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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 01-02-2006, 14.37.35   #31
salvatoreR
Ospite abituale
 
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 351
La vita scorre come un fiume in piena e il tempo non possiamo fermarlo
la notte e' un dono per riposare membra e cervello, per ricaricarsi di nuova energia.
La morte e' la perdita materiale del corpo ma liberazione dell'anima
e come mistero profondo essa risiede nell'universo inesplorato.
Mille sono le domande e mille le risposte,
ma la verita' e' che noi viviamo consapevoli del nostro morire ma non sapremo mai cosa aleggia dietro di essa,
non e' un sonno ristoratore ma un viaggio senza piu' ritorno.
Ognuno pensa cio' che vuole della morte ma non sapremo mai la verita' questo non ci e' concesso
Impara a vivere bene e a morire con dignita'.
borderline65
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Ciò che per il bruco è la fine del mondo
Per il resto del mondo è una bella farfalla
Lao-tzu.

salvatoreR is offline  
Vecchio 01-02-2006, 15.39.09   #32
SebastianoTV83
Utente bannato
 
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
un'altra possibilita che terrei in considerazione e l'assenza di aldila e piuttosto la continuita della vita in un nuovo corpo senza passaggi attraverso veicoli quali anima, corpi astrali ecc. si muore e subito la coscienza occupa una nuova mente in un nuovo corpo.
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 01-02-2006, 19.50.42   #33
giuseppe di davide
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-10-2005
Messaggi: 366
salvatore la verita la saprai quando verra il tuo momento spero dopo una buona vecchiaia.
tu o qualcunaltro la si puo' scoprire in parte e raramente nella totalita ma non perche ci arrivi da te e nemmeno perche ti diro cosa accadra a me ma per quelle entita millennari o no conoscenti o no che ti metteno alloccorente se ti mettono alloccorrente vuol dire che il viaggio a un ritorno anche se non nella carne diciamo come ologramma parlante cosiddetta visione poi ci sono altre vie come i sogni o l'ascolto delle voci telepatia.
sebastiano tu dici che si muore e subito la coscienza occupa una nuova mente e un nuovo corpo questa teoria non regge.
se nelle guerre ci sono milioni di vittime in poco tempo ci dovrebbero essere milioni di nascite in poco tempo.
o fanno la fila ad aspettare il suo turno.
mannaggia sempre file alla menza militare per andare in bagno alle poste al comune nell'auto.
o magari chi ha un curriculom di buona coscienza puo' prevalere sull'altro che corpo scegliere e che famiglia scieglire magari evitando la fila
giuseppe di davide is offline  
Vecchio 01-02-2006, 21.45.41   #34
borderline65
Ospite abituale
 
Data registrazione: 23-11-2005
Messaggi: 107
Ci sono milioni di nascite in tutto il mondo, magari non nello stesso giorno ma nel tempo del resto in autunno cadono le foglie e muore un fiore ma la primavera riportera' con se la vita e' un ciclo continuo di morte e rinascita. L'anima muore con noi e rivive in un'altra primavera con un nuovo essere che non sara' lo stesso. borderline65
borderline65 is offline  
Vecchio 02-02-2006, 15.19.25   #35
salvatoreR
Ospite abituale
 
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 351
Il mistero della morte è la base d’ogni interesse religioso o spirituale.
Cosa accadrà dopo che la nostra vicenda terrena si sarà conclusa?
Questa è la domanda che da sempre l’uomo si è posto.
C’è chi pensa che la morte fisica corrisponda ad un totale annichilimento.
Altri sono persuasi che la morte è soltanto un trapasso e una trasformazione.
Le due risposte sono certamente sempliciste.
La verità potrebbe essere più complessa, non riconducibile
ad una rappresentazione secondo la nostra logica, ed
inesprimibile in termini di coordinate terrene.

La morte è un sentiero che non si sa dove porti.
“È l’ignoto”
Che non può essere affrontato con certezze precostituite.
La morte è là che guarda e aspetta,
e con essa non possiamo intavolare trattative.
Morire significa anche lasciare il vecchio ed alimentare il nuovo.
Questo perenne sbocciare non è forse la qualità dell’amore ?

Siamo i viaggiatori di un treno diretto, con rare fermate,
verso un termine noto solo al conducente…

Salvatore R.
salvatoreR is offline  
Vecchio 02-02-2006, 20.02.49   #36
giuseppe di davide
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Messaggio originale inviato da borderline65
Ci sono milioni di nascite in tutto il mondo, magari non nello stesso giorno ma nel tempo del resto in autunno cadono le foglie e muore un fiore ma la primavera riportera' con se la vita e' un ciclo continuo di morte e rinascita. L'anima muore con noi e rivive in un'altra primavera con un nuovo essere che non sara' lo stesso. borderline65
scusami ma se l'anima muore con noi come puo' rivivere in un'altro corpo?
giuseppe di davide is offline  
Vecchio 02-02-2006, 20.38.35   #37
paperapersa
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Messaggio originale inviato da giuseppe di davide
scusami ma se l'anima muore con noi come puo' rivivere in un'altro corpo?
indovinello:

dai una definizione quanto più accurata possibile della parola anima.

Hai un pò di tempo per rispondere
paperapersa is offline  
Vecchio 02-02-2006, 21.51.36   #38
visechi
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Se posso, provo

Citazione:
Messaggio originale inviato da paperapersa
indovinello:

dai una definizione quanto più accurata possibile della parola anima.

Hai un pò di tempo per rispondere


Non ricordo chi, ma qualcuno una volta disse che ciò che ci parla dall’interno, con voce flebile, come un eco appena percettibile, è una legione, non è un demone. Noi siamo mille essenze miscelate e aggrumate in un agglutine indistricabile. E’ la nostra anima un caleidoscopio dai mille colori e dai mille significati. Per questo è oltremodo indelicato fornire voce a chi voce non ha, se non quel poco e tanto che urla dal profondo come Vox clamanti, di cui noi odiamo solo un eco. Il Cantico dei Cantici, meraviglioso libro ispirato, ci canta appunto questa meraviglia che ammalia… ci canta la vita come essenza forgiatasi nel profondo di ciascuno di noi. Il Cantico dei Cantici è Eros, ma scorda di trasportare con sé la legione che abita il nostro intimo. Dà voce, monocorde, ad una sola parte della vita: la meraviglia, scordando l’abnorme, il terrifico che è in noi. L’anima non ha una sola voce, non canta, non si esprime in poesia, quel che leggiamo composto in versi è solo quel vapore sulfureo che percepiamo come richiamo dagli inferi. Potremo, forse, dire che:

L’anima sia il substrato personale entro cui unitariamente sprofonda l’essere in tutta la sua molteplicità di forme, prima che si avvertisse la scissione dovuta ed operata dall’insorgere della coscienza. Potremo inferire che sia un substrato magmatico, ribollente che permane nel profondo di ciascuno di noi in un punto che anticipa e previene la scissione fra ragione ordinativa e follia disgiuntiva e scompaginante. L’anima è così il punto dell’equilibrio fra i due suoi costituenti, ma oggi si assiste alla sua disfatta al cospetto del trionfo della razionalità scientista che promana della coscienza, la quale ha relegato nel campo della patologia la follia dionisiaca del ditirambo, tramutato e costretto in insipiente danza regolata, che preclude così lo sguardo a più sensi e più voci. La coscienza è una scissione operata fra le due forze: propende verso la ratio ordinativa e rifugge il folle kaos della vita. L’anima è personale e si coniuga con l’anima collettiva rappresentata dall’ambiente e dalla cultura coeva. Anima collettiva intrisa di reminiscenze del passato che la colorano con i colori attinti e trasfusi nel corso del tempo. L’Anima rappresenta il contrappunto e il complemento della coscienza: là dove l’una unisce e scompagina, l’altra scinde e ordina. Sono due attitudini che si completano per tenere il suo abitatore (abitato), l’uomo, in costante tensione verso la vita. L’anima è l’occulto che ci abita, l’inconscio che ci agisce, l’irrazionale che si appropria di noi e delle nostre azioni e scelte, mai pienamente nostre. Non vi è una scienza per l’Anima, non vi può mai essere una scienza che dia voce all’anima. L’occhio non può osservare se stesso nell’atto di osservare se stesso: la psicologia, logos dell’anima, è la presunzione di dar voce a chi urla nel silenzio. Compie il misfatto di fornire regole universali che la decodifichino. Ma è un assunto dogmatico, è un’aporia, una contraddizione, una violenza ed una violazione della sua intima essenza. Così la psicoanalisi (scomposizione in elementi semplici dei tratti caratteristici della psiche-anima), è un’altra ingiuria perpetrata nei confronti di ciò che non è visitabile ed osservabile per parti da ricomporre. Non è possibile rendere oggettivo ciò che è soggettivo. La scienza imporrebbe un’osservazione del fenomeno priva d’interferenze, la più asettica possibile. Ma nella ‘scienza’ dell’anima, del profondo, l’osservatore e l’osservato coincidono, e la razionalità necessaria alla sua decodifica e anamnesi è comunque interferita dall’anima stessa; rappresentando, infatti, il nostro conscio (coscienza) circa il 10% del fenomeno denominato nel suo complesso Uomo, qualsiasi azione, atto razionale, ivi compreso anche l’atto di osservare, leggere e ridurre in asettiche e fredde formule di comportamento, sono sempre interferite in buona misura da elementi e fattori occulti, esoterici, che sgorgano e scaturiscono dal profondo occulto. La religione (religare), che coniuga, che lega è un’altra assiomatica impostura. Non inferisce circa l’Anima, ma inferisce in ordine al suo promanare e al suo dispiegarsi nell’esistenza, fino a spingere il proprio campo d’indagine verso l’epilogo escatologico e la sua riunificazione con ciò da cui si è in origine scissa. Fino ad argomentare e dedurre la sua intima attitudine a coniugarsi con qualcosa da cui in origine si sarebbe disgiunta. Fino a conclamare ed enunciare la sua perenne e costante correlazione con la fonte primordiale… che assurda pretesa! La religione, argomentando in tal senso, conchiude il senso e la significatività dell’esse in anima entro uno spazio escatologico, rinviando la sua forza agente ad un futuro da compiersi, vanificando e negando il suo carattere ctonio, che attiene più agli inferi che al sublime e celestiale. L’anima è un flusso che sgretola le regole, imponendosi come forza luciferina insondabile. Per cui non vi può essere logica che la trattenga, che la conchiuda entro leggi ferree e regole irredimibili. L’Anima è al tempo stesso Meme e Lethe, ricordo e oblio. Parla un linguaggio simbolico, esoterico, non decifrabile. E’ un paradosso che si esprime unitariamente nella sua molteplicità. Dar voce all’anima, farla parlare con il linguaggio dei verbi, degli avverbi, dei sostantivi comuni è una forzatura improponibile: l’inconscio non parla la nostra lingua, urla nel silenzio che udiamo e vediamo in sentimento ed emozioni. Non vi è una sola anima in noi, vi sono tante anime quante sono le percezioni e le risposte che ad esse per buona misura inconsciamente forniamo, con nostre scelte ed atti che ci scelgono e ci agiscono. Noi non abbiamo un’anima, noi siamo dell’anima.
Ciao
visechi is offline  
Vecchio 03-02-2006, 06.33.48   #39
paperapersa
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Re: Se posso, provo

Citazione:
Messaggio originale inviato da visechi
Non ricordo chi, ma qualcuno una volta disse che ciò che ci parla dall’interno, con voce flebile, come un eco appena percettibile, è una legione, non è un demone. Noi siamo mille essenze miscelate e aggrumate in un agglutine indistricabile. E’ la nostra anima un caleidoscopio dai mille colori e dai mille significati.

Dai una belissima definizione dell'animo molteplice e
posso trovarmi d'accordo su questa definizione, tuttavia.....



Per questo è oltremodo indelicato fornire voce a chi voce non ha, se non quel poco e tanto che urla dal profondo come Vox clamanti, di cui noi odiamo solo un eco. Il Cantico dei Cantici, meraviglioso libro ispirato, ci canta appunto questa meraviglia che ammalia… ci canta la vita come essenza forgiatasi nel profondo di ciascuno di noi. Il Cantico dei Cantici è Eros, ma scorda di trasportare con sé la legione che abita il nostro intimo. Dà voce, monocorde, ad una sola parte della vita: la meraviglia, scordando l’abnorme, il terrifico che è in noi.

Non la scorda ma la unifica, attraverso un centro che in quel momento è l'Amore inteso come meraviglia , gratitudine, passione
innamoramnto, grazia e chi non ha avuto almeno una volta questi momenti di estasi e di grande lirismo?



L’anima non ha una sola voce, non canta, non si esprime in poesia, quel che leggiamo composto in versi è solo quel vapore sulfureo che percepiamo come richiamo dagli inferi. Potremo, forse, dire che:

L’anima sia il substrato personale entro cui unitariamente sprofonda l’essere in tutta la sua molteplicità di forme, prima che si avvertisse la scissione dovuta ed operata dall’insorgere della coscienza. Potremo inferire che sia un substrato magmatico, ribollente che permane nel profondo di ciascuno di noi in un punto che anticipa e previene la scissione fra ragione ordinativa e follia disgiuntiva e scompaginante. L’anima è così il punto dell’equilibrio fra i due suoi costituenti, ma oggi si assiste alla sua disfatta al cospetto del trionfo della razionalità scientista che promana della coscienza, la quale ha relegato nel campo della patologia la follia dionisiaca del ditirambo, tramutato e costretto in insipiente danza regolata, che preclude così lo sguardo a più sensi e più voci. La coscienza è una scissione operata fra le due forze: propende verso la ratio ordinativa e rifugge il folle kaos della vita.


Non lo rifugge semmai comprende l'utilità dell'ordine......del'armonia, cosa sarebbero le note se non ci fossero delle regole, dei ritmi, delle assonanze ??
Pura cacofonia, caos, e la nostra anima quasi per un ricordo nascosto nella più intima parte ci fa cercare la bellezza e l'armonia (qualità divine). Regole che danno forme perfette e realizzazioni concrete e che permettono al LOGOS di trasmettere
messaggi alla maggior parte delle anime. A volte è vero anche la sregolatezza può essere un messaggio, ma devi ammettere che
rimane un messaggio poco accettabile dalle masse.


L’anima è personale e si coniuga con l’anima collettiva rappresentata dall’ambiente e dalla cultura coeva. Anima collettiva intrisa di reminiscenze del passato che la colorano con i colori attinti e trasfusi nel corso del tempo. L’Anima rappresenta il contrappunto e il complemento della coscienza: là dove l’una unisce e scompagina, l’altra scinde e ordina. Sono due attitudini che si completano per tenere il suo abitatore (abitato), l’uomo, in costante tensione verso la vita. L’anima è l’occulto che ci abita, l’inconscio che ci agisce, l’irrazionale che si appropria di noi e delle nostre azioni e scelte, mai pienamente nostre.

sempre e solo nostre invece. Noi non agiamo inconsapevolmente. Sappiamo sempre cosa agiamo e perchè
altra cosa è il giudicarne la validità, la giustezza o l'erroneità
in assoluto. Quando scegliamo siamo spinti dal nostro Ego quasi sempre e pertanto siamo sempre pronti a giustificarci o a scaricare su altri il nostro avere scelto come conseguenza dell'altrui agire. Qui è la differenza fra coscienza e incoscienza





Non vi è una scienza per l’Anima, non vi può mai essere una scienza che dia voce all’anima. L’occhio non può osservare se stesso nell’atto di osservare se stesso: la psicologia, logos dell’anima, è la presunzione di dar voce a chi urla nel silenzio. Compie il misfatto di fornire regole universali che la decodifichino. Ma è un assunto dogmatico, è un’aporia, una contraddizione, una violenza ed una violazione della sua intima essenza. Così la psicoanalisi (scomposizione in elementi semplici dei tratti caratteristici della psiche-anima), è un’altra ingiuria perpetrata nei confronti di ciò che non è visitabile ed osservabile per parti da ricomporre. Non è possibile rendere oggettivo ciò che è soggettivo. La scienza imporrebbe un’osservazione del fenomeno priva d’interferenze, la più asettica possibile. Ma nella ‘scienza’ dell’anima, del profondo, l’osservatore e l’osservato coincidono, e la razionalità necessaria alla sua decodifica e anamnesi è comunque interferita dall’anima stessa; rappresentando, infatti, il nostro conscio (coscienza) circa il 10% del fenomeno denominato nel suo complesso Uomo, qualsiasi azione, atto razionale, ivi compreso anche l’atto di osservare, leggere e ridurre in asettiche e fredde formule di comportamento, sono sempre interferite in buona misura da elementi e fattori occulti, esoterici, che sgorgano e scaturiscono dal profondo occulto.

che rapporti hai avuto con queste pseudo scienze?
E' vero che dell'Universo anima si può dir poco ma meno male che abbiano provato a farlo.
Prima di esse tutto veniva spiegato con possessioni demoniache, malattie mentali etc.....
Almeno adesso si tenta di comprendere i disagi dell'anima


La religione (religare), che coniuga, che lega è un’altra assiomatica impostura. Non inferisce circa l’Anima, ma inferisce in ordine al suo promanare e al suo dispiegarsi nell’esistenza, fino a spingere il proprio campo d’indagine verso l’epilogo escatologico e la sua riunificazione con ciò da cui si è in origine scissa. Fino ad argomentare e dedurre la sua intima attitudine a coniugarsi con qualcosa da cui in origine si sarebbe disgiunta. Fino a conclamare ed enunciare la sua perenne e costante correlazione con la fonte primordiale… che assurda pretesa! La religione, argomentando in tal senso, conchiude il senso e la significatività dell’esse in anima entro uno spazio escatologico, rinviando la sua forza agente ad un futuro da compiersi, vanificando e negando il suo carattere ctonio, che attiene più agli inferi che al sublime e celestiale.

su questo mi trovo d'accordo
in fondo sia la psicologia che la spiritualità
servono alla fine a farti stare bene in vita a trovare
un'armonia ed una pace qui e ora
considerando che il cielo è qui sulla terra
dove crei il tuo paradiso o inferno.


L’anima è un flusso che sgretola le regole, imponendosi come forza luciferina insondabile. Per cui non vi può essere logica che la trattenga, che la conchiuda entro leggi ferree e regole irredimibili. L’Anima è al tempo stesso Meme e Lethe, ricordo e oblio. Parla un linguaggio simbolico, esoterico, non decifrabile. E’ un paradosso che si esprime unitariamente nella sua molteplicità.

E' allora che non è più paradosso ma ordinatore ed espressione di unità.....ed è anche espressione di una originalità che è mi dispiace contraddirti innegabile per quella esperienza vitale
Io infatti posso esprimere i miei moti dell'anima, posso comporre le mie poesie o canzoni, non sono De Andrè o Gaber, ma sono io
che esprimo me stessa e il mio sentire pur condividendo le emozioni di altri......


Dar voce all’anima, farla parlare con il linguaggio dei verbi, degli avverbi, dei sostantivi comuni è una forzatura improponibile: l’inconscio non parla la nostra lingua, urla nel silenzio che udiamo e vediamo in sentimento ed emozioni. Non vi è una sola anima in noi, vi sono tante anime quante sono le percezioni e le risposte che ad esse per buona misura inconsciamente forniamo, con nostre scelte ed atti che ci scelgono e ci agiscono. Noi non abbiamo un’anima, noi siamo dell’anima.

Quando raggiungi questa consapevolezza dell'Uno
non perdi la tua individualità, no, continui a manifestarla nei modi che la tua esperienza e il tuo essere richiedono. Io almeno così credo che sia. Un san Francesco ha raggiunto l'unità
ma le sue laudi sono sue. E lui rimane san Francesco sempre e comunque.


Ciao
Plaudo e ringrazio comunque e attendo che altri mi rispondano anche cambiando discussione se UNO decide così
paperapersa is offline  
Vecchio 03-02-2006, 09.31.46   #40
Uno
ospite sporadico
 
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
Re: Re: Se posso, provo

Citazione:
Messaggio originale inviato da paperapersa
Plaudo e ringrazio comunque e attendo che altri mi rispondano anche cambiando discussione se UNO decide così

Si effettivamente, se era solo una domanda a Giuseppe poteva passare, ma volendo affrontare l'argomento con coloro che frequentano il forum oggi (in passato è già stato fatto) sarebbe meglio aprire altra dedicata discussione.
Uno is offline  

 



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