Un problema difficile: racconto breve di un viaggio mentale.

Aperto da Enrico73, 18 Settembre 2025, 19:03:26 PM

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fabriba

Citazione di: anthonyi il 20 Settembre 2025, 15:14:42 PMNon ho fatto autoanalisi, i ricordi mi sono rispuntati istintivamente nel tempo, a volte con interpretazioni più articolate che li rendevano piu chiari,
man mano che l'azione di quella forza malefica che agiva nella mia mente si indeboliva.
La sensazione che avevo, prima di aver riflettuto sul concetto di preconscio in questo topic, era  che
Fosse la forza malefica stessa a tenerli bloccati.
Pardon per il malinteso, avevo sollevato il dubbio perché hai detto di aver fatto una autodiagnosi, e ho erroneamente dato per scontato che avessi fatto una qualche forma di autoanalisi. 
I computer sono inutili: danno solo risposte - Socrate

Enrico73

Citazione di: fabriba il 20 Settembre 2025, 15:26:22 PMSono un puntiglioso della lingua, hai detto precedentemente:

<La mia idea è che inconscio non esista. Lo considero una sorta di scatola in cui riponiamo deliberatamente tutto ciò che non vogliamo affrontare e questo e' l'alibi. >

Quello che dicevo rispondeva al modo in cui "consideri" l'inconscio, più che al fatto che non esista (e su quello, il mio commento secondo me rimane valido).
Però delle due solo una può essere vera , o non esiste, o è una scatola nera, quale?
E' un alibi concettuale , immagine della scatola intendeva far capire un concetto, ma se vuoi puoi pensarla come la polvere sotto il tappeto, l'inconscio continua a non esistere e chi crede che esista ci nasconde la polvere sotto 

anthonyi

#17
Citazione di: Jacopus il 20 Settembre 2025, 15:07:59 PMBrevi cenni. Come ha notato già Fabriba, è molto più adeguato chi non fa diagnosi dopo tre sedute e magari non le fa mai. Un giovane Van der Kolk chiese al suo professore come avrebbe definito Tizio Caio, perché secondo lui era uno psico-schizo-maniaco-nevro-ecc. Il professore rispose : io lo definirei Tizio Caio. Piccolo aneddoto per sottolineare che le diagnosi in campo psicologico possono servire ma senza dimenticare:
1) sono semplici ipotesi per orientare l'azione terapeutica;
2) ogni essere umano è, a livello corporeo e cerebrale, unico e non può essere ridotto ad una diagnosi;
3) gli esseri umani cambiano e così devono essere riformulate le diagnosi;
4) le diagnosi rischiano di essere iatrogene, cioè di concausare la sindrome che attribuiscono;
5) le diagnosi servono anche per vendere pillole.  Molti si domandano che non sia per questo che il Dsm-5 ha centuplicato le diagnosi.
5bis) interessante (ovvero preoccupante) rilevare che le psicopatologie a livello mondiale sono definite in modo apicale in termini alla "ipse dixit" dall'APA (American psichiatric Association).
In qualche modo, però, bisogna schematizzare il discorso. Quando vivi una condizione di sofferenza, hai bisogno di capirla  per cercare di trovare una soluzione ad essa..
Personalmente ho un interesse istintivo per la psicologia, e credo che la cosa sia legata al fatto che ho delle fragilità rispetto alla mia psiche, cerco di valutare positivamente tutte le informazioni che acquisisco, ma col beneficio d'inventario, in realtà non mi fido molto degli specialisti, loro conosceranno la materia, ma non conoscono me.
Quanto alla APA é normale che abbiano autorevolezza, hanno a che fare con il più ampio numero di casi problematici al mondo, pensa che uno di questi lo hanno fatto addirittura Presidente.....
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

daniele22

Citazione di: Enrico73 il 20 Settembre 2025, 10:39:22 AMTi vedo e ti sento e le tue parole mi risuonano familiari ed intime. Sento e vedo ogni persona e cosa con intensità maggiore, perché sono stupido, stupido nel senso che il mio pensiero e' molto più lento e rigido del normale, ma questa lentezza ha una estrema profondità e questo ciò che mi caratterizza. Non sono speciale come non lo e' nessuno sono solo diverso e vorrei vivere in un mondo dove tutti siano accettati per la loro diversità senza far gare, senza vincitori ne vinti. Siamo nati cosi e non abbiamo meriti o demeriti, forse , al massimo per alcuni, maggiori responsabilità.

Bene. Sono d'accordo che la competizione intraspecie non dovrebbe essere promossa e che un individuo è ciò che è senza infamia e senza lode. Un minimo di competizione comunque sembra esistere anche presso altre specie viventi.
Riprendo ora questo stralcio di un tuo pensiero:
"...Le capacità discriminatorie del neonato sono precoci, ma il filtro si attiva solo attraverso l'esperienza: anche la sola sensazione di caldo e freddo può favorire una prima bozza del filtro, poiché introduce la prima categorizzazione dell'esperienza (il concetto di opposto). Il neonato è assolutamente privo della distinzione tra opposti, almeno inizialmente; non esiste una distinzione tra bene e male, giusto o sbagliato..."
A me sembra che pure caldo e freddo non rientrino in una categorizzazione di opposti (si può percepire più o meno caldo, oppure più o meno freddo). A mio giudizio, la percezione di opposto nel neonato si manifesterebbe ai nostri occhi di adulti attraverso il loro ridere o piangere.. in tal senso, di fatto il neonato passa da 37 gradi alla temperatura ambiente in pochi secondi e solitamente a fronte di tale passaggio piange.. in concorrenza ci può essere pure anche la difficoltà a uscire.
Comunque mi sembra che nella medicina cinese il rapporto che l'individuo ha col caldo e col freddo faccia parte di un preliminare orientativo
Un saluto

Enrico73

Citazione di: daniele22 il 21 Settembre 2025, 07:58:16 AMBene. Sono d'accordo che la competizione intraspecie non dovrebbe essere promossa e che un individuo è ciò che è senza infamia e senza lode. Un minimo di competizione comunque sembra esistere anche presso altre specie viventi.
Riprendo ora questo stralcio di un tuo pensiero:
"...Le capacità discriminatorie del neonato sono precoci, ma il filtro si attiva solo attraverso l'esperienza: anche la sola sensazione di caldo e freddo può favorire una prima bozza del filtro, poiché introduce la prima categorizzazione dell'esperienza (il concetto di opposto). Il neonato è assolutamente privo della distinzione tra opposti, almeno inizialmente; non esiste una distinzione tra bene e male, giusto o sbagliato..."
A me sembra che pure caldo e freddo non rientrino in una categorizzazione di opposti (si può percepire più o meno caldo, oppure più o meno freddo). A mio giudizio, la percezione di opposto nel neonato si manifesterebbe ai nostri occhi di adulti attraverso il loro ridere o piangere.. in tal senso, di fatto il neonato passa da 37 gradi alla temperatura ambiente in pochi secondi e solitamente a fronte di tale passaggio piange.. in concorrenza ci può essere pure anche la difficoltà a uscire.
Comunque mi sembra che nella medicina cinese il rapporto che l'individuo ha col caldo e col freddo faccia parte di un preliminare orientativo
Un saluto

Grazie daniele22 concordo su tutto, il tuo esempio del ridere e piangere e' esattamente ciò che cercavo, e' più impattante. Per quel che riguarda la competizione intraspecie e' plausibile come meccanismo automatico primitivo che continuo a sostenere plausibile come istruzione di base o elementare, come la fame o la sete, si sceglie di usali come meccanismo di opportunismo fisiologico per garantire energia al corpo o per creare gerarchia nel gruppo. Questo no va contro ciò che intendo dire.

daniele22

Citazione di: Enrico73 il 21 Settembre 2025, 09:24:17 AMGrazie daniele22 concordo su tutto, il tuo esempio del ridere e piangere e' esattamente ciò che cercavo, e' più impattante. Per quel che riguarda la competizione intraspecie e' plausibile come meccanismo automatico primitivo che continuo a sostenere plausibile come istruzione di base o elementare, come la fame o la sete, si sceglie di usali come meccanismo di opportunismo fisiologico per garantire energia al corpo o per creare gerarchia nel gruppo. Questo no va contro ciò che intendo dire.
Francamente non mi è chiara l'ultima parte del tuo pensiero che ho messo in neretto

Enrico73

Citazione di: daniele22 il 22 Settembre 2025, 10:49:02 AMFrancamente non mi è chiara l'ultima parte del tuo pensiero che ho messo in neretto
Ciao Daniele,
Hai colto un aspetto molto acuto del mio pensiero, e ti ringrazio per avermelo fatto notare. La mia idea è che la "scelta" di cui parlo si manifesta a diversi livelli. Quelli che tu citi "meccanismi di opportunismo fisiologico", come la ricerca di energia o l'appartenenza, non sono una scelta consapevole o razionale. Sono piuttosto parte dell'alfabeto primitivo istintuale che ho menzionato. Questo alfabeto è il nucleo di informazioni grezze e minimali, come la fame o il bisogno di contatto, che sono direttamente legate alle profondità ancestrali del nostro cervello. La "scelta" non è in questi istinti primari, ma in come il pre-conscio li elabora e li integra con la "biblioteca" di tutte le nostre esperienze, per poi manifestarsi nella coscienza. In questo senso, l'opportunismo non è una decisione, ma una strategia che si sviluppa a un livello più profondo, quasi un riflesso, che il filtro poi accoglie e gestisce per la sopravvivenza. Tieni conto che se ho pubblicato la teoria e' perché si tratta solo di una riflessione, oltre che speculativa, oggetto di continua modellazione e revisione.

daniele22

Citazione di: Enrico73 il 22 Settembre 2025, 18:24:42 PMCiao Daniele,
Hai colto un aspetto molto acuto del mio pensiero, e ti ringrazio per avermelo fatto notare. La mia idea è che la "scelta" di cui parlo si manifesta a diversi livelli. Quelli che tu citi "meccanismi di opportunismo fisiologico", come la ricerca di energia o l'appartenenza, non sono una scelta consapevole o razionale. Sono piuttosto parte dell'alfabeto primitivo istintuale che ho menzionato. Questo alfabeto è il nucleo di informazioni grezze e minimali, come la fame o il bisogno di contatto, che sono direttamente legate alle profondità ancestrali del nostro cervello. La "scelta" non è in questi istinti primari, ma in come il pre-conscio li elabora e li integra con la "biblioteca" di tutte le nostre esperienze, per poi manifestarsi nella coscienza. In questo senso, l'opportunismo non è una decisione, ma una strategia che si sviluppa a un livello più profondo, quasi un riflesso, che il filtro poi accoglie e gestisce per la sopravvivenza. Tieni conto che se ho pubblicato la teoria e' perché si tratta solo di una riflessione, oltre che speculativa, oggetto di continua modellazione e revisione.
Penso sia utile un chiarimento. Io parto dal fatto che non ho chiara nozione di inconscio, pre-conscio, sé, super io. So poco o nulla di psicologia.
Per me esiste chiaramente solo la coscienza che ciascuno di noi ha della realtà. Cioè, esiste la coscienza dell'oggetto conosciuto, coscienza che va dalla mela alla rivoluzione francese tanto per dire, ma ai fini di questo dialogo la coscienza che si ha dell'individuo "altro da me" il quale si muove a fronte di una coscienza che è senza dubbio diversa dalla mia. Diversa minimalmente per quello che riguarda la mela, maggiormente per quello che riguarda la rivoluzione francese e massima per l'individuo "altro"... in parole povere non sappiamo mai con chi abbiamo a che fare.
A fronte di questa posizione sarei in grado di sostenere che nel nostro stato cosciente il libero arbitrio non esiste, ovvero esiste una scelta comunque condizionata dalla fede nei riguardi della nostra consapevolezza (coscienza). E siamo pure "peccatori", almeno io che fumo sapendo ben che mi faccio del male. Cosa si può dire invece della fede che si ha nella propria consapevolezza dell'individuo "altro da me"? Posso dire che se la fede per la consapevolezza che si ha della mela o della rivoluzione francese può essere anche "giudicata" da tutti e quindi stimata in certa misura vera o falsa, quella che invece si ha per l'individuo "altro da me" cade senz'altro nell'ombra del pregiudizio, e questo non aiuta.
A me sembra infine che la tua tesi sia simile se non uguale alla mia (sostengo la radice emotiva della razionalità) ma dimmi tu qualcosa che possa chiarire
Un saluto

Enrico73

No Daniele, ciò che sostengo e' complesso se non hai un minimo di conoscenza psicologica, anche se devo ammettere che anche chi l'ha brancola nel buio su tantissimi aspetti. Per cercare di semplificare, perché' semplificare aiuta la comprensione e l'intesa, non vi e' una correlazione con l'emozione, ma più banalmente una utilità sia sociale che individuale. Cio che ci e' concesso essere e provare e che noi traduciamo con coscienza non e' altro che una realtà possibile sopportabile. Immagina di provare contemporaneamente tutti i concetti ed i loro opposti diventeresti folle, il filtro regola l'informazione etc..

daniele22

Citazione di: Enrico73 il 23 Settembre 2025, 11:20:56 AMNo Daniele, ciò che sostengo e' complesso se non hai un minimo di conoscenza psicologica, anche se devo ammettere che anche chi l'ha brancola nel buio su tantissimi aspetti. Per cercare di semplificare, perché' semplificare aiuta la comprensione e l'intesa, non vi e' una correlazione con l'emozione, ma più banalmente una utilità sia sociale che individuale. Cio che ci e' concesso essere e provare e che noi traduciamo con coscienza non e' altro che una realtà possibile sopportabile. Immagina di provare contemporaneamente tutti i concetti ed i loro opposti diventeresti folle, il filtro regola l'informazione etc..
Ciao Enrico. non penso sia fisicamente possibile contenere contemporaneamente tutti i concetti e i loro opposti. Provo a spiegarmi e poi tu rilevi se confligge o si armonizza con le tue categorie. Sappi che io nell'individuo tengo in piedi la personalità (carattere) e l'io linguistico.
Penso che il nostro pianeta consenta l'esistenza di tutte le forme che noi umani individuiamo del tipo pietre, piante, cani e gatti, e pure noi soprattutto che li abbiamo catalogati. Chissà come e chissà perché, fatto sta che piante, cani gatti e noi si abbia dei sensi. Allora noi diciamo sovente che i sensi ci servono a..etc.. Ma si può anche dire che il nostro pianeta abbia permesso che noi si abbia dei sensi...
Un saluto

Enrico73

Citazione di: daniele22 il 24 Settembre 2025, 14:10:27 PM
Ciao Enrico. non penso sia fisicamente possibile contenere contemporaneamente tutti i concetti e i loro opposti. Provo a spiegarmi e poi tu rilevi se confligge o si armonizza con le tue categorie. Sappi che io nell'individuo tengo in piedi la personalità (carattere) e l'io linguistico.
Penso che il nostro pianeta consenta l'esistenza di tutte le forme che noi umani individuiamo del tipo pietre, piante, cani e gatti, e pure noi soprattutto che li abbiamo catalogati. Chissà come e chissà perché, fatto sta che piante, cani gatti e noi si abbia dei sensi. Allora noi diciamo sovente che i sensi ci servono a..etc.. Ma si può anche dire che il nostro pianeta abbia permesso che noi si abbia dei sensi...
Un saluto

Ciao Daniele, lo vedo molto piu semplice, un alfabeto basilare direi istintuale e la loro combinazione crea la complessità seguendo le regole del calcolo combinatorio, per banalizzarlo ancora di più immagina il linguaggio htlm e quello che puoi farci con quel linguaggio. Il concetto di opposto e' nocivo per io cosciente amare ed odiare, ridere e piangere, oppure ridere per la gioia o amare per odio, odiare per amore in genere questi opposti vengono censurati o assumono sembianze piu plausibili per io cosciente 

daniele22

Citazione di: Enrico73 il 24 Settembre 2025, 18:00:13 PMCiao Daniele, lo vedo molto piu semplice, un alfabeto basilare direi istintuale e la loro combinazione crea la complessità seguendo le regole del calcolo combinatorio, per banalizzarlo ancora di più immagina il linguaggio htlm e quello che puoi farci con quel linguaggio. Il concetto di opposto e' nocivo per io cosciente amare ed odiare, ridere e piangere, oppure ridere per la gioia o amare per odio, odiare per amore in genere questi opposti vengono censurati o assumono sembianze piu plausibili per io cosciente
Ciao. Ho fatto un'affermazione e poi ho esposto un pensiero per chiedere se era in conflitto o no col tuo. Di fatto, non ho esposto una conclusione sulla mia affermazione iniziale lasciando i puntini al suo posto... Ai fini di conseguire un buon dialogo (monologo dialogico), ti faccio ora presente che più che altro non avresti risposto al mio pensiero che terminava appunto con i puntini. Avresti invece solo riproposto la tua tesi, mentre io ho rinunciato, per ora, alla via correlata all'emotività dove ho svolto tutta la mia ricerca filosofica.
Allora quel pensiero ("Ma si può anche dire che il nostro pianeta abbia permesso che noi si abbia dei sensi...") esprime ancora la ricerca di un principio di realtà comune
Un saluto

Enrico73

Citazione di: daniele22 il 24 Settembre 2025, 22:36:29 PM
Ciao. Ho fatto un'affermazione e poi ho esposto un pensiero per chiedere se era in conflitto o no col tuo. Di fatto, non ho esposto una conclusione sulla mia affermazione iniziale lasciando i puntini al suo posto... Ai fini di conseguire un buon dialogo (monologo dialogico), ti faccio ora presente che più che altro non avresti risposto al mio pensiero che terminava appunto con i puntini. Avresti invece solo riproposto la tua tesi, mentre io ho rinunciato, per ora, alla via correlata all'emotività dove ho svolto tutta la mia ricerca filosofica.
Allora quel pensiero ("Ma si può anche dire che il nostro pianeta abbia permesso che noi si abbia dei sensi...") esprime ancora la ricerca di un principio di realtà comune
Un saluto

Ciao Daniele,
Grazie per la tua riflessione. Il tuo pensiero sul fatto che il nostro pianeta consenta l'esistenza di tutte le categorie è fondamentale e non è affatto in conflitto con l'idea del Filtro Cognitivo; al contrario, ne illustra la necessità e la complessità!
Non siamo in conflitto: Il mio testo riconosce che l'insieme del sapere (la Biblioteca di Babele della Mente) è una mole di informazioni vastissima e spesso enormemente contrastante, una "sommatoria del sapere acquisito, innato e collettivo". Questo sapere include tutte le categorie che hai menzionato.
La Funzione del Filtro: Il problema non è l'esistenza di queste categorie, ma la loro simultanea elaborazione a livello di coscienza. Il filtro-censura emerge proprio come un meccanismo di sopravvivenza , il cui scopo primario è ridurre il dolore che tale quantità di informazioni, specialmente se contrastanti, provocherebbe.
La Scelta nel Pre-Conscio: Il mondo esterno ci offre tutto – amore e odio, gioia e dolore – ma l'individuo, nel pre-conscio , è costretto a scegliere deliberatamente solo una parte di questo sapere. La coscienza è solo la manifestazione delle scelte operate in quello spazio sicuro, non il luogo della scelta. È nel pre-conscio che si decide il prezzo del dolore da pagare in termini di conoscenza.
Il Ruolo degli Opposti: Tu accenni al fatto che la nostra esistenza le contenga tutte, e il mio testo evidenzia che il pre-conscio è proprio "uno spazio sicuro dove posso sperimentare, testare combinazioni di informazioni contraddittorie ed esplorare scenari alternativi". Qui, "il concetto di opposto non solo è tollerato, ma favorito". È la coscienza che non può sostenerne il peso simultaneo senza un blocco di sistema o una lacerazione psichica.
In sintesi, il tuo punto è corretto: il mondo è tutto ciò. La mia teoria si concentra sul motivo per cui non possiamo esserne uniformemente consapevoli e come il nostro Filtro-Censura sia lo strumento protettivo che limita, il "limitatore di banda cognitiva",  per permetterci di funzionare. Come dici tu, a volte si cerca la via dell'esplorazione come antidoto al dolore (come suggerito dal tuo "possiamo anche dire che il nostro pianeta abbia permesso che noi si abbia dei sensi..."), ma questa via ha un costo, e non tutti sono disposti a pagarlo, o in grado di sopportarlo.
Grazie ancora per il tuo spunto critico. Spero di averti chiarito la coerenza tra il tuo pensiero e il nucleo della mia teoria.
Un saluto.

daniele22

Citazione di: Enrico73 il 25 Settembre 2025, 10:36:18 AMCiao Daniele,
Grazie per la tua riflessione. Il tuo pensiero sul fatto che il nostro pianeta consenta l'esistenza di tutte le categorie è fondamentale e non è affatto in conflitto con l'idea del Filtro Cognitivo; al contrario, ne illustra la necessità e la complessità!
Non siamo in conflitto: Il mio testo riconosce che l'insieme del sapere (la Biblioteca di Babele della Mente) è una mole di informazioni vastissima e spesso enormemente contrastante, una "sommatoria del sapere acquisito, innato e collettivo". Questo sapere include tutte le categorie che hai menzionato.
La Funzione del Filtro: Il problema non è l'esistenza di queste categorie, ma la loro simultanea elaborazione a livello di coscienza. Il filtro-censura emerge proprio come un meccanismo di sopravvivenza , il cui scopo primario è ridurre il dolore che tale quantità di informazioni, specialmente se contrastanti, provocherebbe.
La Scelta nel Pre-Conscio: Il mondo esterno ci offre tutto – amore e odio, gioia e dolore – ma l'individuo, nel pre-conscio , è costretto a scegliere deliberatamente solo una parte di questo sapere. La coscienza è solo la manifestazione delle scelte operate in quello spazio sicuro, non il luogo della scelta. È nel pre-conscio che si decide il prezzo del dolore da pagare in termini di conoscenza.
Il Ruolo degli Opposti: Tu accenni al fatto che la nostra esistenza le contenga tutte, e il mio testo evidenzia che il pre-conscio è proprio "uno spazio sicuro dove posso sperimentare, testare combinazioni di informazioni contraddittorie ed esplorare scenari alternativi". Qui, "il concetto di opposto non solo è tollerato, ma favorito". È la coscienza che non può sostenerne il peso simultaneo senza un blocco di sistema o una lacerazione psichica.
In sintesi, il tuo punto è corretto: il mondo è tutto ciò. La mia teoria si concentra sul motivo per cui non possiamo esserne uniformemente consapevoli e come il nostro Filtro-Censura sia lo strumento protettivo che limita, il "limitatore di banda cognitiva",  per permetterci di funzionare. Come dici tu, a volte si cerca la via dell'esplorazione come antidoto al dolore (come suggerito dal tuo "possiamo anche dire che il nostro pianeta abbia permesso che noi si abbia dei sensi..."), ma questa via ha un costo, e non tutti sono disposti a pagarlo, o in grado di sopportarlo.
Grazie ancora per il tuo spunto critico. Spero di averti chiarito la coerenza tra il tuo pensiero e il nucleo della mia teoria.
Un saluto.
Bene, però c'è qualcosa che proprio mi sfugge di questo tuo pensiero:
"La Funzione del Filtro: Il problema non è l'esistenza di queste categorie, ma la loro simultanea elaborazione a livello di coscienza."
Secondo me invece il filtro (i filtri) è responsabile del fatto che avvengano in successione delle discriminazioni sulle informazioni provenienti dal mondo e che producono finalmente una elaborazione mentale finita (coscienza di).
Hai detto in precedenza e giustamente che questa censura del filtro non è repressiva, bensì protettiva.
Sarebbe quindi protettiva a fronte della pressione che l'ambiente esercita su tutti i nostri sensi. Il senso dell'udito, tanto per dire, assorbe rumori e non le categorie di cose che fanno rumore. Stesso valga pure per gli altri sensi. A fronte di tale pressione il nostro essere in qualche misura agisce difendendosi dagli eccessi che lui valuta insopportabili (o non supportabili) dai sensi. Ma questo agire accadrebbe sempre istante dopo istante nel divenire. Sarebbe in fondo tutto questo processo a giustificare infine la varietà delle specie viventi e la varietà delle culture umane. Una visione in un certo senso lamarckiana della storia (alla faccia del "caso").
Pertanto, quello che mi sfugge è la necessità della presenza di simultaneità delle categorie in un istante. Perché ti intenda, dovresti quindi ampliarmi quel pensiero
Un saluto

green demetr

Tu dici che non esiste l'inconscio, ma io ti dico che non esiste il pre-conscio.
Noi emergentisti vi abbiamo già mostrato come questo concetto non possa esistere senza un conscio, ma il conscio è indeterminabile, e perciò sappiamo molto poco di che cosa siamo.
Anzi la domanda stessa "che cosa siamo" è capziosa e inutile.
La filosofia dovrebbe tornare ad ordinare e non a creare confusione.
Putroppo siamo nell'evo sbagliato.
E ciò nonostante, nel piccolo di un forum, dove la gente cerca di confrontarsi, la domanda che il tuo scritto (poco chiaro) mi pone è perchè provi dolore?
Il problema della psicologia oggi è diventato immenso e basilare a qualsiasi considerazione sociologica, che sarebbe il preambolo al recupero corretto dei concetti filosofici.
Lo chiamano inconscio ma è semplicemente tutto ciò che è dentro il tabù.
Forse noi non distinguiamo più la traslazione del dolore dai reami del tabù, dove appunto è avvenuta la fissazione(o rimozione).
E' a questa incapacità di distinzione che si riferisce la schizofrenia del nostro tempo, il tentativo di legare i sintomi con le sindromi a me fa solo ridere e dimostra solo la pochezza del nostro tempo. Invece di curare la malattia, ossia la malattia sociale, si cura il cervello, ossia si offusca la coscienza, qualsiasi cosa sia, perchè la gravità è proprio nelle premesse del domandare stesse di qualsiasi "che cosa".
Cosa che abbiamo già affrontato nella mia discussione sulla fenomenologia di Hegel.
Coltellino svizzero per aprire almeno la discussione.
La domanda dopo questa rapida carrellata dovrebbe essere dunque per chi ha sindromi: perchè soffro? e non: cosa sono io? Anche perchè non ha senso porsela come domanda, uno perchè si è dentro una sindrome, e la risposta sarà sbagliata, come la domanda stessa d'altronde. La vedo terribilmente male la questione del moderno, la pazzia ormai sta dilagando, non solo quella morale, ma proprio quella fisica.
Al male non c'è proprio fine.
E allora ognuno dal proprio piccolo anzitutto si ricostruisca il soggetto che noi sappiamo differire dall'io. Ma senza soggetto non ci sarebbe nemmeno io, che potrebbe essere proprio quella proprietà della coscienza che ha circuiti di ritorno a sè, come una telecamera che guarda una telecamera. O il riflesso di uno specchio in uno specchio.
Come costruire il soggetto? Leggendo, conoscendo, studiando insomma.
Esattamente quello che non faccio da ormai un ventennio.
Ma appunto quella è un altra storia.
Qua la vera storia è: perchè stai soffrendo?
Melancholia

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