Inventare una nuova religione

Aperto da anthonyi, 27 Agosto 2025, 14:03:01 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

anthonyi

E' possibile inventare una nuova religione oggi? 
Nel corso della storia umana certamente ci sono state molte credenze o filosofie di vita che si sono evolute, affermate, decadute.
E' difficile però evidenziare una vera nuova religione senza pregressi. 
Il Cristianesimo si sviluppa dalla religione ebraica, e anche l'islam.
La religione ebraica, poi, é uno sviluppo di culti mesopotamici preesistenti. 
Ci sono poi tesi antropologiche che, addirittura, sostengono una radice unica comune di gran parte delle culture religiose umane, una radice che unisce le religioni degli indiani d'America con quelle del mediterraneo perché é più antica del tempo della seconda colonizzazione umana del continente americano, oltre 10 mila anni fa.
Insomma il mondo delle religioni é poco avvezzo alle novità, forse l'unica religione effettivamente nuova nella storia é scientology.
D'altronde in quel mondo é difficile sostituire le credenze già affermate, prova ne sia il fatto che una religione come il cristianesimo non é mai riuscita ad affermarsi nell'oriente, caratterizzato da culture religiose antiche e radicate.
Questo vale per il passato, ma per il presente é ancora peggio. Il mondo moderno, infatti, é caratterizzato da un'inflazione di comunicazione emotiva che tende a relativizzare tutte le simbologie mitologiche preesistenti.
Infatti assistiamo alla crisi anche di quelle credenze religiose che si sono affermate nel passato. Se Gesú tornasse oggi sulla terra, non lo seguirebbe nessuno perché sarebbero tutti a smanettare sullo Smartphone che di simboli, religiosi e non, ne offre a migliaia.
Il mondo di oggi vive un'entropia culturale, dove nulla é importante, mentre una religione, per affermarsi, deve far credere di essere la cosa più importante. 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Jacopus

#1
Già l'idea di inventare una nuova religione implica la percezione "sotterranea" che le religioni attuali non siano all'altezza di ciò che ogni religione dichiara di offrire, ovvero una credenza che ha a che fare con il "sacro". Le nostre società sono sostanzialmente desacralizzate ed effettivamente una nuova venuta di Gesù sulla terra, sarebbe all'incirca come questa:

https://it.wikipedia.org/wiki/Lui_%C3%A8_tornato_(film)

Il sacro è una dimensione che si oppone alla vita quotidiana, che ci dice che c'è "altro" e che questo altro è misterioso, potente, salvifico o, al contrario, portatore di dannazione eterna.

Come ogni costruzione umana, le religioni hanno aspetti positivi e negativi. Farci riflettere sul fatto che c'è altro da noi, che non siamo i "padroni" dell'universo è positivo, indurci a pensare che l'altro è nostro fratello è positivo, stimolarci a vivere in una comunità è positivo. Ma come ci informa il grande Inquisitore, la religione (almeno quella cristiana) ha una fisionomia pura (Gesù) che non cerca il potere e una fisionomia corrotta dal potere (Il Grande Inquisitore), capace di schiacciare ogni oppositore. E cosa dire di tutta la tradizione medioevale, che giunge fino agli albori dell'epoca moderna, per cui era più importante salvare l'anima a patto che si offrisse alla fiamme il corpo del peccatore?

Il problema è comunque interessante e lo amplierei, scrivendo: "inventare una nuova politica", poichè le due dimensioni sono intimamente connesse, e senza una visione religiosa del mondo (per quanto possa essere anche priva di divinità) non è possibile neppure una visione politica del mondo. Ed infatti oggi la politica non esiste di fatto, ma esistono solo contabilità di stato al servizio del Capitale, unica vera divinità dominante a fianco della sua fedele servitrice: La Popolarità Mediatica).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

#2
Citazione di: anthonyi il 27 Agosto 2025, 14:03:01 PME' possibile inventare una nuova religione oggi?
Io mi chiederei quali vecchi e nuovi nomi possiede oggi Dio.
Caso, Perfezione, Ordine...
Dio non si dovrebbe nominare, a meno che non si sappia di starlo nominando, ed è nominandolo, anche inconsapevolmente, con nuovi nomi, che creiamo nuove religioni.
Non sono le religioni a fare adepti ( anche, ma non sono vere religioni), ma sono gli adepti a fare una religione, perchè a un certo punto si accorgono di credere tutti alla stessa cosa.

La fede quando arriva arriva, e non  avverte.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

InVerno

Ma perchè, le religioni si "inventano"? E' una power fantasy degli intellettuali, o più modestamente di chi legge un pò di libri, l'idea che uno si siede lì e inventa una religione, cambia la società o cose del genere, che il mondo passa nel calamaio delle loro "invenzioni". In ogni caso, se per religione si intende un teismo tradizionale la mia risposta è no, i motivi per cui hanno avuto successo nel passato e la forma che hanno preso per i motivi di quel successo sono altamente improbabili "oggi".
Ora Noè, coltivatore della terra, cominció a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacó. Genesi 9:20

anthonyi

#4
Citazione di: Jacopus il 27 Agosto 2025, 16:02:24 PMGià l'idea di inventare una nuova religione implica la percezione "sotterranea" che le religioni attuali non siano all'altezza di ciò che ogni religione dichiara di offrire, ovvero una credenza che ha a che fare con il "sacro". Le nostre società sono sostanzialmente desacralizzate

 
E' chiaro che se qualcuno presenta una nuova religione é convinto che la sua sia migliore delle altre.
Quanto alla desacralizzazione io allargherei il ragionamento, la società moderna non ha più miti, in nessun settore, non solo in quello religioso, è la causa é l'inflazione di simboli che abbiamo grazie ad internet.
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Ipazia

#5
Una nuova religione ha probabilità di attecchire quando le vigenti sono in crisi. La religione dominante, il capitalismo,  mostra segni di logoramento,  ma la fede nel Capitale, sostenuta dalle gerarchie religiose finanziarie e dai corpi armati e di repressione statale, rimane dure da scalfire, e procede all'insegna del mantra di tutte le religioni armate: "extra ecclesiam nulla salus". Si riforma il nume monetario in forme più arcane ed esclusive attraverso gli strumenti informatici,  eliminando la più corrompibile e popolare moneta contante, rafforzando al contempo la sottomissione coatta dei fedeli e l'ortodossia religiosa. Si finanziano nuove crociate contro gli eretici e infedeli orientali,  mentre l'imperatore sponsorizza i vertici delle religioni tradizionali occidentali e i papi diventano informatori farmaceutici.
Spazio per nuove religioni ne vedo poco ("in hoc signo vinces") e la dominante ha i mezzi per comprare, imprimendo il suo marchio, anche le nuove, oltre le antiche.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi


E' vero che nel linguaggio religioso si fa riferimento alla scelta tra Dio e mammona, considerando quindi alternativi l'agire razionale in economia e il comportamento cultuale.
L'evoluzione del pensiero sociale ci permette però oggi di differenziare tra le due categorie di comportamento. 
L'agire razionale in economia é "razionalità rispetto allo scopo" a prescindere dallo scopo, mentre la cultualità religiosa entra nel merito della definizione degli scopi, individuali e sociali. 
Chiarire queste differenziazioni é a mio parere un modo per interpretare meglio queste questioni invece di entrare nella solita retorica massimalista della "società capitalista" che, scientificamente non vuol dire nulla.
Il problema della crisi di certe strutture sociali fondamentali, tra le quali c'é la religione ma anche lo stato democratico, é un problema grave, ma affermare che la causa di questo sia "il capitalismo", é solo retorica. 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Kob

Se parliamo di vera e propria religione, non di ideologia o di metafisica (cui i post di Iano e Ipazia si riferiscono), la mia risposta è che bisognerebbe parlare di trasformazioni, non di fondazioni.
E queste sono in corso, anche ora, nella nostra secolarizzata Europa. E corrispondono a nuovi modi di reagire al mistero della presenza di Dio. Avrei potuto usare termini come "sensazione", "sentimento", "percezione" – di tale presenza. Trattandosi però di qualcosa di trascendente, che non si lascia trattenere e definire, sarebbe risultato paradossale. In effetti lo è. Probabilmente il sentimento religioso presuppone l'accettazione del paradosso. Fiducia nella propria intuizione ed essere aperti al paradosso, alla contraddizione.
Il fatto che negli ultimi decenni siano apparsi tanti libri di spiritualità laica (cioè, spiritualità per atei o agnostici) – libri di valore, non testi new age per sempliciotti –, il fatto che la tradizione stessa del cristianesimo si sia aperta a temi orientali, quali la consapevolezza del presente, la lotta contro il brusio dei pensieri, la battaglia contro la sofferenza, ecco, tutto questo mi fa pensare che ci sia un lavoro spirituale immenso, anche se disperso in tanti punti diversi, che però un giorno, forse, porterà a qualcosa di più unitario: appunto una nuova religione.
Non c'è però religione senza la capacità di lasciarsi guidare dall'immaginazione, dal sogno, dalla speranza impossibile. Le dottrine che si limitano a migliorare le condizioni interiori dell'uomo, per quanto utili e ingegnose, rimangono tecniche di benessere.
Ma l'uomo sensibile alla religione vuole altro. Non vuole solo smettere di soffrire.

iano

Citazione di: Kob il 28 Agosto 2025, 08:49:28 AMSe parliamo di vera e propria religione, non di ideologia o di metafisica (cui i post di Iano e Ipazia si riferiscono), la mia risposta è che bisognerebbe parlare di trasformazioni, non di fondazioni.
Non so se si possa fare una distinzione così netta fra religione e metafisica. Se ne può parlare.

Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

Ipazia

#9
Il sincretismo tra cristianesimo e capitalismo, mitologie incluse, risale alla riforma protestante. Quello tra cristianesimo e potere vige fin dai primordi: "dà a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio", consolidato da secoli di imperi e regni cristiani.

Di retorica ne vedo poca, si chiama storia, peraltro ben documentata. Bergoglio che sposa la $cienza e non sente la puzza di zolfo percepibile anche dagli atei è storia di oggi e riconferma la relazione tra dominante e dominato.

Col che si entra nella relazione classica tra struttura e sovrastruttura. Sovrastruttura abbondantemente coperta da marchingegni tecnoideologici e orde di influencer che rendono decisamente anacronistica la forma religiosa; argomento "last but not least" per ritenere improbabile il sorgere di nuove religioni.  Anche il basso impero bizantino e l'assolutismo regio dovettero servirsi di quella esistente: un cristianesimo quattrostagioni adattabile pure alle campagne napoleoniche, coloniali e $anitarie. Perfino la Russia postsovietica ha riciclato l'ortodossia e la Cina  paracomunista non disdegna più la sua antica tradizione filosofico/religiosa.

Urge semmai una nuova etica, possibile solo con nuove relazioni sociali ed economiche.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

fabriba

Non è un territorio in cui sono pienamente a mio agio, però ho un paio di spunti da condividere:

Yuval Noah Harari matte le religioni sullo stesso piano di altri sistemi di valori, nel senso che: data una società (sostanzialmente) pre-illuminista, la religione è un sistema di valori imposto con una autorevolezza discesa da dio. L'antico testamento per esempio contiene una costituzione (i comandamenti) e delle leggi (613, credo si chiamino Mitzvot ma non sono sicuro). In questo senso lui sostiene che capitalismo, fascismo e comunismo siano sistemi di valori paragonabili a religioni. Nel capitalismo ad esempio immagino che la fede sia nel futuro (mi sembra che senza fede nel futuro cada l'dea che l'economia della società non sia un esecizio a somma zero, e con essa il capitalismo).
In questo senso, creiamo nuove forme di fede ancora oggi, mi sembra.

I mormoni sono nati nel 1830... "ieri". La visione degli ideatori di South Park (puntata s07e12) sui mormoni non è diversa da quella di Harari in un certo senso: Si ... la religione dei mormoni impone di credere a cose assolutamente risibili, però i valori che promuove creano una società in cui molti trovano felicità ancora oggi.  Se  "inventare una religione" significa creare una comunità con un credo comune, credo sia possibile.

Da ultimo, penso che il modo in cui il buddismo viene interpretato in occidente sia considerabile a tratti una nuova religione. La "awareness" non è strettamente parlando una componente del buddismo per esempio; è al limite un derivato del buddismo a fronte delle necessità di un mondo in cui il multitasking è la norma e si necessita di staccare da questo modo di vivere che in molti causa fatica.

iano

Insomma , anche quattro amici al bar, che nella loro amicizia ci credono, fanno una religione. ;D
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

anthonyi

Citazione di: fabriba il 28 Agosto 2025, 12:37:59 PMIn questo senso lui sostiene che capitalismo, fascismo e comunismo siano sistemi di valori paragonabili a religioni. Nel capitalismo ad esempio immagino che la fede sia nel futuro (mi sembra che senza fede nel futuro cada l'dea che l'economia della società non sia un esecizio a somma zero, e con essa il capitalismo).
In questo senso, creiamo nuove forme di fede ancora oggi, mi sembra.

Fascismo e comunismo sono sistemi ideologici, che definiscono sistemi di valore. 
Essi sono certamente equiparabili e confronta ili a costruzioni religiose, e come le costruzioni religiose hanno bisogno di indottrinamento.
Quello che invece il tuo riferimento chiama "capitalismo", e che con più correttezza potrebbe essere definito sistema di pensiero democratico-liberale, non é un sistema ideologico ma un insieme di principi e metodi che dovrebbero permettere agli individui di organizzarsi secondo i sistemi di valori nei quali credono, quali essi siano, naturalmente rispettando quelli degli altri. 
Per questo il sistema democratico liberale non é equiparabile né alle religioni, né alle ideologie politiche. 
Quanto alla promessa di utopie future questa é un carattere tipico di tutti i sistemi politici. 
A rigor di logica, oltretutto, un sistema democratico-liberale non dovrebbe definire utopie che promettono un bene futuro perché la definizione di bene é demandata A ciascun singolo individuo e non a una promessa governativa. 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

anthonyi

Citazione di: iano il 28 Agosto 2025, 13:36:14 PMInsomma , anche quattro amici al bar, che nella loro amicizia ci credono, fanno una religione. ;D
No, non credo che basti. Per una religione serve un sistema simbolico astratto, uno straccio di codice etico.
Ora, se I quattro amici al bar mettono su un vessillo l'immagine della Guinness triplo malto alla spina, promettono di esserle sempre fedeli e di non tradirla per altre birre volgari, promuovono riti per celebrare la sostituzione del barilotto di Guinness alla spina, allora si che si avvicinano a una religione. 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

iano

#14
Citazione di: anthonyi il 28 Agosto 2025, 14:00:05 PMNo, non credo che basti. Per una religione serve un sistema simbolico astratto, uno straccio di codice etico.
Ora, se I quattro amici al bar mettono su un vessillo l'immagine della Guinness triplo malto alla spina, promettono di esserle sempre fedeli e di non tradirla per altre birre volgari, promuovono riti per celebrare la sostituzione del barilotto di Guinness alla spina, allora si che si avvicinano a una religione.
Io la intendo così: gli amici non sono tali perchè credono nell'amicizia, ma è ponendovi fede che fanno dell'amicizia una religione, che potrà poi essere ufficializzata con una bevuta rituale che li renda riconoscibili.
Gli amici però restano tali, anche quando inconsapevoli della loro religione.
In tal modo essi fanno naturalmente ciò che nella religione, con i suoi riti, diventa un obbligo.
Insomma, una religione , nasce quando si prende coscienza di ciò che ci lega.
Il trascendente è più un indicibile, che però  sappiamo riconoscere negli altri , verificando perciò di condividerlo, quindi  qualcosa che è in noi, ma che non sappiamo dire, e non oltre noi .
Se però essere indicibile non significa non possedere un nome, ma anzi molti, ad ogni nome corrisponde una diversa religione, che hanno però tutte fondamento nell'indicibile che condividiamo.
Più che fattori esteriori ( proveniamo tutti dallo stesso stampo divino), c'è un ''indicibile'' sostanziale che condividiamo, per cui possiamo ''dirci'' uomini.

Senza avervi posto fede, sappiamo riconoscere ciò che sta in noi, verificando di condividerlo.
Se però lo estrapoliamo, per tenerlo ancora legato a noi, dovremo porvi fede.



Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

Discussioni simili (5)