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Il filosofo che non sono.

Aperto da iano, 29 Agosto 2025, 16:12:41 PM

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iano

Non sono un idealista, ne un materialista, ma uso le idee e maneggio la materia.
Toccare la realtà è descriverla con le sensazioni.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

fabriba

Cito wiki:
L'idealismo, in filosofia, è una visione del mondo che riconduce totalmente l'essere al pensiero, negando l'esistenza autonoma della realtà, ritenuta il riflesso di un'attività interna al soggetto. 




Su questo posso dire che la scienza ti sta dando sempre più ragione... e la realtà sembra proprio che possa non esistere in maniera indipendente dall'osservatore.
Il risultato in se è poco intererssante per un filosofo (o un filosofo che non è), però mi sembra che questa consapevolezza stia contaminando pesantemente gli strati più "pop" della cultura... l'atteggiamento sempre più diffuso di vedere la realtà come una canvas da piegare alle proprie opinioni, mi sembra difficile da immaginare fuori da questo momento culturale e questa consapevolezza scientifica del reale.

Non so se era il tipo di riflessione che ti aspettavi, ma passavo di qua :) 


iano

#2
Citazione di: fabriba il 29 Agosto 2025, 16:52:37 PMCito wiki:
L'idealismo, in filosofia, è una visione del mondo che riconduce totalmente l'essere al pensiero, negando l'esistenza autonoma della realtà, ritenuta il riflesso di un'attività interna al soggetto.




Su questo posso dire che la scienza ti sta dando sempre più ragione... e la realtà sembra proprio che possa non esistere in maniera indipendente dall'osservatore.
Il risultato in se è poco intererssante per un filosofo (o un filosofo che non è), però mi sembra che questa consapevolezza stia contaminando pesantemente gli strati più "pop" della cultura... l'atteggiamento sempre più diffuso di vedere la realtà come una canvas da piegare alle proprie opinioni, mi sembra difficile da immaginare fuori da questo momento culturale e questa consapevolezza scientifica del reale.

Non so se era il tipo di riflessione che ti aspettavi, ma passavo di qua :)


Si, quello che scrivi è calzante. Grazie.
Non sono un idealista perchè non c'è necessità di negare la realtà, solo che non è quella che crediamo che sia, cioè quella che tocchiamo con mano, concreta.
La vera realtà non è concreta, nel senso che la concretezza è una ''idea delle nostre mani''.
Il mondo/modo in cui viviamo indirettamente la realtà è concreto, ma la realtà in se non ha attribuiti.Non è materia e non è un idea.
Non è nulla che si possa dire o sentire in assoluto, nel senso che non c'è un solo modo di interagirvi.
Il mondo è la realtà come la viviamo.
Quindi c'è un mondo per ogni vivente.
Gli uomini non vivono nello stesso mondo, ma sono uomini perché vivono nello stesso mondo.

il vero idealista è colui che nega la materia, costruendo su questa negazione la sua filosofia.
Ma di fatto non può costruire il suo idealismo se non contrapponendosi alla materia.
Quindi come può stare in piedi la sua filosofia, se nega ciò da cui è partito?
Discorso speculare vale per il materialista.
Detto da un non filosofo con le inevitabili lacune.
Però la sostanza del discorso credo sia chiara.

La realtà, come ci appare, più che una mappa della realtà, è un manuale di istruzioni scritto per immagini, non unico possibile, su come interagire con la realtà.
Immagini che nel tempo sono state stilizzate in un alfabeto, transitando per gli ideogrammi.
L'immagine, una volta fattasi lettera dell'alfabeto,  non ci consente perciò più di visualizzare la realtà, perchè la sua descrizione non è più scritta con caratteri immaginifici. Questo è il motivo per cui non comprendiamo le leggi della fisica, e questo indirettamente esemplifica cosa intendiamo per comprendere.
Chi non ha capito la fisica quantistica non ha capito che non c'è niente da capire.
E' un manuale d'uso della realtà.
C'è n'è un altro scritto in un alfabeto immaginifico, che coincide con la realtà solo se non sai che è un manuale d'uso, che serve ad esempio per non cadere nei burroni, dei quali noi sappiamo in effetti soltanto che cadendoci ti fai molto male.

E alla fisica classica che invece comprendiamo, che posto gli assegniamo.
E' l'anello di congiunzione fra ciò che comprendiamo e ciò che non comprendiamo.
I nuovi manuali di istruzioni non sono da comprendere, ma da usare, e questo è il vero problema, che in pochi li sanno usare, mentre la ''realtà'' tutti la comprendiamo.
Qual'è la soluzione?
Tu lo potresti sapere. E' il tuo lavoro.

Il nostro mondo cambia, ma noi dovremmo cercare di restare uomini, cioè di vivere sempre insieme in un mondo solo.
This is the problem.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

Ipazia

Ode al materialismo

Tutto molto bello finchè la realtà non assume la forma concretissima e beffarda del paracarro contro cui l'osservatore incauto va a sbattere senza poterla rimodellare a suo piacimento.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#4
Citazione di: Ipazia il 29 Agosto 2025, 19:23:53 PMOde al materialismo

Tutto molto bello finchè la realtà non assume la forma concretissima e beffarda del paracarro contro cui l'osservatore incauto va a sbattere senza poterla rimodellare a suo piacimento.
Ode tardiva. Ti ho prevenuta parlando di burroni, ben più temibili di un paracarro.
Ti ci vedo, seduta sul tuo paracarro, mentre aspetti Bartali.
Hai un basco francese blu, scarpe da trekking rosa, impolverate, e un foulard bianco mosso dal vento.
Ti vedo come fossi reale. :)
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

fabriba

#5
Citazione di: iano il 29 Agosto 2025, 19:13:43 PMI nuovi manuali di istruzioni non sono da comprendere, ma da usare, e questo è il vero problema, che in pochi li sanno usare, mentre la ''realtà'' tutti la comprendiamo.
Se per comprendere intendi la stessa cosa che si dice in "i tovaglioli al mc donald sono compresi nel prezzo" o "la liguria è compresa tra il tirreno e l'appennino", non son mica sicuro che la realtà la comprendiamo. Direi piuttosto che è impossibile comprenderla perché lei comprende noi (consapevole di aver tirato il significato della parola di qua e di la).
Che incidentalmente -l'impossibilità di comprendere qualcosa che ci comprende- è una cosa che nell'ambito tecnologico sarebbe anche stata dimostrata (credo da Turing) ma con la quale non ho ancora fatto pace.

Però si, pensare alla scienza come a un manuale di istruzioni piuttosto che come a una descrizione del reale, è un approccio enormemente interessante e assieme leggermente pericoloso.
Esiste un sistema di coordinate in cui si può descrivere scientificamente la terra come la superficie interna di una sfera cava, con tutto l'universo contenuto nella sfera... è affascinante da discutere, ma nelle mani sbagliate è un'arma di distruzione di massa (arma culturale, sociale... niente di fisico).

iano

#6
Citazione di: fabriba il Oggi alle 18:37:34 PMSe per comprendere intendi la stessa cosa che si dice in "i tovaglioli al mc donald sono compresi nel prezzo" o "la liguria è compresa tra il tirreno e l'appennino", non son mica sicuro che la realtà la comprendiamo. Direi piuttosto che è impossibile comprenderla perché lei comprende noi (consapevole di aver tirato il significato della parola di qua e di la).
No, non parlo di una inclusione insiemistica. :)
Per ''comprendere'' intendo una di quelle cose che facciamo, ma che non sappiamo dire come.
Sappiamo invece come usare i manuali della scienza, ma non li comprendiamo.
Questa specularità mi sembra significativa, e tenderei a considerarla non casuale.
Quindi, se la scienza ci da solo manuali d'uso, e nessuna possibilità di comprendere, forse il comprendere vale un manuale d'uso, per cui le due cose si escludono a vicenda, non essendo necessaria la loro contemporaneità.
Cioè se c'è uno non serve l'altro, e ciò che non serve la natura aborre.
Non sappiamo se le macchine ci sostituiranno.
Sappiamo solo che noi possiamo sostituire le macchine, perdendo in efficacia, si, ma sappiamo farlo, e nel dirlo ho volutamente capovolto la storia, per vedere l'effetto che fà.
I manuali sanno usarli ''anche'' le macchine, che quindi, se non comprendono , poco male, come sappiamo usarli  noi, che quindi, se non comprendiamo, poco male. In ogni caso, come abbiamo detto, non ne avrebbero/non ne avremmo, bisogno.

Il fatto poi che l'osservatore è parte della realtà che osserva, comporta, stante la sua evoluzione, che non possa esserci una descrizione univoca della realtà, se dipende da un osservatore che muta.
Cioè, la mutabilità dell'osservatore è condizione sufficiente, per la non univocità della descrizione della realtà.
Se questa descrizione fosse univoca, per quanto rimanga distinta da ciò che descrive, potremmo di fatto considerarle la stessa cosa. Le consideriamo la stessa cosa quando, inconsapevoli di stare usando un manuale, che perciò è di fatto univoco, la comprendiamo.
Questa è la mia idea di verità, che perciò non è possibile ottenere.
Un condizione necessaria per la verità è che l'osservatore non muti, ma non è la sola, occorre sacralizzare i mezzi con cui la dovremmo esprimere, ad esempio la scrittura.
Queste due condizioni mi pare che siano esplicitamente dichiarate nella religione cristiana.

Cosa abbiamo da temere da tutto ciò?
Temiamo di ''snaturarci'', ma questo è quello che l'evoluzione ha sempre fatto.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

iano

#7
Come potrebbe l'uomo di oggi considerare un bene ciò che potrebbe essere un bene solo per l'uomo di domani?
Per poter parlare di un bene assoluto ci vorrebbe un uomo che non muti.

L'osservatore è parte di ciò che osserva, ma si distingue dal resto, perchè ciò che osserva è costante nel suo mutare, mentre lui non lo è, perchè l'osservazione lo muta.
Se non ci fosse costanza nel mutare nessuna legge fisica potrebbe ricavarsi dall'osservazione, e le leggi fisiche sono infatti leggi di conservazione.
In generale qualunque cosa faccia l'essere vivente lo rende altro.
Osservando conosce e questa conoscenza lo taglia fuori dal paradiso di uomini fatti e compiuti, che restano così, come sono stati creati.
Chi ha scritto la bibbia, già lo sapeva.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

Ipazia

Citazione di: iano il Oggi alle 20:45:35 PMCome potrebbe l'uomo di oggi considerare un bene ciò che potrebbe essere un bene solo per l'uomo di domani?
Per poter parlare di un bene assoluto ci vorrebbe un uomo che non muti.

L'osservatore è parte di ciò che osserva, ma si distingue dal resto, perchè ciò che osserva è costante nel suo mutare, mentre lui non lo è, perchè l'osservazione lo muta.
Se non ci fosse costanza nel mutare nessuna legge fisica potrebbe ricavarsi dall'osservazione, e le leggi fisiche sono infatti leggi di conservazione.
In generale qualunque cosa faccia l'essere vivente lo rende altro.
Osservando conosce e questa conoscenza lo taglia fuori dal paradiso di uomini fatti e compiuti, che restano così, come sono stati creati.
Chi ha scritto la bibbia, già lo sapeva.
Ci pensa il ciclo immutevole di nascita e morte a stabilire il criterio di bene assoluto valido per ogni vivente finchè vive.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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