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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 09-08-2015, 16.13.54   #1
Sariputra
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Sonja

...Laggiù era la libertà, e vivevano altri uomini, che in nulla assomigliavano a quelli di qui, laggiù era come se il tempo stesso si fosse fermato, come se ancora non fosse passata l'era di Abramo, e il suo gregge. Raskòl'nikov sedeva, guardava senza muoversi...
All'improvviso accanto a lui apparve Sonja. Gli si accostò con passo appena udibile e gli sedette accanto. Era ancora molto presto, la frescura mattutina non s'era ancora smorzata. Sonja indossava la sua vecchia e povera mantellina, e lo scialle verde. Il suo volto portava i segni della malattia...Gli sorrideva con affetto e con gioia, e , secondo la sua abitudine, gli porse timidamente la mano.
Gli protendeva sempre timidamente la mano, a volte persino non gliela porgeva, come se temesse che egli potesse respingerla. Lui le prendeva sempre la mano con una sorta di repulsione, in genere l'accoglieva sempre con stizza, alle volte taceva ostinatamente per tutta la durata del loro incontro. Capitava che Sonja tremasse dinanzi a lui, e se ne andasse profondamente afflitta. Ma adesso le loro mani non si disgiunsero; egli le lanciò un'occhiata rapida e di sfuggita, non disse nulla e abbassò gli occhi a terra. Erano soli, nessuno li vedeva. In quel momento la guardia di scorta si era voltata.
Come accadde, lui stesso non lo sapeva, ma all'improvviso fu come se qualcosa l'avesse afferrato e buttato ai piedi di lei. Piangeva e le abbracciava le ginocchia...
Volevano parlare, ma non riuscivano. Avevano le lacrime agli occhi.
Entrambi erano pallidi e magri; ma in quei volti pallidi e malati già splendeva l'alba di una rinnovata, futura e completa resurrezione in una nuova vita. Li faceva risorgere l'amore...

F. Dostoevskij "Delitto e castigo"


Credo che nessun scrittore abbia saputo comprendere sino in fondo e renderlo in parole scritte il cuore del cristianesimo come questo autore russo. Il suo continuo rifiuto della logica e il penetrare in profondità come una lama di coltello ben affilata dentro il cuore dell'uomo per affermare la superiorità del vissuto e del reale sulle idee e le teorie restano , per me, insuperabili. Non si può comprendere fino in fondo l'essenza del messaggio cristiano senza aver letto Dostoevskij. Fate un esperimento...sostituite il nome Sonja con quello di Cristo e capirete...
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Vecchio 20-08-2015, 10.49.59   #2
Sariputra
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Riferimento: Sonja

Sono sempre alla ricerca di Sonja. Spesso mi pare di intravederla nella gente, tra la folla al mercato. Vestita così così, un po' dimessa e un po' allegra. Volti che passano, ti guardano, sono oltre.
Il salone è pieno di malati, di dementi che pregano. Li fanno pregare. Li incitano a pregare. Loro sono spenti, alcuni tremolanti, altri furiosi e legati al proprio dolore.
L'aria condizionata dà fastidio, fuori il sole secca le rose sul vialetto d'ingresso. Mia madre sta in mezzo a loro. Guarda senza vedere, le labbra tremolano. Un filo, lucido, di saliva cola dall'angolo della bocca. Corro a pulirla. Una volontaria grassoccia, bonaria le ha preso le mani e tenta di farla cantare Madonna Nera. La scuote. Provo un senso di fastidio per questa esuberanza. E' aldilà di qualunque preghiera, di ogni canto. Le passo le dita tra i capelli bianchi. Nessuna reazione, come sempre.
Sonja è dimensione dello spirito. Ma è pure carne, presenza. E' quel sorriso di cui hai bisogno.
Sono sempre stato ritroso nel baciare. Mia madre tentava, la sera, ma infilavo veloce la testina sotto le coperte. Allora mi passava la mano tra i capelli...
Non vorrei che fosse costretta a seguire interminabili rosari. Appena arrivo la porto via. Voliamo tra i corridoi. Lo scialle a volte cade e rido. Lei è sempre impassibile. Trema solo un po' di più.
Sei stanca di Ave Maria ?
Perché la sta portando via ? Non abbiamo ancora finito dice la suora.
Non ne ha bisogno, rispondo acido.
Sei un grumolo di dolore. Sei preghiera vivente. Preghiera inascoltata ma viva. Ancora viva...
Non riesco a entrare davvero in quel dolore. Vorrei sapere cosa prova. Puoi solo immaginare, ma è altro da questo. Siamo irrimediabilmente chiusi in noi. Belle le parole della filosofia, la fusione dell'essere individuale nell'universale, il grande Tutto, le grandi boiate.
Non riesco nemmeno a capire perché non riesce a deglutire e vorrei capire quello che mi circonda, indifferente a me , a lei.
Che vada pure al diavolo.
Vorrei solo stringere Sonja in vita. Annusare i suoi capelli. Farmi accarezzare da lei.
Ma ora sono cambiato ancora. Sono stanco e c'è fastidio. Devo andarmene. Sempre diverso esco. Il sole è ancora accecante. Le cicale cantano l'afa, ossessive, continue.
C'è un po' d'ombra. E un'ombra cresce pure in me.
Sonja è lontana, magari è al mare con Raskol' nikov...
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Vecchio 20-08-2015, 15.58.26   #3
paul11
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Riferimento: Sonja

Citazione:
Originalmente inviato da Sariputra
Sono sempre alla ricerca di Sonja. Spesso mi pare di intravederla nella gente, tra la folla al mercato. Vestita così così, un po' dimessa e un po' allegra. Volti che passano, ti guardano, sono oltre.
Il salone è pieno di malati, di dementi che pregano. Li fanno pregare. Li incitano a pregare. Loro sono spenti, alcuni tremolanti, altri furiosi e legati al proprio dolore.
L'aria condizionata dà fastidio, fuori il sole secca le rose sul vialetto d'ingresso. Mia madre sta in mezzo a loro. Guarda senza vedere, le labbra tremolano. Un filo, lucido, di saliva cola dall'angolo della bocca. Corro a pulirla. Una volontaria grassoccia, bonaria le ha preso le mani e tenta di farla cantare Madonna Nera. La scuote. Provo un senso di fastidio per questa esuberanza. E' aldilà di qualunque preghiera, di ogni canto. Le passo le dita tra i capelli bianchi. Nessuna reazione, come sempre.
Sonja è dimensione dello spirito. Ma è pure carne, presenza. E' quel sorriso di cui hai bisogno.
Sono sempre stato ritroso nel baciare. Mia madre tentava, la sera, ma infilavo veloce la testina sotto le coperte. Allora mi passava la mano tra i capelli...
Non vorrei che fosse costretta a seguire interminabili rosari. Appena arrivo la porto via. Voliamo tra i corridoi. Lo scialle a volte cade e rido. Lei è sempre impassibile. Trema solo un po' di più.
Sei stanca di Ave Maria ?
Perché la sta portando via ? Non abbiamo ancora finito dice la suora.
Non ne ha bisogno, rispondo acido.
Sei un grumolo di dolore. Sei preghiera vivente. Preghiera inascoltata ma viva. Ancora viva...
Non riesco a entrare davvero in quel dolore. Vorrei sapere cosa prova. Puoi solo immaginare, ma è altro da questo. Siamo irrimediabilmente chiusi in noi. Belle le parole della filosofia, la fusione dell'essere individuale nell'universale, il grande Tutto, le grandi boiate.
Non riesco nemmeno a capire perché non riesce a deglutire e vorrei capire quello che mi circonda, indifferente a me , a lei.
Che vada pure al diavolo.
Vorrei solo stringere Sonja in vita. Annusare i suoi capelli. Farmi accarezzare da lei.
Ma ora sono cambiato ancora. Sono stanco e c'è fastidio. Devo andarmene. Sempre diverso esco. Il sole è ancora accecante. Le cicale cantano l'afa, ossessive, continue.
C'è un po' d'ombra. E un'ombra cresce pure in me.
Sonja è lontana, magari è al mare con Raskol' nikov...


E' mia convinzione che noi conosciamo solo una " faccia" del cervello -mente, ci è nascosta come quella della luna.Mio zio che aveva la demenza senile, non ricordava ,ma ancora aveva segnali emotivi.
Camminava male, doveva sorreggersi a qualcosa o qualcuno, non parlava, ma poteva capire frasi brevi,
Non ricordava e non riconosceva le persone, ma emotivamente piangeva silenziosamente,come una diga emotiva che tracima irrefranabilmente.

Si conosce scientificamente parecchio del cervello , ma nel linguaggio logico che le è proprio.Si conosce poco del linguaggio psichico, ma è stato di fatto abbandonato,diventando una via di mezzo fra il prete nel confessionale e la pillola dell'influenza: si ha un problema di ansia, bhe c'è la pillola della tal ditta farmaceutica....

Questo sistema culturale contemporaneo ha talmente ammalato l'umanità fin nello spirito da far credere che sia meglio morire piuttosto che "essere di peso" .
Siamo talmente dentro l'allevamento dei polli da batteria, che abbiamo o paura di uscire dal mondo produttivo per essere macellati.
Temiamo che essere improduttivi significhi dare fastidio ed essere di peso.
Il concetto produttivistico ci è entrato talmente dentro le ossa che vivere al di fuori di questo schema significa avere fastidi ,incombenze per i figli quando sono piccoli, ma va beh , per quello lo si fa volentieri Ma il vecchio.....dà fastidio. Così quando saremo vecchi ci porteremo questo fardello culturale e ne soffriremo per gli altri.
Questo è lo scempio dell'uomo robotizzato e lobotomizzato con la sua splendida logica scientifica.
E' mia convinzione, ma potrò anche sbagliarmi, che il linguaggio gestuale e affettivo, come la carezza e probabilmente anche il parlare, venga in qualche modo percepito sia da una persona in coma, da una persona autistica , o con la demenza senile.
Noi veniamo al mondo con delle predisposizioni innate, e le prime sono per le relazioni emotive ed affettive così come sono le ultime che abbiamo quando lasciamo questo mondo.
Forse a ricordarci che quello che conta di più nella vita è l'affetto, il resto è davvero polvere della materia nella materialità.
Così come lo spirito si nutre di affetto.
La vita prima si veste e alla fine si spoglia, rimanendo nuda l'anima.
Qualche decennio fa Papa Giovanni XXIII° disse "Date una carezza ai vostri bambini ...". Forse è il tempo che si dica anche" Date una carezza ai vostri vecchi..."
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Vecchio 24-08-2015, 17.29.25   #4
Galvan 1224
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Riferimento: Sonja

La mia Sonja è qualcosa d’indefinibile che a volte mi sfiora la mano e altre mi sale come un’emozione nel petto. Non ho bisogno né desiderio di darle alcun nome, pure posso usarne molti, per dir di lei ad altri, che gradiscono una forma o una definizione.





Viator Viator, quod tu es, ego fui. Quod nunc sum, et tu eris. Pellegrin che guardi a me, io ero come te, un bel di' sarai com'io, pellegrin Addio Addio. (su una tomba del cimitero monumentale di Ravenna)

Molti dei miei familiari e amici non son più. Spesso si presenta alla memoria un loro ricordo… e man mano sento che ci avviciniamo. Un tempo non avevo tali pensieri, in seguito li rigettavo. Oggi sono parte di me.





Due cose riempiono l'animo con sempre nuovo e crescente stupore e venerazione. Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me. (Immanuel Kant, estratto dalla Critica della ragion pura)

La meraviglia… quella per le cose grandi e significative di Kant o per il piccolo ragno saltatore che vive nei muri della mia stanza… senza, è un film in bianco e nero.





Questa tomba rinchiude Diofanto e, meraviglia! dice matematicamente quanto ha vissuto. Un sesto della sua vita fu l'infanzia, aggiunse un dodicesimo perché le sue guance si coprissero della peluria dell'adolescenza. Inoltre per un settimo ebbe moglie, e dopo cinque anni di matrimonio ebbe un figlio. L'infelice morì improvvisamente quando raggiunse la metà dell'età paterna. Il genitore sopravvissuto fu in lutto per quattro anni e raggiunse infine il termine della propria vita. (Diofanto di Alessandria)

Quello che lasciamo alle nostre spalle, almeno per coloro che abbiamo frequentato, che renda conto di qualche possibilità (in tutti gli ambiti) realizzata.





Sono morto tante volte, ma così mai. (Tomba di un attore etrusco)

Ve lo dicevo che stavo male. (Spike Milligan)

Sono qui contro la mia volontà (letto su una tomba in Romagna)

Amici non piangete, è soltanto sonno arretrato. (Walter Chiari)


Un po’ di sense of humor… uno degli attributi più lontani dall’uomo, nell’uomo (opinione personale).





Ma poi, si sa dove si va a finire..?

Giace qui da qualche parte. (Werner Heisenberg)




• citazioni: https://it.wikiquote.org/wiki/Epitaffi
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Vecchio 08-09-2015, 22.08.14   #5
Sariputra
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Riferimento: Sonja

Oggi camminavo nel giardino e , tra l'erba oramai da tagliare, ho scorto delle protuberanze ocra. Funghi. Crescono dopo la pioggia su delle vecchie radici di due olmi abbattuti.
I ricordi , immalinconiti da questa brezza leggera che anticipa l'autunno, si sono fatti spazio e allora...

"Il dendrita, come suggerisce l'etimo,è uno che lega il suo futuro ad un albero. Alberi da noi non ne mancavano. E non solo nei boschi. Per farsi dendrita occorre arrampicarsi con le proprie forze su per un tronco, il più in alto possibile.Se le forze scarseggiano, se la vecchiaia o l'infermità impediscono una libera scalata, si troverà sempre qualcuno pronto ad aiutarci.Appoggerà, assicurerà perfino una scaletta, ci darà consigli sul ramo più adatto, sulla collocazione più opportuna entro la chioma di una quercia o di un tiglio.
Benedirà la nostra partenza, sospirerà, si farà il segno della croce.
E il dendrita, ormai lontano dal chiasso della terra deturpata dal peccato, si volgerà al cielo. Al sereno, all'arsura estiva, alle piogge d'autunno, ai venti invernali-si abituerà. Il corpo diverrà dopo qualche tempo così simile ad un ramo secco che sarà difficile distinguere il sant'uomo dai nodi del tronco."

Sulle radici ormai consumate un tempo salivano al cielo due olmi giganteschi e , vicinissimo, quasi a baciarli, un canale , una roggia profonda che portava acqua nei campi.
Mi ero costruito, con mio fratello, una scaletta di corda e mi piaceva salire, sempre più in alto. La roggia si trasformava in un sottile nastro argentato, a volte cambiava colore con la luce.
Là sopra, spesso tutto solo, me ne stavo appollaiato a guardare il tetto di casa. Me ne stavo così immobile, per timore di cadere, che arrivavano tranquilli svariati uccelli e se ne stavano ad osservarmi, per nulla disturbati.

"L'avevano tirato giù il giorno prima da un tiglio che cresceva poco lontano dal mulino dei conti. L'avevano stanato i bimbetti del cheder. La cosa più difficile era stata staccarlo dal ramo cui qualcuno, o lui da solo s'era legato stretto con una corda. Calato di sotto era venuto barcollando fino alla piazza del mercato. Là lo avevano arrestato. Che cosa ne sia stato poi, nessuno lo sa."

Un vecchio libro scovato su una bancarella, a metà prezzo. Uno di quei libri che nessuno compra. Che nessuno nemmeno sfoglia. Uno di quei libri che amo...

"Un altro dendrita fu trovato nei dintorni solo in occasione del taglio del bosco. Un olmo mastodontico s'era schiantato nel sottobosco e con l'albero era piombato giù un sant'uomo. Aveva pare una barba lunga fino alle ginocchia ed era quasi nudo. Una pezza tutta buchi gli celava appena le vergogne. Si gettò nel folto del bosco e sparì. I taglialegna furono così sorpresi che non lo inseguirono nemmeno."

Dalla mia posizione privilegiata di osservatore del mondo mi immaginavo di essere anch'io un uccello e ,senza scarpe, provavo ad afferrare con i piedi il ramo dove me ne stavo rannicchiato.
Più spesso però mi piaceva guardare il cielo tra le foglie...

"Un altro, anche lui un dendrita silvestre, stette così a lungo sopra un albero che ne divenne parte. Qualcuno giura che quando fu scoperto, morto già da gran tempo, il suo corpo non presentava la minima differenza rispetto al legno, e la pelle, come la corteccia, era coperta da un muschio rossiccio. Quando lo toccarono si frantumò come un ciocco imporrito."

Ricordo mia madre preoccupata che mi cercava e mi chiamava. Shhhhh...me ne sto buono. A volte mi scappava la pipì, tanto tanto, ma...shhhhh. Se non mi muovo non mi vede pensavo tre me e me. Raramente guardiamo le cose che non si muovono.

"Se ne sono andati gli ultimi dendriti, caduti dal ramo come pere mature. A tarda sera, già tutto buio, si vide un funerale avviarsi al cimitero ebraico. Qualcuno con un bianco scialle frangiato sulle spalle sembrava lagnarsi con accento monotono. ma forse ci sembrò soltanto. Le notti d'agosto sono piene di inganni"

Andrzej Kusniewicz "Conversione"
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Vecchio 17-12-2015, 21.01.44   #6
Galvan 1224
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Riferimento: Sonja

Mi inchino e saluto il Re degli Alberi,
che fu venerato per sette giorni dal Maestro,
attraverso il fiume di lacrime
che sgorgavano dai suoi occhi di colore blu intenso.
Mi inchino e saluto il Re degli Alberi, ai cui piedi seduto
il Grande Veggente sconfisse Mara ed i suoi eserciti,
e conobbe le Quattro Verità e la Via.
Saluto questo Albero dell’Illuminazione, sotto cui
il Maestro distrusse tutti i malvagi nemici
e divenne il Perfetto Illuminato.
Anche io venero questo Albero,
che fu venerato dal Signore del Mondo.
Sia lode a Te , o Re degli Alberi.

Mahabodhivandana





Se c’è una cosa che ho sempre desiderato e non son mai riuscito a realizzare è quella che hai fatto tu, crearsi un posto d’osservazione in cima ad un albero e star colà ad osservar dall’alto.
Ci son andato molto vicino però, e pochi anni fa stavo quasi per realizzare una piattaforma su un’enorme quercia quando la mia vita cambiò del tutto direzione e nell’attuale, subentrati dei problemi di salute, so per certo che non avrò un’altra chances.
Le cose son andate così e se non ho potuto andar dall’albero esso è venuto da me, il solo pensarlo me ne fa assaporare il mistero ed è motivo per rallegrarmi dell’esistenza.

C’è qualcosa di particolare in questa forma di vita e importanti e profondi i riferimenti nelle tradizioni di quasi tutti i popoli in tutti i tempi, senza parlar di letteratura ed altre arti. Proprio a causa dell’innata grandezza di tali silenziosi compagni soffro al vederli capitozzati o costretti in forme per maggiormente sfruttarli (fusto/frutti), e ancor peggio quando son mutilati per soddisfar il ghiribizzo umano… è creatività quella che s’origina dal dolore?

Ma se riteniamo che la linfa degli alberi non ricorda neppur lontanamente quella degli animali e siamo certi ch’essi non abbiano il loro modo di sentire e patire, che possono e debbono esser sfruttati ed usati perché non son che lignea fibra… allora, conseguentemente, non cerchiamone la compagnia e preferiamo alla loro ombra quella d’un materiale più omogeneo.
Se abbiamo l’aria da respirare si deve al mondo vegetale… a quello umano si deve l’inquinamento (della pianura padana o di Pechino)… cosa preferiamo?

L’albero del Buddha, archetipo del misterioso potere racchiuso in tutti gli alberi (http://alberiedintorni.blogspot.it/2...odhi-tree.html) me ne ricorda oggi un altro, l’umile abete rosso che adorniamo per il Natale.
Come simbolo può esser efficacemente sostituito con uno sintetico o almeno acquistato con le radici, con la speranza che ripiantato da qualche parte possa continuar a vivere (ricordarsi di annaffiare la terra di quando in quando).

Strano, quello del Buddha è l’albero dell’illuminazione e quello di Natale vien illuminato in vario modo.
Gli alberi (come sa ogni botanico, biologo ecc.) amano la luce, vivono di luce… la luce ama gli alberi e come essa gioca tra le loro foglie si può paragonar solo a giochi di bimbi… il bimbo che fu Buddha, Gesù e che fummo tutti noi… e la luce, la nostra amata madre, Sonja…


Buon Natale
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Vecchio 07-01-2016, 23.20.24   #7
Sariputra
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Riferimento: Sonja

Cosa ritieni di sapere? Mi domandò un contadino sudato, appoggiato con la schiena nodosa alle ruote del trattore. Ero sicuro di conoscere tante cose, oscure e meravigliose, prodigiosi arcani sepolti nell'intimo delle persone ma, lì per lì, non mi venne da dire nulla, ogni cosa sembrava stupida di fronte agli occhi curiosi di quell'uomo. So meditare, farfugliai, e anche pensare e riflettere e...fare silenzio.
Ah! Fece lui e si mise a ridere di buon gusto. Mi sentii montare una collera gigantesca. Proprio quel bifolco mi veniva a deridere ? Io...che avevo studiato i Veda e le Upanishad e tutta la sapienza mistica ed esoterica. Come si permetteva ?
Senti, continuò lui, sai seminare? Sai irrigare ? Sai potare ? Sai conoscere ed estirpare le erbe cattive? Sai raccogliere i frutti? Li sai gustare o conservare per l'inverno?
In effetti non mi ero mai preoccupato di questo lato della vita. Io ero un serio ricercatore della Verità. Cosa poteva saperne un umile contadino di queste vette del pensiero?
Se non sai seminare, proseguì, non puoi aspettarti che ne venga qualcosa di buono. Se non sai irrigare anche quel poco che hai fatto morirà. Se non poti ti troverai intrappolato in una selva di pensieri nocivi. Se non strappi le erbacce infestanti ti soffocheranno l'animo e finirai per perdere anche quel poco che è cresciuto. Se non sai neanche raccogliere i frutti a che ti servono tutte le tue fatiche ? E se poi non li sai gustare e conservare nelle difficoltà ed avversità della vita avrai sprecato l'intera tua esistenza.
Non disse più nulla. Mentre giravo gli occhi intorno annichilito, lui si era già seduto al volante della macchina ed aveva acceso il motore.
Si girò ancora verso di me, mi sorrise, divertito. Ma la cosa più importante di tutte ricordalo, concluse, è preparare bene il terreno, poi viene tutto più facile.
Tornai a casa. Presi tutti i miei libri e li vendetti. Con quel po' di denaro che ne ricavai ho comperato un pezzetto di terreno, povero e brullo.
Lo sto preparando per la semina.
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Vecchio 23-02-2016, 18.21.58   #8
Elektron
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Riferimento: Sonja

Ciao.
C'è stato un periodo della mia vita nel quale Sonja era spesso con me.
Era microscopica e gigantesca allo stesso tempo. Accompagnata da luci, geometrie, suoni e odori.
Poi le ho chiuso la porta, non so nemmeno bene perché.
Ho creduto che, solo per il fatto di essere viva e di essermi riempita la bocca di parole, mi fosse dovuto qualcosa.

Così, immagino che se ne sia andata.
Magari mi è anche passata accanto qualche volta, ma io non me ne sono accorta.
Ero troppo impegnata a giudicare e a coltivare il rancore.

Ora sono imprigionata in quel giardino che non viene mai potato, pieno di erbacce e piante morte.

Oltre al porgervi i miei saluti, vorrei chiedervi un consiglio, qualche libro che per voi è stato importante, per provare a "riconciliarmi" con Sonja.

Spero di non sembrare (essere?) un'inutile tazza già troppo piena.
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Vecchio 23-02-2016, 23.50.07   #9
Sariputra
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Riferimento: Sonja

Citazione:
Originalmente inviato da Elektron
Ciao.
C'è stato un periodo della mia vita nel quale Sonja era spesso con me.
Era microscopica e gigantesca allo stesso tempo. Accompagnata da luci, geometrie, suoni e odori.
Poi le ho chiuso la porta, non so nemmeno bene perché.
Ho creduto che, solo per il fatto di essere viva e di essermi riempita la bocca di parole, mi fosse dovuto qualcosa.

Così, immagino che se ne sia andata.
Magari mi è anche passata accanto qualche volta, ma io non me ne sono accorta.
Ero troppo impegnata a giudicare e a coltivare il rancore.

Ora sono imprigionata in quel giardino che non viene mai potato, pieno di erbacce e piante morte.

Oltre al porgervi i miei saluti, vorrei chiedervi un consiglio, qualche libro che per voi è stato importante, per provare a "riconciliarmi" con Sonja.

Spero di non sembrare (essere?) un'inutile tazza già troppo piena.


Ciao Elektron
Intanto un augurio di buon forum, visto che sei una nuova utente.
La richiesta che poni non è semplice. Semplice sarebbe consigliarti le letture che A ME sono servite, in cui mi sono ritrovato, che ho amato.
Ma il mio giardino non è il tuo. Le mie erbe incolte, i cespugli pieni di spine, non sono i tuoi. Cosa potrei consigliare A TE ?
Intanto lasciami dire che non credo affatto che Sonja ti abbia abbandonata. Sonja non ci abbandona...noi la lasciamo, la tradiamo. la seppelliamo sotto una catasta di desideri inappagabili.
Da bambino giocavo con i miei fratelli a nascondermi sotto un cumulo di fieno. Il granaio dei miei nonni era la nostra dimora estiva.
Uno di noi si nascondeva e gli altri lo cercavano...
Quando riuscivano a scovarmi io...balzavo fuori ridendo da sotto il fieno profumato, allegro, incurante del tempo, in quei pomeriggi che non morivano mai.
Ecco Sonja è un pò così. Ama giocare a nascondersi ma , appena la senti muovere, butta tutta la paglia (la nostra vita) per aria ed eccola lì, è lei ancora. Non c'è da andare da nessuna parte, niente da conoscere, tutto è perfetto così. Sonja vuole solo giocare ed essere amata. Sonja non ha paura...
Se la tua mente è ingombra di troppe nozioni "spirituali" ti posso consigliare -Acque d'Autunno- di Ciuang Tze.
Siamo alle origini del Tao, ma è un testo molto fluido, proprio come acqua che scorre. Nessun dogmatismo. Spiritualità nell'accezione piena del termine, lontana dai mille moralismi che appesantiscono molti testi sacri.
Altri testi che amo molto sono quelli di Dostoevskij (ovviamente ).
Direi -I Demoni-ma anche -Memorie dal sottosuolo-.
Se invece sei alla ricerca della tua fede cristiana, perduta tra le ombre del tuo giardino incolto, come non consigliarti il -Manoscritto M- di Teresa di Lisieux? Scritto da una diciassettene minata dalla tisi, in prossimità della morte, è uno dei più alti inni all'Amore che siano mai stati scritti e di una profondità teologica e spirituale senza pari. E' un testo che consiglio a tutti , credenti e non, per l'intuizione sulla Natura dell'Amore.
Beh...vedi che alla fine non ho saputo resistere alla tentazione di consigliarti qualcosa ?
Forse è meglio che entri da sola, uno di quei giorni piovosi in cui non si sa che fare, in una vecchia libreria, piena di libri accatastati, anche usati e...lasci che sia Sonja a consigliarti. Lei sicuramente troverà il testo giusto per te...
Sariputra is offline  
Vecchio 24-02-2016, 22.34.21   #10
giuscip1946
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Riferimento: Sonja

Citazione:
Originalmente inviato da Elektron
Ciao.
C'è stato un periodo della mia vita nel quale Sonja era spesso con me.
Era microscopica e gigantesca allo stesso tempo. Accompagnata da luci, geometrie, suoni e odori.
Poi le ho chiuso la porta, non so nemmeno bene perché.
Ho creduto che, solo per il fatto di essere viva e di essermi riempita la bocca di parole, mi fosse dovuto qualcosa.

Così, immagino che se ne sia andata.
Magari mi è anche passata accanto qualche volta, ma io non me ne sono accorta.
Ero troppo impegnata a giudicare e a coltivare il rancore.

Ora sono imprigionata in quel giardino che non viene mai potato, pieno di erbacce e piante morte.

Oltre al porgervi i miei saluti, vorrei chiedervi un consiglio, qualche libro che per voi è stato importante, per provare a "riconciliarmi" con Sonja.

Spero di non sembrare (essere?) un'inutile tazza già troppo piena.



Il libro che mi ha aiutato a muovere i primi passi verso il credere è: AVERE O ESSERE di Eric From. Lui non è un credente dichiarato ma lo è di fatto. Se dopo la lettura di questo testo vuoi completare il discorso, puoi leggere "L'Arte di amare", sempre dello stesso autore.
Buona fortuna. Giuseppe
giuscip1946 is offline  

 



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