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Vecchio 30-03-2007, 01.08.46   #1
cannella
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Spiritualità e arte

Riflessioni di Kandinskij sul rapporto tra spiritualità ed arte:

«Trascrivere la musica dei colori, dipingere i suoni della natura, vedere cromaticamente i suoni e udire musicalmente i colori” (metodo della sig.ra A. Sacharijn -Unkovskji)».

«D’altra parte in arte nessuna forma è totalmente materiale. Non si può riprodurre esattamente una forma materiale. Bene o male, l’artista dipende dal suo occhio, dalla sua mano, e questi dimostrano più senso artistico della sua anima, che si limita a degli obiettivi fotografici. L’artista consapevole, che non si accontenta di registrare l’oggetto materiale, cerca invece di dare espressione a quello che deve riprodurre, secondo un procedimento che si diceva idealizzare, poi stilizzare e domani sarà chiamato in un altro modo ancora.»

«Così nell’arte sta lentamente emergendo l’elemento astratto, ieri ancora timido e quasi impercettibile, occultato com’era dalle aspirazioni materialistiche.»

«A poco a poco si forma lo stile dell’epoca, cioè una forma esteriore e soggettiva. L’artisticità pura ed eterna invece è oggettiva, e si può comprendere grazie all’elemento soggettivo.»

L’artista deve esser cieco alle forme “note” o “meno note”, sordo alle teorie o ai desideri della sua epoca. Deve fissare gli occhi sulla sua vita interiore, tendere l’orecchio alla necessità interiore.»

«Solo il sentimento, specialmente all’inizio del cammino, crea la vera arte. [...] La possibilità, profetizzata da Goethe, di un basso continuo in pittura e di una simile “grammatica” si può aver un presentimento sulle leggi di necessità interiore, che sono certamente psichiche. [...] grandi e piccoli problemi dipenderanno dall’interiorità.»


«La sensibilità innata dell’arte è appunto il talento evangelico, che non deve essere sotterrato.
L’artista che non sfrutta le sue doti è un servo inutile.»

«La vera opera d’arte nasce “dall’artista” in modo misterioso, enigmatico, mistico. Staccandosi da lui assume una sua personalità, e diviene un soggetto indipendente con un suo respiro spirituale e una sua vita concreta. Diventa una aspetto dell’essere.
Un quadro ben dipinto non è quello che ha dei valori esatti ... ma quello che ha una vera vita interiore. Ed un buon disegno è quello in cui si può cambiare nulla senza distruggere questa vita interiore.»

«L’artista deve avere qualcosa da dire, perché il suo compito non è quello di dominare la forma, ma di adattare la forma al contenuto. [...]
L’artista non è un beniamino della vita; non ha il diritto di vivere senza un compito, deve svolgere un lavoro duro, che spesso è la sua croce.»

«L’anima e l’arte si influenzano a vicenda. Se invece l’anima è ottenebrata e sviata da concezioni materialistiche e atee o dalle aspirazioni puramente pratiche che ne sono la conseguenza, si diffonde l’idea che l’arte “pura” non sia data all’uomo per uno scopo, ma senza scopo, ed esista per l’arte (l’art pour l’art).»


«E’ bello ciò che nasce dalla necessità interiore. E’ bello ciò che è interiormente bello. Per “bello” non intendiamo la morale... ma ciò che ... affina o arricchisce l’animo... Ogni colore è interiormente bello, perché provoca un’emozione arricchendo l’anima. Nulla è “brutto” nei suoi esiti interiori ... nel suo influsso con gli altri.

«I tubetti sono come esseri umani, di grande ricchezza interiore, ma dall’aspetto dimesso, che improvvisamente, in caso di necessità, rivelano e attivano le loro forze segrete.»

«L’essoterismo si congiunge con l’enigmaticità, mentre il colore, divincolandosi dagli schemi chimici, si rivela quello che è: l’elemento irreale delle cose, la metafora del loro mistero.»

Se l'arte, come sostiene Kandinskij, necessita di un rapporto spirituale, anche l'anima necessita di simboli per esprimersi, come nei mandala?

Può l'arte diventare un'occasione di "rivelazione"?
cannella is offline  

 



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