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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 09-06-2003, 11.06.37   #31
ancient
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 10-01-2003
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Messaggio originale inviato da firenze
In breve. L'inconscio è una delle parti nascoste dell'anima. E' suddiviso in subconscio, inconscio medio e superconscio. Quello che più interessa è il subconscio, dove sono nascoste le nostre paure, i blocchi psichici o traumi emotivi, l'immagine interiore che noi abbiamo di noi stessi, i personaggi trainanti occulti al conscio e molto altro ancora. Scandagliare il proprio subconscio significa ripulirlo e quindi prendere consapevolezza di come siamo realmente, di quali sono i nostri pulsori nascosti che ci fanno fare cose assurde agli occhi degli altri.
La spiritualità in realtà è la scoperta di noi stessi. Parte quindi dal nostro subconscio per approdare alle vette dell'anima, al proprio superconscio.

In breve, molto in breve, questo è quanto.

Attendo la risposta alla mia domanda: cos'è per te la spiritualità? Qual'è il significato che le dai?

Direi che la tua definizione di subconscio collimi con la mia interpretazione dell'inconscio.

"La spiritualità in realtà è la scoperta di noi stessi", tu dici; io direi: è la scoperta di ciò che non siamo: non siamo i nostri pensieri, le nostre pulsioni, le nostre reazioni emotive, la nostra personalità empirica: siamo ciò che percepisce tutto questo: l' "Io sono", non l' "io sono questo o quello"; chiamalo Essere, coscienza pura, o come preferisci.

Quando ammonivo di andare cauti, mi riferivo proprio al pericolo di perdersi nei contenuti della coscienza (e nelle dinamiche archetipiche, mitiche e simboliche dell' "inconscio collettivo" di junghiana memoria, valide nel loro campo di applicazione) senza attingere quello sfondo immutabile di consapevolezza al centro di noi stessi, il cielo perennemente luminoso oltre la cortina di nubi che lo copre.
Un maestro di meditazione orientale si lamentava, qualche anno fa, proprio di questo: molti occidentali, diceva, non meditano; fanno terapia. Restano affascinati dai contenuti affioranti alla coscienza e rischiano di impantanarvisi. Senza contare il rischio di perdersi dietro a visioni, luci e suoni interiori.
Spero di essere riuscito a spiegarmi.


ciao
ancient is offline  
Vecchio 29-08-2003, 13.43.55   #32
madhavii
Ospite
 
Data registrazione: 26-08-2003
Messaggi: 30
Pratico yoga da circa cinque anni, per l'esattezza pratico un tipo di tantra yoga che comprende tutti i tipi di yoga (detesto queste divisioni tutte occidentali!!). Conosco benino anche il buddhismo, l'induismo e studio un pò tutte le religioni e i movimenti spirituali. Poichè credo che tutto sia correlato, mi interesso moltissimo anche di teosofia e di tutte le branche dell'esoterismo. In particolare, essendo tutto riconducibile e decifrabile in numeri, mi piace la fisica, scienza estremamente spirituale e strettamente correlata alle discipline spirituali, contrariamente a quanto si crede. Premesso questo, posso dire che praticare con regolarità una disciplina meditativa implica uno stile di vita ed un insieme di regole igieniche e di condotta morale ( dette nello yoga "yama e nyama) che gradualmente conducono alla consapevolezza di sè ed all'illuminazione. Gli effetti sono straordinari, anche se lo scopo della pratica spirituale non devono essere gli effetti, ma l'obiettivo e la meta che è l'autorealizzazione spirituale. Ad ogni modo, Ancient, credo che "qualunque fiore tu sia, quando verrà il tuo tempo sboccerai".

Namaskar
madhavii is offline  
Vecchio 29-08-2003, 21.21.59   #33
micaro
Ospite
 
Data registrazione: 23-06-2003
Messaggi: 25
una buona forma di meditazione ritengo sia il vipassana.....ascoltare il proprio respiro in silenzio...ed osservare le reazioni del corpo
micaro is offline  
Vecchio 26-09-2003, 14.44.52   #34
basil
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"Chi può capire cosa significhi scoprire che la realtà ultima non è un fuggevole momento di beatitudine, né un’esperienza ineffabile, ma è invece qualcosa vicino come i tuoi occhi, semplice come un sorriso? Essendo tutti proiettati nell'aspettativa di un gran finale di amore e beatitudine, è un fallimento scoprire che queste risposte sono le risposte del sé a un oggetto, mentre ciò che E' non può essere un oggetto né niente di simile."

"... noi vediamo in continuazione questa Realtà, durante la nostra vita, ma non la riconosciamo perché è così normale, comune e ordinaria... Così, quando riusciremo a fissare lo specchio senza provare una gran delusione, ma potendo dire invece: - Tutto è come sempre e non è cambiato niente - forse allora sapremo cos'è l'intenso trionfo dell'essere comuni."

tratto da: Bernadette Roberts, "L'esperienza del non-sé", Ubaldini ed.



questi passi mi sembrano accordarsi bene al discorso che facevi, Ancient.

un saluto


b.
basil is offline  
Vecchio 27-09-2003, 00.42.38   #35
Fragola
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Data registrazione: 09-05-2002
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Messaggio originale inviato da ancient
Un maestro di meditazione orientale si lamentava, qualche anno fa, proprio di questo: molti occidentali, diceva, non meditano; fanno terapia. Restano affascinati dai contenuti affioranti alla coscienza e rischiano di impantanarvisi. Senza contare il rischio di perdersi dietro a visioni, luci e suoni interiori.
Spero di essere riuscito a spiegarmi.
ciao

Un altro maestro diceva che gli occidentali, prima di accostarsi alle pratiche meditative, avrebbero quasi tutti bisogno di fare prima un bel po' di terapia.
ciao
Fragola is offline  
Vecchio 13-10-2003, 21.58.21   #36
Elfo
Ospite
 
Data registrazione: 29-05-2003
Messaggi: 12
Amici del forum, questo tema è molto importante nella mia vita ed ho quindi il piacere di dare anche io un contributo alla discussione.
Credo che sia prima di tutto necessario fare una distinzione tra "fare la meditazione" ed "essere in meditazione".
Fare la meditazione significa seguire una pratica o una tecnica di meditazione, seguendo una tradizione od un metodo che ci è congeniale. Esistono molte tecniche e la scelta è del tutto personale e credo che dipenda dalle circostanze o dall'indole della persona che decide di fare questo passo.
Qualsiasi tecnica, in fondo, ha lo scopo di mettere a tacere il brusio della mente che nasconde uno spazio di coscienza più vasto (sempre presente in ognuno di noi) ma completamente coperto da strati di pensieri, condizionamenti, concetti e formazioni mentali.
Quando si comincia ad acquietare questo brusio e appare per un istante il silenzio, si comincia ad "essere in meditazione" ovvero ad essere in un altro stato di coscienza in cui si sperimenta che "noi siamo" anche se non pensiamo. Per alcuni è uno shock questa prima volta.
Da questa prima esperienza in poi inizia un'avventura straordinaria...si schiudono altri orizzonti, la coscienza si dilata e lentamente questa nuova condizione comincia anche a manifestarsi nella quotidianità, mentre camminiamo, lavoriamo o agiamo.
Questo nuovo stato si manifesta anche con una indescrivibile esperienza d'Amore che non ha oggetto e si può anche toccare una "Presenza" vastissima, in cui ci si sente immersi, a cui poi ognuno può dare un nome o non darlo.
Io la chiamo l'esperienza del Divino.
Sono convinto che la meditazione debba far parte del bagaglio di ogni ricercatore, non a caso è presente in tutte le tradizioni esoteriche e iniziatiche orientali ed occidentali.
Elfo is offline  
Vecchio 13-10-2003, 22.20.02   #37
Elfo
Ospite
 
Data registrazione: 29-05-2003
Messaggi: 12
Cari Ancient e Fragola,
concordo con quanto dicono questi due maestri che avete citato.
L'uomo occidentale...ma ormai anche l'oriente sta diventando occidentale (per non parlare del Giappone), è talmente carico di stress che, prima di accostarsi alla meditazione, dovrebbe fare un lavoro più grossolano, ma efficace, di pulizia. Le tensioni ed i malesseri del corpo sono un grande ostacolo alla meditazione. Per questo Osho faceva fare la meditazione dinamica, affinchè le persone si scaricassero delle tensioni e si disponessero alla meditazione.
Anche il corpo ha un suo silenzio ed una sua saggezza; persino le cellule sono coscienti ed hanno una loro "intelligenza". Per tale motivo il ricercatore dovrebbe avere una particolare cura nell'entrare in contatto con il suo corpo e nel ripristinare la funzionalità perduta. Inoltre le nevrosi e ancora di più i nuclei psicotici, sono elementi che deturpano la meditazione. Se non si ha un buon equilibrio psicologico si può facilemente cadere preda di illusioni, false esperienze, misticismi esaltati, etc.
La meditazione quindi,a mio avviso, dovrebbe essere iserita in un percorso di trasformazione più completo che tocchi vari aspetti dell'essere umano.
Naturalmente io consiglio una psicoterapia corporea, essendo un analista reichiano....ma posso essere di parte.
Ci sono tanti altri percorsi psico-corporei che aiutano a ritrovare una buona circolazione energetica o vitale o pranica (a secondo del termine che ognuno di voi preferisce) e che sono il supporto di base per un migliore approccio alla meditazione.
Il corpo è un meraviglioso catalizzatore di spiritualità.....
Elfo is offline  
Vecchio 13-10-2003, 23.38.34   #38
Fragola
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Messaggio originale inviato da Elfo
Il corpo è un meraviglioso catalizzatore di spiritualità.....

Ciao Elfo.
anche se non sono rechiana... vedo la cosa in modo ancora più radicale di te. Cioè per me non c'è differenza tra corpo e spiritualità. Perfino la meditazione è un lavoro sul corpo.

se già non lo conosci ti consiglio un bellissimo sito:
www.pensarecolcorpo.it

sono perfettamente d'accordo con tutto quello che hai scritto qui sopra.

ciao
Fragola is offline  
Vecchio 14-10-2003, 07.27.48   #39
Elfo
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Data registrazione: 29-05-2003
Messaggi: 12
Carissima Fragola,
anche io sono perfettamente d'accordo con te su questo tema... Non trovo nessuna differenza tra materia e spirito...forse anche questi sono termini limitanti.
Sri Aurobindo dice che il corpo è espressione del Divino.
Certo la realtà è una nelle sue molteplici manifestazioni di stato.
Ma, sinceramente e più semplicemente, posso dire che ho avuto delle esperienze di un'intensità ineffabile dopo aver lavorato esclusivamente col corpo, della stessa natura di quelle avute in meditazione.
Preferisco quindi attenermi a un discorso più a portata della mia esperienza. Se uso il Termine "Divino" è solo perchè mi risuona dentro...ma ha la stessa connotazione dell'Esperienza d'Amore.




PS Come si fa a scrivere in grassetto per evidenziare delle parole?
Elfo is offline  
Vecchio 14-10-2003, 10.33.52   #40
visir
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Data registrazione: 02-05-2002
Messaggi: 436
Il corpo questa biblioteca sconosciuta.

Concordo anch'io sul fatto che la meditazione (quale però non è stato detto) è essenzialmente un'attività corporea.
Solo chi non ha mai praticato resta nello stereotipo di una sorta di immersione mentale in chissà quale mondo dentro di noi.
Lavorando come terapista sul corpo parlo della mia esperienza personale dicendo che all'interno di noi è racchiuso ogni segreto.
La comprensione avviene prima a livello cellulare e poi viene elaborata a livello mentale, ma fra le due cose non esiste separazione.
Appaiono separate semplicemente perchè si osservano da punti di vista diversi.

Nella Tradizione cinese questa verità è nota dalla notte dei tempi. Difatto è stato elaborato un metodo detto Qi Gong (presente in moltissime espressioni diverse), che lavorando attraverso il movimento, il respiro e la mente permentte l'aumento e la libera circolazione dell'Energia detta "chi".
Una volta presa coscienza e rafforzata questa Energia all'inteno del serbatoio posto sotto l'ombelico, viene fatta scorrere lungo i meridiani principali e secondari, i quali formano una sorta di ragnetela tridimensionale che è la nostra "Trama" di esseri senzienti.
L'apertura di questi percorsi permette di accedere come delle porte a stadi più raffinati di sensibilità e conoscenza (saggezza).
Similmente avviene nella meditazione in forma statica (loto) appogiando la propria mente sul fondo del non pensiero (come insegnava Dogen).

Come ho già detto in altre occasioni la natura unica dell'essere umano è nella sua postura.
Attraverso la verticalità (vera peculiarità di noi uomini) è possibile effettuare l'unione del cielo e della terra (yin e yang).

Poichè solo l'Uomo può raccogliere in sé le contraddizioni armonizzandole in un fluire incessante, ovvero nella tensione degli opposti, si realizza l'immobilità dinamica (Tao) che ci permentte di accedere alla reale conoscenza, naturalmente ed istintivamente.
visir is offline  

 



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