Scusa, spiegami questa tua visione della Prajnaparamita.
A me risulta che il vuoto e' forma e la forma e' vuoto, che si puo' dire anche vuoto-consapevolezza-energia che corrisponde all'indu Sat Cit Ananda.
Come la via di mezzo il Buddismo fu definito all'incirca nel primo secolo quando apparve il Mahayana. Il Mahayana apparve per ristabilire quel giusto equilibrio, in quanto in poco tempo l'ascetismo aveva di nuovo preso piede tra i monaci (proprio perche' "monaci") del Buddha.
La via di mezzo Buddha la sceglie quando dopo il lungo digiuno si rifocilla con quella ciotola di latte (o riso non ricordo), solo in quel momento "realizza" il giusto modo di procedere e raggiunge l'illuminazione.
I monaci del Buddha erano belli pasciuti, ma non grassi, sorridenti e gioiosi. Questa e' la via di mezzo.

Questo, è certo!



Ciao.

Immagina che un insegnante debba fare dei corsi (a qualsiasi livello, non importa) e debba affittare una scuola ad esempio per avere lo spazio necessario, e chieda ad ogni partecipante una quota mensile per pagare le spese.

Immagina poi che questo insegnante decida che nella sua associazione sia necessario che chi vi partecipi contribuisca all'aiuto economico di persone o gruppi che l'insegnante stesso ha deciso di aiutare.

Ti sembra giusto, o ti sembra sbagliato?




Ciao.

almeno nisarga aveva la tabaccheria....

Giusto o sbagliato sono concetti relativi. Dipende da qual è il tuo punto di vista. Per esempio, se mi proponesero un corso a Venezia, con quello che costano gli affitti da quelle parti, mi verrebbe da chiedere se non fosse meglio tenere il corso, che so io, a Vicenza o Verona, sicuramente meno care....
Occorre capire se "il gioco vale la candela" e chiedersi: "mi interessa così tanto il tal corso, che sono disposto a sborsare qualsiasi cifra pur di frequentarlo?" Però occorre che anche il maestro spirituale si chieda cosa gli interessa maggiormente: insegnare o guadagnare? Se là il discorso è un po' più facile o semplice, qui invece credo si complichi. Può un maestro spirituale lasciarsi influenzare dal giudizio altrui? Oppure sceglierà di essere impopolare, chiedendo quello che per lui è giusto? Se fosse veramente interessato alla divulgazione del proprio messaggio, non potrebbe utilizzare le donazioni per accogliere anche chi non ha le possibilità economiche per frequentare i suoi corsi?

Io sono perfettamente d'accordo con esperantiano...siccome, a mio giudizio, se maestro ci dovesse essere egli lo sarebbe nel suo modo di vivere, nei fatti, nella quotidianità, più che nelle parole...e allora, per il sostentamento potrà fare un qualsiasi lavoro...perché, sempre secondo me, sempre se dovesse esistere la figura del maestro, egli non lo farebbe per lavoro, lo sarebbe e basta, anche nel suo lavoro...
Herzog

Complimenti! Mi è piaciuto questo tuo scritto!

"Giusto o sbagliato sono concetti relativi."


Questo non significa che non devi scegliere, cosa che invece fai in ogni istante della tua vita!


"Dipende da qual è il tuo punto di vista. Per esempio, se mi roponesero un corso a Venezia, con quello che costano gli affitti da quelle parti, mi verrebbe da chiedere se non fosse meglio tenere il corso, che so io, a Vicenza o Verona, sicuramente meno care...."


Certo. Questo, lo puoi dire. E' legittimo!


"Occorre capire se "il gioco vale la candela" e chiedersi: "mi interessa così tanto il tal corso, che sono disposto a sborsare qualsiasi cifra pur di frequentarlo?" Però occorre che anche il maestro spirituale si chieda cosa gli interessa maggiormente: insegnare o guadagnare?"


Certo!


"Se là il discorso è un po' più facile o semplice, qui invece credo si complichi. Può un maestro spirituale lasciarsi influenzare dal giudizio altrui?"


Un vero Maestro, sa cosa deve fare. Ma i livelli sono diversi, e molto spesso, non si ha a che fare con un vero Maestro, ma con un primitivo che crede di essere un maestro. Anche se, come abbiamo detto più volte, tutto poi è "insegnamento", essendo la vita stessa, l'insegnamneto, con tutto ciò che accade, di bello e di brutto, truffe comprese.


"Se fosse veramente interessato alla divulgazione del proprio messaggio, non potrebbe utilizzare le donazioni per accogliere anche chi non ha le possibilità economiche per frequentare i suoi corsi?"


Anche. Certo!


Ciao.

Le realtà sono diverse e innumerevoli.

Il discorso, è estremamente complesso.

Se ho modo, vi scrivo quello che io intendo per "maestro" e come si può riconoscere.

Vi interesserebbe?

Ciao.

Anche!

Tutto l'inseganmento del Buddha, che è complesso e articolato, ed è "ermetico", volutamente, è racchiuso in un insegnamento necessario a questa umanità, e che doveva essere il secondo, in ordine cronologico, diciamo così:

L'insegnamento della "NON FORMA".

Espressione più profonda, immensamente astuta, è la:

VACUITA' DELLA VACUITA', che per spiegarla, nel suo vero livello, non basterebbero tutte le pagine di questo universo, e ci vorrebbe un Buddha, dello stesso livello, come minimo.


Ciao.