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Vecchio 30-12-2004, 21.15.51   #11
Giuliano
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-12-2003
Messaggi: 270
per Laborit

"Dell’illusione della libera scelta ( o libero arbitrio)" Di Henry Laborit

La fallacità della sensazione di libertà si deduce dal fatto che ciò che condiziona la nostra azione è generalmente sotto il controllo dell’inconscio, e che, per contro il discorso logico rientra nel campo del conscio. È questo modo di vedere che ci permette di credere al libero arbitrio. Ma come potrebbe una scelta essere libera se noi non siamo coscienti dei motivi che determinano la nostra scelta, e come possiamo credere nell’esistenza dell’inconscio considerato che questo è inconscio per definizione? (….) Le Società liberali sono riuscite a convincere l’individuo che la libertà si trovasse nell’obbedienza alle regole della Gerarchia del momento (dell’epoca) e nell’istituzionalizzazione delle regole che bisogna osservare per elevarsi sino a quelle Gerarchie. I Paesi socialisti sono riusciti a convincere l’individuo che nel momento in cui la proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio sia stata soppressa, liberato dalla cessione al Capitale della sua capacità di lavoro, egli diviene libero, benché egli resti ugualmente imprigionato in un sistema gerarchico di controllo (dominazione)."
Giuliano is offline  
Vecchio 02-01-2005, 15.57.47   #12
Mirror
Perfettamente imperfetto
 
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Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
... sul "libero arbitrio"

Su questo argomento, mi permetto d'inserire un frammento di una intervista fatta da Chris Parish a Ramesh Balsekar, le cui risposte risposte condivido sostanzialmente.

Mirror
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...
Ramesh Balsekar: Se analizzi ciascuna azione che consideri la tua azione, scoprirai che è una reazione del cervello ad un evento esterno sul quale non hai alcun controllo. Un pensiero arriva – non hai controllo sul pensiero in arrivo. Qualcosa viene visto e udito – non hai controllo su ciò che vedrai e udrai in seguito. Tutti questi eventi accadono senza il tuo controllo. E poi che succede? Il cervello reagisce al pensiero o alla cosa vista, udita, gustata, odorata, o toccata. La reazione del cervello è ciò che chiami “la tua azione”. Ma, di fatto, è solamente un concetto.

Chris Parish: Qual è la differenza, quindi, fra i pensieri, le sensazioni e le azioni di una persona illuminata e di una non illuminata?

Ramesh Balsekar: Succede la stessa cosa. La sola differenza è che il saggio capisce che quello è ciò che sta accadendo. Perciò sa che non c’è niente che egli stia facendo – semplicemente le cose accadono. Il saggio sa che “io non sto facendo niente”. Ma l’uomo comune dice: “Io faccio delle cose e loro fanno delle cose. Perciò voglio la mia ricompensa e voglio che loro siano puniti”. La ricompensa o la punizione derivano dal fatto che io, lui, o lei facciamo delle cose.

Chris Parish: Posso capire attraverso la mia esperienza che non abbiamo controllo sui pensieri e le emozioni che affiorano. Ma qualche volta un’azione segue e talaltra no, e mi sembra che c’è una grande differenza tra quando un pensiero si manifesta solamente e quando viene intrapresa un’azione che coinvolge un’altra persona.


Ramesh Balsekar: L’azione che accade è il risultato della reazione del cervello al pensiero. Se si è soltanto testimoni del pensiero e il cervello non reagisce a quel pensiero, allora non c’è azione.

Chris Parish: Ma, se come tu dici, non c’è nessuno che decide come rispondere, chi è che causa il manifestarsi o meno di un’azione?

Ramesh Balsekar: Un’azione accade se è nel volere di Dio che accada. Se non è nel suo volere, non accade.

Chris Parish: Vuoi dire che ogni azione che si manifesta è per il volere di Dio?

Ramesh Balsekar: Sì – è il volere di Dio.

Chris Parish: Che agisce attraverso una persona?

Ramesh Balsekar: Sì, attraverso una persona.

Chris Parish: Sia che questa persona sia illuminata oppure no? Attraverso ognuno, in altre parole?

Ramesh Balsekar: Esatto. La sola differenza, come ho detto, è che l’uomo comune pensa: “ È la mia azione”, laddove il saggio sa che è l’azione di nessuno. Il saggio sa che “le azioni sono compiute, gli eventi accadono, ma non c’è un colui individuale che agisce”. Per quanto mi riguarda questa è l’unica differenza. La sola differenza tra un saggio e una persona comune è che la persona comune crede che ogni individuo fa ciò che accade attraverso quell’organismo del corpo/mente. Così dal momento che il saggio sa che non esiste azione che egli compia, se si produce un’azione che ferisce qualcuno, farà tutto ciò che gli è possibile per aiutare quella persona – ma non ci sarà nessun senso di colpa.

Chris Parish: Vuoi dire che se un individuo agisce in modo da ferirne un altro, la persona che l’ha compiuto, o, come dici, l’”organismo corpo/mente” che l’ha agito, non è responsabile?

Ramesh Balsekar: Quello che sto dicendo è che sai che: ”io” non l’ho fatto. Non dico che non sei dispiaciuto di aver ferito qualcuno. Il fatto che qualcuno è stato ferito indurrà un sentimento di compassione e il sentimento di compassione risulterà nel mio tentativo di fare il possibile per lenire la ferita. Ma non ci sarà senso di colpa: io non l’ho fatto! L’altra faccia della medaglia è che accade un’azione lodata dalla società che mi premia per questo. Non dico che non ci sarà felicità causata dalla ricompensa. Così come la compassione si è manifestata a causa della ferita, un sentimento di soddisfazione o felicità può sorgere a causa di una ricompensa. Però, non ci sarà orgoglio.

Chris Parish: Ma intendi letteralmente dire che se io vado a colpire qualcuno, non sono io a farlo? Voglio semplicemente essere chiaro a questo proposito.

Ramesh Balsekar: Il fatto iniziale, il concetto originario, rimane ancora: tu hai colpito qualcuno. Sorge il concetto aggiuntivo che qualsiasi cosa accada è il volere di Dio, e la volontà di Dio relativa ad ogni organismo corpo/mente è il destino di quell’organismo corpo/mente.

Uso la parola “programmare” in riferimento alle caratteristiche inerenti all’organismo corpo/mente. La “programmazione” per me significa i geni più i condizionamenti ambientali. Non hai potuto scegliere i tuoi genitori, perciò non hai avuto scelta per quanto riguarda i tuoi geni. Allo stesso modo, non hai avuto voce in capitolo riguardo all’ambiente di nascita.

Chris Parish: Quindi potrei soltanto dire: “Beh, ho agito per volontà di Dio, non è colpa mia”.

Ramesh Balsekar: Certo. Un atto accade perché è nel destino di quest’organismo corpo/mente, e perché è il volere di Dio. E le conseguenze di quell’azione sono anch’esse il destino di quell’organismo corpo/mente. Se accade una buona azione, quello è il destino. Per esempio, prendiamo Madre Teresa. L’organismo corpo/mente conosciuto come Madre Teresa era stato così programmato affinché accadessero solo buone azioni. Quindi il manifestarsi di buone azioni era il destino dell’organismo corpo/mente chiamato Madre Teresa e le conseguenze furono un premio Nobel, ricompense, onorificenze e donazioni per le varie cause. Tutto questo era il destino di quell’organismo corpo/mente chiamato Madre Teresa. Dall’altro lato c’è un organismo psicopatico che è programmato in modo tale - dalla stessa Sorgente – che accadano solo azioni cattive o perverse. La manifestazione di queste cattive azioni perverse è il destino di un organismo corpo/mente che la società chiama psicopatico. Ma lo psicopatico non ha scelto di essere tale. Infatti, non c’è uno psicopatico; c’è solo un organismo corpo/mente psicopatico, il cui destino è produrre azioni cattive e perverse. E anche le conseguenze di tali azioni sono il destino di quell’organismo corpo/mente.

Chris Parish: Ritieni che tutto sia predestinato? Che tutto sia programmato dalla nascita?

Ramesh Balsekar: Sì. Uso la parola “programmare” in riferimento alle caratteristiche inerenti all’organismo corpo/mente. La “programmazione” per me significa i geni più i condizionamenti ambientali. Non hai potuto scegliere i tuoi genitori, perciò non hai avuto scelta per quanto riguarda i tuoi geni. Allo stesso modo, non hai avuto voce in capitolo riguardo all’ambiente di nascita. Perciò non hai avuto scelta riguardo i condizionamenti dell’infanzia che hai ricevuto in quell’ambiente, che include i condizionamenti a casa, nella società, a scuola e in chiesa. Gli psicologi affermano che la somma dei condizionamenti ricevuti entro i tre, quattro anni d’età è il condizionamento di base. Ci saranno condizionamenti ulteriori, ma il condizionamento di base che crea la personalità è la somma dei geni più il condizionamento ambientale. La chiamo programmazione. Ogni organismo corpo/mente è programmato in un modo unico. Non ci sono due organismi corpo/mente uguali.

Chris Parish: Sì, ma non è forse vero che due persone possono avere un assortimento di condizionamenti simile eppure essere completamente diverse l’una dall’altra?

Ramesh Balsekar: Certo. Per questo motivo uso due termini: uno è la programmazione dell’organismo corpo/mente stesso; l’altro è il destino. Il destino è il volere di Dio riguardo a quell’organismo corpo/mente, impresso al momento del concepimento. Il destino di un concepito può essere di non nascere affatto – nel qual caso sarà abortito. Tutto questo è un concetto, non ti sbagliare. Questo è il mio concetto.
...


tratto da:
http://www.innernet.it/geoxml/getcon...B0BA3782A}.htm
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Vecchio 02-01-2005, 16.12.07   #13
Mistico
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Messaggi: 1,879
Il libero arbitrio è la condizione necessaria affinchè sia giustificata l'esistenza di qualunque essere in grado di interagire con il proprio ambiente.
E' un frutto dell'evoluzione, che coesiste con l'intelligenza e con la capacità di scegliere, tra più possibilità, la decisione che si crede più efficace senza compromettere l'esistenza di chi decide.

Lo scopo più importante di tutte le cose é "fare e consentire che si faccia", perchè senza storia nulla accade o viene in esistenza.

Impedire il libero arbitrio altrui fa parte del proprio e la competizione di volontà sviluppa ulteriore storia.
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Vecchio 03-01-2005, 01.14.13   #14
epicurus
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Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
L'uomo è libero di scegliere, ma troppe speculazioni ci hanno portato all'insoddisfazione di questa risposta, e ci si è chiesti: "ma l'uomo è libero di scegliere l'oggetto del proprio volere?".

Il fatto è che il libero arbitrio, inteso come la possibilità di autodeterminarsi in modo assoluto, è una chimera, una fantasia metafisica. L'uomo è tale perchè interagisce con l'ambiente, se ciò non fosse non si parlerebbe più di 'uomo', e quindi il libero arbitrio è una favola. Ma è una favola anche il dire: "dato che non vi è libero arbitrio, non siamo liberi".


epicurus

P.S. Una argomentazione che nega il libero arbitrio indipendentemente dal determinismo o indeterminismo del mondo: per scegliere l'oggetto del mio volere devo già possedere un volere, ma per scegliere questo volere (o personalità) devo già possederne una (la meta-volontà) e via all'infinito: ma ciò è impossibili vista la nostra natura finita.
Alcuni vorrebbero dire, per sostenere il libero arbitrio: “posso scegliere questo, indipendentemente dal mio Io”.
Va bene, però, anche se ciò fosse vero (cosa assai dubbia) ho forse provato che io abbia scelto?
No, ho provato esattamente l’opposto.
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Vecchio 03-01-2005, 09.43.10   #15
Yam
Sii cio' che Sei....
 
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Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
Prima di porsi la questione del libero arbitrio occorrerebbe definire chi sarebbe il soggetto possedente tale qualificazione.

Ramana Maharshi:

1 . Chi sono Io ?
Io non sono il corpo materiale, che è composto dai sette umori (dhatus); Io non sono i cinque organi di senso, ossia il senso dell'ascolto, del gusto, dell'olfatto, del tatto e della vista, che comprendono i loro relativi oggetti, il suono, il sapore, l'odore, il tatto ed il vedere; Io non sono i cinque organi conoscitivi, ossia gli organi del parlare, del movimento, del tocco, di escrezione e di procreazione, che hanno come loro rispettive funzioni il parlare, il muoversi, il toccare, il secernere ed il godere; Io non sono i cinque soffi vitali, prana ecc., che comprendono le cinque rispettive funzioni dell'inspirare ecc.; Io non sono neanche la mente che pensa; così come non sono il ricordo, che riguarda solo le impressioni residue degli oggetti e nel quale non vi sono né oggetti né funzioni.

2 . Se io non sono nessuno di questi, chi sono?
Dopo aver negato tutte queste cose come "né questo", "né quello", rimane solo la Consapevolezza - quella io sono.

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Ho citato R. Maharshi perche' e' il primo che mi e' venuto in mente, avrei potuto citare la mia personale esperienza di una ultra ventennale pratica della meditazione, che e' essenzialmente dimorare nella "consapevolezza".
Ecco li, in quella dimensione, che e' la nostra essenza, esiste il libero arbitrio, anzi esiste la liberta' assoluta.
L'uomo fetente, per dirla con Battiato, e' finalmente libero dal suo passato (e anche dalla preoccupazione del futuro). L'eterno presente si manifesta continuamente cangiante al nostro pacifico centro (vuoto-consapevolezza-energia per il buddismo, SatCitAnanda per l'induismo, ecc. ecc.). E' a Se bastante, ogni cosa vive nel tutto, e' parte del tutto e noi siamo nel e quel tutto.
Ecco qui il Libero arbitrio si manifesta come La Danza dell'Energia, per noi e' la possibilita' di fluire con essa agendo liberamente senza un fine personale perche' in assonanza con l'unico Essere. Ogni cosa e' perfetta cosi come e'.
La perfezione Etica e' presente in questo stato, l'azione spontanea non crea attrito, sofferenza, cioe' non si afferra cio' che non si puo' afferrare (perche' scorre, in continuo mutamento...il Panta Rei Eracliteo...).
Yam is offline  

 



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