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Lato Spirituale del Suono

Il Lato Spirituale del Suono

di Massimo Claus   indice articoli


I suoni come cavalieri nascosti

Aprile 2011

 

Quanto tempo abbiamo dedicato all'ascolto dei suoni della natura, durante una passeggiata in campagna? Passeggiando immersi in un bel paesaggio, spesso la nostra attenzione si posa sui tratti della natura e sullo svilupparsi della nostra percezione delle linee che disegnano i vari ambienti che scorrono come immagini veloci davanti ai nostri occhi. Ci attrae l'insieme, ma raramente ci perdiamo nei particolari. Quando questo accade, allora siamo come trasportati, rapiti all'interno del paesaggio e riusciamo, quasi per incanto, a respirarne in maniera più profonda e completa i contorni: i particolari sono la chiave della comprensione di molti fenomeni ai quali assistiamo. I suoni, apparentemente di contorno alle immagini, in realtà hanno una funzione decisiva nella nostra percezione, perché i suoni danno l'umore alle immagini: un paesaggio autunnale accompagnato da suoni della natura tipici della primavera, come il canto degli uccelli, quasi mai evoca in noi sentimenti di malinconia, ma bensì di rilassatezza; al contrario una paesaggio primaverile senza il canto degli uccelli, susciterebbe senza alcun dubbio in noi un notevole stato di ansia. Tutti coloro che sono riusciti a scampare ad un terremoto parlano dello strano silenzio che accompagna la fine della scossa: tutto il paesaggio rispecchia l'avvenimento, perché i suoni sono come indicazioni costanti che noi, abituati a guardare, quasi mai riusciamo a notare, se non in casi particolari. Abbiate cura dei suoni della vostra casa, della vostra vita, perché proprio quei suoni che non ascoltate, come abbiamo già avuto modo di dire, risultano determinanti, come profumi confusi nel verde della campagna.
Mi piace dedicare un certo tempo ad ascoltare i suoni dello spazio che mi circonda, notandone le diverse distanze, intensità, direzioni e spesso questo gioco si trasforma in vera e propria meditazione: soltanto l'ascolto ha davvero il potere di distogliere la mente dai binari che solitamente percorre. La meditazione in fondo è riuscire ad allontanarsi dalla percezione costante e personale, per dirigersi verso un livello superiore, profondo che raramente siamo abituati a percorrere. Ascoltare i vari suoni che impregnano l'ambiente nel quale ci troviamo ha davvero la capacità di portarci lontano. Non occorre che questi siano canti di uccelli, lo scorrere dell'acqua, o il vento fra le foglie. I suoni della strada che scorre sotto casa, un cane che abbaia in lontananza o una radio che canta e si propaga attraverso la tromba delle scale. Tutto questo è meditazione, se ci si propone di ascoltare restando spettatori. Quando questo avviene ecco che anche quei suoni che non giudicheremmo mai "spirituali", si vestono di chiara spiritualità. La percezione cos'è, se non ascolto? L'ascolto cos'è, se non percezione?
Per l'uomo occidentale meditare assomiglia molto al concetto di pensiero, nella realtà la meditazione è "ascolto". Il pensiero ha in sé una componente attiva, l'ascolto è più passivo, intendendo per passivo qualcosa vicino al riposo. Ma c'è differenza fra ascoltare e sentire: ascoltare implica la volontà di farlo; sentire è naturale. In questo senso l'ascolto è certamente una forma attiva di meditazione, che diventa passiva dal momento in cui abbatte le barriere della consapevolezza, portandoci di fronte ad una nuova percezione. Nella realtà non credo che il concetto di passivo o attivo esista in natura o in noi, perché siamo sempre in movimento, se non fisico, psichico; quindi il termine passivo, così come comunemente è inteso, a mio avviso non esiste. Mi piace essere spettatore dei suoni, cullarli senza giudicarli, lasciando che entrino e vadano dove liberamente decidano di insinuarsi all'interno del mio corpo e della mia mente.
La magia avviene grazie alla volontà di farlo, grazie al desiderio di ascoltare e non solo sentire ciò che avviene intorno a noi: in quel momento davvero siamo liberi di essere realmente dove siamo, lontani dai vincoli che spesso determinano il nostro cammino o le nostre percezioni. Tutto questo grazie ai suoni, che in realtà sono sempre spirituali, perché dipende da noi allontanarli o avvicinarli alla nostra coscienza. Io sono grato a tutto ciò che ascolto. Voi? Quando i suoni diventano cavalieri armati di ciò che desidero abbiano, allora questi mi scortano lontano, lontano in un posto più vicino a me, a ciò che chiamo me stesso, a ciò che cerco davvero attraverso i silenzi che invento stando sveglio anche quando dovrei dormire. Ma quanto costano questi suoni?

 

   Massimo Claus

 

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