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Messaggi - iano

#46
Quella che potrebbe essere una pura coincidenza, per te non è tale, perchè riguarda gli stretti parenti, che per noi tutti sono speciali.
Se i miei parenti sono speciali, tutto ciò che li riguarda acquista per me particolare rilevanza, e una pura coincidenza che li riguardi per me non è più tale, cioè è ancora una coincidenza, chi potrebbe negarlo, ma non è pura.
#47
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 11 Ottobre 2025, 18:02:19 PMSecondo me gli esempi che ho citato, presi tutti insieme non possono essere citati come coincidenze. C'è qualcos'altro, e ho intenzione di dimostrarlo... appena i tempi saranno maturi. 😏

I miei due vicini sono nati il mio stesso giorno (non scherzo, è vero)
e non siamo parenti.
O meglio , a dire il vero uno dei due è mio cugino di secondo grado, quindi un parente, ma non proprio stretto.
Ho detto che non è mio parente perchè se consideriamo i parenti di diverso grado siamo tutti parenti.
Però, a quanto pare, noi all'essere parenti stretti tendiamo a dare un significato speciale. Tu sai dire il perchè?
Se sai dire il perchè allora quello è il significato che stai cercando, e non c'è bisogno di prove scientifiche.


 
#48
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 11 Ottobre 2025, 16:47:55 PMSecondo me si può chiamare coincidenza (anche se io non sono d'accordo sulla sua esistenza) un paio di situazioni che capitano in modo apparentemente inspiegabile.
Mi pare che tu stia dando contemporaneamente più significati al termine coincidenza, perchè infatti parli di qualcosa che pur non esistendo, tu sei in grado di rilevare, tanto è vero che ce ne hai dato un esempio ''parentale''.
#49
Citazione di: Morpheus il 11 Ottobre 2025, 16:34:00 PMAllo scopo della discussione credo sia doveroso ricordare la celebre teiera di Russell.

Se non sono coincidenze e si vuole dimostrare con certezza che sono innegabilmente non-coincidenze va dimostrato e l'onere va a chi sostiene questa tesi.
E' vero, ma siccome sempre per la teira di Russel è anche vero, che se sono coincidenze e si vuol dimostrare con certezza che sono innegabilmente coincidenze,  va dimostrato, e l'onere della prova va chi sostiene quest'altra tesi, allora qual'è il senso di scrivere in grassetto quello che hai scritto, se non quello di prendere pregiudizialmente parte?
#50
Citazione di: Morpheus il 11 Ottobre 2025, 16:34:00 PM
Allo scopo della discussione credo sia doveroso ricordare la celebre teiera di Russell.

Se non sono coincidenze e si vuole dimostrare con certezza che sono innegabilmente non-coincidenze va dimostrato e l'onere va a chi sostiene questa tesi.

Dammi una tua personale definizione ti coincidenza, e in base a quella definizione ti dico se quello che hai scritto ha un senso, perchè magari le nostre idee di coincidenza potrebbero non coincidere.
In effetti la stessa persona potrebbe assegnare significati diversi allo stesso termine, dovendosi comprendere il significato dal contesto.

Ad esempio per me una coincidenza è  quando lanciando sei dadi esce sempre lo stesso risultato, mentre per altri, quando lanciando sei dadi esce lo stesso risultato, questa non può essere una coincidenza.
#51
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 11 Ottobre 2025, 16:18:35 PMPer esempio: io so che inserendo la chiave nel quadro di accensione dell'auto, il motore si mette in moto, ma non so quanti e quali passaggi vi siano tra il giro della chiave e il VROOOOM che indica che il motore stia funzionando. So anche che le varie spie indicano l'insufficienza o la mancanza di: benzina, olio o altro, ma non so esattamente come sia il loro funzionamento. Giusto per fare qualche esempio.
Cioè tu dici, ogni volta che giro la chiave non so per quale motivo si verifica la coincidenza che la macchina si mette in moto, ma so che c'è un motivo.
Quindi ne deduci che ogni volta che si verifica una coincidenza deve esserci un motivo, anche se tu non lo conosci.
Quindi se lanciando due dadi danno lo stesso risultato deve esserci un motivo, che non è il caso.
Quindi per te il caso, o qualunque altra cosa che vi si possa assimilare, non esiste?
In effetti anche io penso che ci sia sempre un motivo per cui una cosa accada, anche se noi non lo conosciamo.
Però due cose che accadono non sono una cosa che accade, perchè ognuna ha il suo motivo, e i due motivi magari non coincidono.
Una non coincidenza di cause, priva quindi di significato, come fa allora a generare una coincidenza di effetti significativa?

E' lo stesso quesito che ti ho posto in forma differente in altro post.
Vorrai sfuggire anche questa volta alla domanda?
#52
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 11 Ottobre 2025, 15:54:20 PM
A proposito di caso (o presunto tale)... qualche tempo fa, mentre andavo con mia moglie a casa dei miei suoceri (suo genitori), arrivato a un certo punto ho sentito come se l'auto avesse urtato la parete laterale di fianco alla strada e, ovviamente ho rallentato, quel tanto che è bastato per non essere investiti da un'auto che è piombata sulla strada saltando lo stop e quindi non concedendomi il diritto di precedenza. Se non avessi rallentato, probabilmente non sarei qui a raccontarvelo. Fu solamente coincidenza o che altro?

Girando la testa tu vedi una macchina che sta per investirti, e riesci perciò ad evitarla. Una bella fortuna che tu abbia girato la testa, che però non sempre ti capita.
Una bella coincidenza che tu sia ancora vivo, e non solo tu, ma noi tutti che viviamo nella giungla urbana.
Se quando non giriamo la testa nessuna macchina sopravviene deve esserci un Dio che ci vuole bene.
Non c'è un altra spiegazione.
Oppure no?
#53
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 11 Ottobre 2025, 15:50:04 PM
Forse ti sfugge un concetto basilare: io ho portato come esempio diverse persone che comunque si conoscono direttamene o hanno conoscenze in comune. Per esempio: i parenti della moglie di mio fratello non conoscono tutti i parenti di mia moglie, ma hanno in comune il fatto che siano parenti delle mogli di due fratelli. Secondo me qui c'è qualcosa di importante e voglio scoprire. Non si tratta di Tizio che abita in Sicilia, Caio in Trentino Alto Adige e Sempronio in Sardegna. Le coincidenze presunte sono riferite a una cerchia di persone che si conoscono direttamente o hanno delle conoscenze in comune. Secondo me ciò è estremamente importante e significa qualcosa.

Ciò che secondo te è estremamente importante è perciò un concetto basilare, anche se non sai dire il motivo, tanto è vero che lo cerchi?
#54
Lo dico ancora meglio.
Possiamo attribuire un significato ad una coincidenza fatta di non coincidenze, che sarebbero quindi prive di significato?
Possiamo uscire da questa contraddizione solo attribuendo ad ogni possibile risultato di serie di lanci di dadi, o serie di serie di lanci, lo stesso significato, o, il che è lo stesso, alcuno.
CVD.

Come Volevasi Dimostrare, per modo di dire, perchè questa è la dimostrazione raffazzonata di un non matematico, che qualcuno magari potrebbe provare a mettere giù in forma più rigorosa.
#55
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 10 Ottobre 2025, 12:02:16 PMTu chiameresti coincidenze tutti questi fatti che accadono contemporaneamente? Io credo che vi sia dietro qualcosa di più che un semplice groviglio di fatti coincidenti.
Queste coincidenze , dici tu, debbono avere un significato.
Con questo vuoi dire che se queste coincidenze non avvenissero mai,  per te sarebbe normale?
Se non avvenissero mai, per me questo sarebbe significativo.
Non sei d'accordo?

Faccio un esempio.
Se lanciando sei dadi ( tutti insieme o uno per volta , o uno per sei volte di seguito, non fa differenza) non uscissero mai due numeri uguali (i risultati di due lanci non coincidessero mai) non ti sembrerebbe ciò ''una strana coincidenza'' ?

Lo dico meglio.
Fai diverse serie di lanci di sei dadi, e in ogni serie i risultati di due lanci non coincidono mai , per cui i risultati delle diverse serie di lanci coincidono.
Siamo di fronte ad una coincidenza, oppure no?

Una serie di non coincidenze possono costituire una coincidenza, a quanto pare.

#56
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 10 Ottobre 2025, 16:16:43 PMCiao, non credo che il paragone tenga. I sassolini sono gettati in contemporanea, se non ho sbagliato a capire, mentre le persone che ho citato (e io sono tra queste) sono nate fisicamente in momenti diversi e spesso anche in luoghi diversi, altrimenti si tratterebbe di gemelli. Non capisco il senso della tua ultima frase: finché non abbiamo utilizzato.... che cosa intendi con ciò? Grazie.
E dovè la differenza se li lanci uno per volta ?
#57
Citazione di: fabriba il 10 Ottobre 2025, 11:16:19 AMTi seguo perfettamente, e a rischio di andare fuori tema, insisto per un attimo che il problema intravvisto da Papa Benedetto (e che mi sento di condividere pur sentendomi parte del problema descritto), non è il relativismo, ma la dittatura del relativismo: ovvero -restando nell'ambito che definisci tu- il punto in cui la nostra cultura diventa scientista: religiosamente scientifica, e pertanto toglie la parola al resto.
Sarebbe allora la dittatura di un ibrido fra religione e scienza, lo scientismo, che possiamo vedere come anello di congiunzione fra i due.
D'altronde se non sei scienziato, ma anche se lo sei, viste le dimensioni assunte dalla scienza, dovrai pur procedere assegnando autorità, e ciò vale un atto di fede.
La religione stessa io la vedo come anello di congiunzione fra la fede non detta, e la fede di cui, presane coscienza, la si dichiara, abbisognando adesso, per mantenere la sua funzione, un assunzione di fede, o, in subordine, di ipotesi.
La vera metafisica secondo me non è quella dichiarata, di chi afferma di credere in un assoluto superiore, ma quella che agisce nell'ombra, e può mutare, ma c'è sempre, e sempre agisce.
Negare la metafisica equivale a sollecitare questo mutamento.
Ogni volta che la scienza smaschera la metafisica fa un passo avanti, ma l'ha solo sostituita con altra che ancora non sa.
Tutta la realtà, come ci appare, è metafisica, e infatti la sua apparenza è stata smascherata, ma considerando quanto sia utile questa apparenza, si comprenderà allora la funzione insostituibile della metafisica.
Si può mutare la metafisica, ma non la si può annullare.
Questo almeno è lo schema mentale che mi sono creato, e il compito filosofico che mi sono assegnato è smascherare la metafisica ( tramutare il ''non so di sapere'' in ''so di non sapere'' ) non perchè è brutta e cattiva, ma perchè così la scienza progredisce.
La religione è per me metafisica superata che si vuol tenere in vita a tutti i costi, e per buoni motivi, perchè ad essa è legato l'attuale ordine sociale, però anche quest'ordine alla fine muta, e il fatto che mostri grande inerzia nel farlo non lo vedo come un elemento negativo in se.
Mutare si deve, ma non c'è nessuna fretta, perchè la fretta fa si che si tenda a buttare il bambino con l'acqua sporca.
Ben vengano i conservatori dunque, ma il caso vuole che io tiri la corda dall'altra parte.
Sono un progressista, ma mi immedesimo anche nei conservatori, e non ho nulla di male da dire di loro. So che se non mi frenassero andrei a sbattere da qualche parte. :)
Però, voglio dire, anche i conservatori cambiano, e papa Benedetto, lasciamelo dire, era veramente superato dalla storia, e se ne è reso conto da solo, mettendosi da parte.
Nel suo dramma mi sono immedesimato, e non ho nulla di male da dire su di lui.

Chi professa una fede ai miei occhi vive in una illusione, ma non dichiarando alcuna fede,  sono consapevole a mia volta di vivere in una illusione che non so.
La differenza fra me e il religioso, è che che io, avendo coscienza di vivere, senza alternativa, in una illusione, so di poterla solo cambiare, e questa è la specificità del progressista, posto che  progressisti puri e puri conservatori (forse Benedetto appunto lo era) sono eccezioni, perchè tutti bene o male ci troviamo a vivere dentro un anello di congiunzione fra passato e futuro.

Chiedo scusa per la lunghezza del post, ma siccome improvviso sempre al momento, non so mai quando arriva la fine, come chi sa cosa deve dire.

In breve, noi non possiamo che vivere nell'illusione di una discontinuità, che però non è univoca.
Noi viviamo dentro una descrizione della realtà, anche quando non abbiamo coscienza che lo sia ( con i mondi della scienza questa coscienza aumenta, motivo per cui questi mondi non ci appaiono, e perciò diciamo di non comprenderli).
Questa descrizione per sua natura è discontinua, e perciò la realtà, che ci appaia o meno, e fatta di cose, che siano palle da biliardo o quanti.

#58
Citazione di: Alberto Knox il 09 Ottobre 2025, 22:37:03 PMAttenzione Iano , ogni fenomeno fisico segue non solo la legge di conservazione dell energia ma anche quella dell aumento dell entropia.
Perchè quando si mettono a contatto due corpi a diverse temperature, il calore fluisce dal corpo più caldo a quello più freddo e non il contrario? perchè nel primo caso l'entropia dell universo aumenta , nel secondo caso diminuirebbe. E questo non può accadere.
O meglio, è anche possibile che l entropia del solo sistema o di una parte di esso dimininuisca, ma se si considera l'universo termodinamico nel suo complesso , ci sarà sicuramente un altra parte (sistema o ambiente esterno) la cui entropia aumenta di una quantità tale da compensare e superare la diminuzione.

Dunque l'entropia media aumenta costantemente. :)
Come il tempo cioè non cambia verso.
Entrambi dunque scorrono in un modo che non cambia.
Il punto è che noi possiamo conoscere solo ciò che mostra una costanza, che sia in quantità o in verso.
#59
Come diceva Sant'Agostino, è quando vuoi spiegare ciò che sai, che ti rendi conto di non saperlo.
Oppure, dico io, se lo sai, la tua sapienza non è fatta di parole, e traducendola  quindi la tradisci.
Noi possediamo la verità, se non è fatta di parole, perchè allora è innegabile.
Le religioni, avendola messa per iscritto, esponendola così al dubbio, abbisognano perciò di un supplemento di fede.
La scienza è andata avanti su questa stessa strada,
Tutte ci espongono la loro sapienza, lasciandoci più o meno liberi di dubitare, e solo in questo più o meno sta la differenza.

In breve, la religione è l'anello di congiunzione fare due ere umane, before  and  after science. ( https://open.spotify.com/album/6lU1MDxi3TqhKnYNQm555u?si=_K2XwnhWTiiWiulsd0lscQ )
La religione ti impone una fede per farne parte, la scienza ti lascia libero nella fede.
Anche la scienza possiede le sue fedi, ma trattiene solo quelle che non sa di avere.
#60
Citazione di: fabriba il 09 Ottobre 2025, 17:05:23 PMPremessa: La fisica quantistica dimostra (anche) che la realtà non esiste a prescindere dall'osservatore (i.e.: esiste solo in quanto osservata) **

Mi viene in mente Papa Benedetto, che si scagliò a più riprese contro la "dittatura del relativismo".
Non voglio banalizzarla perché è possibile che non l'abbia neanche capita fino in fondo, così ho chiesto a chatgpt un riassuntino veloce, ma c'è internet pieno.

sostiene che il relativismo morale e filosofico porta a una perdita di verità e valori assoluti.
avverte che senza principi fissi, la società perde la sua capacità di giudizio etico.
La sua argomentazione si basa sull'importanza di riconoscere una verità oggettiva, suggerendo che il relativismo minaccia la coesione sociale e il bene comune, poiché promuove l'individualismo a scapito della responsabilità collettiva.
Benedetto invita a riscoprire una fede che offre una guida chiara e sicura.


Secondo me -a parte l'ultima riga- non va letto in termini di teologia o fede: è un discorso che si applica a tutta la cultura umanistica.

Non mi è chiaro se fu la critica di un reazionario o un visionario, ma il relativismo che criticava circa 15 anni fa mi sembra proprio il figlio di quella premessa che rende la realtà relativa per definizione.

Non azzardo che da quella tensione tra il relativismo e la sua critica, possa nascere qualcosa, ma è forse uno spunto di discussione - che oltre tutto ci riporta all'individuo che cambia (e che quindi è relativo anche lui (all'esperienza o al tempo).

-- ** edit: complice la non-comprensibilità di cui parlavi, fatico a sintetizzare in poche righe il forte ponte logico che esiste tra questa realtà quantistica "relativa" /"soggettiva", e l'altra faccia che dicevi tu della stessa realtà quantistica: quella "casuale", "più applicabile che comprensibile", ma forse non è strettamente necessario alla discussione tracciarlo quel ponte.

E' una verità debole quella che abbisogna di una dichiarazione di fede, perchè dichiarandola posso negarla..
La realtà esiste se posso descriverla, o quantomeno io vi pongo perciò fede.
Se potessi descriverla in modo univoco ciò varrebbe per me come una verità, e se parliamo di verità è perchè questa illusione l'abbiamo avuta.
La conoscenza della realtà è possibile se può esistere una descrizione univoca, ma se  possedessimo quella descrizione, come faremmo ad accorgercene?
Sarebbe comunque sempre una verità fino a prova contraria e in ogni caso dovremmo porre fede in un linguaggio assoluto, perchè se assoluta è la verità, assoluto deve essere il linguaggio che la esprime.
Condivido le preoccupazioni di Benedetto, ma pongo maggior fiducia negli uomini, e spero in quelle verità forti che possiedono, senza saperlo, quindi innegabili, ma che non perciò non producono effetti etici.

In breve, ho fede che la coscienza non sia tutto.

Non è questione di mancanza di fede, perché io non manco di abbracciare le mie fedi in modo cosciente, come  ho detto.
Anzi per me l'uomo è prima di tutto capacità di credere.
Senza quella capacità non potremmo avere alcuna fede.

In breve, se la realtà è assoluta, come io credo, le sue descrizioni non possono che essere relative, comprese quelle contenute nei testi sacri.

Facciamo adesso una riflessione un poco più sottile.
Se la realtà è quella che ci appare nella sua evidenza, da noi tutti condivisa, che bisogno dovremmo avere di descriverla?
Così ci siamo messi in un bel guaio, la descrizione di ciò che condividiamo abbisogna di una condivisione che non è più scontata.

In breve, descrivere la realtà equivale a metterla in dubbio.