l’accettazione in parte di essa, permette il rafforzamento della mia idea o il perfezionamento della stessa.
Altri modi? No caro Turaz…un buon dialogo (parlo sempre in generale) è esposizione di una tesi e di una antitesi che non necessariamente deve arrivare alla sintesi…ovvio che devo ritenere la mia idea “migliore” dell’altra…mi par limpido no?

Ci sono due grossi problemi di comunicazione in questa sezione. Il primo deriva dall’argomento che si sta trattando ed il secondo deriva dal tuo modo (permettimi) di ragionare/credere…assai diffuso da queste parti.
Se io scrivo in filosofia, in cultura e società, in psicologia posso anche permettermi di ritenere viziata in partenza l’idea che sto andando ad esporre. La difenderò ugualmente ma in maniera più “disinteressata”…idem nelle altre sezioni. Li si parla di vita di tutti i giorni…quella che sappiamo tutti essere reale, fallibile, variabile!
Qui no Turaz! Qui si espongono idee che fin dall’origine devono essere infallibili, assolute, vere (per chi le espone)…pena…beh…non serve che te lo dica.
Il motivo per il quale le dispute più accese si riscontrano proprio in questa sezione (e se non erro anche in termini di numero di discussioni chiuse) è proprio il “bisogno/dovere” di ritenere verità ciò che si va dicendo.
Qui un buon dialogo (inteso come un tranquillo dialogo) potrebbe esserci solo se le idee che si stanno confrontando poggiano sulla stessa fede…in pratica un non-dialogo!
Religioni, fede, certezze, credenze, esperienze spirituali personali, non potranno mai confrontarsi se risultano diverse fra loro.
Quindi…non come dicevi tu che le proprie esperienze spirituali devono essere le “migliori” o quelle “esatte” bensì le esperienze spirituali devono essere sentite come “verità” da chi le espone…questo mi pare ovvio, umano, quasi banale!
Il secondo motivo di non-ascolto è quasi un paradosso in quanto è proprio quella volontà di voler ascoltare a tutti i costi, partendo sempre dalla propria verità spirituale, che permette di leggere sì, l’idea opposta…ma esclude qualsiasi tipo di recepimento, analisi, valutazione della stessa.
Lo spirituale di Luce ed in genere colui che focalizza la sua vita su un particolare (ad esempio sull’ego distorto) non è attrezzato per prendere in considerazione forme alternative di pensiero nemmanco valutare l’ipotesi che la sua “particolare e originale” visione sia un clamoroso bluff della sua mente, causata da chissà quale visione catastrofica di vita e che…durerà finchè durerà!
A codesto partecipante al dialogo, messo alle strette attraverso metodi razional-umani, non rimane che il rifugio nei meandri delle sue “originali” certezze sferrando il colpo finale al dialogo che verrà inferto sempre con quell’ormai famosissimo….”tu non puoi comprendere”!

Per rispondere quindi alla tua ultima domanda…”esiste un migliore o un peggiore”? Ovviamente no…esistono solo menti capaci di giocare meglio di altre!
…la mia poi a volte tira scherzi pesanti…

maxim is offline  
Vecchio 11-01-2007, 16.58.32   #9
salvatoreR
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Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 351
Riferimento: riflessione sul confronto

Il dialogo o il confronto è sempre difficile, perché siamo diversi e unici.
È illusione quella di voler portare tutti sulla stessa via.
Ogni uomo ha come unico punto di riferimento ciò che egli stesso riesce a comprendere e per lui conta la sua esperienza, non quella degli altri, conta l’universo che si è creato.
Non esiste una definizione per l’uomo, egli è ciò che pensa, ciò che comprende.
Ognuno ha un diverso modo di vedere le cose. Facciamo un esempio: La guerra per alcuni, è necessaria per difendersi del male ed essere in pace, mentre per altre è la causa della sofferenza umana e non ci può essere pace attraverso la guerra.
La gelosia per alcuni è un eccesso d’amore, mentre per altri è vivere nel timore di perdere un affetto con effetti devastanti.
La vanità per alcuni è la capacità di mostrare il proprio valore, per altre è la convinzione d’essere superiore anche quando non è.
Mi fermo qui, l’elenco sarebbe molto lungo, basta intuire il concetto.
È importante comprendere come alcune cause sono i germi che scatenano degli effetti enormi che portano alla sofferenza umana.
Per evitare il conflitto che non porta da nessuna parte, l’uomo saggio lascia cadere, non combatte..
Come sapere qual è la visione giusta delle cose?
Io penso che la coscienza è l’unica che ci può indicare la giusta via.
Ogni errore, di cui l’uomo prende coscienza, è un gradino verso la saggezza.
L’uomo sa qual è il segreto della saggezza umana, ma ritiene molto più importante l’egocentrismo.



Ingannare gli altri significa ingannare se stessi.
salvatoreR is offline  

 



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