Inferi o inferno ? sono due luoghi distinti e separati.
Il sostantivo plurale Inferi deriva dall'aggettivo latino infĕrus (= infero, che sta sotto).
In ambito cristiano i biblici inferi simboleggiano il luogo del soggiorno dei morti. Vi discese anche Gesù dopo la sua morte sulla croce. La sua catàbasi (= discesa) prima della risurrezione.
Pietro, nel giorno di Pentecoste, durante un suo discorso agli "uomini di Israele" cita il Salmo 16 per proclamare la risurrezione di Cristo: "Tu non abbandonerai la mia vita negli inferi, né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione" (Atti 2,27; Salmo 16,10).
Gli inferi non vanno confusi con l'inferno, che è sede della dannazione eterna. Coloro che ci si trovano sono privi della visione di Dio.
Sinonimi di Inferi sono l'ebraico She'ol, il greco Ade e l'Aralla mesopotamico: luoghi dei morti e delle ombre, soggiorno indifferenziato di tutta l'umanità, di giusti e peccatori.
La mitologia greca narra che il dio Hádēs (= Plutone) ricevette la sovranità dell'Ade quando l'universo fu diviso con i suoi due fratelli Zeus e Poseidone, che ottennero rispettivamente il regno del cielo e del mare.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/67/Hades_with_cerberus.jpg/220px-Hades_with_cerberus.jpg)
Ade e Cerbero, il cane con tre teste
L'inferno, invece, è un luogo di sofferenza e di punizione per le anime dei peccatori. Ci sono gli individui reprobi dopo il giudizio finale di Dio. Questo luogo è una allegoria per descrivere lo stato di isolamento e desolazione che viene dalla separazione del peccatore da Dio.
Lo scrittore francese Georges Bernanos (1888 – 1948) nel suo romanzo "Monsieur Ouine", pubblicato nel 1943, scrisse: "Si parla sempre del fuoco dell'inferno, ma nessuno l'ha visto. L'inferno è freddo".
Ancora Bernanos, nel suo capolavoro "Diario di un curato di campagna" spiega il perché di quel freddo infernale tramite la voce del protagonista: "L'inferno è non amare più".
Lucrezio, scrittore di epoca romana (98 a. C. circa – 50 a. C. circa), nel suo "De rerum natura" scetticamente osservava: "I supplizi che dicono ci siano nel profondo Acheronte sono già tutti nella vita" (III, 978-9).
Altri autori e testi sono citati nel libro titolato "Fuoco e fiamme", scritto da Matteo Al Kalak, docente di "Storia del cristianesimo e delle Chiese nell'università di Modena e Reggio Emilia.
L'autore descrive le scene infernali con tutte le spezie stilistiche del racconto, ricostruisce "storia e geografia dell'Inferno", iniziando con la biblica Genesi e la frase "In principio ...".
Il realismo descrittivo si miscela con la metafora spirituale.
Come simbolo teologico dell'Inferno Gesù cita la Geenna, una valle scavata dal torrente Hinnom sul lato meridionale del monte Sion, usata nell'antichità a Gerusalemme come inceneritore dei rifiuti.
Un capitolo del citato libro di Al Kalak è dedicato alle "porte degli inferi", che la tradizione fa varcare al Cristo risorto. Tale "immagine" è collegata al passo evangelico riguardante il "primato di Pietro": "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi (in greco "dell'Ade) non prevarranno su di essa" (Matteo 16, 18).
Varcare quelle soglie alla maniera dantesca come monito ai viventi.
Nel citato libro il capitolo finale è titolato "Quel che resta dell'inferno"... nel nostro tempo.
Nel Catechismo della Chiesa cattolica, emanato nel 1992, c'è l'appello alla conversione, essendo "la pena principale dell'inferno la separazione eterna da Dio" (n. 1035).
Ovviamente nell'apparato immaginifico ci sono presenze e istanze molteplici: la figura di Satana, la misericordia divina, l'apparente eccesso della pena infernale in eterno.
Fin dall'antichità cristiana si scontrano due tesi opposte:
quella "infernalista", sostenuta da Agostino vescovo di Ippona, dal teologo Tommaso d'Aquino, secoli dopo dal teologo francese Jehan Cauvin (in Italia conosciuto come Giovanni Calvino), che fu con Lutero il riformatore religioso del cristianesimo protestante nella prima metà del '500. Dal suo nome deriva il termine "calvinismo". Essi affermavano la certezza di un inferno popolato da dannati.
L'altra tesi, detta dell'apocatastasi, parola polisemica derivata dal sostantivo greco apokatástasis. In ambito religioso e filosofico vuol significare "ritorno allo stato originario", in senso salvifico: "riconciliazione finale universale", nel linguaggio teologico "il ristabilimento di ogni cosa nell'ordine voluto da Dio, alla fine dei tempi, per cui l'inferno potrebbe essere vuoto, senza peccatori.
Nel cristianesimo il concetto è presente in un versetto degli "Atti degli apostoli" (3, 21): "Egli dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione (apokatastàseos) di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti".
Giustizia e misericordia divina sono, quindi, in contrappunto col tentativo di proporre almeno "il dovere di sperare per tutti".
Concludo citando lo scrittore cristiano inglese Clive Staples Lewis e il suo libro titolato: "Lettere di Berlicche", pubblicato nel 1942. L'autore ammoniva "che la via più sicura per l'inferno è quella graduale: la discesa dolce, morbida sotto i piedi, senza svolte improvvise, senza cartelli indicatori", in pratica senza l'incubo del fuoco e delle fiamme. :pentitevi:
Bello, interessante e molto utile... lo userò!
Grazie...
P.S. = per le 2 tesi opposte, un cristianesimo senza "l'inferno" (la dannazione eterna della coscienza post-mortem) non è cristianesimo... Vangelo docet! O:-)
Buongiorno Duc oggi per colazione ti offro questo post.
La mitologia greca narra che l'entrata negli inferi è in una caverna a capo Matapan (detto anche capo Tenaro il punto più a sud della penisola della Maina, in Laconia (Grecia).
(https://th.bing.com/th/id/R.dbc64d5d9a25704ffef851f945f7de06?rik=pjcxjLxFniAcEQ&riu=http%3a%2f%2fwww.superstoria.it%2fimages%2ffoto%2fl4vol3-cartinamatapan.jpg&ehk=7dPF8OxBCMEYvqnzJBKkKyinG3YwvQUyJDlEerMkkfg%3d&risl=&pid=ImgRaw&r=0)
La spelonca è la dimora del dio Hádēs (= Ade, significa invisibile, ed anche oscuro), nome che identifica sia la divinità sia il sotterraneo regno dei morti e delle ombre, denominato Plutone dai Romani.
Sul promontorio di Capo Matapan gli Spartani costruirono alcuni templi, uno dei quali dedicato a Poseidone. Lo costruirono sopra la caverna d'entrata nell'Ade, di cui oggi restano alcune antiche rovine, inglobate in una successiva chiesa cristiana dai Bizantini, ed è ancora in uso.
Anche Hádēs aveva una moglie, Persefone, detta anche Kore (figlia di Demetra, patrona della fertilità, dell'agricoltura e delle stagioni), da lui rapita e portata negli inferi per sposarla contro la volontà della ragazza, poi costretta a diventare la regina dell'oltretomba.
Demetra, disperata, reagì al rapimento della figlia provocando un lungo inverno e la carestia.
Intervenne Zeus e si giunse ad un accordo: Persefone poteva trascorrere sei mesi con il marito nelle stagioni autunno e inverno e sei mesi sulla Terra con la madre, in primavera e in estate, facendo rifiorire la natura. Poi Persefone, entrò a far parte anche della mitologia romana col nome di Proserpina.
Per la mitologia romana, invece, l'entrata nell'Ade era vicino il lago di Averno, presso Cuma, nei Campi Flegrei. Virgilio nel VI libro dell'Eneide narra il viaggio dell'eroe Enea insieme alla Sibilla Cumana: "C'era una grotta grande e profonda, protetta da un nero lago e dalle tenebre dei boschi, sulla quale nessun volatile impunemente poteva dirigere il proprio volo con le ali, tali erano le esalazioni che, effondendosi dalla nera apertura, si levavano alla volta del cielo".
Approdato a Cuma, l'eroe troiano consulta la sibilla nell'antro vicino il tempio di Apollo e la prega di guidarlo negli Inferi. La sibilla accetta, ma l'eroe deve prima procurarsi il ramo d'oro da offrire in dono a Proserpina.
Enea, con l'aiuto di Venere, trova in un bosco il ramo d'oro e lo dà alla sibilla. Giunta la notte, e compiuto il sacrificio propiziatorio alle divinità infernali, l'eroe e la sibilla entrano nell'Averno ed iniziano il viaggio verso gli Inferi. Incontrano mostri e simulacri di mali e malattie, arrivano sulla sponda del fiume Acheronte e attendono Caronte, il traghettatore infernale.
Duc, ma gli inferi del cristianesimo dove sono ubicati ?
La discesa di Gesù agli Inferi è affermato nel Credo degli apostoli: "Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte".
"Come Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'Uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra" (Mt 12, 40).
Secondo il "Catechismo della Chiesa Cattolica" (n. 632), "Gesù ha conosciuto la morte come tutti gli uomini e li ha raggiunti con la sua anima nella dimora dei morti. Ma egli vi è disceso come salvatore, proclamando la buona novella agli spiriti che vi si trovavano prigionieri". Questo è un altro esempio di mitologia cristiana.
Come già detto, gli inferi sono distinti e diversi dall'Inferno: questo esiste da quando Satana si ribellò con gli altri angeli ribelli a Dio. Sono loro che hanno 'costruito' l'inferno, separandosi da Dio.
Come concetto l'inferno si espanse col cristianesimo, ma la concezione di 'dannazione' era già conosciuta dagli Ebrei, in modo diverso.
Buonasera
@doxa.
Citazione di: doxa il 15 Novembre 2024, 08:42:23 AMDuc, ma gli inferi del cristianesimo dove sono ubicati ?
Prima della morte di Gesù, gli "inferi" - non solo mitologicamente - erano la dimensione ove dimoravano i defunti (empi o giusti) dalla chiusura dell'Eden (mito inserito nel libro della Genesi).
Con la risurrezione del Messia c'è la riapertura di questo Eden/Paradiso, ove il Cristo conduce solo i giusti (ulteriore riflessione scomoda: il primo a entrarvi, anziché un patriarca, un re o un profeta, è un delinquente: San Disma) che permanevano negli inferi, in attesa che si compisse la "promessa" a cui avevano creduto per fede.
Contemporaneamente, le ombre dei morti degli empi, lasciavano anch'esse gli "inferi", per accomodarsi eternamente in ciò che avevano altrettanto creduto per fede: l'inferno.
Non c'è condanna, ma solo scelte personali che il Giudice convalida...
Pace & Bene
Citazione di: Duc in altum! il 15 Novembre 2024, 18:51:19 PMBuonasera @doxa.
Prima della morte di Gesù, gli "inferi" - non solo mitologicamente - erano la dimensione ove dimoravano i defunti (empi o giusti) dalla chiusura dell'Eden (mito inserito nel libro della Genesi).
Con la risurrezione del Messia c'è la riapertura di questo Eden/Paradiso, ove il Cristo conduce solo i giusti (ulteriore riflessione scomoda: il primo a entrarvi, anziché un patriarca, un re o un profeta, è un delinquente: San Disma) che permanevano negli inferi, in attesa che si compisse la "promessa" a cui avevano creduto per fede.
Contemporaneamente, le ombre dei morti degli empi, lasciavano anch'esse gli "inferi", per accomodarsi eternamente in ciò che avevano altrettanto creduto per fede: l'inferno.
Non c'è condanna, ma solo scelte personali che il Giudice convalida...
Pace & Bene
Mah!!! Chissà perché si parla sempre di Inferno e mai di Paradiso.
Certo che l'Inferno fa paura! Se si considera poi quello che affermava Ignazio di Loyola, e cioè che quattro peccati piccoli ne fanno uno mortale, siamo messi proprio male :(
Ma come dev'essere questo Inferno nel nostro immaginario?
Secondo me, quando Gesù dice al buon ladrone che oggi stesso sarà in Paradiso, non intendeva in Cielo
Io ho questa idea ed immagine di 'Paradiso' ed 'Inferno': (dovuta anche a letture)
Paradiso = non è il Cielo che è ancora altro.
Paradiso = stato di quiete dell'anima.
Inferno = Esattamente il contrario del Paradiso, l'anima 'ARDE' nel 'FUOCO' del sua ira. (è l'unico fuoco dell'Inferno)
Ed all'Inferno l'anima ci va da sola, di sua iniziativa, dove tenebra e gelo è il suo meritato retaggio, perché la LUCE della conoscenza del vero, e del CALORE dell'amore, sono assenti in essa.
E questo fino a quando, dopo numerose prove ed amare esperienze, un pò di Luce e di calore fanno la loro comparsa.
Che l'Inferno se lo crea l'uomo nella sua sua anima ce lo dimostra queste parole che ho letto dove qualcuno le ha scritte.
<<Dinanzi a Dio, però, non c'è nulla di impuro, di cattivo e di maligno; perché al PURO tutto è PURO, e tutto è buono quello che Iddio ha creato; E di fronte a Dio, non vi è neppure un "Satana", un "demonio" e di conseguenza neanche un Inferno>>
<<Ma allora ci si domanderà?: Chi era allora il "Satana" che tanto tentava il pio Giobbe?>>
<<Era lo spirito giudicato della sua carne, cioè le sue varie brame:>>
(I demoni sono naturalmente un'altra cosa)
Duc in altum --Prendi quanto scritto solo come considerazioni mie personali, senza nessuna volontà di negare altre verità.
Citazione di: Kephas il 21 Aprile 2025, 12:34:54 PMSecondo me, quando Gesù dice al buon ladrone che oggi stesso sarà in Paradiso, non intendeva in Cielo
Esatto, visto che Gesù ha già nominato più volte il Regno, invece che il Paradiso...
Infatti, Gesù, come poi spiega a Maria di Magdala (prova inconfutabile, del resto, che la donna - essendo l'Apostola degli Apostoli - può indicare ai maschietti il messaggio di Dio), non va in questo Regno subito dopo l'ultimo respiro, ma solo "il primo giorno dopo il sabato", alla Sua risurrezione, alla riapertura del Regno agli Uomini, chiuso per colpa di Adamo ed Eva...
San Disma va, nel frattempo (secondo i teologi), ove dimoravano - tra i morti - le anime di tutti i "giusti" che avevano creduto in Dio o in Gesù non ancora venuto, il "Paradiso", giardino del Re...
Tuttavia, questa teologia è ancora in discussione tra i vari/varie numi della scienza cristiana; quello che invece è certo, è l'opera che il pentimento sincero (contrizione perfetta a detta degli esperti) genera: la conoscenza dell'amore di Dio e la gioia e la serenità di esistere per sempre al Suo cospetto, aver centrato il bersaglio con la propria esistenza... nonostante la Croce!
Un abbraccio pasquale a tutti!
C'è un passo di Matteo che spiega molto bene perchè il "paradiso" è latitante nel vangelo, in esso "Matteo" racconta che dopo la morte di Gesù un terremoto squarcia il tempio e molti "saggi" ebrei risorgono dalle tombe. Lasciando perdere il fatto che solo "Matteo" nel mondo conosce questo evento, gli altri evangelisti non lo menzionano, e nessuna altra fonte parla di templi distrutti e orde di morti che vanno a zonzo, quindi scopriamo che Matteo è disposto a mentire riguardo a resurrezioni di massa pur di avanzare la sua teologia. Questo passo racconta molto bene quali fossero le aspettative dei cristiani del tempo, non certo di finire parcheggiati tra le nuvole per migliaia di anni, ma di risorgere lì sulla terra, grazie al ritorno del respiro dentro i corpi defunti. Questi saggi ebrei che sarebbero risorti secondo Matteo, "a loro insaputa", addirittura hanno preceduto Gesù che in teoria doveva essere il primo, tale l'aspettativa imminente della resurrezione, gli altri sarebbero arrivati a breve. Non c'è traccia del paradiso nel vangelo perchè esso risponde ad una domanda moderna quanto antica, "e intanto che aspettiamo che si fa?", la domanda tuttavia non è presente nel vangelo, perciò non c'è neanche la risposta.
Citazione di: InVerno il 21 Aprile 2025, 20:31:29 PMC'è un passo di Matteo che spiega molto bene perchè il "paradiso" è latitante nel vangelo
E' latitante se inteso come luogo dove riposano le anime giuste in attesa, ma nell'accezione di vita eterna in corpo e anima, è più che frequente con il termine Regno.
Citazione di: InVerno il 21 Aprile 2025, 20:31:29 PMquindi scopriamo che Matteo è disposto a mentire riguardo a resurrezioni di massa pur di avanzare la sua teologia.
San Matteo evangelista non mente un bel niente, lui parla dell'anticipazione della risurrezione dei santi, la quale avvenne - sempre secondo Matteo - se non dopo che era risorto Gesù Cristo:
E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. (Mt 27,53).
A molti, non a tutti... quindi solo a coloro che Dio decise di mostrare quest'altro Suo miracolo.
Citazione di: InVerno il 21 Aprile 2025, 20:31:29 PMNon c'è traccia del paradiso nel vangelo perchè esso risponde ad una domanda moderna quanto antica, "e intanto che aspettiamo che si fa?", la domanda tuttavia non è presente nel vangelo, perciò non c'è neanche la risposta.
Sostenere che non c'è risposta, è già una risposta...
E siccome si può rispondere solo personalmente, con la propria fede, è cosa buona e giusta rammentare anche un'altra risposta - a questa domanda moderna quanto antica - per fede:
L'etica del cristiano non è fondata sulla ricompensa nell'aldilà! E' fondata sul comandamento dell'amore di Gesù il Cristo, riconosciuto come il miglior modo di vivere la propria esistenza.
Citazione di: Duc in altum! il 21 Aprile 2025, 23:46:16 PME siccome si può rispondere solo personalmente, con la propria fede, è cosa buona e giusta rammentare anche un'altra risposta - a questa domanda moderna quanto antica - per fede: L'etica del cristiano non è fondata sulla ricompensa nell'aldilà! E' fondata sul comandamento dell'amore di Gesù il Cristo, riconosciuto come il miglior modo di vivere la propria esistenza.
Non ho messo in discussione su cosa sia fondata l'etica cristiana, capire cosa si intende con "paradiso" e "regno" nel vangelo avrà delle ricadute sull'etica cristiana, non necessariamente sulla sua fondazione.
Citazione di: Duc in altum! il 21 Aprile 2025, 23:46:16 PMSan Matteo evangelista non mente un bel niente, lui parla dell'anticipazione della risurrezione dei santi, la quale avvenne - sempre secondo Matteo - se non dopo che era risorto Gesù Cristo: E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. (Mt 27,53).
Hai ragione ho sbagliato, è avvenuta dopo, non ho sbagliato però a dire che ci sono forti probabilità che questo passaggio sia un invenzione di Matteo, per il semplice fatto che non è menzionato da altri, evangelisti compresi. Fai bene a dire che lì c'è scritto "a molti" ma nella realtà è solo "Matteo", ed è un evento piuttosto pubblico.
Citazione di: Duc in altum! il 21 Aprile 2025, 23:46:16 PME' latitante se inteso come luogo dove riposano le anime giuste in attesa, ma nell'accezione di vita eterna in corpo e anima, è più che frequente con il termine Regno.
Esatto, di cui l'inferno rappresenta non una serie di torture infinite ma una "seconda morte" o una "non resurrezione" dove l'anima non rientra nel corpo dei dannati. Non fa un piega, il problema sorge con la lunga lista di attesa, c'è gente che è 1900 anni che aspetta di risorgere, dove sono? Gli interessa ancora?
Citazione di: InVerno il 22 Aprile 2025, 00:59:54 AMEsatto, di cui l'inferno rappresenta non una serie di torture infinite ma una "seconda morte" o una "non resurrezione" dove l'anima non rientra nel corpo dei dannati.
Le torture infinite fanno parte della medievale "teologia della paura".
A dirti il vero, mi stai facendo riflettere, e sinceramente
ho i miei dubbi sul fatto che le anime dannate per sempre non rientrino nei loro corpi... perche no?!
L'inferno è uno stato dell'essere (sperimentabile già in vita... così come il "Paradiso"), è una dimensione della personale coscienza; certo, lo si può ben celare mentre si è ancora terrestri, ma quando tutto sarà rivelato definitivamente, perché quell'anima, che non ha voluto essere umana secondo Gesù, non dovrebbe esistere, per sempre, nel suo corpo (visto che esso è cruciale per amare ed essere amati)... in stile zombie?!
Citazione di: InVerno il 22 Aprile 2025, 00:59:54 AMNon fa un piega, il problema sorge con la lunga lista di attesa, c'è gente che è 1900 anni che aspetta di risorgere, dove sono? Gli interessa ancora?
Mistero della fede...
Non siamo noi Dio...
Citazione di: Kephas il 21 Aprile 2025, 12:34:54 PMMa come dev'essere questo Inferno nel nostro immaginario?
Inferno = Esattamente il contrario del Paradiso, l'anima 'ARDE' nel 'FUOCO' del sua ira. (è l'unico fuoco dell'Inferno)
Ed all'Inferno l'anima ci va da sola, di sua iniziativa, dove tenebra e gelo è il suo meritato retaggio, perché la LUCE della conoscenza del vero, e del CALORE dell'amore, sono assenti in essa.
E questo fino a quando, dopo numerose prove ed amare esperienze, un pò di Luce e di calore fanno la loro comparsa.
Mi trova molto d'accordo ciò che implicitamente traspare da queste parole e cioè che la permanenza all'Inferno sia temporanea.
Se infatti io, che sono un pò buono e un pò cattivo, penso che mettere qualcuno all'Inferno per l'eternità sia una situazione non misericordiosa anche per il più cattivo degli esseri umani, tanto più Dio, che è buono, non avrà un piano di recupero anche per la peggiore persona che esiste o che sia esistita?
C'era un teologo (Balthasar?) che affermava che l'Inferno è vuoto. Mi sembra un pò inverosimile però è già un primo passo verso la misericordia. Almeno nell'intenzione. :)
Altri, non ricordo chi, affermava che il luogo dell'Inferno è sì eterno ma non è mai eterna la permanenza delle anime "dannate".
Non so ovviamente come stiano le cose ma spero davvero che sia così.
Citazione di: Freedom il 06 Maggio 2025, 00:19:56 AMSe infatti io, che sono un pò buono e un pò cattivo, penso che mettere qualcuno all'Inferno per l'eternità sia una situazione non misericordiosa anche per il più cattivo degli esseri umani, tanto più Dio, che è buono, non avrà un piano di recupero anche per la peggiore persona che esiste o che sia esistita?
Il piano di recupero è già in azione...E la deduzione è molto semplice (giacché logica): se non esistesse l'inferno o nessuno lo vivesse, non ci sarebbe stato inviato il Cristo ad affermare il contrario (la Rivelazione eterna e per tutti... il piano di recupero).Certo il soprannome di Dio è "Misericordia", ma pure "Giustizia", quindi che può fare il Giudice se qualcuno decide di volersi condannare?!DAL WEB:"Sant'Agostino dice che il demonio inganna gli uomini in due modi: con la disperazione e con la speranza. Dopo il peccato, tenta il peccatore alla disperazione con il terrore della divina giustizia; ma prima di peccare spinge l'anima al peccato con la speranza nella divina misericordia. Perciò il Santo ammonisce: «Dopo il peccato, spera nella misericordia, prima del peccato, abbi timore della giustizia». Infatti non merita misericordia chi si serve della misericordia di Dio per offenderlo. Dio usa misericordia con chi lo teme, non con chi si serve di essa per non temerlo. Da ciò sant'Alfonso Maria De Liguori dedusse che: ne manda più all'inferno la misericordia di Dio, che non la sua giustizia (...) "Dio è di misericordia". Ecco il terzo inganno comune de' peccatori, per cui moltissimi si dannano. Scrive un dotto autore che ne manda più all'inferno la misericordia di Dio, che non ne manda la giustizia; perché questi miserabili, confidano temerariamente nella misericordia, non lasciano di peccare, e così si perdono. Iddio è di misericordia, chi lo nega; ma ciò non ostante, quanti ogni giorno Dio ne manda all'inferno! Egli è misericordioso, ma è ancora giusto, e perciò è obbligato a castigare chi l'offende. Egli usa misericordia, ma a chi? A chi lo teme. "Misericordia sua super timentes se... Misertus est Dominus timentibus se" (Ps. 102. 11. 13). Con chi lo disprezza e si abusa della sua misericordia per più disprezzarlo, Egli usa giustizia. E con ragione; Dio perdona il peccato, ma non può perdonare la volontà di peccare.Ultima osservazione (per oggi... e umilmente!): Oh, fossi tu freddo o caldo! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca (Ap 3, 16)
Il tiepido, per lo scrittore del Libro dell'Apocalisse, è proprio colui che non si decide a essere o freddo o caldo... restando un po' buono e un po' cattivo!P. S.: a me dispiace dover sempre rammentare questa realtà, ma, ahimé, proprio questa è l'etimologia del catechismo: essere eco per la buona notizia (kata: con, ed echos: eco - nell'accezione di voce).
Citazione di: Freedom il 06 Maggio 2025, 00:19:56 AMMi trova molto d'accordo ciò che implicitamente traspare da queste parole e cioè che la permanenza all'Inferno sia temporanea.
Se infatti io, che sono un pò buono e un pò cattivo, penso che mettere qualcuno all'Inferno per l'eternità sia una situazione non misericordiosa anche per il più cattivo degli esseri umani, tanto più Dio, che è buono, non avrà un piano di recupero anche per la peggiore persona che esiste o che sia esistita?
C'era un teologo (Balthasar?) che affermava che l'Inferno è vuoto. Mi sembra un pò inverosimile però è già un primo passo verso la misericordia. Almeno nell'intenzione. :)
Altri, non ricordo chi, affermava che il luogo dell'Inferno è sì eterno ma non è mai eterna la permanenza delle anime "dannate".
Non so ovviamente come stiano le cose ma spero davvero che sia così.
L'idea che l'inferno sia un concetto limitato, nel tempo come nella dimensione, fa parte del nostro bisogno di autoconsolazione ed é relazionato a un'idea di inferno sovrapposta alla nostra giustizia terrena.
L'inferno non é questo, è kephas al riguardo ha parlato in modo abbastanza chiaro.
L'inferno é uno stato psichico, di percezione solo di volontà malefiche, di incapacità di percepire l'amore di Dio e delle altre entità spirituali. E' uno stato mutevole? Questo non lo so, so però che se dovesse essere immutabile non avrebbe alcun senso dire che la sua pena é eterna, perché l'inferno non é una pena inflitta dall'esterno, é uno stato dell'anima.
Naturalmente, c'e' anche la possibilita' dell'annichilazione: le anime non meritevoli del paradiso, tipo quelle dei serial killer, dei dittatori, dei sadici, dei pedofili eccetera, semplicemente, un istante dopo la morte... incontrano il nulla eterno e il sonno senza sogni. Ovvero, essi incontrano proprio li disincantato e realistico concetto di "oltretomba" che, mediamente, hanno in testa gli atei.
La punizione, per i malvagi veri, quelli che, se si salvassero, contraddirrebero col loro stesso salvarsi la giustizia di dio, e' l'annichilimento. In paradiso, ci vanno solo i buoni o comunque le persone umanamente decenti, e l'esistenza eterna e animica stessa, e' un premio che non vale per tutti, e non una condizione universale.
Dio, in questo sistema, e' paragonabile a un attempato giudice di un tribunale americano che crede nell'utilita' sociale pena di morte (per le anime ;) ) e ogni tanto, specie se e si sveglia col piede sbagliato o se il caso su cui deve giudicare e' particolarmente disgustoso, la commina, ma di ergastoli invece, non ne da' mai.
Pena di morte = seconda morte.
La quale forse, anzi, con buona probabilita', ci tocchera' a tutti. E non solo ai "peccatori" in senso etico.
La "buona novella", insomma, e' che il salario del peccato e' la morte, siamo tutti peccatori, e la sofferenza umana possibile, per quanto grande, e' sempre data secondo misura e limitata; quindi, una buona novella epicurea (per la morale che, se serenamente compresa, se ne puo' trarre) e schopenauriana (per la sostanziale coincidenza di bene e negativita', dantesi anche al di la', di ogni morale).
Non bisogna capire che l'inferno e' vuoto, bisogna capire che Il grande sacrificio, di Cristo, di Giuda, della Maddalena, o di chi veramente in tutta la vicenda lo fa', per essere un atto di amore perfetto, deve (pur) cadere su un mondo gia' salvo. Contro ogni "piano", contro ogni ricompensa per ogni metafisica fede, contro ogni logica strumentale. La concezione "positiva" del bene (il bene come qualcosa d'altro rispetto al puro negativo logico e discorsivo del male), nasce in chi e' gia' pago e satollo di quella negativa, cioe' in chi, gia' in questa obbiettivamente effimera ed ingiusta, e soprattutto casuale vita, e' gia' fuori dall'inferno grazie alla morte, e non nonostante la morte, o contro, la morte.
Anche non pensando all'annichilazione come destino dei dannati, e quindi alla realta' di una sofferenza umana su questa terra gia' redenta dalla sua stessa misura, senza nessuna necessita' di un sacrificio (cristico) ulteriore, l'inferno eterno di fuoco, anche se lo si pensa esistente e come pena reale, e' compensato dalla salvaguardia della volonta' del peccatore.
Il peccatore irredento, anche bel cattolicesimo tradizionale, non e' che non ottenga nulla, andando all'inferno: ottiene la salvaguardia, per quanto paradossale e inutile, della sua (malvagia) volonta'. E la ottiene contro la sua stessa liberta' e felicita', a prezzo di esse; felicita' che se si e' all'inferno non e' ottenuta per ovvi motivi, mi sembra inutile soffermarmi, quanto alla liberta', essa, quantomeno nel cristianesimo ufficiale, che sposa Agostino, coincide con il bene e con l'amore di Dio, quindi, non si puo' dire in ultima analisi che il peccatore irredento sia all'inferno a salvaguardia della sua effettiva, e fraintesissima, e sopravvalutatissima, liberta'; ma solo, residualmente, semmai, a salvaguardia della sua misteriosa, perche' incomprensibile, volonta'.
Anche a translare il precedente discorso sul piano dell'infinito, quindi senza piu' riguardo per nessuna, greco classica, misura, rimane la realta' di una vita come grande impulso che, se proprio deve scegliere, dicotomicamente, e con le proverbiali spalle al muro, tra la sua cieca affermazione, da una parte, e la sua liberta'/felicita' dall'altra, sceglie sempre (cioe' sistematicamente) la sua cieca affermazione. Se deve scegliere dove andare, va' sempre all'inferno.
L'inferno, dunque, e' affermare, eternamente, la propria volonta' a costo della propria sofferenza.
Un destino, che, proprio per la sua essenza, puo' fare paura, solo a chi non l'abbia pienamente accettato. Per gli altri, ammesso che esistano, esso, l'inferno stesso, e' il paradiso. L'unico paradiso possibile.
Il paradiso della vita.
Rispondo a Duc in Altum e ad Anthony i quali, se ho ben compreso, affermano l'eternità dello stato infernale dell'anima. E' tuttavia quest'ultima a volerlo e dunque Dio non interviene. Ho capito bene?
Se è questo che affermate; io vorrei chiedervi: "se vostro figlio (se ce l'avete se no immaginatelo) volesse tagliarsi una mano lo lascereste fare poiché è quella la sua volontà?" Io non credo. A meno che non ci sia la possibilità che la mano possa ricrescere e quindi il "taglio della stessa" sia una esperienza di carattere pedagogico anche se cruenta. O che sia una realtà immaginata.
Citazione di: Freedom il 07 Maggio 2025, 16:10:18 PMRispondo a Duc in Altum e ad Anthony i quali, se ho ben compreso, affermano l'eternità dello stato infernale dell'anima. E' tuttavia quest'ultima a volerlo e dunque Dio non interviene. Ho capito bene?
Se è questo che affermate; io vorrei chiedervi: "se vostro figlio (se ce l'avete se no immaginatelo) volesse tagliarsi una mano lo lascereste fare poiché è quella la sua volontà?" Io non credo. A meno che non ci sia la possibilità che la mano possa ricrescere e quindi il "taglio della stessa" sia una esperienza di carattere pedagogico anche se cruenta. O che sia una realtà immaginata.
Freedom, tu tendi a valutare l'aldilà sulla base di categorie terrene. Nel rapporto padre figlio sulla terra c'é autorità, e un padre può impedire ad un figlio di farsi del male. Nell'aldilà invece la volontà del figlio é determinante, se lui vuole realmente vivere nel male allora ci vivrà, e quello sarà il suo inferno.
Penso che la differenza tra l'inferno cristiano e quello ebraico sia radicale.
In quanto nel cristianesimo il salvatore è già arrivato, la questione è assai semplice, direi binaria, chi ha fede in Crito salirà al cielo, chi no finirà nell'inferno.
Naturalmente Cristo essendo ebreo non si riferiva ad un "luogo", ma ad una fine dell'anima.
L'anima immortale che va contro la Legge di Dio ovviamente per un discorso squisitamente anagocio, diventa parte stessa del male, e anzi ne è inglobata. Come d'altronde Marco se non sbaglio precisa. Noi siamo moltitudine.
Lo Sceol, gli inferi è invece il vero inferno, la da dove gli Dei portano guerra.
Questo perchè l'ebraismo come ogni religione reinterpreta come diremmo noi oggi (senza capire nulla della profonda intuizione antica) le religione che la precedono.
Ossia l'antica lotta tra il bene e il male, che non è di carattere spirituale o religioso, ma è metafisica.
Incarnazioni stesse del bene e del male mi viene da dire.
Tema straordinario da investigare ancora e ancora e ancora.
Citazione di: Freedom il 07 Maggio 2025, 16:10:18 PMSe è questo che affermate; io vorrei chiedervi: "se vostro figlio (se ce l'avete se no immaginatelo) volesse tagliarsi una mano lo lascereste fare poiché è quella la sua volontà?" Io non credo.
Se è maggiorenne e vuole, puoi solo consigliargli di non farlo...
Citazione di: green demetr il 08 Maggio 2025, 03:23:27 AMPenso che la differenza tra l'inferno cristiano e quello ebraico sia radicale.
Come la differenza tra la prima e la seconda "alleanza"...
Citazione di: Duc in altum! il 09 Maggio 2025, 02:04:41 AMSe è maggiorenne e vuole, puoi solo consigliargli di non farlo...
Posso tuttavia esercitare pressioni importanti e "battermi" con tutto me stesso contro l'accadere di questo evento. Io, che sono un uomo. Se fossi Dio e dunque onnipotente penso che cercherei di trovare un sistema che riesca a coniugare il libero arbitrio con il non danneggiare se stessi.
Lo so, la faccio un pò facile :D e, sicuramente, parlo per ignoranza. E' che la permanenza eterna all'inferno, anche se voluta dall'anima dannata, mi pare così.......non so come dire.......innaturale?
Ma, forse, è perché non riesco a capire come si possa preferire la propria volontà a tutti i costi (cioè al prezzo della dannazione eterna come afferma Niko) al posto della gioia eterna. Sarò un pò deboluccio ma io, in certi momenti di smarrimento/amarezza arrivo a pensare che scambierei volentieri il libero arbitrio per la gioia eterna. Francamente......non è che 'sto libero arbitrio abbia portato tutti 'sti vantaggi........mi pare un pò sopravvalutato :D
Citazione di: Freedom il 09 Maggio 2025, 12:25:20 PMSe fossi Dio...
Il grido sincero e coraggioso di Giobbe, ancora oggi perpretato da tanti che non accettano l'operato divino, ha fatto sì che pure essi hanno potuto esclamare: "...Ti conoscevo per sentito dire, oggi i miei occhi Ti hanno visto!..."
Citazione di: Freedom il 09 Maggio 2025, 12:25:20 PME' che la permanenza eterna all'inferno, anche se voluta dall'anima dannata, mi pare così.......non so come dire.......innaturale?
Come è innaturale vivere una esistenza, sul pianeta Terra, senza riconciliarsi con sé stessi, senza perdonare, senza amare... perché di questo poi - in fondo - si tratta!
Citazione di: Freedom il 09 Maggio 2025, 12:25:20 PMSarò un pò deboluccio ma io, in certi momenti di smarrimento/amarezza arrivo a pensare che scambierei volentieri il libero arbitrio per la gioia eterna.
Venite a Me, con "fede", voi che siete amareggiati o smarriti, non stateci tanto a pensare... è lì il trucco del giusto utilizzo del libero arbitrio!
Citazione di: Freedom il 09 Maggio 2025, 12:25:20 PMFrancamente......non è che 'sto libero arbitrio abbia portato tutti 'sti vantaggi........mi pare un pò sopravvalutato
E' normale che se si usa in termini egoistici o di convenienza non porti vantaggi... la salvezza avviene assumendo il giudizio e non evitandolo!
Citazione di: Duc in altum! il 06 Maggio 2025, 20:06:23 PMDa ciò sant'Alfonso Maria De Liguori dedusse che: ne manda più all'inferno la misericordia di Dio, che non la sua giustizia (...) "Dio è di misericordia". Ecco il terzo inganno comune de' peccatori, per cui moltissimi si dannano. Scrive un dotto autore che ne manda più all'inferno la misericordia di Dio, che non ne manda la giustizia; perché questi miserabili, confidano temerariamente nella misericordia, non lasciano di peccare, e così si perdono. Iddio è di misericordia, chi lo nega; ma ciò non ostante, quanti ogni giorno Dio ne manda all'inferno! Egli è misericordioso, ma è ancora giusto, e perciò è obbligato a castigare chi l'offende. Egli usa misericordia, ma a chi? A chi lo teme. "Misericordia sua super timentes se... Misertus est Dominus timentibus se" (Ps. 102. 11. 13). Con chi lo disprezza e si abusa della sua misericordia per più disprezzarlo, Egli usa giustizia. E con ragione; Dio perdona il peccato, ma non può perdonare la volontà di peccare.
Mah!!! hai uno strano concetto della misericordia.
A un grande mistico è stato dettato questo dalla divina Sapienza:
"Ascolta quello che fece l'Amore, e Iddio nell'Amore e l'Amore in Dio!
All'Amore doleva assai dei perduti, ma la Divinità fremette nella Sua Ira, e in tutti gli spazi dell'immensità di Dio, fece udire un forte Tuono.
Ed il Tuono penetrò fin nell'intimo dell'eterno Amore, e l'Amore soltanto comprese il Tuono della Divinità, ed il Tuono in Lui, divenne Verbo, e cosi parlò: "Ogni potestà sia a Te soggetta, fa secondo il Tuo compiacimento, e dici: "Sia"! e cosi pure sarà!
Or vedi, l'Amore si commosse fin nelle Sue più intime fibre, e nell'Occhio dell'eterno Amore spuntò la prima Lacrima, e questa sgorgava dal Cuore della Divinità, e si chiamava, si chiama e si chiamerà eternamente: la INFINITA MISERICORDIA di DIO."
Secondo me in queste parole c'è l'Alfa e l'Omega di tutte le cose. solo che bisogna giustamente interpretarle. forse è un po difficile!
Citazione di: Duc in altum! il 21 Aprile 2025, 16:04:11 PMSan Disma va, nel frattempo (secondo i teologi), ove dimoravano - tra i morti - le anime di tutti i "giusti" che avevano creduto in Dio o in Gesù non ancora venuto, il "Paradiso", giardino del Re...
«Già oggi stesso sarai stato presso di Me in Paradiso!» [Lc. 23,43]7. E questo, dopo la Mia Ascensione, fino al giorno d'oggi (1863), ha dato luogo a troppe interpretazioni, la cui sola vera è questa: ogni anima di uomo dopo la sua morte corporale, a seconda della sua perfezione, arriva a un più basso o più alto grado di luce, e anche le anime che hanno scontato già su questo mondo tutto quello che avevano di terreno, riescono ad arrivare dapprima solo in Paradiso, ovvero nel più basso grado della beatitudine. Infatti, nessuna anima può arrivare, prima di essere del tutto purificata e ripulita, nel Cielo dell'amore, ovvero, al più alto grado di beatitudine, e così anche Dismas, attraverso l'amore e la fiducia verso di Me, aveva raggiunto il primo grado, e Mi era possibile promettergli il Paradiso.Ho trovato questo scritto nell'opera: "Le sette parole di Gesù sulla Croce" (il Legame del Cielo)
Citazione di: Kephas il 09 Maggio 2025, 15:33:58 PMMah!!! hai uno strano concetto della misericordia.
Forse può sembrare che io preferisca la Giustizia alla Misericordia, ma Giustizia e Misericordia vanno a braccetto, come ha già ben spiegato Papa Francesco: "...se Dio si fermasse alla giustizia, cesserebbe di essere Dio..."; "...la giustizia di Dio è molto più grande: non ha come fine la condanna del colpevole, ma la sua salvezza e la sua rinascita, il voler rendere in definitiva giusto anche il più ostinato dei peccatori..."; "...è una giustizia che viene dall'amore, da quelle viscere di compassione e di misericordia che sono il cuore stesso di Dio, Padre che si commuove quando siamo oppressi dal male e cadiamo sotto il peso dei peccati e delle fragilità. La giustizia di Dio, dunque, non vuole distribuire pene e castighi ma, come afferma l'Apostolo Paolo, consiste nel rendere giusti noi suoi figli (cfr Rm 3,22-31), liberandoci dai lacci del male, risanandoci, rialzandoci".Chiarito ciò, io ho semplicemente riferito (magistero cattolico in cui credo) parole di Sant'Agostino e di Sant'Alfonso Maria dei Liguori... non una mia stranezza.Poi, ripeto, si può anche aver fede che l'inferno è vuoto... purtroppo c'è Matteo 25.
Citazione di: doxa il 15 Novembre 2024, 08:42:23 AMLa discesa di Gesù agli Inferi è affermato nel Credo degli apostoli: "Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte".
ciaooo Doxa, ritorno da Duesseldorf.. e leggo ora con "goduria" il tuo post.
Quanto hai correttamente postato riguarda tuttavia SOLO il Symbolum apostolorum (5.o articolo); infatti nel credo niceno-costantinopolitano (recitato a memoria nelle funzioni liturgiche..) tale stravaganza è del tutto assente!
Ora questo particolare Credo degli "apostoli" (un falso perchè di certo
NON è dei santi apostoli) in verità fu redatto nella "secondo metà del IV secolo" _ ben prima del 2.o concilio di Costantinopoli (anno 381) _ e che viene ricordato soprattutto per aver sancito tri-deità di questa religione.
L' artefice di quella stravaganza lo si deve al siro Marco di Artesura (Sirmio anno 359), che interpretò "alla lettera" il passo (illuminato ?) della 1.a Pietro cap. 3 !
Da osservare questo Pietro assolutamente NON è il principe degli apostoli MA trattasi di un emerito sconosciuto e, secondo gli specialisti, sarebbe uno strenuo discepolo del grande di Tarso.
Tra l' altro proprio questo sconosciuto autore è colui che mise una toppa alla Mega-bufala tarsiota.. riguardante l' imminente Parousia del divin-redentore. Confrontare il passo del Tanak (salmo 90.4) rispetto alla sua "sublime" 2 Pt. 3 !
In ultimo.. da ricordare che detta 1.a lettera è del tutto assente nel famoso "canone Muratoriano" _ il primo e più antico testo della Nuova religione della croce.
SOLO Ireneo e Tertulliano citano questa stupenda pseudo-Pietro _ MA siamo nel II secolo !
E comunque lo stesso vescovo d' Ippona _ il celebrato Agostino, nel suo famoso Encheridion dell' anno 423 _ NON riporta alcun cenno di questa sorprendente "Discesa" del RI-tornato vivente..
Infatti, sia per H. Kueng che Oscar Cullman (teologo catto-romano il primo e riformato l' altro) sostengono che a Costantinopoli la tesi di Artesura NON venne nemmeno preso in considerazione !
Sorprendente è che sia la chiesa cattolica che i riformati di Germania (!) senza far rumore, abbiano di propria iniziativa, cambiato detto 5.o articolo del Symbolum !
Al posto: Descendit ad inferos - recitano: Disceso nel regno dei morti --
e tutti furono... felici e contenti.
by by
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Citazione di: doxa il 13 Novembre 2024, 09:17:39 AMUn capitolo del citato libro di Al Kalak è dedicato alle "porte degli inferi", che la tradizione fa varcare al Cristo risorto. Tale "immagine" è collegata al passo evangelico riguardante il "primato di Pietro": "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi (in greco "dell'Ade) non prevarranno su di essa" (Matteo 16, 18).
Ma c'è di più..
I fantasiosi autori dei Nuovi sacri libri di questa religione.. (ovviamente del tutto anonimi !), intendevano creare maggior "suspence", riguardo al sublime nuovo "protagonista divino", e per questo i loro inferi.. erano paragonati a mega-fornaci "eterne"!
- Matteo (o chi per lui..) è colui che si "inventa la terrificante Ghenna del Fuoco (Gehena Ignis) capitolo 5, mentre
- l' autore Marco cap. 9 _ preferisce Ignis Inextinguibilis (fuoco perenne, meglio.. inestiguibile).
Come sempre trattasi di una distorta re-interpretazione di passi del Tanak
(esempio... trito-Isaia cap. 66)-
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Citazione di: Kephas il 21 Aprile 2025, 12:34:54 PMMa allora ci si domanderà?: Chi era allora il "Satana" che tanto tentava il pio Giobbe?>>
Secondo l' ebraismo Satan, prima della sua ribellione (?) era membro della corte celeste e fungeva come Accusatore (eb. meqatreg).
Così anche in Zaccaria _ cap. 3 + salmo 109..
Mentre per l' autore di Numeri (cap.22) lo fa intendere come Avversario.
Da notare che questo primo libro Sapienziale evidenzia come l' iddioAbramitico
NON era ancora Onniveggente !!!
Infatti sarà proprio detto divin-iddio che incarica "er Satan" di indagare su questo "virtuale" personaggio di.. Uz.
E che dire della fatidica "scommessa" che l' iddio accettò con er Satan ? Possibile che detto iddio..
non sapesse come sarebbe finita la rocambolesca sfida ?
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Citazione di: doxa il 13 Novembre 2024, 09:17:39 AMInferi o inferno ? sono due luoghi distinti e separati.
Ritorno al tuo primo rigo...
Ben specificato.. Ma
CHI ha di fatto trasformato il biblico inferi (Sheol) nel terrificante inferno.. (made in cristentum) e addirittura eterno ? Ovvio gli esaltati illuminati sapienti della croce.
Da tenere presente.. l' epico e
mai Smentito Canto egizio dell' Arpista. Ovvero dal favoleggiante "altro regno"
ancora NESSUNO è RI-tornato, seppur per breve tempo, per raccontare le meraviglie dello stesso _ Nessuno !
Del resto CHI argomenta di un eventuale Post-mortem _ evidentemente NON sa nulla, ma questo clero pretendeva di conoscerlo e sfoggiava, ai terrorizzati ingenui devoti, pseudo-fantasie spacciandolo per verità celeste !
Pertanto tutto quel fantasioso carrozzone riguardante l' ipotetico altro mondo (paradiso, i due limbo (?), purgatorio e inferno (con relativo fuoco.. addirittura "eterno") è paragonabile alle macabre storielle di Dracula/Nosferatu...
Il vocabolo inferno.. (posto sotto) si troverebbe, secondo l' immaginazione degli estrosi predicatori, in una posizione "spaziale inferiore" rispetto all'aggettivo inferus. I greci lo chiamavano Ades (dal nome del fratello di Zeus..ecc..ecc..)
Nel sacro libro del primo monoteismo si legge spesso il termine Sheol.. atto ad indicare il tetro soggiorno di
Tutti i trapassati.
Come per esempio:
- Genesi (cap. 37) Giacobbe "scende".... e/o Numeri (cap 16) i ribelli Data + Abiram ("scesero ancora viventi" nello Sheol..ecc..ecc.
Ben diverso quanto riporta la bella e leggiadra Novella.. ove descrivono l' esistenza di ben quattro (4) modi per presentare il terribile inferno:
1) il fuoco che arde.. per sempre (?),
2) i vermi... NON spariscono MAI,
3) le tenebre eterne,
4) il pianto e lo stridore di denti (copia-incolla da Gb. cap. 16 + salterio 35..ecc..)
E proprio
l' ardere eternamente nel fuoco infernale rappresenta il più terribile castigo !
Poveri nostri antenati che vivevano nel terrore.. per via di queste scemenze del clero della croce (che NULLA sanno di questo tema !)
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Citazione di: doxa il 15 Novembre 2024, 08:42:23 AMCome concetto l'inferno si espanse col cristianesimo, ma la concezione di 'dannazione' era già conosciuta dagli Ebrei, in modo diverso.
Ovvio _ ma non si puo' eguagliare il concetto di dannazione dell' ebraismo/giudaismo con la funesta dottrina del "fratellino" della croce !
Infatti per questo (fantasioso) "infernos" della santa ekklesia.. NON venisse criticato-contestato-irriso.. da una parte del gregge (quello che "ancora" ragionava con la propria testa).. nel 2. concilio di Costantinopoli (anno 543) fu sancito come assoluta verità di fede !
Avevo già postato i successivi concili che confermavano di detto dogma _ ovvero:
- il IV Lateranense del 1215 +
- il conc. di Lione del 1274 +
- il conc di Firenze del 1441 +
- il conc. di Trneto del 1563
La santa ekklesia era convintissima con il dogma sancito sull' inferno _ la querelle NON fosse più oggetto di ulteriori dibattiti..!
Ma Ma ma....
Il (benefico) razionalismo positivista ha intrapreso una dura lotta contro detta religione dominante.. così anche su questo (inconoscibile) terrificante aldilà catto-cristiano.
E udite udite...
invece è riuscito a "limitare fortemente" (per non dire ridicolizzare) la sua credibilità su questo specifico dogma !
I salutari metodi (?) usati per secoli dalla compassionevole religione dell' amore.. (Roghi _ ovvero
l' anticipo del fuoco Infernale..) non erano "più di moda" !
Segno inequivocabile ormai della sua inevitabile decadenza...
Sorge così una
Nuova teologia.. sorta da una sua "corrente" (la sedicente Formgeschichte), che ha intrapreso un serio quanto accurato studio "critico" delle forme di linguaggio e/o pensiero dell'ambiente giudaico (!) del Gesù somatico.
Tra i vari studiosi di detto Formgeschichte va annoverato il teologo tedesco panzer R. Bultmann.. colui che concluse la 1.a fase del mitico Jeshu-Forschung (ricerca storica del Gesù terreno), quello avviato dall' impavido Samuel Reimarus..ecc..ecc.
.eccc..eccccc..
Il risultato di questa.. "storia delle forme" è Stupefacente/sbalorditivo !
La tesi che i miracoli riportati nei sacri vangeli non sono altro che "miti" (ovvero
eventi Storicizzati), così quelle sgangherate dottrine del draculiano aldilà _ e che tanto avevano terrorizzato i credenti del divin-incarnato/trinitario...
Il frutto di questi studi _ fa rimanere a bocca aperta il devoto !
Come dire
TUTTO quanto inculcatoci nella nostra gioiosa infanzia, aveva lo stesso valore delle fiabe.. alla Cenerentola e/o Biancaneve!
Quale conclusione trarre ?
Con il terrore/la paura.. le torture, gli autodafè e i Roghi
NON si può imporre un credo e/o una fede !
Da questa funesta causa _ quale il (benefico) effetto ? La crescente S-cristianizzazione.
alleluia, alleluia
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Citazione di: green demetr il 08 Maggio 2025, 03:23:27 AM. Come d'altronde Marco se non sbaglio precisa. Noi siamo moltitudine.
Lo Sceol, gli inferi è invece il vero inferno, la da dove gli Dei portano guerra.
Buonasera, devo correggermi: la mia è stata una liquidazione sommaria di cose molto complesse.
La diversità fra spirito impuro, demoni e fra spirito e spirito e demone e demone è alla base della cristianità.
chiedo venia per il mio riduzionismo.
Quando si fanno le cose sul serio: le cose come al solito si riempiono di complessità.
E' colpa dello spirito del AFASIA.
Non riesco a sconfiggerlo. Colpa mia che l'ho invocato (probabilmente).