Certamente, tutte e due, perchè mettendosi in discussione (e accettandosi) si acquisisce coscienza di ciò che prima non si considerava nemmeno e per questo restava a livello inconscio.

è una parte di quello che in pratica ho detto io---

Affatto! "mettersi in discussione", insisto, io preferisco nettamente "confrontarsi" non centra nulla con "vivere nel passato", anzi... è un modo di evoluzione della persona, un vivere coerente con il proprio presente senza avere paura del futuro ed IMPARANDO del passato.

Mi sono arricchita spesso "in solitudine" e considero che miglioro confrontandomi (o mettendomi anche in discussione, se preferiti) con chi merita (ma questo è piuttosto soggettivo)..

Domanda: trovate spesso persone con cui gradite confrontarvi in un modo soddisfacente e costruttivo? Non fate fatica? Gradirei risposte..

Condivido ciò che dici sul confrontarsi, è un’attività introspettiva dolorosa e piacevole al contempo, dolorosa perché si mette mano alle nostre debolezze e si smontano certi castelli difensivi/offensivi che si sono impalcati, piacevole perché questo oneroso lavoro viene dedicato a Dio: è Lui il beneficiario finale.


Suggerirei anche di sviluppare anche il “come” mettersi in discussione, le tecniche introspettive.


Non ho mai trovato una persona con cui raffrontarmi

Cosa? Cosa puoi imparare dal passato?

Trovo acuta la tua domanda... soffermandoci alle parole può sfuggire il significato che racchiudono...
Del passato si impara eccome... il passato inteso come storia e come bagaglio personale della propria vita e perché no anche quella degli altri.

Quindi quel "imparare" è un'altra forma di dire "arricchirsi" perché il passato, la storia, il vissuto è necessario metterlo sempre in discussione per andare avanti e non rimanere indietro..

Spero di essere stata chiara...

In effetti non è niente semplice, soprattutto trovare una persona con cui confrontarsi in più campi o argomenti.
Ti ringrazio la risposta perché mi fa sentire un po'... "sollevata"...

penso capiti a molti la vostra esperienza.
stante il limite insito nella diversa consapevolezza esistente tra persone.

Uhum... no non sei stata chiara... io sono di coccio , è un problema mio, ma tu sei gentile e magari fai uno sforzo per dirmi come faccio da una esperienza passata a imparare.... per imparare io intendo procurarmi un'informazione utile, un metodo e simili.... dicevo come faccio con il passato ad imparare una cosa che può servirmi adesso?

Cosa ti fa essere così "cocciuto" da non vedere quello che si può imparare dal passato, dal vissuto? Forse mi prendi in giro un po'... forse un po' di diffidenza verso la parola "passato" in se. Sai sicuramente quello che la parola "esperienza" vuol dire. quindi mettiamola così, come il bagaglio che ci facciamo lungo il percorso della nostra vita. Eventi che ti accadono (lasciami parlare in generale), persone che incontri, la storia che leggi, qualsiasi autore che ti colpisce... insomma qualsiasi cosa che tu abbia vissuto e abbia contribuito a formare la persona che c'è dietro quel nome "Uno".
Il "passato" è come il Dna che si trasmette di generazione in generazione. Con le generazioni successive si diluiscono i geni di provenienza perché si vengono a mescolare con altri, ma la generazione "finale" ha un "debito" un Legato che arriva della primigenia che non si può eludere ne dimenticare..
Un esempio che una biologa come me non poteva non fare....
Mi sono spiegata meglio adesso?