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Osteria Abisso

Aperto da Jacopus, 05 Febbraio 2019, 21:03:17 PM

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Jean



Citazione di: Koba il 05 Marzo 2025, 18:07:57 PM
- Capo, porto anche la motosega?
- Certo! Non lasciare però che la usi il Guercio, ti ricordi che razza di macello ha combinato nel bordello dei cinesi?!
- Sì cazzo, nel vero senso della parola...
- Hai caricato le mazze? I coltelli? I trinciapolli? Le spade giapponesi?
- Si dice katana, capo...
- Eh, non azzardarti...
- Perdono... A proposito, ma cosa dobbiamo fare esattamente?
- È un lavoretto che ci ha commissionato un privato.
- Un privato?
- Esatto. Una cosetta semplice. Dobbiamo fare a pezzi un'osteria.
- Gli fa concorrenza?
- No, non credo. Sembra essere più una questione personale. Una vendetta.
- Ma chi è sto tizio?
- Si fa chiamare Viator.
- Come ci muoviamo?
- Dobbiamo entrare, sfasciare tutto e malmenare un cliente. Dalle informazioni che ho avuto non possiamo sbagliare persona: di solito c'è un solo avventore. Se ne sta tutta la sera a parlare di libri con il barman e a bere prosecco. Uno di quegli alcolisti logorroici alla Charles Jackson, probabilmente.
- Charles Jackson? È della cricca degli irlandesi? Non lo conosco. Ma tornando al lavoretto: e se sono due gli avventori?
- Picchiamo tutti e due. Stiamo sul sicuro. Non è il caso di deludere questo Viator. Mi dicono abbia un pessimo carattere...
- Sarà armato?
- Il cliente? No, il rapporto dice che è un neo-illuminista. Troppo fiducioso nella ragione umana per portarsi dietro un'arma. Però il barman potrebbe avere un fucile da caccia grossa dietro il bancone. Teniamolo d'occhio.
- Va bene, allora siamo a posto? Non manca nulla?
- No. Dai, andiamo.

Accidenti,  guarda che roba... vetri rotti, porta divelta, bancone e tavoli di legno in milei pezzi (qualcuno dice che abbiano addirittura usato una motosega... Javier e Elon docet).


Peccato, proprio oggi che mi sarei fatto una birra con Conrad... va beh, per fortuna che sono a Genova, per i nostalgici uno dei posti migliori dove trascorrere una giornata al mare (Giorgio&Paolo).



J4Y

(Ps- gut, Koba)

daniele22

Finalmente in osteria  ... fatalità quella mail che un mesetto fa non era partita è stata rivista. Vi mostro quindi quella inviata stamattina (ho controllato che non sia finita nelle bozze). Gradirei senz'altro qualche opinione al riguardo

Testo inviato:

Este, 24 aprile 2025
Spettabile redazione, Vi scrivo alla ricerca di un dialogo autentico.
In calce trova luogo una mia breve riflessione filosofico-politica forse un po' criptica.
Mi piacerebbe che venisse pubblicata qualora tra le vostre autorevoli firme venisse colta una domanda degna di risposta, ovvero come un avvio di un confronto pubblico.
Disponibile a qualsiasi chiarimento invio cordiali saluti.
In fede
.......


Riflessione: dialogo e democrazia.
Vi scrivo con una preoccupazione che nasce da una semplice domanda: c'è qualcosa di poco visibile nell'azione di "parlare"?
A me sembra – e non sono un laureato – che vi sia un fraintendimento profondo sul concetto stesso di "linguaggio". Il termine, com'è noto agli studiosi, apre almeno due vie di ricerca. Una di queste sembra essere stata spensieratamente trascurata. Parlo dell'ipotesi secondo cui ogni sistema dialogico, anche umano, possa nascere in realtà da espressioni monologanti che per vie solo apparentemente casuali avrebbero finito per generare quella che oggi chiamiamo "conversazione" o "dialogo". Ma quello che percepiremmo come dialogo sarebbe a mio parere ancora un monologo travestito. Dialogo quindi come aspirazione che non si compie.
Avvalorando tale tesi si potrebbe gettare nuova luce su molti aspetti critici e/o contradditori del nostro stare nel mondo:
- L'odierno e irrisolto dibattito circa la crisi delle democrazie.
- Il riavvicinamento a un pensiero autoritario.
- La costante predicazione di pace e giustizia che produce invece guerre, ingiustizie, assassinii.
- Lo smarrimento e la manipolabilità dell'individuo in società libere dove – pur senza censura – si è precipitati in una crisi dell'informazione con conseguente perdita di potenza della libertà di espressione nella vita politica.
Siamo esausti. Anche osservando i talk-show, l'evidenza di un "monologo corale" è sotto gli occhi di tutti. Talvolta ben confezionato, ma pur sempre direzionato da un tono autocelebrativo di fondo che stenta a cadere proprio perché, paradossalmente, assai difficilmente potrebbe cadere.
Eppure, qualcuno ritiene di essere in grado – dialetticamente – di sostenere con forza decisiva quella via dimenticata. In tal caso, resterebbe allora una scelta da compiere: vogliamo perpetuare il dominio del monologo, o finalmente scostare la tigre di carta ed entrare nel regno dell'aspirazione che si compie ... quello del dialogo autentico?



Jacopus

Ben trovato Daniele. Gradisci del rum o sei più favorevole ad un distillato della vecchia Scozia? Condivido il tuo discorso. Siamo sempre più monologanti che dialoganti. Paradossalmente, la rete che avrebbe dovuto aprire ad una comunicazione universale ed orizzontale, ci ha chiuso tutto dentro questo pseudo/dialogo fra noi e il nostro smartphone. È questa la tesi, ad esempio, di L. Maffei, in "Elogio della parola". Maffei è un neurobiologo, ma in questo testo molto agile (poco più di 100 pagine) dice delle cose comprensibili, alla portata di tutti e dice che siamo alle prese con una vera e propria devoluzione, una evoluzione alla rovescia, sancita dal dominio della tecnologia che si è alleata con il capitalismo estremo di questi tempi e che potrebbe condurci a tempi oscuri nell'arco di una/due generazioni. Infatti pensare in termini di monologo piuttosto che di dialogo è funzionale a questo sistema economico, dove conta l'individualismo, la competizione ed ora, la fama "social". Il predominio è un predominio individuale o etnico, che privilegia l'ideologia di uno sviluppo senza fine (hai presente le litanie sul PIL che se si abbassa è una tragedia?). Le stesse cose, con un linguaggio più tecnico e racchiuse in un testo impegnativo di 600 e passa pagine, le dice McGilchrist, in "il padrone e il suo emissario". È un testo affascinante, che interpreta la storia umana a seconda dell' affermarsi dell'emisfero sinistro o del destro. Oggi siamo in una fase di dominio dell'emisfero sinistro, che è quello che classifica, che giudica, che ripartisce, che sa ma non comprende (mentre il destro è quello che comprende ma non sa).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

#48
Citazione di: daniele22 il 24 Aprile 2025, 12:22:43 PMEppure, qualcuno ritiene di essere in grado – dialetticamente – di sostenere con forza decisiva quella via dimenticata. In tal caso, resterebbe allora una scelta da compiere: vogliamo perpetuare il dominio del monologo, o finalmente scostare la tigre di carta ed entrare nel regno dell'aspirazione che si compie ... quello del dialogo autentico?
Il tuo discorso è chiaro, ma i puntini di sospensione lasciano aperto il ''cosa intendi per dialogo autentico''.
Se invitare a un dialogo autentico è un modo indiretto di affermare che un linguaggio assoluto è possibile, e in base ad esso è possibile quindi formulare verità, e di contro falsità, non sono d'accordo.
Il linguaggio, in quanto modo di rapportarsi fra individui, contempla anche la sopraffazione del prossimo, in quanto essa è parte del nostro rapportarci col prossimo.
Inutile cercare nel linguaggio, come in ogni altra cosa, un elemento che caratterizzandoci ci nobiliti, facendoci uscire dallo squallore che descrivi.
il linguaggio non può che nascere come monologo, ma diventa  funzionalmente tale quando, essendo condiviso, diviene dialogo.
Ma che i nostri monologhi non vengano condivisi è da considerarsi normalità, e il contrario l'eccezione, nella misura in cui attraverso essi tentiamo di esternarci in modo autentico.
il forum in tal senso è un mezzo eccezionale nella misura in cui riusciamo a controllare il nostro istinto di ''odiatori''.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Citazione di: Jacopus il 24 Aprile 2025, 12:55:35 PMOggi siamo in una fase di dominio dell'emisfero sinistro, che è quello che classifica, che giudica, che ripartisce, che sa ma non comprende (mentre il destro è quello che comprende ma non sa).
Sottoscrivo questo illuminante passaggio, notando che esso può aiutarci a trarre tutte le conseguenze dal socratico ''sapere di non sapere''.
Un sapere archiviato, compreso dentro di noi, non perciò smette di agire, e non è solo l'alcool a farmelo dire.
La comprensione è il sapere emendato dal dubbio, che solo così può farsi perciò azione.
Il problema è che non esiste un sapere per ogni stagione, ma che è difficile cambiarlo quando divenuto comprensione della realtà, o meglio quando realtà si è fatto nel comprenderlo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

daniele22

Vino rosso Jacopus, grazie, ma che sia di quello buono. Il dialogo autentico iano è un monologo che si rende conto che si monologa e ha la pretesa di dialogare, fondamento della democrazia. La pretesa democratica non va d'accordo con la sopraffazione. Resterà comunque sempre un monologo. Nella mail indico solo le conseguenze del non rendersene conto, e questo è un fatto. "Il popolo ha votato ed è sovrano" andrà bene per Salvini che non fa i conti con la nostra costituzione, ma non per una persona seria. Che si sia giunti a un punto di non ritorno come dice Jacopus non lo so. Mi rendo conto che le possibilità che una persona autorevole risponda al mio appello si aggirino intorno al sei per cento, forse il quattro. In ogni caso un filosofo autorevole sa benissimo che Proust, tanto per dirne uno, ha ben sviscerato la "via dimenticata", ma Proust non si occupò di etica e politica. Ringrazio per gli interventi