L inimitabilita del Corano

Aperto da Stefaniaaa, 30 Luglio 2025, 21:20:26 PM

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anthonyi

#210
Citazione di: Jacopus il 10 Agosto 2025, 15:51:18 PMCome ho già scritto molte volte, certamente l'uomo è una specie estrema sia nel bene che nel male, ma ciò non dipende da un supposto legame con esseri metafisici estremamente buoni (Dio) o cattivi (Diavolo). Dipende invece dalla grande neuroplasticità del nostro cervello, che può credere che sia bene sterminare gli abitanti di Gaza o gli eretici e male convivere sentimentalmente con un partner con il colore della pelle diverso. E dipende inoltre dall'aver superato la fase dei bisogni di base (mangiare, dormire, riprodursi) 
In realtà la plasticità del cervello sarebbe argomento contrario alla spiegabilità dei comportamenti estremi ossessivi, soprattutto nel male.
Persone come Hitler e Stalin non avevano certo una mente plastica, ma rigidamente ossessionata da determinati obiettivi.
Il problema non é quello che tu credi sia bene o male, ma il rapporto dialettico che hai con la realtà.
Nel caso di Gaza, ad esempio, é l'atteggiamento  di Hamas ad essere ossessivo, loro hanno provato più volte
Ad attaccare gli israeliani, e ogni volta le hanno prese ma sono tornati all'attacco senza capire la lezione precedente.
Il comportamento israeliano invece é plastico, segue la strategia che in teoria dei giochi é detta tic tac toe, ovvero "colpo su colpo", se mi aggredisci io rispondo e ti faccio male.
Se l'aggressione é grande la risposta deve essere grande e quindi si conquista Gaza, é l'unico modo per difendersi dal rischio di future aggressioni, tenere sotto controllo, e non uccidere, la popolazione.
Se gli israeliani avessero realmente voluto sterminare gli abitanti di Gaza sarebbe stato facile tenuto conto della loro forza bellica e della difficoltà di fare guerra in un territorio così affollato e pieno di aspiranti martiri senza fare morti civili.
Se i morti si limitano solo al 3 % circa della popolazione questo vuol dire che gli israeliani si sono realmente impegnati per con tenerli.
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Jacopus

#211
Citazione di: Koba il 10 Agosto 2025, 18:58:21 PMNel quinto volume de "La mia battaglia" lo scrittore norvegese Karl Ove Knausgård racconta di quando alla prima lezione del corso di scrittura creativa a cui era stato ammesso in giovanissima età, il docente, prendendo la parola, si mette a spiegare l'importanza del saper leggere prima ancora di scrivere. Imparare a leggere, con attenzione, smontare le espressioni, sprofondare nelle motivazioni autentiche dell'autore, e via dicendo.
Curiosamente in un'intervista televisiva Dacia Maraini, che ha tenuto dei corsi di scrittura creativa, alla domanda se qualcuno dei suoi allievi avesse mostrato vero talento, lei, dopo aver confermato di sì, dice: "Ma il loro problema non è la scrittura, ma la lettura". Come se il loro sguardo fosse limitato non dalla tecnica, che si può sempre apprendere e sviluppare, ma dalla scarsa esperienza che viene da letture troppo convenzionali.
Insomma prima di scrivere sarebbe buona cosa imparare a leggere sul serio. Anche qui, con i post di questo forum.

Infatti la risposta precedente (di Koba) era proprio in questi termini e secondo questa impostazione. Mi scuso per le letture troppo convenzionali e per il fatto di non sapere leggere sul serio. Sulla convenzionalità delle letture, uno scrittore molto convenzionale come U. Eco, diceva che dopo i 50 anni non è più tempo per letture sperimentali. Il tempo si restringe e bisogna tornare agli elisabettiani o freudiani o le Corbuseriani o raffaeliti (dipende dal settore di competenza).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Jacopus

CitazioneIn realtà la plasticità del cervello sarebbe argomento contrario alla spiegabilità dei comportamenti estremi ossessivi, soprattutto nel male.
Con neuroplasticità si intende la capacità del cervello umano e in misura minore di tutti i mammiferi ed uccelli di modificare il proprio comportamento. È un grande vantaggio in termini evolutivi. Se però questa neuroplasticità si esprime nei contesti culturali tipici dell'uomo, essa si modella in termini culturali e così accade che il "male" assuma le molte facce che ha assunto nel corso della storia. Non penso che Hitler si dipingesse come un demone, ma anzi come un grande eroe che stava facendo il bene della sua comunità. Così come i suoi adepti, dall'ultimo soldato al capo di Stato maggiore della Wehrmacht. Questo era il senso. Per gli animali, che vivono ancora nell'ambito della sopravvivenza e della riproduzione non può esistere un concetto di male/bene. Solo i primati più simili a noi hanno comportamenti che si avvicinano al senso di bene e male. Un esempio per tutti, le guerre fra gruppi di scimpanzè, che comportano anche la morte di alcuni partecipanti. Uno spettacolo molto simile alla guerra.
Posso provare a dirlo in un altro modo: l'opposizione bene/male nell'uomo nasce da stati affettivi contrastanti che ognuno di noi possiede come una sorta di eredità genetica naturale e che sviluppiamo sempre in ottica evolutiva: pertanto siamo egoisti, ma anche solidali, rabbiosi ma anche amorevoli, e così via, perchè entrambe le vie possono servire e sono servite a farci diventare quello che siamo. Nello stesso tempo siamo una specie che apprende tantissimo, proprio perché siamo una specie culturale. Anche le società primitive, prima di impiegare i bambini facevano trascorrere molti anni, molti più di qualsiasi altra specie. L'apprendimento parentale è inoltre quello più importante perché collega l'apprendimento con i messaggi emotivi dell'unione affettiva familiare. In questo contesto si sviluppa quello che sarà l'uomo/donna adulto/a. E se in quel training formativo si sono sviluppati certi messaggi spostati sul lato egoistico, il soggetto sarà più facilmente egoista e così via. Anche per questo mi riferivo al fatto che le categorie di bene e male non sono soltanto individuali ma collettive.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi

Citazione di: Jacopus il 10 Agosto 2025, 21:21:10 PMCon neuroplasticità si intende la capacità del cervello umano e in misura minore di tutti i mammiferi ed uccelli di modificare il proprio comportamento. È un grande vantaggio in termini evolutivi. Se però questa neuroplasticità si esprime nei contesti culturali tipici dell'uomo, essa si modella in termini culturali e così accade che il "male" assuma le molte facce che ha assunto nel corso della storia. Non penso che Hitler si dipingesse come un demone, ma anzi come un grande eroe che stava facendo il bene della sua comunità. Così come i suoi adepti, dall'ultimo soldato al capo di Stato maggiore della Wehrmacht. Questo era il senso. Per gli animali, che vivono ancora nell'ambito della sopravvivenza e della riproduzione non può esistere un concetto di male/bene. Solo i primati più simili a noi hanno comportamenti che si avvicinano al senso di bene e male. Un esempio per tutti, le guerre fra gruppi di scimpanzè, che comportano anche la morte di alcuni partecipanti. Uno spettacolo molto simile alla guerra.
Posso provare a dirlo in un altro modo: l'opposizione bene/male nell'uomo nasce da stati affettivi contrastanti che ognuno di noi possiede come una sorta di eredità genetica naturale e che sviluppiamo sempre in ottica evolutiva: pertanto siamo egoisti, ma anche solidali, rabbiosi ma anche amorevoli, e così via, perchè entrambe le vie possono servire e sono servite a farci diventare quello che siamo. Nello stesso tempo siamo una specie che apprende tantissimo, proprio perché siamo una specie culturale. Anche le società primitive, prima di impiegare i bambini facevano trascorrere molti anni, molti più di qualsiasi altra specie. L'apprendimento parentale è inoltre quello più importante perché collega l'apprendimento con i messaggi emotivi dell'unione affettiva familiare. In questo contesto si sviluppa quello che sarà l'uomo/donna adulto/a. E se in quel training formativo si sono sviluppati certi messaggi spostati sul lato egoistico, il soggetto sarà più facilmente egoista e così via. Anche per questo mi riferivo al fatto che le categorie di bene e male non sono soltanto individuali ma collettive.
Mi pare che nei tuoi discorsi hai "dimenticato" il punto chiave, cioé i comportamenti ossessivi che sono quelli ai quali mi riferisco. Essi sono contrari a qualsiasi logica di adattamento ambientale, e quindi denotano comportamenti poco efficaci in termini di sopravvivenza, e scarsa plasticità.
Il problema non é il bene o il male, ma la ossessività del male in tanti individui. Questa ossessività non ha un senso evoluzionistico, non c'é nessuna ragione biologica per la quale questo comportamento debba aver luogo. 
Dal mio punto di vista questo comportamento denota il condizionamento da parte delle forze del male. 
Il fatto poi che chi ha questi comportamenti creda di essere nel giusto non cambia certo la sostanza ossessiva e morale degli stessi. 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Jacopus

Non credo che ti riferisca al tipo ossessivo/compulsivo in termini diagnostici ma piuttosto a quella che viene definita "ripetizione del male" (ma anche del bene). E non è in contrasto con quello che dicevo prima, anzi ne è la continuazione pratica, pur dovendo, puntualizzare un punto, ovvero che siamo una specie abitudinaria. È una scelta evolutiva anche questa. Siamo molto poco abitudinari in termini filogenetici (storia della specie) ma comunque lo siamo in termini ontogenetici (storia dell'individuo). Pertanto se ti abitui a commettere omicidi, potresti continuare a farlo. Dalla mia prospettiva il bene e il male si apprendono e vi è sempre un nesso fra la storia individuale e quella collettiva, che non cancella la responsabilità dei singoli ma che ci interroga su quello che possiamo fare per vivere in una società "giusta".
Rispetto alle diagnosi psichiatriche dei due grandi dittatori del XX secolo c'è un libretto interessante, forse un po' convenzionale, non so. È di Alice Miller, psicoanalista eretica: la persecuzione del bambino. Descrive Hitler come affetto da disturbo borderline e Stalin come paranoico. Ma il problema non sta nel leader ma nella massa che si convince nel seguire quel leader patologico. Insomma avviene talvolta che una patologia diventa collettiva e si sublima in un leader o in un gruppo di leader, che conducono quella società su strade impervie e sanguinarie. Quindi per trovare l'origine del male occorre seguire tante strade. Non c'è una ricetta onnicomprensiva e risolutiva. Le religioni talvolta ci offrono queste soluzioni e la grandezza del cristianesimo sta proprio nell'offrire dei dubbi rispetto a dove situare il male (salvo poi risolvere il dissidio attraverso la fede, ma il discorso sarebbe lungo). La storia di Hitler è quella di un bambino pestato a sangue dal padre e dove in una occasione il padre temette di averlo ucciso. Il padre a sua volta era un figlio illegittimo e si vocifera che il padre (cioè il nonno di Hitler) che non l'avesse riconosciuto fosse ebreo. Bisognerebbe a questo punto risalire alla storia del nonno ebreo e capire perché non riconobbe il figlio. In questa storia, come in tutte le biografie, si intrecciano violenze, ingiustizie subite, capacità di riscattarsi e il feedback più o meno grande dei nostri interlocutori. In tutto ciò, in questo grande guazzabuglio che è la vita, talvolta appare "l'orrore" del colonnello Kurtz, a sua volta debitore dell'orrore pronunciato da McBeth, qualche secolo prima (per non citare il mio amico Conrad). Quell'orrore possiamo decidere che non abbia nulla a che fare con noi oppure che siamo anche noi agenti di quell'orrore, garzoni che vanno a reclamare i sospesi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

daniele22

Citazione di: iano il 10 Agosto 2025, 15:13:09 PMNessun esempio. E' un ipotesi.
L'ipotesi che viviamo dentro una descrizione.
Naturalmente se assumo questa ipotesi ritengo che ci siano buoni motivi per farlo.
Però non devi pensarla nel senso negativo che diamo all'aggettivo ''immaginario''.
Il mio invito è appunto quello di rivalutare l'immaginario.
Questa ipotesi ricuce lo strappo fra quel concreto con cui condiamo ogni verità ( tu ci hai condito l'esempio che mi chiedi, ma prima dovresti spiegarmi come si distingue un esempio concreto da uno che non lo è) e il disprezzato astratto.
Un esempio concreto è quello che ho fatto riferendomi al Vaticano. 
Comunque posso appoggiare l'idea che si viva all'interno di descrizioni, ma d'altra parte siamo immersi nella lingua ed è innegabile che molte descrizioni siano utili. 
Quali sarebbero dunque le conseguenze negative di questo fatto e come uscirne?

iano

#216
Citazione di: daniele22 il 11 Agosto 2025, 08:24:42 AMUn esempio concreto è quello che ho fatto riferendomi al Vaticano.
Comunque posso appoggiare l'idea che si viva all'interno di descrizioni, ma d'altra parte siamo immersi nella lingua ed è innegabile che molte descrizioni siano utili.
Quali sarebbero dunque le conseguenze negative di questo fatto e come uscirne?

Non ci sono conseguenze negative in se nel vivere in una descrizione, ma avendo coscienza di ciò,  se questo mondo/descrizione in cui vivi non ti piace, o non ti piace più, sai di poterlo cambiare, cambiando descrizione.
Nel vivere in una descrizione quindi io ci vedo solo conseguenze potenzialmente positive.
Diversamente, se il mondo in cui vivi, stante la sua evidenza, perciò coincide con la realtà, te lo devi tenere, anche se non ti piace, o non ti piace più.
I diversi mondi in cui viviamo in sequenza, o in contemporanea, devono avere tutti una caratteristica: dobbiamo viverci tutti insieme, e questo non è scontato che succeda, e quando non succede, in ciò io  vedo un ingiustizia.
Questo è quello che sta succedendo.
Vedo all'orizzonte nuove arche in cui tutti non ci potranno stare.
Ognuno di questi mondi ha senso quando è un impresa umana, e finché lo resta.
Tu puoi vedere ingiustizia nel mondo in cui vivi, e chi potrebbe darti torto?
Però io lo vedo più come un mondo superato, quindi da cambiare.
Non ci sono mondi giusti o sbagliati, veri o falsi in se, ma, in senso evoluzionistico, inadeguati ad un ''uomo'' sempre nuovo.

Può sembrare non positivo il vivere dentro una descrizione, ma è quando arriva il momento di cambiarla che ci accorgiamo di quanta inerzia al cambiamento possiede, proprio come se si trattasse di cosa concreta.

Viviamo dentro descrizioni, nessuna delle quali è inimitabile, ne tanto meno definitiva, quindi vera.
Parliamo di una verità  che però è sempre e solo intersoggetiva, ed è questa intersoggettività che ci dobbiamo tenere, perchè è ciò che, se non ci fa santi,  ci fa uomini.



Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

iano

#217
Stefaniaaa vuole trovare una descrizione sacra diversa dal Corano, davvero inimitabile.
Io dico che la dobbiamo scrivere insieme, senza lasciare che vecchi e nuovi profeti lo facciano per noi.
Magari non sarà inimitabile quella che scriveremo, ma davvero, se non lo è, chi se ne frega. :)
E anzi, non lo deve proprio essere.
Noi vogliamo che sia sempre falsificabile all'occorrenza, ma finché non viene falsificato vogliamo che sia il mondo in cui vivere insieme, perchè questa intersoggettività ce lo farà apparire come per incanto, come se fosse vero.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

Duc in altum!

Citazione di: Koba il 10 Agosto 2025, 17:30:05 PMNon ha alcuna importanza che il Cristo sia risorto, perché il male non è la morte.
Rispetto la tua fede, ma penso che nessuno resti impassibile innanzi alla notizia che uno di noi ce l'ha fatta a risorgere dalla morte... altro che non ha alcuna importanza!

Citazione di: Koba il 10 Agosto 2025, 17:30:05 PMLa morte è piuttosto la grande consolatrice, che ognuno di noi deve attendere con speranza e ottimismo.
Sempre e solamente se la storia del giudizio e della separazione tra pecore e capre, sia nient'altro che una favola... altrimenti, altro che speranza e ottimismo!
E' questione di fede...

Citazione di: Koba il 10 Agosto 2025, 17:30:05 PMIl problema è che in questa vita terrena non si vedono le tracce del Regno. Il Regno insomma non è venuto.
Per quel che riguarda la venuta del Regno, intesa come Parasceve del Cristo (il ritorno di Gesù tra noi), Dio ci notifica che per lui mille anni possono essere un giorno, quindi, supponendo, che giunga pure nell'anno 7033 d. C., non Gli sarebbe passata che una settimana dall'ascensione del Figlio... è sempre Lui il capo che comanda!

Bisogna sempre tenere a mente che l'espressione: il Regno di Dio, non è univoco... anche se tutte le realtà che esso indica, sono collegate da qualcosa in comune: l'Emmanuele, Dio-con-noi.

Quindi, ci sono milioni di persone che possono testimoniare che Dio è con loro adesso, quindi già vivono (non solo esistendo) in questo pellegrinaggio terrestre le tracce del Regno che verrà.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

Citazione di: iano il 11 Agosto 2025, 09:49:46 AMIo dico che la dobbiamo scrivere insieme, senza lasciare che vecchi e nuovi profeti lo facciano per noi.
Certo, ma saranno esclusi quelli che credono in Dio e non hanno nessuna intenzione di sostituirsi a Lui e ai Profeti che ha scelto... quindi "scrittura" poco sacra, dacché non è per tutti!
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

iano

Ora io non dico che l'impresa per noi sia facile, se fino a un certo punto c'è voluta una assoluta verità, sinonimo di di Un Dio, per portarla a termine.
E' un impresa per chi vuole assumersi le responsabilità, liberandosi dai sensi di colpa.
Sbaglieremo ancora, ma sapendo che nostra è l'impresa,  ci corriggeremo. :))
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

iano

#221
Citazione di: Duc in altum! il 11 Agosto 2025, 10:09:25 AMCerto, ma saranno esclusi quelli che credono in Dio e non hanno nessuna intenzione di sostituirsi a Lui e ai Profeti che ha scelto... quindi "scrittura" poco sacra, dacché non è per tutti!
Ti capisco Duc.
Non è per tutti, perchè  certe idee muoiono solo con gli uomini che le hanno supportate.
Io lo so che sto dicendo: armiamoci e partite; e non perchè sia un vigliacco, ma perchè so che il mio tempo è finito.
Solo ad esporle certe idee ci vuole coraggio, come ci insegna la storia.
Girdano Bruno non lo ha messo al rogo la chiesa, ma noi, perchè anche se non sono un credente, lo so che la chiesa siamo noi, me compreso.
Dunque è richiesto coraggio a quei filosofi che non si vogliono limitare a rimasticare vecchie idee senza averle mai digerite, non divenendo carne della loro carne.
Non ci sono filosofie giuste o sbagliate.
C'è un pensiero che non si può arrestare, per cui, se ami produrlo, sei fortunato, seppur a rischio della vita, perché la vita è rischio.
Cè un uomo che non si può fissare una volta per tutte, come prodotto di una creazione artistica da riporre in un museo, con eventuali prestiti per esporlo all'inferno o in paradiso.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

iano

#222
Citazione di: Duc in altum! il 11 Agosto 2025, 10:09:25 AMquindi "scrittura" poco sacra, dacché non è per tutti!
A questo mira la sacralità della scrittura, l'esser per tutti.
Ma conta più lo scopo, l'esser per tutti, o il mezzo, l'esser sacra?
Se conta l'esser per tutti, come io credo, il mezzo è relativo. La verità è valsa bene questo scopo.
In ogni caso l'impresa fino a un certo punto è riuscita solo ai testi sacri, e quindi tanto di cappello, e tutto il rispetto per chi continua a crederci.
Altri tipi di testo ci sono riusciti meno, ma confermando comunque il ''potere'' delle scritture.
Io ammiro la tua fede perchè so quanto ti fa buono.
La scomessa è riuscirci in altro modo, e so bene che non è una impresa da poco, come non lo è stata l'impresa religiosa.
In ogni caso non è una scommessa per uomini vissuti, come me lo siamo io e te, ma  per uomini ancora da venire, come già noi siamo venuti.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

InVerno

Citazione di: Duc in altum! il 11 Agosto 2025, 09:59:57 AMPer quel che riguarda la venuta del Regno, intesa come Parasceve del Cristo (il ritorno di Gesù tra noi), Dio ci notifica che per lui mille anni possono essere un giorno, quindi, supponendo, che giunga pure nell'anno 7033 d. C., non Gli sarebbe passata che una settimana dall'ascensione del Figlio... è sempre Lui il capo che comanda!
Eccetto le centinaia di passaggi del vangelo che perderebbero completamente di senso se si trattasse di un evento che accadrà milioni di anni dopo, eccetto che Gesù dice chiaramente ai discepoli che qualcuno di loro sarà ancora vivo quando accadrà. Il grande lavoro della teologia cristiana è stato quello di nascondere la data di scadenza del cristianesimo quando essa era scritta a lettere cubitali sulla confezione.
Ora Noè, coltivatore della terra, cominció a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacó. Genesi 9:20

Duc in altum!

Citazione di: InVerno il 11 Agosto 2025, 10:42:28 AMGesù dice chiaramente ai discepoli che qualcuno di loro sarà ancora vivo quando accadrà.
E' una pericope evangelica che, nel leggerla, puntualmente mi emoziona:
Parabola del fico (SAN MATTEO)
Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.

Gesù, come suo Padre, ama sorprenderci... anche tutte queste profezie saranno compiute secondo la Sua (non la nostra terricola) interpretazione!
Nel frattempo, ognuno usa l'inevitabile propria fede, come meglio desidera...
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

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