Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Spiritualità
Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Spirituali


Vecchio 13-01-2006, 16.39.08   #1
nonimportachi
Utente bannato
 
Data registrazione: 04-11-2004
Messaggi: 1,010
Io sè ego

Salve lorsignori tutti.

In questi forum è molto frequente l'uso di termini come EGO, IO, SE' etc etc.
Mi trovo un pochino in difficoltà quando li leggo, non essendo certo di capirli in modo corretto (per ciò che intendevano significare) o non capendoli affatto.

Sono ignorante in psicologia e filosofia e non so come questi termini debbano essere intesi. Ho anche la netta sensazione che vi sia una buona dose di soggettività ed arbitrarietà nell'attribuirgli il giusto significato.

In tutta sincerità, mi sembra che ci siano più parole di quante cose ci siano da descrivere. Non so, ma il modello della mia individualità che ho in testa è estremamente semplice, elementare ed ho spesso la sensazione che parliate di qualcosa di terribilmente più complesso di ciò che è l'individualità.

Qualcuno mi educe?
nonimportachi is offline  
Vecchio 13-01-2006, 16.48.46   #2
turaz
Ospite abituale
 
Data registrazione: 24-11-2005
Messaggi: 3,250
IO= unione
EGO= separazione
turaz is offline  
Vecchio 13-01-2006, 17.16.15   #3
klara
Ospite abituale
 
Data registrazione: 06-06-2005
Messaggi: 455
secondo Jung

...simile difficolta'...proprongo questa lettura ...differenza... se' versus ego, secondo Jung...lo intendete allo stesso modo?




Amy Edelstein: Cos’è l’ego, secondo Jung?

James Hollis: L’ego, così come è stato definito da Jung, è il complesso centrale della consapevolezza. Quando sentiamo la parola complesso, siamo portati a pensare a qualcosa di patologico, mentre in realtà un complesso non è altro che un grappolo di energia affettivamente carico. Il complesso dell’ego comincia a formarsi quando ci stacchiamo dall’altro primario, che in genere è nostra madre; cioè, quando ci stacchiamo dal seno. E se da un lato questa separazione è necessaria per la formazione dell’individuo, dall’altro è molto dolorosa, perché rappresenta la perdita di quella primitiva esperienza di unità e sensazione di appartenenza.

Jung considerava essenziale per la consapevolezza la formazione dell’ego. La consapevolezza implica la divisione tra soggetto e oggetto: per diventare conscio, devo conoscere ciò che non sono. Ho bisogno di percepire ciò che è là come opposto a ciò che è qui. Inoltre, egli vedeva l’ego come un elemento necessario dell’intenzionalità, della concentrazione e della risolutezza. In che modo io e te siamo riusciti a combinare un incontro per parlare dello stesso argomento? Grazie alla “risolutezza dell’ego”, un elemento che ha fatto sì che questa conversazione accadesse.

L’ego, in quanto complesso, è estremamente malleabile e “occupabile”. Quando viene occupato dai contenuti dell’inconscio, quando è sotto il controllo di altri complessi, diventa insicuro, manipolato ecc. Vedi, ciò che spesso chiamiamo ego è in realtà l’ego posseduto da uno o più complessi, per esempio il complesso dei soldi, del potere, del sesso, dell’aggressività. Tali complessi non sono la natura essenziale di un individuo, ma hanno il potere di usurpare o possedere l’ego.

Amy Edelstein: L’ego, secondo Jung, equivale a ciò che chiamiamo io?

James Hollis: In generale, “chi penso di essere” è lo stato dell’ego. Ma il problema è che “chi penso di essere” può anche essere un complesso. Posso essere nato in una famiglia di schiavi e avere l’identità di uno schiavo. L’unico momento in cui siamo in uno stato di puro ego, penso, è quando stiamo reagendo in modo strettamente riflessivo al momento. Durante un’attività sportiva, non si è normalmente in un complesso. Il battitore può essere tanto nervoso da non riuscire a ruotare la mazza, ma di solito quando la palla viene lanciata, si è totalmente concentrati e presenti sul momento. Quello è uno stato di puro ego.

Amy Edelstein: Quali erano le idee di Jung sulla relazione tra la coscienza e l’ego?

James Hollis: Prima di rispondere a questa domanda, lasciami fare un passo indietro. Vedi, per Jung la realtà sovraordinata è ciò che chiamava il Sé, che non va confuso con l’ego. Nella prima metà della vita, il nostro compito è sviluppare un ego, una consapevolezza di noi stessi abbastanza salda da permetterci di lasciare i genitori e andare nel mondo dicendo: “Assumimi, posso fare questo lavoro”, “Fidanziamoci, sono affidabile”, ecc. Se non sviluppiamo sufficientemente la consapevolezza dell’ego, restiamo bambini. Il dialogo, nella prima metà della vita, è il dialogo con il mondo. Cosa mi chiede il mondo?

Invece, nella seconda metà della vita, diceva Jung, l’ego deve cominciare un dialogo con il Sé. A questo punto, la domanda è: “Cosa mi chiede il Sé?”. Questo è un dialogo molto più interiorizzato; potremmo dire che è un dialogo religioso. Infatti, il Sé potrebbe condurci in una direzione sgradita all’ego, volta non all’autoesaltazione, ma al sacrificio. Per esempio, se l’aspirazione del Sé è essere un artista, è probabile che nella nostra cultura patirai la fame. Ma se questo è ciò che il Sé chiede e l’ego continua a scappare in altre direzioni, il risultato sarà un’enorme sofferenza interiore. Quindi, alla fine, l’ego deve rispettare le richieste del Sé; ha la responsabilità etica e religiosa di dialogare con quest’ultimo, continuando però a vivere nel mondo reale. E tra i compiti dell’ego c’è anche il far fronte al possibile conflitto derivante


Amy Edelstein: Cos’è il Sé, secondo Jung? È ciò che rappresenta o ci invita a realizzare il nostro potenziale più elevato di esseri umani?

James Hollis: Il Sé sarebbe la saggezza dell’organismo. La totalità dell’intenzionalità di ciò che siamo, che trascende la consapevolezza.







,klara
klara is offline  
Vecchio 13-01-2006, 17.39.56   #4
nonimportachi
Utente bannato
 
Data registrazione: 04-11-2004
Messaggi: 1,010
Grazie Klara,

dunque se non ho capito male, Jung mi divide in due. Un ego che si forma in base alle circostanze ed un se' che è qualcosa di più spontaneo e indipendente. I due possono non andare d'accordo.....

giusto per dirla in soldoni.
nonimportachi is offline  
Vecchio 13-01-2006, 18.09.12   #5
klara
Ospite abituale
 
Data registrazione: 06-06-2005
Messaggi: 455
Citazione:
Messaggio originale inviato da nonimportachi
Grazie Klara,

dunque se non ho capito male, Jung mi divide in due. Un ego che si forma in base alle circostanze ed un se' che è qualcosa di più spontaneo e indipendente. I due possono non andare d'accordo.....

giusto per dirla in soldoni.

...si...con la conclusione che va' ascoltato quest'ultimo...ma non so per quanto combacia con le idee dei forumisti sulla spiritualita'...a loro la parola...

per leggere tutto
http://www.innernet.it/geoxml/conten...%20e%20spirito

clickare sulla intervista a J.Hollis su Jung
klara is offline  
Vecchio 13-01-2006, 18.10.16   #6
Nicolas
Ospite abituale
 
Data registrazione: 28-12-2005
Messaggi: 120
risposta

Ciao a tutti.

Se utilizzate vocaboli molto simili come Io ed ego la confusione può nascere facilmente in chi necessita di risposte.

Riformuliamo la domanda mettendo a posto alcune cose.

Ego = io (mente)

Io = Realtà

Domanda: quale differenza corre tra mente e Realtà?

La mente è dualità: fa parte dell'illusione.

La Realtà è non dualità.

Ogni volta che voi credete ad un "io" che pensa, che agisce, "io pensa", "io agisce", siete nella mente e nel rifiuto della Realtà.
L'io è una contraddizione in sè, E' ambiguo. Il suo "no" è sempre sotteso da un "si" ed il suo "si" da un "no", ciò che traduce la doppia polarità inerente la mente, il cosciente e l'incosciente.
Con l'attenzione, il discernimento e la riflessione, la vostra mente diventa sottile e potete comprendere che la fonte di tutte le cose è la Conoscienza e che la Conoscienza è l'universo intero. Voi siete al di là della Conoscenza e dell'ignoranza, dello spazio, questo punto zero a partire dal quale tutto prende forma.


Buona riflessione.
Nicolas is offline  
Vecchio 13-01-2006, 18.10.42   #7
Bavani
Ospite
 
Data registrazione: 23-09-2003
Messaggi: 25
caro nonimportachi,
il guaio è che tutti noi stiamo dando troppa importanza alle parole...e le parole non fanno altro che confonderci e allontanarci dal Divino. E creano solo confusione. Ma che vuoi? Siamo fatti così e ci piace ancora conversare.... In tutta sincerità, credo che basterebbe seguire quella parte di noi (coscienza? Meglio piripicchio!) che ci fa sentire bene, che ci fa agire bene. Che esclude ogni equivoco di io, ego, sè ecc. E poi stare a vedere cosa succede!
Non è forse più semplice così?
Bavani is offline  
Vecchio 13-01-2006, 18.21.54   #8
fallible
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-10-2004
Messaggi: 1,774
beati

Beati i poveri di spirito ,di loro sarà il regno dei cieli claudio
fallible is offline  
Vecchio 13-01-2006, 18.34.02   #9
turaz
Ospite abituale
 
Data registrazione: 24-11-2005
Messaggi: 3,250
state incasinando un discorso semplice.
dico solo questo
un salutone
turaz is offline  
Vecchio 13-01-2006, 18.38.06   #10
Elijah
Utente assente
 
L'avatar di Elijah
 
Data registrazione: 21-07-2004
Messaggi: 1,541
Re: beati

Citazione:
Messaggio originale inviato da fallible
Beati i poveri di spirito, di loro sarà il regno dei cieli
Beati i poveri, perché vostro è il Regno dei Cieli!
(dal Vangelo secondo Tommaso 59)

Curioso è notare come "di spirito", ci sia in Matteo 5:3, mentre Luca 6:20, conferma la versione di Tommaso: "Beati voi che siete poveri, perché il regno di Dio è vostro".
E a dir la verità, si pensa che in Matteo all'inizio "di spirito" sia stato assente.

Vabbé, scusate, non centra un fico secco con la discussione...
Era solo una precisazione...


Elia

Ultima modifica di Elijah : 13-01-2006 alle ore 18.39.20.
Elijah is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it