Come possiamo riscrivere ancora la favola della volpe e dell'uva?
Il vero problema secondo me è che anche quando disponendo di massima apertura mentale, siamo disposti a rivedere i nostri pregiudizi sulla realtà, non riusciamo a trovarvi sostituti soddisfacenti.
Quindi non è tanto la nostra idea di realtà ad essere messa in discussione, ma l'idea di realtà in se, nel momento in cui Bohr ha dimostrato che possiamo farne senza.
Non è però da credere incautamente che possiamo farne senza nella vita di tutti i giorni, ne è da credere che la realtà possa risentire dell'idea che noi ne abbiamo, come lamentano coloro che gridano al nichilismo.
E' da credere che l'idea di realtà riguardi più noi che la realtà stessa, e in particolare riguardi il modo di rapportarci con essa, e che anzi essa esemplifichi il nostro modo di rapportarci con essa.
Nella misura in cui l'idea di realtà riguarda quindi sostanzialmente noi, più che la stessa realtà, ciò spiega la nostra difficoltà, perchè una cosa è cambiare idea, cosa che la storia dimostra noi esser capaci di fare per quanto travaglio ciò possa aver richiesto, un'altra è cambiar se stessi, cioè l'idea e quindi la percezione che di noi abbiamo.
Anche quando noi conoscessimo a perfezione il metodo scientifico, lo accettassimo e correttamente lo applicassimo, non possiamo prevedere tutte le sue conseguenze, che potrebbero essere per noi inaccettabili.
Una soluzione potrebbe essere ripudiare il metodo, se mai lo si avesse accettato, ma questa non è stata la soluzione adottata da Einstein, che il metodo non ha mai ripudiato, ne mai vi ha trasgredito.
Quello che io invece noto, e lo ritengo MOLTO SIGNIFICATIVO, è che nessuno rifiuta il metodo in modo esplicito.
Molto significativo nel senso che come sostenitore del metodo trovo conforto nel constatare, che nessuno mediti davvero di tagliare del tutto il cordone ombelicale che si è stabilito fra noi è la scienza, analogia non scelta a caso quella del cordone, perchè sottende alla nascita in atto di un uomo nuovo, tanto nuovo che abbiamo difficoltà a riconoscerci in esso.
Questo è il vero motivo della nostra difficoltà a comprendere la questione della realtà, che non c'è una nuova realtà all'orizzonte, ma un uomo nuovo ad osservarla.
Il vero problema secondo me è che anche quando disponendo di massima apertura mentale, siamo disposti a rivedere i nostri pregiudizi sulla realtà, non riusciamo a trovarvi sostituti soddisfacenti.
Quindi non è tanto la nostra idea di realtà ad essere messa in discussione, ma l'idea di realtà in se, nel momento in cui Bohr ha dimostrato che possiamo farne senza.
Non è però da credere incautamente che possiamo farne senza nella vita di tutti i giorni, ne è da credere che la realtà possa risentire dell'idea che noi ne abbiamo, come lamentano coloro che gridano al nichilismo.
E' da credere che l'idea di realtà riguardi più noi che la realtà stessa, e in particolare riguardi il modo di rapportarci con essa, e che anzi essa esemplifichi il nostro modo di rapportarci con essa.
Nella misura in cui l'idea di realtà riguarda quindi sostanzialmente noi, più che la stessa realtà, ciò spiega la nostra difficoltà, perchè una cosa è cambiare idea, cosa che la storia dimostra noi esser capaci di fare per quanto travaglio ciò possa aver richiesto, un'altra è cambiar se stessi, cioè l'idea e quindi la percezione che di noi abbiamo.
Anche quando noi conoscessimo a perfezione il metodo scientifico, lo accettassimo e correttamente lo applicassimo, non possiamo prevedere tutte le sue conseguenze, che potrebbero essere per noi inaccettabili.
Una soluzione potrebbe essere ripudiare il metodo, se mai lo si avesse accettato, ma questa non è stata la soluzione adottata da Einstein, che il metodo non ha mai ripudiato, ne mai vi ha trasgredito.
Quello che io invece noto, e lo ritengo MOLTO SIGNIFICATIVO, è che nessuno rifiuta il metodo in modo esplicito.
Molto significativo nel senso che come sostenitore del metodo trovo conforto nel constatare, che nessuno mediti davvero di tagliare del tutto il cordone ombelicale che si è stabilito fra noi è la scienza, analogia non scelta a caso quella del cordone, perchè sottende alla nascita in atto di un uomo nuovo, tanto nuovo che abbiamo difficoltà a riconoscerci in esso.
Questo è il vero motivo della nostra difficoltà a comprendere la questione della realtà, che non c'è una nuova realtà all'orizzonte, ma un uomo nuovo ad osservarla.

ma il 3d è però inteso proprio a cercar di capire quale sia la questione politica.


