Filosofia della Perfezione

Aperto da Mel Fed, 23 Agosto 2025, 14:05:08 PM

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Mel Fed

Da qualche anno sono impegnato a delineare i contorni della mia nuova teoria, la Filosofia della Perfezione, che consiste in una Filosofia Religiosa, paragonabile al Buddismo o al Taoismo. Ho già scritto e pubblicato i primi due libri, Filosofia della Perfezione, appunto, e Il Nuovo Comunismo, ma ne scriverò altri. La teoria non è ispirata da nulla, ma ha dei punti in comune con Buddismo, Taoismo e Islam.
I punti principali sono l'andare al di là del Bene e del Male, unico modo di raggiungere Dio. Dio non è il Bene, e non è assolutamente nulla di umano o riconducibile all'umano, come lo è per il cristianesimo, ma è la Perfezione. Quest'ultima è un concetto logico, è la coerenza, la non-contraddizione, l'ordine.
La teoria non è metafisica, non ci sono nozioni di tipo cosmogonico, sul mondo terreno, sulla creazione, ma si interessa unicamente di pensiero. Non c'è dogmatismo, perchè tutto è soggetto a spiegazione.
Il fine è l'elevazione spirituale dell'individuo, per cui egli deve essere valorizzato al massimo: perchè questo avvenga non deve essere sottomesso da una autorità, o da un'altra categoria di persone, da cui il principio dell'uguaglianza e lo sforzo di eliminare supremazie di classe (nobiliare, di ricchezza e etniche).Il secondo libro Il Nuovo Comunismo esprime ciò come principio di base. Se fosse necessario avere dei governanti essi lo devono fare in nome degli ideali, non proprio. L'unica autorità deve consistere in Dio, che è però soltanto un concetto teorico.
La modalità di stabilire i principi e i valori sulla base dei quali l'individuo deve agire è il percorso del Nulla, in cui ci si libera da tutti gli schemi mentali della propria cultura per ritrovare i sentimenti innati e originari. Si troverà, tra l'altro, il disprezzo per la sofferenza propria e, in minor misura, di quella degli altri. Da cui l'invito al veganesimo e l'ostilità al cristianesimo, ai quali è connessa e lodata la sofferenza. Il Nulla (del pensiero, non della fisica) è perfetto per definizione, in quanto,  non essendoci nulla, non c'è neanche l'errore logico, l'unica cosa che fa venir meno la Perfezione.
La teoria promuove il Monismo, e disprezza il Pluralismo della nostra società nord-occidentale, per cui tutto e il contrario di tutto sono apprezzati. Nel campo delle relazioni, una sola istituzione è quindi promossa, e non può che essere la Famiglia Naturale, basata sulla coppia eterosessuale. Quest'ultima è già una Famiglia, e i figli sono soltanto un'eventualità. Aborto e eutanasia sono apprezzati come metodi per realizzare unioni familiari più solide e per evitare la sofferenza.
Spazio importante è riservato alla Meditazione, sia del singolo (che avviene in tre fasi), che della coppia (Dialogo) e del gruppo (Discussione), come nelle Scuole Filosofiche Greche Antiche.

Ipazia

Mi pare che sul finale del manifesto si riveli in atto la natura totalitaria (con lettera maiuscola come si confà) del progetto,  che già si intuisce in potenza fin dall'inizio col riciclo dell'antico Totem divino.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Filosofia della perfezione dici? Condivido in toto le parole di Ipazia. La famiglia naturale eterosessuale è una bella scommessa. Bisognerebbe interpellare i leoni ( e le altre svariate specie in cui il maschio dominante ha il controllo sessuale di tutte le femmine del branco, l'harem è molto più naturale della coppia a questo punto). Ad ogni buon conto ogni perfezione  porta con sè il germe di una innata violenza, e la filosofia greca classica non va citata in un programma del genere poiché è stata l'esatto contrario della ricerca del monismo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi

Una volta tanto mi tocca dar ragione a jacopus, "famiglia naturale" é un concetto abbastanza privo di senso scientifico e pieno di riferimenti giusnaturalistici.
C'é poi quell'idea che esprimi, Mel fed, di "disprezzo del pluralismo", che é socialmente pericolosa. Cosa proponi di fare per quelli che non si adeguano al tuo monismo, dicci un pò? 
>:( >:( >:(
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Phil

Senza aver prima letto il libro (o i libri), chiaramente i commenti lasciano il tempo che trovano, perché magari per arrivare a tali proposte vengono usate argomentazioni particolarmente valide e solide, forse persino senza precedenti (non posso escluderlo a priori). Nondimeno, a prescindere dalle argomentazioni, stando alla sintesi delle conclusioni riportata, si notano già possibili punti deboli che comprometterebbero le fondamenta dell'intera proposta.
In breve:
- «l'andare al di là del Bene e del Male»(cit.) non è coerente con la successiva rigidità nel demarcare nettamente ciò che è bene (Monismo, Famiglia Naturale, aborto, eutanasia, etc.) e ciò che è male (Pluralismo, etc.)
- «la Perfezione. Quest'ultima è un concetto logico, è la coerenza, la non-contraddizione, l'ordine»(cit.); il buon Gödel ha dimostrato quasi un secolo fa come, proprio nella logica (oltre che nella matematica), coerenza e completezza non vadano troppo d'accordo (v. teoremi di incompletezza); per cui idolatrare la logica senza aver prima trovato un'assiomatica immune da aporie è un passaggio contraddittorio, o quanto meno che espone la propria logica ai noti problemi di autoreferenza, assenza di una meta-logica valutativa, etc. che comportano una pluralità di logiche (come di fatto è) non compatibili con un monismo, che non sia appunto autofondante e ritenuto più valido degli altri per motivazioni ad esso esterno (e di cui bisognerebbe render conto guardandosi da varie fallacie)
- «L'unica autorità deve consistere in Dio, che è però soltanto un concetto teorico»; elevare a divinità un concetto teorico, scelto secondo proprie preferenze, è una mossa retorica piuttosto debole, essendo replicabile e dando adito ad un "politeismo" in cui ognuno si fa la sua teorica religione, risultando "monista a casa sua"; ci vorrebbe un po' di sana epistemologia per mettere un ordine le varie teorie, ma purtroppo non tutti i campi si prestano ad un consolidamento metodologico, non certo quello religioso (e quello logico ha comunque le sue debolezze, v. sopra)
- «Il Nulla (del pensiero, non della fisica) è perfetto per definizione, in quanto,  non essendoci nulla, non c'è neanche l'errore logico», così come, non essendoci nulla, non c'è nemmeno la perfezione e nemmeno chi definisce il nulla perfetto (se ti riferisci al secondo capitolo dello Chuang-Tzu, dell'omonimo autore, farei attenzione all'esegesi del testo).

Distillare la propria filosofia in forma scritta sicuramente è un buon modo per perfezionarla e condividerla un modo per innescare riflessioni negli altri. Chiaramente queste osservazioni non hanno la minima velleità di confutare né le tue conclusioni né tantomeno le tue premesse (che non conosco), ma spero siano questioni che hai già almeno valutato, se non "risolto", all'interno del libro.

Mel Fed

Salve. Premetto che non rispondo a critiche distruttive, creano soltanto battibecchi inutili. Mi sembra che Phil sia stato più positivo, o per lo meno possibilista riguardo alla significatività del mio percorso, per cui rispondo a lui.

Citazione di: Phil il 23 Agosto 2025, 19:24:04 PM- «l'andare al di là del Bene e del Male»(cit.) non è coerente con la successiva rigidità nel demarcare nettamente ciò che è bene (Monismo, Famiglia Naturale, aborto, eutanasia, etc.) e ciò che è male (Pluralismo, etc.)

Con Bene e Male intendo il confronto tra due individui, cioè la negatività/positività che uno riceve dall'altro: Male è rubare, aggredire, tradire, diffamare, Bene è essere amico o amare, l'altruismo, ecc. Non è nessuno degli esempi citati, non sono i valori della società. Quando poi dico che Dio non è il Bene, è perchè può venir visto (i cristiani lo fanno) come una persona che ama l'individuo umano, mentre io nego questo fatto, non c'è Bene in partenza, e neanche Male, però.
Citazione di: Phil il 23 Agosto 2025, 19:24:04 PM- «la Perfezione. Quest'ultima è un concetto logico, è la coerenza, la non-contraddizione, l'ordine»(cit.); il buon Gödel ha dimostrato quasi un secolo fa come, proprio nella logica (oltre che nella matematica), coerenza e completezza non vadano troppo d'accordo (v. teoremi di incompletezza); per cui idolatrare la logica senza aver prima trovato un'assiomatica immune da aporie è un passaggio contraddittorio, o quanto meno che espone la propria logica ai noti problemi di autoreferenza, assenza di una meta-logica valutativa, etc. che comportano una pluralità di logiche (come di fatto è) non compatibili con un monismo, che non sia appunto autofondante e ritenuto più valido degli altri per motivazioni ad esso esterno (e di cui bisognerebbe render conto guardandosi da varie fallacie)
Uno dei miei princi è la semplicità, al limite l'uso del buon senso, e il rifuggire da ragionamenti "razionalizzanti". Tendo a esprimermi nel modo in cui si potrebbe esprimere un profeta di una religione, comprensibile da tutti. Faccio un esempio: se qualcuno dice che gli piacciono le giornate di sole, e poi dice che non gli piacciono, è incoerente. Non credo si possano avere dubbi su ciò: la mia Perfezione logica è l'assenza di errori di questo tipo.
Citazione di: Phil il 23 Agosto 2025, 19:24:04 PM- «L'unica autorità deve consistere in Dio, che è però soltanto un concetto teorico»; elevare a divinità un concetto teorico, scelto secondo proprie preferenze, è una mossa retorica piuttosto debole, essendo replicabile e dando adito ad un "politeismo" in cui ognuno si fa la sua teorica religione, risultando "monista a casa sua"; ci vorrebbe un po' di sana epistemologia per mettere un ordine le varie teorie, ma purtroppo non tutti i campi si prestano ad un consolidamento metodologico, non certo quello religioso (e quello logico ha comunque le sue debolezze, v. sopra)
La Perfezione logica=coerenza=Dio è invece un valore assoluto, con cui tutti si devono confrontare nella loro vita e nei loro ragionamenti. È vero comunque che si potrebbe essere monisti a casa propria, nel caso in cui si definisse Dio in un altro modo, purchè questi modi siano compatibili. Per esempio io ritengo che, in qualche misura, il Dio monoteistico giudaico-islamico abbia degli elementi di compatibilità col concetto di Perfezione, in quanto nel confronto col Dio cristiano il primo risulta più accettabile. Sembrano ragionamenti poco razionali, ma in realtà lo sono: siamo nel campo della Religione, non della Filosofia nord-occidentale.
Citazione di: Phil il 23 Agosto 2025, 19:24:04 PM- «Il Nulla (del pensiero, non della fisica) è perfetto per definizione, in quanto,  non essendoci nulla, non c'è neanche l'errore logico», così come, non essendoci nulla, non c'è nemmeno la perfezione e nemmeno chi definisce il nulla perfetto (se ti riferisci al secondo capitolo dello Chuang-Tzu, dell'omonimo autore, farei attenzione all'esegesi del testo).
La Perfezione è definita in modo negativo, cioè è lo stato in cui manca l'Errore, che è l'elemento determinante. Sono io che lo definisco così. Per cui confermo che il Nulla è perfetto in quanto non c'è Errore. Se uno non pensa a nulla, nessuno può accusarlo di pensieri sbagliati: in quel momento è perfetto.

Ripeto comunque che la mia proposta è basata sulla semplicità, al limite sul buon senso, e mira a farsi capire da tutti, un po' come potevano fare Budda, Gesù o Maometto. Molti dei ragionamenti proposti non sono di questo tipo. Saluti.

Ipazia

#6
La mia non voleva essere una critica distruttiva e ringrazio Phil che ha segnalato le aporie in maniera più accurata e amichevole da meritare una risposta. Benvenuto in questa palestra del pensiero.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Se vogliamo essere costruttivi, possiamo dire che il nostro Mel fed, coerentemente con la sua visione monistica, non accetta idee che siano in contraddizione con le sue.
Chissà perché, poi, nel suo post iniziale, parla di dibattiti e di dialettica?
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

iano

#8
Citazione di: anthonyi il Oggi alle 04:12:36 AMSe vogliamo essere costruttivi, possiamo dire che il nostro Mel fed, coerentemente con la sua visione monistica, non accetta idee che siano in contraddizione con le sue.
Chissà perché, poi, nel suo post iniziale, parla di dibattiti e di dialettica?
Si scrive sulla carta, ma per alcuni è come scrivere ancora sulla pietra, sicché, quando il mezzo si fa ancor più sottile , come un virtuale forum, constato la difficoltà di adattarvisi.
Il libro ha il pregio/difetto di non poter dialogare col lettore, e con due libri il nostro si è presentato.
Però, siccome esistono sempre le eccezioni, gli auguro e mi auguro, una sua lunga permanenza sul forum.
L'adattamento al mezzo richiede tempo, e siccome di tempo ne è passato, noto come sempre meno si consideri il forum un surrogato del libro.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

Kob

È l'idea stessa di perfezione a suscitare sospetti. Infatti non c'è esperienza umana che rimandi concretamente ad essa, in ambito naturale, sociale o della vita interiore. L'uomo fa piuttosto esperienza di trasformazioni, a volte positive a volte negative, che unendosi insieme, come gli affluenti di un fiume, conducono inesorabilmente, a valle, alla rovina (del corpo e dell'anima).
Quindi, se l'esperienza non rimanda in alcun modo alla perfezione, questa dovrà essere fondata, giustificata. Il riferimento alla logica, quindi alla perfezione come ordine, armonia, "igiene", è solo apparentemente più concreto delle giustificazioni religiose: la logica infatti è un sogno, il sogno di scarnificare il linguaggio dal suo corpo simbolico. Un linguaggio puro, immacolato, scevro dal potere evocativo della parola.
D'altro canto il cristianesimo si è fatto carico di mediare: con la sua antropologia dell'immagine e della somiglianza, su cui ha campato per un paio di millenni, da una parte si accetta la realtà scabrosa e approssimativa dell'essere umano, dall'altra si cerca di delineare un percorso di vera salvezza, il quale consiste in pratica nel diventare come Dio. Ma la materia, il corpo, i suoi processi, le sue debolezze, e poi i pensieri, le voci, la confusione, ... insomma, tutto concorre a rendere la salvezza un cammino sempre fallimentare. In cielo però sarà tutta un'altra storia (così per chi crede).
Penso ci possa essere una filosofia della perfezione solo nel caso in cui l'attenzione venga focalizzata su tentativi, sempre un po' disperati, di lavorare al cammino: per adesso concentriamoci sul prossimo passo, piede e gamba destra in avanti, ed evitiamo di precipitare nel dirupo, tutto qua, poi si vedrà...
Ma una roba del genere per dirla tutta non è più una filosofia della perfezione, piuttosto una filosofia della salvezza.
"Dentro ai manicomi c'è la pazzia riconosciuta da tutti, fuori dai manicomi c'è la pazzia clandestina... ma il tutto non è che follia" (T. Bernhard, "Ungenach")

Phil

Citazione di: Kob il Oggi alle 09:29:54 AMla logica infatti è un sogno, il sogno di scarnificare il linguaggio dal suo corpo simbolico. Un linguaggio puro, immacolato, scevro dal potere evocativo della parola.
Una nota: la logica non è sogno, è concretamente ciò che usiamo per formulare frasi di senso compiuto. Il problema può sorgere quando si pensa di poter ridurre tutto l'uso del linguaggio alla sola dimensione logica, in un monismo il cui progetto neopositivista è fallito il secolo scorso. Buttare via la logica in favore di un uso solo retorico, emotivo e poetico del linguaggio, significherebbe vaneggiare, così come parlare solo per funzioni logiche sarebbe parimenti sterile ed inutile, come qualunque formalismo privo di contenuto reale.
Anche il discorso più ingenuo, umile e semplice, solitamente tende a bilanciare (come può) logica, retorica, semantica, etc. quando si trova un bilanciamento che "ci piace", allora "la ricetta" è quella giusta per noi. Quando poi condividiamo "la ricetta" con gli altri, è inevitabile che ci possano essere "gusti" e bilanciamenti differenti, ma finché il cibo resta "commestibile", può valere la pena assaggiarlo (cercare di comprenderlo).

Mel Fed

Citazione di: Kob il Oggi alle 09:29:54 AMÈ l'idea stessa di perfezione a suscitare sospetti. Infatti non c'è esperienza umana che rimandi concretamente ad essa, in ambito naturale, sociale o della vita interiore.
...
Penso ci possa essere una filosofia della perfezione solo nel caso in cui l'attenzione venga focalizzata su tentativi, sempre un po' disperati, di lavorare al cammino: per adesso concentriamoci sul prossimo passo, piede e gamba destra in avanti, ed evitiamo di precipitare nel dirupo, tutto qua, poi si vedrà...
Ma una roba del genere per dirla tutta non è più una filosofia della perfezione, piuttosto una filosofia della salvezza.
Non bisogna pensare che la mia Perfezione sia il perfezionismo, un ideale che si raggiunge con sforzo e grande impegno. Posso tradurlo anche con Correttezza. Se dico 1+1=2 sono corretto, perfetto, se dico 1+1=3 non lo sono. Per cui non è un ideale irraggiungibile. Ripeto che anche nel Nulla c'è la Perfezione, per cui essa si può ottenere senza fare nessuno sforzo.
Per quanto riguarda la modalità di raggiungerla, tu proponi di partire da dove ti trovi e fare dei passi avanti. Io propongo invece di farli indietro, fino all'origine della propria natura, dove troveremo la perfezione del Nulla, e poi ripartire da quel punto, evitando tutti gli errori che si presenteranno sul percorso fino a raggiungere ancora la situazione presente. Certo ci sarà sempre il rischio del dirupo, ma se si è interiormente sereni e si è capito che la Perfezione è possibile, ed è anche facile da ottenere, si sarà più convinti e sicuri di potere raggiungere la salvezza.

fabriba

Sono d'accordo con molte delle obiezioni sollevate da più fronti, però a dire la verità non mi sembra che esistano religioni o ideologie completamente al riparo da contraddizioni interne.

Il tuo nulla come esempio di perfezione mi sembra vicino all'idea buddista (e in particolare zen) di svuotare la mente per raggiungere l'illuminazione, infatti fai riferimento a errori di pensiero come contaminazione del nulla.
Però nel contesto zen si rifiuta l'esistenza delle categorie del bene e del male.

Se per la tua filosofia l'errore e l'imperfezione vengono dal pensiero, sembra difficile che poi la filosofia possa sostenere anche la cosa più banalmente condivisibile come il disprezzo per la sofferenza, che è pure un pensiero e quindi si discosta dal nulla.
Tutto questo senza entrare nel merito di monismo/pluralismo-veganismo-pro/antiabortismo-ecc ... che mi sembrano tutte a loro modo attaccabili, e quindi imperfette nel framework di pensiero della tua filosofia.

Però alla fin fine, se Ron Hubbard fosse venuto a chiedere in questo forum un parere su scientology, immagino che sarebbe uscito con le ossa rotte e non sarebbe mai diventato miliardario  :D

Duc in altum!

Citazione di: Mel Fed il Oggi alle 12:07:22 PMCerto ci sarà sempre il rischio del dirupo, ma se si è interiormente sereni e si è capito che la Perfezione è possibile, ed è anche facile da ottenere, si sarà più convinti e sicuri di potere raggiungere la salvezza.
Be', al di là del fatto che nessuno può darsi la serenità o la Perfezione da solo (altrimenti non ci sarebbe più bisogno di confutare il Vangelo in sé stessi), ma salvarsi da cosa/chi?!?
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Mel Fed

Citazione di: fabriba il Oggi alle 16:02:22 PMIl tuo nulla come esempio di perfezione mi sembra vicino all'idea buddista (e in particolare zen) di svuotare la mente per raggiungere l'illuminazione, infatti fai riferimento a errori di pensiero come contaminazione del nulla.
Però nel contesto zen si rifiuta l'esistenza delle categorie del bene e del male.
Esatto, hai colto nel segno! Non capisco il "però": è esattamente quello che propongo io di fare il tentativo, lo sforzo di superare il Bene e il Male.
Citazione di: fabriba il Oggi alle 16:02:22 PMSe per la tua filosofia l'errore e l'imperfezione vengono dal pensiero, sembra difficile che poi la filosofia possa sostenere anche la cosa più banalmente condivisibile come il disprezzo per la sofferenza, che è pure un pensiero e quindi si discosta dal nulla.
Io non sostengo di restare nel Nulla, ma soltanto che esso è l'origine da cui dobbiamo partire per confrontarci col mondo. In questo progressivo confronto incontriamo appunto la Sofferenza e stabiliamo come dobbiamo rapportarci ad essa, con il tentativo di evitarla. Restando nel Buddismo, la liberazione dalla Sofferenza è per esso un tema fondamentale infatti.
Citazione di: Duc in altum! il Oggi alle 16:07:43 PM
Be', al di là del fatto che nessuno può darsi la serenità o la Perfezione da solo (altrimenti non ci sarebbe più bisogno di confutare il Vangelo in sé stessi), ma salvarsi da cosa/chi?!?
Io sostengo che la serenità e la Perfezione possono senz'altro realizzarsi nel singolo, e non è neanche difficile, se si riesce a non farsi inluenzare dalla società e dalla propria cultura, superando gli schemi mentali e attraverso la Spontaneità.
Riguardo alla Salvezza, si può vivere alla giornata la propria vita, ma si può anche decidere che bisogna attuare una sfida con la società, la partita della propria vita, alla quale continueremo a giocare finche non la vinceremo o per lo meno non perderemo. Può essere la stessa società ad avere deciso di giocare una partita con noi, e noi siamo tenuti a non perderla, cioè a salvarci.

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