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Lettera agli Spirituali sulla verità e sull'Equilibrio Evolutivo
di Giancarlo Braido - Ottobre 2009
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La “missione” Universale e la “missione” dell’Uomo
La “missione” Universale e la “missione” dell’Uomo
Provvedo innanzitutto a togliere di mezzo un facile fraintendimento in cui spesso ci si trova, consciamente o inconsciamente, quando si parla di quell’Ente Assoluto a cui si attribuisce la creazione del Tutto, sia quindi materiale che immateriale, e soprattutto del senso e scopo delle cose, quindi detentore della unica indiscutibile Verità. Provvediamo cioè a non usare il termine Dio con cui storicamente abbiamo associato caratteri e dimensioni di comprensibilità umana, quindi, in definitiva, figura troppo umana.
Preferisco parlare di Ente Assoluto piuttosto che Ente Superiore in quanto privo di ogni forma di direzionalità che ci porrebbe in uno stato ancora relativo e quindi parziale, inoltre indurrebbe ad un sentimento “gerarchico” che ritengo fuori luogo e disarmonico.
Formiamoci quindi questa idea, quella di un Ente Assoluto, causa e scopo del tutto, verità assoluta.
Adesso poniamoci una domanda.
Una importante domanda per l’Umanità: Ma all’Uomo è stata data una missione?
Ma, se così fosse, perche non è esplicita?
E’ forse l’attribuirgli capacità di un pensiero autonomo, di una coscienza e di uno spirito che gli attribuisce una missione da scoprire e compiere? Se si , perché questo “gioco”?
Si può comunque ragionevolmente pensare che l’Uomo non sia il solo éssere “intelligente”, o meglio, “liberamente pensante” in questo Universo.
Se così è anche questi altri ésseri sono coinvolti in questo “gioco”.
Esso resta comunque un “gioco” come parte del “gioco” complessivo della Natura e dell’Universo.
In ogni caso, anche se “gioco”, l’Uomo è una espressione della volontà dell’Ente Assoluto.
Egli è quindi parte di tale Ente Assoluto in quanto una sua espressione, quindi, in definitiva, é Lui stesso nella forma da lui voluta.
Dal momento che il “parziale” nella immensa ed incommensurabile grandezza dell’Assoluto non può esistere, non può éssere anch’esso che un totale.
Come lo è comunque anche un animale, una pianta e persino una pietra.
Ma se così è la missione dell’Uomo non può che éssere la missione stessa dell’Ente Assoluto.
E quindi, l’Ente Assoluto ha una missione? Se si, quale?
Questo non può che rimanerci oscuro.
Non potendo concepire la sua volontà, tanto meno gli scopi, possiamo solo pensare che tale Entità voglia che ciò che egli ha creato non venga distrutto, venga compreso, conservato, preservato e perseverato.
L’unica cosa razionalmente concepibile è che egli voglia la conservazione ed il progresso della propria creazione in quanto non può éssere stata uno sbaglio ma bensì frutto di una sua volontà.
Ciò vale sia per la conservazione ma anche per il progresso in quanto anche la capacità di evoluzione insita nella natura umana non può èssere che considerata frutto di una volontà dell’Ente Assoluto.
Conservazione e progresso, due termini che ci mostrano ancora come la verità relativa a cui possiamo aspirare non sia altro che il prodotto di una analisi di due opposti.
Quindi questa è la missione dell’Uomo. Perlomeno quella che ci è data concepire.
Se così è, vi sono gravi mancanze nei confronti di questa missione.
L’ambiente in cui l’Uomo vive e stato gravemente danneggiato, tanto da determinarne dei futuri cambiamenti con gravi conseguenze su ogni aspetto dell’esistenza umana.
Cambiamenti di tale e maggiore entità potrebbero avvenire anche per cause del tutto naturali, quindi armoniche, ma è certo che in questo periodo storico i cambiamenti sono conseguenza dell’agire umano.
Anche il sistema economico e finanziario ha mostrato ancora una volta la sua natura speculativa ed irrazionale, senza che le lezioni del passato siano servite.
Gli Stati continuano a fallire gravemente il loro ruolo di tutore e guida.
Oramai il fatto è chiaro: l’Uomo, a tutt’oggi, si é dimostrato incapace di gestire le forme del vivere ed il luogo in cui vive.
Il luogo ed il tempo che gli era dato è consumato e, nonostante la prova innegabile di una sua avvenuta evoluzione, l’Uomo non ha ancora prodotto una sufficiente prova di merito.
Siamo di fronte a gravi cambiamenti. Siamo di fronte a radicali ed inevitabili cambiamenti.
Il non-Equilibrio di questo tempo sta generando le energie necessarie al ripristino dell’Equilibrio.
L’equilibrio dell’eco-sistema innanzitutto, equilibrio primario per l’Uomo e l’intero pianeta.
Quindi l’equilibrio socio-politico, nello scontro tra religioni e culture, tra sviluppo e sottosviluppo, tra nord e sud.
Attuale ai nostri giorni, ma non per questo principale, l’equilibrio economico, nello scontro tra interessi personali e interessi multinazionali, tra bisogni primari e bisogni societari.
Infine, ma non ultimo, l’equilibrio personale, nello scontro tra il voler essere ed il voler apparire, tra il credere in quello che si fa e l’arrivismo sociale.
Le trasformazioni, in ogni campo saranno tali che l’umanità sarà duramente provata.
Una legge universale determinerà quanto e come la specie umana dovrà selezionarsi.
Può essere fatto poco per impedire tale sovraumano gioco di forze in campo.
E’ una “sistole” che sta avverandosi nella storia dell’umanità, una delle tante “sistole” già avvenute. Tutto avviene attraverso “sistole” e “diastole”, dal più piccolo evento al più universale sono un susseguirsi di espansioni e contrazioni nella continua definizione di un Equilibrio Evolutivo.
All’Uomo rimane una sola possibilità. Non può che esprimere una prova di merito nel comprendere, gestire ed assecondare il cambiamento, divenire consapevole di tale Equilibrio Evolutivo.
Qualcuno tra i più scherzosi potrebbe obbiettare: Ma se tutto ciò è comunque inevitabile, perché egli dovrebbe impegnarsi a dare questa prova di merito?
Obiezione comprensibile e lecita.
Non è semplice dare un senso al nostro agire se poi diciamo che comunque il tutto fa parte di un ritmo stabilito, un percorso gia segnato.
Ma c’è una risposta. Una risposta che può essere trovata in un rapporto sincero ed umile con noi stessi. Una risposta che nasce dalla convinzione che l’umanità si evolve in senso positivo e la consapevolezza di essere parte di quel ritmo, di quel percorso, di appartenere a quella energia positiva.
Se riusciamo ad avere questa consapevolezza allora la risposta diviene semplice e naturale. Diviene semplice e naturale capire che è nella sua vera natura, relativa e assoluta, come Uomo e come Ente Assoluto, ricercare questa coerenza, dare questa prova di merito.
Nella natura dell’Uomo vi é un condizione importante, la condizione di felicità. Tale principio, di per se inesplicabile per la sua natura anche Assoluta, è umanamente esprimibile attraverso la manifestazione di concetti positivi, appunto, quali consapevolezza, serenità, gioia, giustizia e amore. Solo l’agire trasportati da questi sentimenti ci può dare una visione positiva del futuro.
Giancarlo Braido
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