Guarda che se hai a che fare con portatori di handicap, ti accorgi che quelle persone sono come tutti gli altri, cioè alcuni sono felici altri meno. Insomma, l'handicap in sé non è mica motivo di sofferenza, ma molto dipende da come lo si prende e come lo si vive.

A parte questo, Paolo diceva:

Di me stesso non mi vanterò se non delle mie debolezze. 6 Pur se volessi vantarmi, non sarei un pazzo, perché direi la verità; ma me ne astengo, perché nessuno mi stimi oltre quello che mi vede essere, o sente da me.
7 E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana*, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca. 8 Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me; 9 ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. 10 Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte.
(2 Corinzi 12:5-10; * a quanto pare una malattia che affliggeva Paolo)

È quando sono debole, afflitto, sofferente, solo, abbandonato, è allora, nella mia più totale debolezza, che Dio può mostrare tutta la sua forza, tramite me. Forza che non arriva da me, ma da Lui.
Quindi mi vanterò delle mie debolezze.

Appena mi leggi, per cominciare, recita una breve preghiera, se non la sai puoi dire il Padre nostro, poi apri il Vangelo a caso e rifletti cercando di capire se quelle poche righe possono dirti qualcosa che ti riguarda. Poi domani o dopodomani mi farai sapere se ha funzionato.

non si possono servire due padroni disse Gesú
perche odierai uno e amerai l'altro


Gesú ci dice con un po' di rimprovero, guarda; il servo cattivo é stato peró abile nel manovrare le ricchezze del suo padrone... i servi delle tenebre sono piú sagaci nelle richezze che i servi della luce...
allora perché noi non siamo cosí sagaci nel difendere la nostra ricchezza?
chi é disonesto nel poco, lo é anche nel molto

o Dio o mammona.

chi é servo delle ricchezze non condivide facilmente, ha posto la sicurezza del suo cuore nel denaro e anche se sará pure capace di farne molto di denaro, ontologicamente parlando non poi sempre uno sbaglio porre la sicurezza del proprio cuore nel denaro, cioé in un idolo e non in Dio?