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Vecchio 17-03-2005, 16.07.30   #1
Tommaso
Ospite
 
Data registrazione: 20-02-2005
Messaggi: 0
Revisionismo

Vittorio Vidotto, nella sua "Guida allo studio della storia contemporanea", dopo aver messo in mostra come, nella storiografia italiana del secondo dopoguerra, siano sorte come funghi le varie storiografie di appartenenza (democristiana, comnunista, socialista ecc.), afferma:
"A queste peculiarità del clima culturale italiano ne va aggiunta un'altra: la diffusa sistematica intolleranza nei confronti di ogni revisione interpretativa, trattata come un attacco politico, deprecabile come un tradimento. Così la propensione revisionistica, invece di essere una delle qualità più alte del lavoro dello storico, votato a ricostruire e a reinterpretare il passato secondo nuovi schemi e nuovi documenti, è stata e in parte continua ad essere trasformata in una imputazione da portare in giudizio di fronte ai custodi delle vulgate storiografiche."

Contestualizzare la faccenda all'interno delle vicende della storiografia italiana significa rendersi conto di come un atteggiamento revisionista possa essere messo in luce nel momento in cui ci si appresta a rivedere le tesi del proprio ambito di appartenenza storiografica (un marxista che, ad esempio, non è poi così convinto che il Risorgimento italiano sia effettivamente una "rivoluzione mancata") oppure laddove si voglia dare una nuova lettura di una vicenda che i più considerano ormai archiviata (come, ad esempio, il caso Galileo). Non di rado l'atteggiamento nei confronti del revisionismo è astioso (si pesi alla vicenda-De Felice). Perché, secondo voi? Chiudersi nelle proprie certezze è facile e comodo, mentre difficile è essere sempre pronti a rivederle?
Perché?
Tommaso is offline  
Vecchio 31-03-2005, 12.35.45   #2
vongudden
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-03-2005
Messaggi: 41
Revisionismo o cambiamento

Se revisionismo è dare un'interpretazione forzosa alla storia per fini politici immediati ciò è senza dubbio sbagliato; se revisionismo, termine brutto, significa la normale rivalutazione dei fatti che la storia ha archiviato, sotto una luce diversa per frutto di nuove analisi e della normale evoluzione della coscienza umana allora non ci vedo nulla di male.
Leggendo un mio vecchio manuale di storia medievale degli anni 30 le Crociate erano presentate come una guerra della civiltà contro la barbarie. Oggi non le intendiamo ad esempio più così, ma forse imputiamo di quelle guerre l'estremismo di entrambi i campi e l'espansionismo cristiano.
Questo è revisionismo?
vongudden is offline  
Vecchio 31-03-2005, 17.50.24   #3
nonimportachi
Utente bannato
 
Data registrazione: 04-11-2004
Messaggi: 1,010
La ricerca storica non è infallibile. Fosse anche solo per il fatto che i ricercatori storici sono uomini (e quindi fallibili) che interpretano la storia in base a documenti e reperti. Ma c'è un'altro aspetto che la rende più fallibile di altre "discipline". la storia viene ricostruita in base a documenti e reperti; non sono mai disponibili tutti i documenti e reperti relativi ad un fatto storico e comunque, anche se lo fossero, dalle medesime evidenze si possono ipotizzare storie diverse.

Ritengo quindi che se vogliamo avere comunque una storia quanto più vicina alla verità, il revisionismo sia di fondamentale importanza. La rielaborazione delle teorie alla luce di nuovi reperti o di eventualità non considerate in passato è ciò che ci da modo di correggere gli errori storici.

Ho osservato che chi contesta il revisionismo, non contesta generalmente il revisionismo in se, ma contesta una nuova versione di un fatto storico, la contesta perchè non la ritiene vera.

In Italia non se ne è parlato molto, ma una "revisione" della storia recente ha portato alcuni storici a nuove inaspettate conclusioni sul nazismo. Sono im molti ad essere convinti che la camere a gas non siano mai esistite, che erano in realtà destinate alla disinfestazione degli abiti.
Affermare una cosa del genere, non è proprio la stessa cosa che dare una nuova versione della storia degli Aztechi. Il nazismo è storicamente recente, scalda ancora gli animi delle persone, si celebra la giornata della memoria e si inorridisce nel vedere una svastica. Inoltre ci si sono messi anche estremisti di destra a cavalcare questa versione per riabilitare politiche raziali. In Francia, dove il dibattito su questo tema è stato decisamente più acceso che qui, si è arrivati a proibire per legge di cambiare la storia del nazismo così come la conosciamo.

Ritengo che ciò sia un obrobrio legislativo, che si traduce nel proibire per legge di rivedere eventuali errori in un'interpretazione di fatti storici.
nonimportachi is offline  
Vecchio 31-03-2005, 18.28.09   #4
vongudden
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-03-2005
Messaggi: 41
[. In Francia, dove il dibattito su questo tema è stato decisamente più acceso che qui, si è arrivati a proibire per legge di cambiare la storia del nazismo così come la conosciamo.

Ritengo che ciò sia un obrobrio legislativo, che si traduce nel proibire per legge di rivedere eventuali errori in un'interpretazione di fatti storici. [/b][/quote]

Questo accade come come dici tu perchè sull'antifascismo si fondano ancora gli stati europei di oggi, e le passioni sono troppo forti, sebbene la legge francese isa ridicola e tradisca una certa inquietudine sociale...
Eppure anche temi storici vecchissimi cme le crociate sono ancora attuali nel senso comune, ela loro interpretazione, infondo influenza ancor oggi in modo larvato il nostro modo di rapprtarci ad esempio al conflitto israeliano o alla cultura araba.
In storia forse non c'è tema nona attuale e che non meriti di essere rivalutato, rimeditato, l'importante è che questo non abbia fini politici di nessun tipo. perchè sarebbe metodologicament e scientificamente antistorico e antiscientifico.
Ecco perche il termine "revisionismo" in sè non mi convince: mi sa troppo di convincione politica e poco di metodo storico.
vongudden is offline  

 



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