E' possibile inventare una nuova religione oggi?
Nel corso della storia umana certamente ci sono state molte credenze o filosofie di vita che si sono evolute, affermate, decadute.
E' difficile però evidenziare una vera nuova religione senza pregressi.
Il Cristianesimo si sviluppa dalla religione ebraica, e anche l'islam.
La religione ebraica, poi, é uno sviluppo di culti mesopotamici preesistenti.
Ci sono poi tesi antropologiche che, addirittura, sostengono una radice unica comune di gran parte delle culture religiose umane, una radice che unisce le religioni degli indiani d'America con quelle del mediterraneo perché é più antica del tempo della seconda colonizzazione umana del continente americano, oltre 10 mila anni fa.
Insomma il mondo delle religioni é poco avvezzo alle novità, forse l'unica religione effettivamente nuova nella storia é scientology.
D'altronde in quel mondo é difficile sostituire le credenze già affermate, prova ne sia il fatto che una religione come il cristianesimo non é mai riuscita ad affermarsi nell'oriente, caratterizzato da culture religiose antiche e radicate.
Questo vale per il passato, ma per il presente é ancora peggio. Il mondo moderno, infatti, é caratterizzato da un'inflazione di comunicazione emotiva che tende a relativizzare tutte le simbologie mitologiche preesistenti.
Infatti assistiamo alla crisi anche di quelle credenze religiose che si sono affermate nel passato. Se Gesú tornasse oggi sulla terra, non lo seguirebbe nessuno perché sarebbero tutti a smanettare sullo Smartphone che di simboli, religiosi e non, ne offre a migliaia.
Il mondo di oggi vive un'entropia culturale, dove nulla é importante, mentre una religione, per affermarsi, deve far credere di essere la cosa più importante.
Già l'idea di inventare una nuova religione implica la percezione "sotterranea" che le religioni attuali non siano all'altezza di ciò che ogni religione dichiara di offrire, ovvero una credenza che ha a che fare con il "sacro". Le nostre società sono sostanzialmente desacralizzate ed effettivamente una nuova venuta di Gesù sulla terra, sarebbe all'incirca come questa:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lui_%C3%A8_tornato_(film)
Il sacro è una dimensione che si oppone alla vita quotidiana, che ci dice che c'è "altro" e che questo altro è misterioso, potente, salvifico o, al contrario, portatore di dannazione eterna.
Come ogni costruzione umana, le religioni hanno aspetti positivi e negativi. Farci riflettere sul fatto che c'è altro da noi, che non siamo i "padroni" dell'universo è positivo, indurci a pensare che l'altro è nostro fratello è positivo, stimolarci a vivere in una comunità è positivo. Ma come ci informa il grande Inquisitore, la religione (almeno quella cristiana) ha una fisionomia pura (Gesù) che non cerca il potere e una fisionomia corrotta dal potere (Il Grande Inquisitore), capace di schiacciare ogni oppositore. E cosa dire di tutta la tradizione medioevale, che giunge fino agli albori dell'epoca moderna, per cui era più importante salvare l'anima a patto che si offrisse alla fiamme il corpo del peccatore?
Il problema è comunque interessante e lo amplierei, scrivendo: "inventare una nuova politica", poichè le due dimensioni sono intimamente connesse, e senza una visione religiosa del mondo (per quanto possa essere anche priva di divinità) non è possibile neppure una visione politica del mondo. Ed infatti oggi la politica non esiste di fatto, ma esistono solo contabilità di stato al servizio del Capitale, unica vera divinità dominante a fianco della sua fedele servitrice: La Popolarità Mediatica).
Citazione di: anthonyi il 27 Agosto 2025, 14:03:01 PME' possibile inventare una nuova religione oggi?
Io mi chiederei quali vecchi e nuovi nomi possiede oggi Dio.
Caso, Perfezione, Ordine...
Dio non si dovrebbe nominare, a meno che non si sappia di starlo nominando, ed è nominandolo, anche inconsapevolmente, con nuovi nomi, che creiamo nuove religioni.
Non sono le religioni a fare adepti ( anche, ma non sono vere religioni), ma sono gli adepti a fare una religione, perchè a un certo punto si accorgono di credere tutti alla stessa cosa.
La fede quando arriva arriva, e non avverte.
Ma perchè, le religioni si "inventano"? E' una power fantasy degli intellettuali, o più modestamente di chi legge un pò di libri, l'idea che uno si siede lì e inventa una religione, cambia la società o cose del genere, che il mondo passa nel calamaio delle loro "invenzioni". In ogni caso, se per religione si intende un teismo tradizionale la mia risposta è no, i motivi per cui hanno avuto successo nel passato e la forma che hanno preso per i motivi di quel successo sono altamente improbabili "oggi".
Citazione di: Jacopus il 27 Agosto 2025, 16:02:24 PMGià l'idea di inventare una nuova religione implica la percezione "sotterranea" che le religioni attuali non siano all'altezza di ciò che ogni religione dichiara di offrire, ovvero una credenza che ha a che fare con il "sacro". Le nostre società sono sostanzialmente desacralizzate
E' chiaro che se qualcuno presenta una nuova religione é convinto che la sua sia migliore delle altre.
Quanto alla desacralizzazione io allargherei il ragionamento, la società moderna non ha più miti, in nessun settore, non solo in quello religioso, è la causa é l'inflazione di simboli che abbiamo grazie ad internet.
Una nuova religione ha probabilità di attecchire quando le vigenti sono in crisi. La religione dominante, il capitalismo, mostra segni di logoramento, ma la fede nel Capitale, sostenuta dalle gerarchie religiose finanziarie e dai corpi armati e di repressione statale, rimane dure da scalfire, e procede all'insegna del mantra di tutte le religioni armate: "extra ecclesiam nulla salus". Si riforma il nume monetario in forme più arcane ed esclusive attraverso gli strumenti informatici, eliminando la più corrompibile e popolare moneta contante, rafforzando al contempo la sottomissione coatta dei fedeli e l'ortodossia religiosa. Si finanziano nuove crociate contro gli eretici e infedeli orientali, mentre l'imperatore sponsorizza i vertici delle religioni tradizionali occidentali e i papi diventano informatori farmaceutici.
Spazio per nuove religioni ne vedo poco ("in hoc signo vinces") e la dominante ha i mezzi per comprare, imprimendo il suo marchio, anche le nuove, oltre le antiche.
E' vero che nel linguaggio religioso si fa riferimento alla scelta tra Dio e mammona, considerando quindi alternativi l'agire razionale in economia e il comportamento cultuale.
L'evoluzione del pensiero sociale ci permette però oggi di differenziare tra le due categorie di comportamento.
L'agire razionale in economia é "razionalità rispetto allo scopo" a prescindere dallo scopo, mentre la cultualità religiosa entra nel merito della definizione degli scopi, individuali e sociali.
Chiarire queste differenziazioni é a mio parere un modo per interpretare meglio queste questioni invece di entrare nella solita retorica massimalista della "società capitalista" che, scientificamente non vuol dire nulla.
Il problema della crisi di certe strutture sociali fondamentali, tra le quali c'é la religione ma anche lo stato democratico, é un problema grave, ma affermare che la causa di questo sia "il capitalismo", é solo retorica.
Se parliamo di vera e propria religione, non di ideologia o di metafisica (cui i post di Iano e Ipazia si riferiscono), la mia risposta è che bisognerebbe parlare di trasformazioni, non di fondazioni.
E queste sono in corso, anche ora, nella nostra secolarizzata Europa. E corrispondono a nuovi modi di reagire al mistero della presenza di Dio. Avrei potuto usare termini come "sensazione", "sentimento", "percezione" – di tale presenza. Trattandosi però di qualcosa di trascendente, che non si lascia trattenere e definire, sarebbe risultato paradossale. In effetti lo è. Probabilmente il sentimento religioso presuppone l'accettazione del paradosso. Fiducia nella propria intuizione ed essere aperti al paradosso, alla contraddizione.
Il fatto che negli ultimi decenni siano apparsi tanti libri di spiritualità laica (cioè, spiritualità per atei o agnostici) – libri di valore, non testi new age per sempliciotti –, il fatto che la tradizione stessa del cristianesimo si sia aperta a temi orientali, quali la consapevolezza del presente, la lotta contro il brusio dei pensieri, la battaglia contro la sofferenza, ecco, tutto questo mi fa pensare che ci sia un lavoro spirituale immenso, anche se disperso in tanti punti diversi, che però un giorno, forse, porterà a qualcosa di più unitario: appunto una nuova religione.
Non c'è però religione senza la capacità di lasciarsi guidare dall'immaginazione, dal sogno, dalla speranza impossibile. Le dottrine che si limitano a migliorare le condizioni interiori dell'uomo, per quanto utili e ingegnose, rimangono tecniche di benessere.
Ma l'uomo sensibile alla religione vuole altro. Non vuole solo smettere di soffrire.
Citazione di: Kob il 28 Agosto 2025, 08:49:28 AMSe parliamo di vera e propria religione, non di ideologia o di metafisica (cui i post di Iano e Ipazia si riferiscono), la mia risposta è che bisognerebbe parlare di trasformazioni, non di fondazioni.
Non so se si possa fare una distinzione così netta fra religione e metafisica. Se ne può parlare.
Il sincretismo tra cristianesimo e capitalismo, mitologie incluse, risale alla riforma protestante. Quello tra cristianesimo e potere vige fin dai primordi: "dà a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio", consolidato da secoli di imperi e regni cristiani.
Di retorica ne vedo poca, si chiama storia, peraltro ben documentata. Bergoglio che sposa la $cienza e non sente la puzza di zolfo percepibile anche dagli atei è storia di oggi e riconferma la relazione tra dominante e dominato.
Col che si entra nella relazione classica tra struttura e sovrastruttura. Sovrastruttura abbondantemente coperta da marchingegni tecnoideologici e orde di influencer che rendono decisamente anacronistica la forma religiosa; argomento "last but not least" per ritenere improbabile il sorgere di nuove religioni. Anche il basso impero bizantino e l'assolutismo regio dovettero servirsi di quella esistente: un cristianesimo quattrostagioni adattabile pure alle campagne napoleoniche, coloniali e $anitarie. Perfino la Russia postsovietica ha riciclato l'ortodossia e la Cina paracomunista non disdegna più la sua antica tradizione filosofico/religiosa.
Urge semmai una nuova etica, possibile solo con nuove relazioni sociali ed economiche.
Non è un territorio in cui sono pienamente a mio agio, però ho un paio di spunti da condividere:
Yuval Noah Harari matte le religioni sullo stesso piano di altri sistemi di valori, nel senso che: data una società (sostanzialmente) pre-illuminista, la religione è un sistema di valori imposto con una autorevolezza discesa da dio. L'antico testamento per esempio contiene una costituzione (i comandamenti) e delle leggi (613, credo si chiamino Mitzvot ma non sono sicuro). In questo senso lui sostiene che capitalismo, fascismo e comunismo siano sistemi di valori paragonabili a religioni. Nel capitalismo ad esempio immagino che la fede sia nel futuro (mi sembra che senza fede nel futuro cada l'dea che l'economia della società non sia un esecizio a somma zero, e con essa il capitalismo).
In questo senso, creiamo nuove forme di fede ancora oggi, mi sembra.
I mormoni sono nati nel 1830... "ieri". La visione degli ideatori di South Park (puntata s07e12) sui mormoni non è diversa da quella di Harari in un certo senso: Si ... la religione dei mormoni impone di credere a cose assolutamente risibili, però i valori che promuove creano una società in cui molti trovano felicità ancora oggi. Se "inventare una religione" significa creare una comunità con un credo comune, credo sia possibile.
Da ultimo, penso che il modo in cui il buddismo viene interpretato in occidente sia considerabile a tratti una nuova religione. La "awareness" non è strettamente parlando una componente del buddismo per esempio; è al limite un derivato del buddismo a fronte delle necessità di un mondo in cui il multitasking è la norma e si necessita di staccare da questo modo di vivere che in molti causa fatica.
Insomma , anche quattro amici al bar, che nella loro amicizia ci credono, fanno una religione. ;D
Citazione di: fabriba il 28 Agosto 2025, 12:37:59 PMIn questo senso lui sostiene che capitalismo, fascismo e comunismo siano sistemi di valori paragonabili a religioni. Nel capitalismo ad esempio immagino che la fede sia nel futuro (mi sembra che senza fede nel futuro cada l'dea che l'economia della società non sia un esecizio a somma zero, e con essa il capitalismo).
In questo senso, creiamo nuove forme di fede ancora oggi, mi sembra.
Fascismo e comunismo sono sistemi ideologici, che definiscono sistemi di valore.
Essi sono certamente equiparabili e confronta ili a costruzioni religiose, e come le costruzioni religiose hanno bisogno di indottrinamento.
Quello che invece il tuo riferimento chiama "capitalismo", e che con più correttezza potrebbe essere definito sistema di pensiero democratico-liberale, non é un sistema ideologico ma un insieme di principi e metodi che dovrebbero permettere agli individui di organizzarsi secondo i sistemi di valori nei quali credono, quali essi siano, naturalmente rispettando quelli degli altri.
Per questo il sistema democratico liberale non é equiparabile né alle religioni, né alle ideologie politiche.
Quanto alla promessa di utopie future questa é un carattere tipico di tutti i sistemi politici.
A rigor di logica, oltretutto, un sistema democratico-liberale non dovrebbe definire utopie che promettono un bene futuro perché la definizione di bene é demandata A ciascun singolo individuo e non a una promessa governativa.
Citazione di: iano il 28 Agosto 2025, 13:36:14 PMInsomma , anche quattro amici al bar, che nella loro amicizia ci credono, fanno una religione. ;D
No, non credo che basti. Per una religione serve un sistema simbolico astratto, uno straccio di codice etico.
Ora, se I quattro amici al bar mettono su un vessillo l'immagine della Guinness triplo malto alla spina, promettono di esserle sempre fedeli e di non tradirla per altre birre volgari, promuovono riti per celebrare la sostituzione del barilotto di Guinness alla spina, allora si che si avvicinano a una religione.
Citazione di: anthonyi il 28 Agosto 2025, 14:00:05 PMNo, non credo che basti. Per una religione serve un sistema simbolico astratto, uno straccio di codice etico.
Ora, se I quattro amici al bar mettono su un vessillo l'immagine della Guinness triplo malto alla spina, promettono di esserle sempre fedeli e di non tradirla per altre birre volgari, promuovono riti per celebrare la sostituzione del barilotto di Guinness alla spina, allora si che si avvicinano a una religione.
Io la intendo così: gli amici non sono tali perchè credono nell'amicizia, ma è ponendovi fede che fanno dell'amicizia una religione, che potrà poi essere ufficializzata con una bevuta rituale che li renda riconoscibili.
Gli amici però restano tali, anche quando inconsapevoli della loro religione.
In tal modo essi fanno naturalmente ciò che nella religione, con i suoi riti, diventa un obbligo.
Insomma, una religione , nasce quando si prende coscienza di ciò che ci lega.
Il trascendente è più un indicibile, che però sappiamo riconoscere negli altri , verificando perciò di condividerlo, quindi qualcosa che è in noi, ma che non sappiamo dire, e non oltre noi .
Se però essere indicibile non significa non possedere un nome, ma anzi molti, ad ogni nome corrisponde una diversa religione, che hanno però tutte fondamento nell'indicibile che condividiamo.
Più che fattori esteriori ( proveniamo tutti dallo stesso stampo divino), c'è un ''indicibile'' sostanziale che condividiamo, per cui possiamo ''dirci'' uomini.
Senza avervi posto fede, sappiamo riconoscere ciò che sta in noi, verificando di condividerlo.
Se però lo estrapoliamo, per tenerlo ancora legato a noi, dovremo porvi fede.
Citazione di: anthonyi il 28 Agosto 2025, 14:00:05 PMuna religione serve un sistema simbolico astratto, uno straccio di codice etico.
Citazione di: anthonyi il 28 Agosto 2025, 13:47:56 PMnon é un sistema ideologico ma un insieme di principi e metodi che dovrebbero permettere agli individui di organizzarsi secondo i sistemi di valori nei quali credono, quali essi siano, naturalmente rispettando quelli degli altri.
Non sono sicuro di seguirti qui... ma la bibbia non è un insieme di principi e metodi che fanno la stessa cosa?
La divinità è una "scusa" per come la vedo io: sulla carta le religioni abramitiche credono nello stesso dio, però ciascuno professa valori profondamente diversi che si adattavano al tempo (il "nostro dio" della torah, non aveva nessuna pretesa di essere un dio ecumenico, si fa riferimento chiaro al fatto che gli altri popoli hanno il "loro dio" e va bene così, qualche tempo dopo, il dio di gesù è uno e deve essere uno per tutti, ancora più tardi il dio dei musulmani addirittura vede esplicitamente il nemico nel miscredente).
Ora la parola "scusa" è ovviamente da prendere con le pinze nel contesto di una rilettura attuale: c'è stata gente che era disposta a morire per il proprio dio, ma in fondo se l'italia venisse invasa domani dai musulmani ci sarebbero molti italiani disposti a morire per non permettere che il proprio dio (sistema di valori) venga contaminato da un dio altrui.
CitazioneQuello che invece il tuo riferimento chiama "capitalismo", e che con più correttezza potrebbe essere definito sistema di pensiero democratico-liberale, non é un sistema ideologico ma un insieme di principi e metodi che dovrebbero permettere agli individui di organizzarsi secondo i sistemi di valori nei quali credono, quali essi siano, naturalmente rispettando quelli degli altri.
Per questo il sistema democratico liberale non é equiparabile né alle religioni, né alle ideologie politiche.
Anthony. In realtà proprio questa definizione di sistema democratico-liberale non equiparabile e non ideologico, lo rende ideologico. I sistemi di credenze possono sperare di non essere ideologici solo se ammettono che nel loro insieme si nascondono problemi, veleni e violenze. Il nostro sistema democratico-liberale si è abbeverato per secoli (e continua a farlo) attraverso il colonialismo e il neo-colonialismo, non permettendo certo la diffusione della democrazia, se non a parole o come scusa per far intervenire qualche esercito. E se sfrutti una popolazione per secoli non puoi certo sperare che gli sfruttati ti considerino un modello, un sistema di valori. Sul fatto che vengano rispettati i valori degli altri, anche qui, vedo delle grosse crepe. Come è possibile rispettare i valori degli altri, quando c'è una moneta di scambio internazionale che è il dollaro? Oppure pensi che gli USA stiano rispettando l'Europa occidentale, nonostante sia il suo miglior alleato?
Se si è ciechi rispetto alla nostra parte in ombra, rispetto alle nostre contraddizioni, diventa facile proiettare sull'altro il "male" e considerare la nostra "visione del mondo" come non ideologica, o perfino religiosa.
Ti dirò, anch'io penso che il sistema democratico-liberale sia il migliore, ma non esiste un modello "perfetto" di sistema democratico-liberale, e tantomeno quello che crede di essere non ideologico. Anche il capitalismo non lo vedo come il "male" assoluto, tutt'altro. La borghesia e il capitalismo nel XV e XVI secolo furono i vettori dell'emancipazione dell'umanità e della costruzione della civiltà occidentale così come la conosciamo, tollerante, mite, complessa, consapevole della propria fragilità e della propria forza. Ma oggi, il capitalismo e la borghesia sono cambiati (e non è neppure la prima volta), e quindi occorre guardarsi dentro, criticamente, non elogiare il non elogiabile, poichè, altrimenti si scarta verso la dimensione vero/falso, bene/male, che sono il contrario della necessità di mediare fra valori contrastanti, tipica modalità delle democrazie liberali classiche. Ma oggi le democrazie liberali classiche stanno diventando qualcos'altro.
Citazione di: fabriba il 28 Agosto 2025, 15:04:56 PMNon sono sicuro di seguirti qui... ma la bibbia non è un insieme di principi e metodi che fanno la stessa cosa?
Il pensiero democratico liberale cerca di definire principi minimali per la costruzione di forme di convivenza, non così le religioni che entrano molto di più nella vita degli individui, in particolare gestendon e l'educazione.
Citazione di: Jacopus il 28 Agosto 2025, 16:15:13 PMAnthony. In realtà proprio questa definizione di sistema democratico-liberale non equiparabile e non ideologico, lo rende ideologico. I sistemi di credenze possono sperare di non essere ideologici solo se ammettono che nel loro insieme si nascondono problemi, veleni e violenze. Il nostro sistema democratico-liberale si è abbeverato per secoli (e continua a farlo) attraverso il colonialismo e il neo-colonialismo, non permettendo certo la diffusione della democrazia, se non a parole o come scusa per far intervenire qualche esercito. E se sfrutti una popolazione per secoli non puoi certo sperare che gli sfruttati ti considerino un modello, un sistema di valori. Sul fatto che vengano rispettati i valori degli altri, anche qui, vedo delle grosse crepe. Come è possibile rispettare i valori degli altri, quando c'è una moneta di scambio internazionale che è il dollaro? Oppure pensi che gli USA stiano rispettando l'Europa occidentale, nonostante sia il suo miglior alleato?
Se si è ciechi rispetto alla nostra parte in ombra, rispetto alle nostre contraddizioni, diventa facile proiettare sull'altro il "male" e considerare la nostra "visione del mondo" come non ideologica, o perfino religiosa.
Ti dirò, anch'io penso che il sistema democratico-liberale sia il migliore, ma non esiste un modello "perfetto" di sistema democratico-liberale, e tantomeno quello che crede di essere non ideologico. Anche il capitalismo non lo vedo come il "male" assoluto, tutt'altro. La borghesia e il capitalismo nel XV e XVI secolo furono i vettori dell'emancipazione dell'umanità e della costruzione della civiltà occidentale così come la conosciamo, tollerante, mite, complessa, consapevole della propria fragilità e della propria forza. Ma oggi, il capitalismo e la borghesia sono cambiati (e non è neppure la prima volta), e quindi occorre guardarsi dentro, criticamente, non elogiare il non elogiabile, poichè, altrimenti si scarta verso la dimensione vero/falso, bene/male, che sono il contrario della necessità di mediare fra valori contrastanti, tipica modalità delle democrazie liberali classiche. Ma oggi le democrazie liberali classiche stanno diventando qualcos'altro.
Jacopus, io parlavo del sistema liberal democratico come modello teorico. Il fatto che poi tale sistema abbia applicazioni parziali condizionate da culture imperialiste o altro non é un indebolimento del modello teorico.
Te li ricordi i greci che tanto glorificavano la democrazia dove però non vota vano gli schiavi, gli stranieri, e le donne, ma non é che per questo motivo il concetto di democrazia era fasullo!
Il capitalismo non è una religione per il semplice fatto che è oggetto di un altra religione, il marxismo, nessuno ma proprio nessuno usa questo termine fuori da una cornice marxista per il semplice fatto che senza quella cornice non ha alcun senso, non si sa neanche cosa sia; è un pò come il satanismo, ha senso solo se ci accetta la cornice cristiana che prevede Satana sia da qualche parte.
Il liberalismo nasce fondamentalmente dal fatto che dopo la riforma protestante i vari re europei sono stati costretti a trovare un tetto comune per protestanti e cattolici e perciò a gradualmente permettere la libertà di culto, fin qui non è una religione ma la sua decostruzione, però nei secoli ha accumulato abbastanza materiale da camminare con le sue gambe, a differenza del satanismo, è diventato una religione\ideologia a sua volta.
Premetto che la democrazia dovrebbe essere la miglior forma di governo.
A essere onesti, partendo dall'evoluzione delle idee, non ha alcun senso inquadrare la democrazia partendo da un dato periodo storico. La democrazia proviene da ... fate voi ... che a sua volta proviene da ... fate voi ... e che infine proviene da come si presenta l'individuo nella storia: armato e provvisto di metafisiche.Ciò che vale ancor oggi è l'evoluzione della legge del più forte. Su questo non ci piove.Il guaio è che la legge del più forte non riesce più a garantire l'efficienza della sua legge. Il mondo precipita nel caos. A meno che il più forte non faccia terrorismo.Se non si vuole fare i conti con questa faccenda non si va da nessuna parte, con le invenzioni delle nuove religioni ... secondo me
Citazione di: InVerno il 28 Agosto 2025, 21:50:26 PMIl capitalismo non è una religione per il semplice fatto che è oggetto di un altra religione, il marxismo, nessuno ma proprio nessuno usa questo termine fuori da una cornice marxista per il semplice fatto che senza quella cornice non ha alcun senso, non si sa neanche cosa sia; è un pò come il satanismo, ha senso solo se ci accetta la cornice cristiana che prevede Satana sia da qualche parte.
Direi che c'é qualche differenza, Inverno, mentre "Capitalismo" é solo un vocabolo inventato dal marxismo per definire un nemico del proletariato, al satanismo corrispondono effettivamente degli adepti, dei riti specifici che vengono posti in essere, una celebrazione annuale che poi cade il 31 ottobre, e che celebra il compleanno di satana nei riti esoterici, che poi hanno prodotto una versione più o meno farsesca con la festa di Halloween, festa che giustamente é molto avversata dalla chiesa.
Il capitalista è una cosa, è una persona che muove capitali e vabbè, il capitalismo è un altra. Il satanismo sarà pure una religione se vuoi (io introdurrei la distinzione con le sette, vale lo stesso per scientology) quello che indicavo è che non è "nuova" o perlomeno indipendente da quella cristiana, e lo stesso direi dei mormoni che sono un appendice, uno scisma, o come vuoi..
Onestamente non darei per scontato che nel mondo il termine capitalismo oggi esista solo nei termini che dite voi, però ammetto di avere usato la parola con leggerezza , o più che altro lapsus, vi ringrazio per avermelo fatto notare e recepisco la critica.
Tornando alla domanda,
@anthonyi , provoco un secondo: ti ricordi quando all'indomani della caduta dell'impero sovietico -e per più di un decennio- si è parlato di "fine della storia"?
È possibile che ci sia una condizione culturale simile, più in grande?
Il bisogno di una religione si perde nella notte dei tempi, io darei addirittura per scontato che è parte dell'animale umano, e non vedo una discontinuità tale nel nostro tempo da suggerire che sia ora venuto meno.
Vedo una discontinuità culturale piuttosto che potrebbe aver reso le vecchie religioni obsolete. Io direi che questo potrebbe addirittura essere un periodo particolarmente fertile per la creazione di nuove religioni
Però se pensiamo al cristianesimo ci sono voluti secoli dalla fondazione alla popolarizzazione, quindi magari delle religioni che vengono fondate oggi, le pochissime che dureranno millenni sono ancora una nicchia e non le abbiamo mai sentite nominare.
Citazione di: InVerno il 28 Agosto 2025, 21:50:26 PMIl capitalismo non è una religione per il semplice fatto che è oggetto di un altra religione, il marxismo, nessuno ma proprio nessuno usa questo termine fuori da una cornice marxista per il semplice fatto che senza quella cornice non ha alcun senso, non si sa neanche cosa sia; è un pò come il satanismo, ha senso solo se ci accetta la cornice cristiana che prevede Satana sia da qualche parte.
Il liberalismo nasce fondamentalmente dal fatto che dopo la riforma protestante i vari re europei sono stati costretti a trovare un tetto comune per protestanti e cattolici e perciò a gradualmente permettere la libertà di culto, fin qui non è una religione ma la sua decostruzione, però nei secoli ha accumulato abbastanza materiale da camminare con le sue gambe, a differenza del satanismo, è diventato una religione\ideologia a sua volta.
Il capitalismo ha carattere religioso per il semplice fatto che ha posto il capitale come valore supremo, il profitto come "grazia" e il capitalista come celebrante del sacro rito economico. Il liberalismo è nient'altro che la versione capitalistica della schiavitù sdoganata nella forma dello sfuttamento di lavoro servile per grazia del sommo nume Capitale. La feticizzazione del Capitale lo eleva dalla mera dimensione economica strombazzata dal riduzionismo apologetico liberal-liberista e lo rende un soggetto religioso a tutti gli effetti.
Soggetto religioso che non ha nessuna voglia di abdicare, dopo aver sottomesso tutti gli altri numi e cosche religiose.
Basta questo per comprendere la difficoltà di affiancargli nuove religioni che in ogni caso entrerebbero ben presto nel ciclo liturgico del profitto perdendo ogni loro identità, come accaduto alle forme più o meno imborghesite di socialismo,sempre pronte a svendere i diritti sociali dei popoli di fronte alle emergenze imposte dal Capitale e dal suo ecumenico Stato multinazionale. Senza ritegno fino alle mostruosità belliche imperialistiche.
Il feticcio capitalistico ha preso il posto dei feticci storici nella vita reale e nell'immaginario ideologico del pianeta e dopo il fallimento del progetto comunista ci vorrà ben altro che operazioni meramente ideologiche per scalzarlo.
Citazione di: fabriba il 29 Agosto 2025, 12:47:03 PMIl bisogno di una religione si perde nella notte dei tempi, io darei addirittura per scontato che è parte dell'animale umano, e non vedo una discontinuità tale nel nostro tempo da suggerire che sia ora venuto meno.
Vedo una discontinuità culturale piuttosto che potrebbe aver reso le vecchie religioni obsolete. Io direi che questo potrebbe addirittura essere un periodo particolarmente fertile per la creazione di nuove religioni
L'obsolescenza mi pare abbia colpito il significato della religione in toto e ciò spiega pure la discontinuità culturale. E' il valore stesso della trascendenza che è venuto meno insieme alla illusorietà di un mondo dietro (e sopra) il mondo dopo le lezioni di Marx e Nietzsche. Le caste religiose riesumate si confondono sempre più con le società per azioni della società capitalistica dominante e, prive di una propria vitalità, dipendono dagli stati (capitalistici o teocratici) che le sponsorizzano.
CitazionePerò se pensiamo al cristianesimo ci sono voluti secoli dalla fondazione alla popolarizzazione, quindi magari delle religioni che vengono fondate oggi, le pochissime che dureranno millenni sono ancora una nicchia e non le abbiamo mai sentite nominare.
Se pensiamo al cristianesimo c'è voluto un impero che lo riconoscesse come sua ideologia funzionale perchè si affermasse (in hoc signo vinces), e regni e imperi a sua immagine perchè durasse. Finchè la rivoluzione borghese illuminista non ha decretato che l'ipotesi Dio non è necessaria per spiegare l'universo e senza quella ipotesi è cambiato ben poco nelle relazioni umane, anche perchè le teocrazie furono e sono tutt'altro che specchi di virtù. Al feticismo residuale hanno provveduto i miti liberal-liberisti e purtroppo anche le degenarazioni del pensiero socialcomunista.
Quindi meglio restare coi piedi per terra come raccomandano Marx e Nietzsche, e praticare il NO GOD NO MASTER del comunismo verace.
Citazione di: Ipazia il 29 Agosto 2025, 12:57:08 PMIl capitalismo ha carattere religioso per il semplice fatto che ha posto il capitale come valore supremo, il profitto come "grazia" e il capitalista come celebrante del sacro rito economico. Il liberalismo è nient'altro che la versione capitalistica della schiavitù sdoganata nella forma dello sfuttamento di lavoro servile per grazia del sommo nume Capitale. La feticizzazione del Capitale lo eleva dalla mera dimensione economica strombazzata dal riduzionismo apologetico liberal-liberista e lo rende un soggetto religioso a tutti gli effetti.
Soggetto religioso che non ha nessuna voglia di abdicare, dopo aver sottomesso tutti gli altri numi e cosche religiose.
Interpretando caritatevolmente quel che dici (ci provo sempre) ti do ragione. Originariamente in olanda si ha questa intuizione che randellare le minoranze produce profitti negativi e si comincia a prioritarizzare i profitti invece che le bastonate, iniziando quel processo che i posteri chiameranno "pillarizzazione" dove ogni comunità ha le sue istituzioni e dignità e partecipa a modo suo alla generazione del bene sociale, coadiuvati dal più alto tasso di alfabetizzazione in Europa, rimane uno dei pochi esempi di reale multiculturalismo. Capisco invece che tu preferisci profitti negativi e persecuzioni, purtroppo sono modelli (come i teismi antichi) che ben si adattano a società (come quella russa del secolo scorso) dove il 99% della popolazione è analfabeta, e perciò è una situazione che è improbabilmente si ripeterà nel prossimo futuro!
Citazione di: Ipazia il 29 Agosto 2025, 13:38:00 PME' il valore stesso della trascendenza che è venuto meno insieme alla illusorietà di un mondo dietro (e sopra) il mondo dopo le lezioni di Marx e Nietzsche.
Anche se a un certo punto, da ateo, mi sono reso conto che realtà (quella che sta dietro ad ogni scienza ed apparenza) è il nome che ho dato a Dio, questa simmetria mi era sfuggita. Chapeau!
Comunque , anche a seguito di questa presa di coscienza, adesso ho l'abitudine di ''Cherchez le Dieu'' in ogni situazione, o il suo speculare, le Diable, a piacere.
Che nome ha dato a Dio Marx?
Il Diavolo, lo sappiamo, Capitale.
Non c'è altro modo di intendere la realtà se non trascendendola. Hai voglia di religioni.
E' che non di tutte sappiamo di averle inventate, e non sappiamo perciò, per quelle, con quale improprio nome si presenta l'innominabile..
Trascendiamo pure, ma con moderazione. Avendo sempre presente la differenza tra realtà e immaginazione. A tutti farebbe comodo un nume salvifico che si occupi proprio di noi, della nostra personale salvezza, ma non funziona così. Ormai dovremmo saperlo e tale consapevolezza è l'argomento definitivo contro la nascita di nuove religioni. Persino la Scienza (Dio) ha mostrato in più occasioni il suo alter ego satanico ($cienza) e quindi, parafrasando Heidegger, solo noi ci possiamo salvare, coi nostri poveri mezzi cognitivi evolutivi. Lezione di Darwin, Marx e Nietzsche, passando dalla natura al trascendentale.
Meno caritatevolmente:
Del multiculturalismo olandese hanno un bel ricordo i nativi sudafricani. Così bello che si sono buttati a capofitto sui BRICS, insieme ai discendenti dei russi del secolo scorso. Scartando accuratamente l'unione canaglia UE, intasata di olandesi e rigurgiti neocolonialisti vari.
Citazione di: Ipazia il 29 Agosto 2025, 17:21:17 PMtale consapevolezza è l'argomento definitivo contro la nascita di nuove religioni
La domanda iniziale per come la interpreto io non era se
dovrebbero nascere nuove religioni, ma se
possono.Però leggendo il tuo commento e cercando di fare mente locale sullo stato delle cose, sarei dell'idea che dovrebbero, anche:
Citazione di: InVerno il 29 Agosto 2025, 14:56:47 PMcoadiuvati dal più alto tasso di alfabetizzazione in Europa,
sono d'accordo che uno stato ateo si regga meglio in una società con un buon sistema di istruzione.
Allo stato attuale, la mia percezione è che il sistema scolastico occidentale stia generalmente peggiorando.
Inoltre, la mia percezione è che l'intelligenza artificiale ridurrà l'intelligenza umana alla stregue dei muscoli: non c'è niente di male ad avere muscoli, anzi, ma non sono un indicatore del valore di una persona come potevano esserlo secoli o millenni fa, anzi.
Partendo da queste premesse, la mia tesi è che nel prossimo futuro ci sarà più bisogno di religione a livello di società, non meno.
Citazione di: fabriba il 29 Agosto 2025, 18:01:30 PMLa domanda iniziale per come la interpreto io non era se dovrebbero nascere nuove religioni, ma se possono.
Cambia poco: sono forme obsolete di socializzazione che hanno già dato e detto tutto quello che
potevano e
dovevano. Possono tornare come rigurgiti identitari integralisti a supporto di progetti politici criminali, col corredo violento di sharie e jihad nelle varie salse storicamente determinate che in Siria, Afghanistan e Gaza vediamo all'opera, non escludendo complicità e iniziative analoghe in salsa crociata. Inventarne di nuove è parimenti anacronistico, venendo meno l'autorevolezza del modello sovrannaturale che dovrebbe animarle. Tanto vale, e così funziona, riesumare le esistenti. Poco auspicabile ma possibile.
Riguardo all'istruzione, l'inefficienza di quella di regime non è poi così deleteria. Meglio nessuna che l'indottrinamento. Ci si formerà altrove e si metterà mano a tutto il decrepito ambaradan con nuove spinte rivoluzionarie generate dallo
stato di cose presenti. Nel frattempo godiamoci la barbarie per cui abbiamo votato. E non è detto che avremo altre chances visto il tunnel atomico in cui ci stiamo infilando.
Citazione di: InVerno il 29 Agosto 2025, 12:26:51 PMIl capitalista è una cosa, è una persona che muove capitali e vabbè, il capitalismo è un altra. Il satanismo sarà pure una religione se vuoi (io introdurrei la distinzione con le sette, vale lo stesso per scientology) quello che indicavo è che non è "nuova" o perlomeno indipendente da quella cristiana, e lo stesso direi dei mormoni che sono un appendice, uno scisma, o come vuoi..
Il punto, inverno, é che aldila degli iperboli di Ipazia, la parola "capitalismo" non indica nulla che faccia pensare a una propagazione culturale ideologica, gli imprenditori (questo é il modo corretto di definirli) sono persone che fanno affari in maniera autonoma e non si fanno omogeneizzare da una ideologia, magari la combattono se la ritengono pericolosa, come hanno fatto col marxismo.
Citazione di: fabriba il 29 Agosto 2025, 12:47:03 PMOnestamente non darei per scontato che nel mondo il termine capitalismo oggi esista solo nei termini che dite voi, però ammetto di avere usato la parola con leggerezza , o più che altro lapsus, vi ringrazio per avermelo fatto notare e recepisco la critica.
Tornando alla domanda, @anthonyi , provoco un secondo: ti ricordi quando all'indomani della caduta dell'impero sovietico -e per più di un decennio- si è parlato di "fine della storia"?
È possibile che ci sia una condizione culturale simile, più in grande?
Il bisogno di una religione si perde nella notte dei tempi, io darei addirittura per scontato che è parte dell'animale umano, e non vedo una discontinuità tale nel nostro tempo da suggerire che sia ora venuto meno.
Vedo una discontinuità culturale piuttosto che potrebbe aver reso le vecchie religioni obsolete. Io direi che questo potrebbe addirittura essere un periodo particolarmente fertile per la creazione di nuove religioni
Però se pensiamo al cristianesimo ci sono voluti secoli dalla fondazione alla popolarizzazione, quindi magari delle religioni che vengono fondate oggi, le pochissime che dureranno millenni sono ancora una nicchia e non le abbiamo mai sentite nominare.
Non ti preoccupare, fabriba, a puntualizzare sulle carenze del concetto di "capitalismo", qui ci sono solo io, e chiaramente mi scontro con 150 anni di ideologia marxista.
Tu mi parli dell'89, della grande illusione che l'impero del male fosse stato definitivamente sconfitto, e invece non era così.
Come i virus le ideologie aberranti mutano E ritornano a produrre effetti patogeni rispetto ai quali non hai anticorpi. Diventano populismo, sovranismo, antivaccinismo, qualsiasi cosa pur di creare disturbo alla società.
Poi nelle versioni più pesanti ripropongono orrori che pensavamo riguardanti solo il passato come quelli compiuti dai russi in ucraina, o da quelli di Hamas il 7 ottobre 2023, e menzogne come quelle della propaganda putiniana, e della propaganda di hamas con la complicità di alcune ONG.
E' interessante la tua riflessione sul bisogno di una religione.
Condivido perfettamente l'idea, nel corso della storia gli uomini hanno destinato alle religioni tantissime risorse, segno che sentivano il bisogno di queste ultime. In particolare il bisogno di un ente superiore che razionalizzasse il mondo.
Nella storia dell'umanità non ci sono società umane sviluppatesi oltre un certo livello senza la definizione di enti superiori, che possono essere Dei, o concetti più astratti come in Cina o Giappone.
Non sto parlando di spiritualità, ma di gerarchia, una gerarchia necessaria per combattere quelle gerarchie umane che naturalmente si formano nella società umana.
Gli esempi sono tanti, le ideologie che combattono la fede in Dio, come il comunismo o il nazismo, diventano tirannie.
Una volta tolto Dio come ente superiore il suo spazio viene occupato dal dittatore di turno, non c'é neanche meravigliarsi, é la natura umana che fa questo.
L'uomo ha bisogno di un punto di riferimento, che gli dia sicurezza, e tra un Dio immateriale e un dittatore io credo sia nettamente preferibile il primo.
E la Spiritualità dov'è? Su 30 risposte soltanto in Kob c'era qualche elemento che la ricordasse. Non si chiama così la sezione?
Citazione di: Mel Fed il 30 Agosto 2025, 16:42:25 PME la Spiritualità dov'è? Su 30 risposte soltanto in Kob c'era qualche elemento che la ricordasse. Non si chiama così la sezione?
Il problema, Mel fed, é che la spiritualità é sempre qualcosa di molto personale, impalpabile, é veramente difficile parlarne.
Piú facile invece parlare di religione, aspetto certamente più concreto.
Poi vabbè, il discorso é un po' delirato sulle ideologie laiche, ma che ci vuoi fare.
Comunque tu sei liberissimo di entrare nel topic in chiave spirituale
Citazione di: Mel Fed il 30 Agosto 2025, 16:42:25 PME la Spiritualità dov'è? Su 30 risposte soltanto in Kob c'era qualche elemento che la ricordasse. Non si chiama così la sezione?
La spiritualità è nel coscienzioso rifiuto di scorciatoie sgamate di tipo ideologico-religioso. Abbisogna certamente una rivoluzione etica, ma se la risposta è "religione", la risposta è sbajata.
Citazione di: fabriba il 29 Agosto 2025, 18:01:30 PMPartendo da queste premesse, la mia tesi è che nel prossimo futuro ci sarà più bisogno di religione a livello di società, non meno.
Sono d'accordo con te se si prende per buona la definizione di religione che proponi, ma gli altri spesso intendono la religione come trascendentale, e io a questo non vedo spazio... Per ritornare a quel livello di pensiero magico le scuole più che peggiorare devono esplodere, e chissà magari dopo un apocalisse nucleare, ma il mio orizzonte predittivo si ferma molto prima.
Sono d'accordo con Ipazia, non è il fondare una nuova religione (cosa che fra l altro mi sembra se non impossibile, quasi) ma una nuova spiritualità. E se ne può parlare in senso collettivo solo ammettendo che vi siano esperienze vitali che accomunano l'uomo. Quali sono , ci sono emozioni vitali che ognuno di noi sente? Allora ci sono persone che negano il male, persone che negano il bene , che negano l amore , che nega l anima ma non ci sono persone che negano la bellezza ad esempio. Chi fa esperienza estetica , sta facendo anche un esperienza estatica che è di fatto uno stato mentale primario, fondamentale e ineliminabile con cui noi riconosciamo e sentiamo la bellezza estetica. E ma cosa c'entra la bellezza con la spiritualità? c'entra perchè nell esperienza estatica noi riusciamo a staccare il nostro io dalla consueta percezione del mondo ed entriamo in uno stato mentale "altro" ,non alterato, altro. Ecco è trovare cose di questo tipo che ognuno di noi può sperimentare la vera sfida che si pone di fronte al tema di una spiritualità che sia degna di questo nome. Preferisco questa strada piuttosto che elencare cose che l uomo dovrebbe fare per giungere all agognata spiritualità , devi fare meditazione, devi conoscere la vacuità , devi conoscere l unità del tutto , devi tornare al tuo essere originario ecc ecc no, penso che la spiritualità è un sentiero che si compie , non è eteronoma, è autonoma. con questo non voglio dire che queste cose non abbiano valore ma hanno valore solo in quanto uno decide di percorrerle e se la mia spiritualità proviene da esperienze estatiche non è piu giusta o meno giusta di una che proviene da un esperienza di silenzio meditativo. Perchè tutte le esperienze spirituali sono vere quando sono autentiche anche qualora risultino contradditorie.
Citazione di: Alberto Knox il 30 Agosto 2025, 19:16:23 PMuna nuova spiritualità. E se ne può parlare in senso collettivo solo ammettendo che vi siano esperienze vitali che accomunano l'uomo. Quali sono , ci sono emozioni vitali che ognuno di noi sente? [...] non ci sono persone che negano la bellezza ad esempio. Chi fa esperienza estetica , sta facendo anche un esperienza estatica che è di fatto uno stato mentale primario, fondamentale e ineliminabile con cui noi riconosciamo e sentiamo la bellezza estetica.
In realtà ci sono anche, e credo non siano nemmeno poche, le persone che negano la bellezza
come esperienza estetica; conosco persone per cui il legame bellezza/esperienza-estetica è ciò che, nel migliore dei casi, entra in gioco come "riscaldamento" in vista di un possibile coito. Posizione di antica tradizione, se la intendiamo come forma di
yoga,
tantra o simili; molto meno spirituale se la intendiamo come la intendono le persone a cui mi riferisco.
La stessa "spiritualità corporea" all'orientale, con il progredire dello studio del corpo umano, si sta rivelando sempre più fisiologica e sempre meno mistica; per questo è oggettivo che alcune pratiche diano benessere e sollievo, perché è questione di reazioni biochimiche o fisiologiche (tanto più se potenziate da autosuggestione, anch'essa fenomeno per nulla mistico).
Esempio banale: fare
stretching dopo intensa attività fisica, facendo attenzione alla respirazione e alla tensione, fa oggettivamente bene; poi possiamo credere che il benessere derivi anche da un valore simbolico o mistico aggiunto (che solitamente non c'è), ma si tratta di un
surplus non oggettivamente necessario (al netto della suddetta autosuggestione). Lo stesso accade, a mio avviso, con altre questioni spirituali che ci fanno "sentire meglio", pur non stirando muscoli o assumendo strane pose: la spiegazione simbolico-spirituale che ne diamo, è un
surplus a ciò che veramente accade a livello neuronale, fisico, etc. Per quel poco che ne so in merito, ovviamente.
Tuttavia, come giustamente ricordato da
Mel Fed, queste sono considerazioni fuori posto in questo
topic, servono solo a ricordare che c'è anche chi non crede nella spiritualità come
propria dimensione trascendente (perché quella collettiva o altrui è innegabilmente
creduta tale dai diretti interessati).
Citazione di: Phil il 30 Agosto 2025, 19:55:50 PMIn realtà ci sono anche, e credo non siano nemmeno poche, le persone che negano la bellezza come esperienza estetica;
mi dispiace ma io a questa affermazione non ci credo. Vuoi farmi credere che i tuoi amici non sono mai rimasti a bocca aperta nel guardare un panorama, o la maestosità del mare o che non si sono mai soffermati nel guardare il cielo stellato o nell osservare un fenomeno naturale che prima da allora era sconosciuto ai propio occhi? e di fronte a tali cose non abbiano affermato "che bellezza" . Certo loro potranno anche continuare a dire di no, non ho mai avuto di queste esperienze e io continuerò a dire che non ci credo. Non ci credo perchè la bellezza ha tre sorgenti , la prima è la natura e noi siamo natura, la seconda sorgente è l'uomo stesso, ti è mai capitato di dire "quella si che è una bella persona?" e perchè è bella perchè è di bell aspetto? no , ma probabilmente perchè i suoi occhi brillano di intelligenza ,di umanità, bontà e di gentilezza. la terza sorgente è l arte naturalmente e vuoi farmi credere che loro non hanno mai fatto un artefatto, un disegno , un lavoro con il legno e dopo sono rimasti soddisfatti e han guardato la propia opera sorridendo? fatto o visto artefatti e non ne sono mai rimasti colpiti?
Non importa l'intensità in cui si vive un esperieza estetica/estatica . Cioè uno può anche vedere per la prima volta l aurora boreale e stufarsi dopo cinque minuti ma non può dire che non sia oggettivamente bello. il dato di fatto è che l'uomo riconosce e sente la bellezza non la sua intensità soggettiva. Anche nel riconoscere la bellezza di una donna nuda ha a che fare con l armonia delle forme naturali e in ultima analisi delle bellezza stessa.Quindi dire io non ho mai avuto un esperienza estetica non ha alcun senso dal mio punto di vista . L'uomo non può essere immune alla bellezza perchè tutto il creato, fin dalle origine è stata un esplosione di bellezza.
Proviamo a fare qualche distinzione.
Che cos'è la spiritualità? Ogni religione contiene anche una sua specifica spiritualità?
Prendo come esempio una delle religioni più recenti: Scientology.
Come ogni chiesa, anche Scientology esprime dei valori e contiene una sua teologia (per quanto sembri un racconto di fantascienza, ma del resto le stesse perplessità devono averle provate i filosofi greci di fronte ai racconti di Paolo).
Come tutti sanno all'inizio Scientology si è presentata come una scuola psicologica alternativa. Ma da subito, contenendo elementi gnostici (l'ascesa alla perfezione, la gerarchia, la segretezza), si capiva bene dove si sarebbe finiti: in una comunità chiusa (nel senso di non disposta al confronto scientifico), o in una setta, o in una religione.
Ora Scientology esprime dei valori. Quali? Essenzialmente il valore del successo individuale, qualunque sia il campo in cui il soggetto ricerca tale successo (soprattutto la carriera, ma anche il matrimonio etc.).
Il valore dell'individuo, il fatto che ognuno di noi abbia delle straordinarie potenzialità, spesso offuscate dai fallimenti, dagli errori.
Insomma un'etica imperniata sulla costellazione dell'individualismo.
Ma contiene anche una spiritualità? Io penso di sì. È il pathos del cammino verso la purificazione (per diventare "Clear", per ripulirsi dai traumi, da quelle zone oscure che condannano le persone a compiere sempre gli stessi errori, a non sviluppare realmente i propri talenti etc.).
La spiritualità cioè tratta sempre del cambiamento, del passaggio dall'uomo antico a quello nuovo, dal peccatore al santo, dal soggetto confuso al Clear.
È anche possibile concepire una religione fondamentalista senza spiritualità: infatti si può pensare ad una religione che esprima una concezione forte della verità e dei valori etici indiscutibili che ogni devoto deve accettare una volta per tutte, senza alcun tentennamento, in modo che non ci sia alcuna dialettica tra vecchio e nuovo, tra errore e verità, ma solo un'adesione definitiva.
Ma si può pensare ad una spiritualità senza religione? Forse sì, a patto però di non essere bloccati da altre concezioni forti, come il materialismo. Cioè il cambiamento deve avere come meta un sogno, una speranza. Deve esprimere lo spirito utopistico, deve dar voce alla ricchezza interiore dell'uomo, al di là dei bisogni dell'animale. In questo ci deve essere la capacità di concedere tutta la libertà necessaria all'immaginazione.
L'indicibile con la religione si adulteria in dicibili idolatrici l'un contro gli altri armato. Tale è l'esperienza storica e pure il peggio dell'attualità. Processo inevitabile quando si feticizza la realtà è si generano caste addette al feticcio; trascendente o immanente (la $cienza,....).
Citazione di: Kob il 31 Agosto 2025, 08:03:15 AMMa si può pensare ad una spiritualità senza religione? Forse sì, a patto però di non essere bloccati da altre concezioni forti, come il materialismo. Cioè il cambiamento deve avere come meta un sogno, una speranza. Deve esprimere lo spirito utopistico, deve dar voce alla ricchezza interiore dell'uomo, al di là dei bisogni dell'animale. In questo ci deve essere la capacità di concedere tutta la libertà necessaria all'immaginazione.
Come tutte le visioni del mondo anche il materialismo si presta ad implementazioni feticistiche, ma al suo interno possiede anticorpi idonei a contrastare tale tendenza perché nasce come critica delle sovrastrutture ideologiche e dei loro feticci socialmente e storicamente determinati (Dio, Famiglia, Proprietà Privata, Stato, Capitale, Merce,...).
La spiritualità marxista ha punti di convergenza con la fede nella terra raccomandata da Nietzsche. È la presa d'atto affermativa del nostro destino evolutivo, con la presa in carico di un'etica coerente. Utopica, ma non meramente illusionale, utopistica.
Citazione di: Alberto Knox il 30 Agosto 2025, 19:16:23 PMfondare una nuova religione (cosa che fra l altro mi sembra se non impossibile, quasi)
Ciò che sto per dire Non mi sembra rilevante ai fini della discussione, ma siccome quanto dici mi sembra un sentimento condiviso, volevo indicare che dal punto di vista strettamente pratico le cose non sono affatto complesse per fondare una religione.
In italia forse si, ma i prodotti culturali dell'ultimo secolo vengono in gran parte dagli USA, e le cose li sono mooooolto più facili.
Vedi https://en.wikipedia.org/wiki/Our_Lady_of_Perpetual_Exemption , che è stata fondata in qualche settimana, come parodia, nella quale la parola "exeption" si riferisce esplicitamente a una strategia di elusione fiscale, e che è stata legalmente e ufficialmente riconosciuta come religione negli USA.
Probabilmente non è quello a cui ti riferisci quando parli di "fondare una religione", però volevo buttare li l'informazione.
Secondo me tutti i sostantivi esistono perché un individuo li getta nella realtà in virtù del fatto che lui ha visto cose che altri fino a quel momento non avevano visto o al più non se n'erano proprio curati. Ma sono gli altri a conferirgli realtà, a far entrare quello che non si vedeva nel vocabolario del reale. E questo accade pure per le scoperte.
Diversamente da Marx penso di essere in grado di sostenere che le coscienze si formino a partire dall'individuo. Marx avrebbe dovuto dire che la coscienza dell'individuo viene osteggiata in modi poco puliti dalla coscienza di gruppo dominante.A parte l'esclusione della necessità di un Dio trascendentale non si è visto un granché in questa discussione, se non la necessità di una nuova etica.Penso che la fonte della spiritualità sia la sfera emotiva che ciascun individuo possiede e vive costantemente. Attualmente questa si concretizza in due polarità che per ignoranza mia definisco grossolanamente pensiero liberale/pensiero comunista. Da ragionevole anarchico che abdica a favore della democrazia ne avrei da dire a tutti e due, ma mi taccio, almeno per ora.L'unica domanda che vedo fondamentale sarebbe infine questa: è il gruppo a regolare l'individuo o è l'individuo a regolare il gruppo? E qui di sicuro entra in scena la contraddizione del pensiero liberale ... ovvero spazio alla libertà dell'individuo, ma con le spalle ben coperte. Marx invece era un ebreo non credente e io non sono un antisemita, dico semplicemente che su questo punto si trova in fallo.Dunque, da un punto di vista che abbia almeno uno straccio di scientificità, è possibile decidere quale delle due opzioni debba prevalere nella nuova religione?
Citazione di: Alberto Knox il 30 Agosto 2025, 19:16:23 PM... E se ne può parlare in senso collettivo solo ammettendo che vi siano esperienze vitali che accomunano l'uomo. Quali sono , ci sono emozioni vitali che ognuno di noi sente? Allora ci sono persone che negano il male, persone che negano il bene , che negano l amore , che nega l anima ma non ci sono persone che negano la bellezza ad esempio. Chi fa esperienza estetica , sta facendo anche un esperienza estatica che è di fatto uno stato mentale primario, fondamentale e ineliminabile con cui noi riconosciamo e sentiamo la bellezza estetica...
Citazione di: Kob il 31 Agosto 2025, 08:03:15 AM... Ma si può pensare ad una spiritualità senza religione? Forse sì, a patto però di non essere bloccati da altre concezioni forti, come il materialismo. Cioè il cambiamento deve avere come meta un sogno, una speranza. Deve esprimere lo spirito utopistico, deve dar voce alla ricchezza interiore dell'uomo, al di là dei bisogni dell'animale. In questo ci deve essere la capacità di concedere tutta la libertà necessaria all'immaginazione.
Sembra si sia tornati a argomentazioni più in linea con la Spiritualità. Il nemico di quest'ultima è il Materialismo, che è fatto da valutazioni di vantaggi collettivi e individuali, da statistiche, che esclude i ragionamenti sognatori o utopistici, ma anche che dice, in'un'ottica utilitaristica, che libertà e diritti individuali siano da premettere all'aspirazione dell'uomo di elevarsi, distaccandosi dall'essere un animale, terreno, e avvicinarsi al cielo, a Dio se si vuole usare questo concetto in modo teorico.
Se si desidera fortemente la spiritualità, in opposizione al non credere a niente di forte, di vincolante, si mette in secondo piano la libertà e i relativi vantaggi.
Faccio un paio di esempi: un ucraino anziano mi ha raccontato che a suo tempo venivano chiamati, una volta a settimana, a svolgere una giornata di lavoro a titolo gratuito, diciamo lavori socialmente utili. Erano obbligati a farlo, ma in queste occasioni sentivano una grande spiritualità nell'essere in comunità e per il fatto che non si era comandati da una autorità che traesse un vantaggio personale da quella cosa.
Oppure cito la Repubblica Islamica dell'Iran, che è un po' il modello reale che si avvicina maggiormente al mio ideale di società, dove la grande maggioranza della popolazione crede veramente nella propria società, nei suoi ideali, e rispetta i suoi obblighi come elemento di Fede. Il pensiero unico nord-occidentale li considera inferiori, arretrati, ma io li valuto da tutt'altro punto di vista. Questo pensiero unico consiste nel Materialismo, il loro in quello Spirituale.
Certo poi esiste una Spiritualità anche nella Libertà, nell'essere antagonisti o riformatori di questi vincoli, obblighi, costrizioni. Ma se questi ultimi non esistono, molto probabilmente in quella società non si crede a niente.
Tornando all'argomento del fondare una Religione, non mi sembra che sia impossibile. Probabilmente molti tentativi sono stati fatti nella Storia, ma la maggior parte si è realizzata soltanto in piccola scala, o neanche quello, e poi è scomparsa. Faccio l'esempio dei Tolstojani, una comunità del 1800 che si ispirava alla Filosofia dello scrittore russo, che a sua volta la basava sul Discorso della Montagna di Gesù. Secondo me i tentativi sono apprezzabili, se ce ne fossero indicherebbero un fermento spirituale che a mio parere manca quasi del tutto oggi nel nord-occidente, ma che potrebbe rinascere, in quanto, se la tecnologia oggi ci permette una facile soddisfazione dei bisogni materiali, teoricamente dovremmo dedicarci molto di più a quelli spirituali, non di meno!
Non so se a qualcuno di voi il nome di Raimon Panikkar fa scattare la campanella intuitiva su ciò che sto per dire. Lui era diventato un Sacerdote Cattolico di padre Indù e di madre Catalana, andò in India e studiò i Veda , entrò profondamente nell Induismo, senza mai venir meno al suo essere Sacerdote cattolico, poi si mise a studiare il Buddhismo fino a diventare Buddista tantè che disse "io sono partito Cristiano, sono diventato Induista eho finito per essere Buddista senza mai cessare di essere Cristiano" . Ora uno può dire "che cos'è una macedonia questa?" No , è il futuro risponderebbe Panikkar.
L'unica Religione che può , secondo me, sussistere di fronte alle grandi sfide del Nichilismo, le grandi sifide del post-umanesimo ,è una Religione universale. E le Religioni devono giungere alla consapevolezza che si devono convertire, questo diceva Panikkar. Le Religioni si devono convertire deponendo l'ambizione secondo cui tutto il mondo si converta alla propia e assumendo che si devono convertire a qualcosa di più grande . Finchè l ambizione delle Religioni è che tutto il mondo sia sotto il simbolo della croce Cristiana o che tutto il mondo sia sotto il simbolo della mezza luna , un altra con un altro simbolo che dice la stessa cosa , fin quando è questo è volontà di potenza, è politica , è POTERE, non è Spiritualità. Per questo promuovo una spiritualità universale e rifiuto una spiritualità esclusivista.
Ricordo anche che non esistono le religioni, esistono uomini che inventano , che fanno delle religioni e questi uomini fanno il loro mestiere solo se queste religioni sono al servizio del bene comune e della pace nel mondo. Se no, no!
Citazione di: Alberto Knox il 31 Agosto 2025, 10:52:49 AMNon so se a qualcuno di voi il nome di Raimon Panikkar fa scattare la campanella intuitiva su ciò che sto per dire. Lui era diventato un Sacerdote Cattolico di padre Indù e di madre Catalana, andò in India e studiò i Veda , entrò profondamente nell Induismo, senza mai venir meno al suo essere Sacerdote cattolico, poi si mise a studiare il Buddhismo fino a diventare Buddista tantè che disse "io sono partito Cristiano, sono diventato Induista eho finito per essere Buddista senza mai cessare di essere Cristiano" . Ora uno può dire "che cos'è una macedonia questa?" No , è il futuro risponderebbe Panikkar.
L'unica Religione che può , secondo me, sussistere di fronte alle grandi sfide del Nichilismo, le grandi sifide del post-umanesimo ,è una Religione universale. E le Religioni devono giungere alla consapevolezza che si devono convertire, questo diceva Panikkar. Le Religioni si devono convertire deponendo l'ambizione secondo cui tutto il mondo si converta alla propia e assumendo che si devono convertire a qualcosa di più grande . Finchè l ambizione delle Religioni è che tutto il mondo sia sotto il simbolo della croce Cristiana o che tutto il mondo sia sotto il simbolo della mezza luna , un altra con un altro simbolo che dice la stessa cosa , fin quando è questo è volontà di potenza, è politica , è POTERE, non è Spiritualità. Per questo promuovo una spiritualità universale e rifiuto una spiritualità esclusivista.
Personalmente non condivido le idee di Panikkar, le religioni, così come tutte le strutture culturali, definiscono identità che mantengono anche grazie a un certo orgoglio.
La Macedonia, potremmo anche dire globalismo religioso, farebbe perdere questa identità e non produrrebbe buoni risultati.
Queste identità non comportano la volontà di potenza, che infatti si esprime solo in alcuni paesi uniti più che dalla religione, da una tradizione imperialista.
Citazione di: anthonyi il 31 Agosto 2025, 13:39:41 PMLa Macedonia, potremmo anche dire globalismo religioso, farebbe perdere questa identità e non produrrebbe buoni risultati.
non si tratta di formare una religione unica globale. si tratta di voler trovare punti di comunione al di la delle differenze . al di la che uno mangi carne o sia vegano si può creare armonia.
L'eterna lotta tra i contrari crea l'apparenza del caos quando sotto in realtà c'è il logos, la razionalità. La verità è accessibile solo alle persone che utilizzano la razionalità propria per cogliere la razionalità del mondo. Sempre Eraclito disse che l'armonia più bella sta nell incontro degli opposti
Questo per dire che certamente l oriente deve mantenere la loro identità orientale e noi nel cercare punti di comunione non dobbiamo diventare orientali ma rimanere europei .
Citazione di: anthonyi il 31 Agosto 2025, 13:39:41 PMQueste identità non comportano la volontà di potenza, che infatti si esprime solo in alcuni paesi uniti più che dalla religione, da una tradizione imperialista.
Per chi è materialista esiste soltanto la politica, ma non è così. Le religioni nascono per motivi principalmente spirituali e teologici. Nel caso particolare di Cristianesimo e Islam, la seconda è sorta per ragioni teologiche, per negare alcuni elementi della prima, che si stava diffondendo sempre più: in particolare il personaggio di Gesù Cristo come espresso dai vangeli: il suo essere Dio, dunque l'idolatria, l'essere stato crocifisso (quindi il masochismo maschile estremo) e il suo essere "magico", quindi superiore alla Natura, nei tre momenti di nascita, vita (miracoli) e morte (resurrezione). Ha dichiarato guerra ad essa, e ha vinto, impedendone la diffusione in tutto il mondo.
Citazione di: Alberto Knox il 31 Agosto 2025, 13:44:36 PML'eterna lotta tra i contrari crea l'apparenza del caos quando sotto in realtà c'è il logos, la razionalità.
Tutto bene se fosse così, ma come detto alcune religioni sono del tutto incompatibili, a meno che il Cristianesimo rinunci ad alcune sue caratteristiche e dogmi (si convertisse, appunto), mentre a mio parere altre potrebbero esserlo.
Citazione di: Alberto Knox il 31 Agosto 2025, 11:13:02 AMRicordo anche che non esistono le religioni, esistono uomini che inventano , che fanno delle religioni e questi uomini fanno il loro mestiere solo se queste religioni sono al servizio del bene comune e della pace nel mondo. Se no, no!
Le religioni hanno al loro vertice Dio, elevazione spirituale dell'individuo, non il Bene. Il Bene e la Pace sono aspirazioni sostenute ad esempio dal Papa, ma che secondo lui devono convivere con il Male del crocifisso, col quale ognuno si deve immedesimare in Cristo e nella sua sofferenza o godere di disporre di un capro espiatorio che sopporta il Male per lui. Per cui che Bene è? E se c'è qualcosa di sbagliato al mondo, va sempre bene la Pace?
Sono ragioni teologiche e spirituali che guidano le Religioni: soltanto con argomenti materialisti, come politica, economia, sociologia, non si può capirle, anche se oggi appare che le prime non esistano.
Grande confusione sul materialismo marxista. La concezione materialistica della storia non è apologia del dominio fondato sulla roba e la proprietà (inclusa quella di lavoro umano altrui o esseri umani in toto), ma la critica di questo modello sociale e la presa d'atto che tale situazione ha generato la storia, o meglio la preistoria dell'umanità. Basta leggere gli scritti filosofici del giovane Marx (già ateo e totalmente degiudaizzato), per cogliere la spiritualità umanistica che alimenta il suo pensiero e lo motiva al superamento della preistoria classista verso valori a misura d'uomo piuttosto che di padrone ( lo "stato di cose presenti") , verso l'inizio della storia e la fine della preistoria ferina.
Citazione di: Mel Fed il 31 Agosto 2025, 15:50:18 PMLe religioni hanno al loro vertice Dio, elevazione spirituale dell'individuo, non il Bene.
Infatti , non è bene sancire la superiorità di alcuni individui su altri. E se mai lo sia stato, da ciò deriva un etica giunta ormai al capolinea della sostenibilità.
La nuova religione oggi è la biodiversità, che però, contenendo ogni forma , non è a immagine di nessun individuo , per cui diventa difficile individuare un Dio di riferimento.
Se ogni individuo ha la dignità di un Dio, la religione non ha più motivo di essere, e forse questo è un bene.
Se ogni individuo è un Dio, ciò equivale a dire che nessuno lo è, e perciò ogni religione perde senso, nel senso che magari c'è, ma non la si può dire tale, declassandola (si fa per dire) a filosofia.
La filosofia rispetto alla religione ha un pregio/difetto: non è richiesta una fede, per quanto la questione è un pò più complessa di così, per questo io parlo di una fede inconsapevole, come madre di tutte le religioni.
Per me, comunque, nel terzo millennio, di questa elevazione spirituale, un uomo che pratica l'umiltà,( cioè l'essere una creatura fra tante), non avrebbe più motivo di parlare.
Gli ultimi non saranno i primi, perchè lo sono già, perchè nessuno può dirti che tu sei l'ultimo, ne tantomeno il primo, e men che meno puoi dirtelo da solo.
E non dirmi che sono nella sezione sbagliata.
Citazione di: Mel Fed il 31 Agosto 2025, 15:37:21 PMTutto bene se fosse così, ma come detto alcune religioni sono del tutto incompatibili, a meno che il Cristianesimo rinunci ad alcune sue caratteristiche e dogmi (si convertisse, appunto), mentre a mio parere altre potrebbero esserlo.
è chiaro che se tu poni la lente di ingrandimento su quei dogmi di cui abbiamo già discusso allora hai ragione. Ma al di la del fatto che si possono tranquillamente ignorare per avere una vita spirituale hai provato a guardare anche le cose che invece sono compatibili? una fra tutte, la regola aurea che si ritrova in molteplici antiche tradizioni spirituali . la quale regola recita" non fare agli altri quello che non vorresti che gli altri facciano a te" declinate poi in varie forme ma che nella sostanza indicano tutti la medisima cosa. Gli insegnamenti di Gesù sul perdono ad esempio i suoi insegnamenti sulla pace non sono compatibili?
Io non voglio seguire l esempio di Pannikar perchè sento che non devo ambire ad unica religione universale tuttavia sento che vi sono dei punti cardini nell esperienza spirituale che possono essere condivisi da tutti. Ho parlato della bellezza, un altro punto che sento universalmente compatibile è quello che Eraclito chiamava "logos" che Anassagora chiamava "Nous" , che i fondatori della filosofia chiamavano "sophia" . Infatti devi sapere che coloro che coniarono il termine philo- sophía intendevano sì l'amore per la sapienza umana ma prima ancora la sophia era una propietà , prima ancora di alcuni esseri umani, della natura , del cosmo , abitato da armonia , ed è grazie esattamente al fatto che il caos primordiale da subito era compenetrato da sophia , noi ci siamo. Altrimenti non sarebbe stato possibile questo lavoro così complesso dell universo nel produrre la vita, l intelligenza , l 'intelligenza buona che cerca la giustizia , che si innamora della bellezza . E allora gli antichi hanno detto "noi non siamo figli del caso visto che siamo! e pensiamo e viviamo, siamo figli di sophia" cioè di un itelligenza cosmica che abita l'essere e lo compenetra e fa si che questo essere possa formare ; vita, intelligenza, cuore , ragione , mente , sapienti e sono sapienti in quanto vivono, aderiscono ad una sophia che sta prima di loro. Cosa intendeva Eraclito con "logos"? è un concetto complesso che indica la ragione universale, l'ordine intrinseco e la legge che governa il divenire del cosmo. È la forza relazionale che presiede alla realtà, visibile nell'armonia dei contrari e nel flusso costante del cambiamento. Il Logos, quindi, è sia la legge che regola il mondo sia la capacità umana di comprenderla attraverso la ragione. Cosa intendeva Anassagora con la parola "Nous" ? un pensiero cosmico impersonale che struttura e immette ordine ad un cosmo razionalmente.
Il sommo nume è la trasposizione trascendente della gerarchia classista, il garante sovrannaturale dell'ordine "naturale" classista e come tale ha funzionato in tutte le teocrazie palesi o mascherate. Le pretese divine degli imperatori romani poggiavano sul principio di autorità, ereditato dai sovrani medioevali e post attraverso l'unzione religiosa cristiana che consacrava il sovrano e rendeva la rivolta sinonimo di blasfemia e come tale punita. La decadenza del sovrano doveva passare attraverso un processo di sconsacrazione/scomunica da parte dell'autorità religiosa finché l'illuminismo pose fine a questa "messa in scena" del potere.
Citazione di: fabriba il 31 Agosto 2025, 09:38:18 AMCiò che sto per dire Non mi sembra rilevante ai fini della discussione, ma siccome quanto dici mi sembra un sentimento condiviso, volevo indicare che dal punto di vista strettamente pratico le cose non sono affatto complesse per fondare una religione.
In italia forse si, ma i prodotti culturali dell'ultimo secolo vengono in gran parte dagli USA, e le cose li sono mooooolto più facili.
Vedi https://en.wikipedia.org/wiki/Our_Lady_of_Perpetual_Exemption , che è stata fondata in qualche settimana, come parodia, nella quale la parola "exeption" si riferisce esplicitamente a una strategia di elusione fiscale, e che è stata legalmente e ufficialmente riconosciuta come religione negli USA.
Probabilmente non è quello a cui ti riferisci quando parli di "fondare una religione", però volevo buttare li l'informazione.
Nella mecca del capitale non stupisce che si fondino religioni come qualsiasi altro tipo di azienda. Il successo dell'impresa dipenderà all'andamento del mercato "spirituale" legato a sua volta all'abilità degli operatori di marketting sulle piattaforme dedicate. In una società dove il feticcio divistico dello star system e delle griffe funziona alla grande non stupisce che anche feticci "spirituali" possano prosperare nella noia dilagante.
La natura di business della religione ha riscontri millenari e questo revival postmoderno non deve pertanto stupire.
Citazione di: Ipazia il 31 Agosto 2025, 16:11:30 PMGrande confusione sul materialismo marxista. La concezione materialistica della storia non è apologia del dominio fondato sulla roba e la proprietà (inclusa quella di lavoro umano altrui o esseri umani in toto), ma la critica di questo modello sociale e la presa d'atto che tale situazione ha generato la storia, o meglio la preistoria dell'umanità. Basta leggere gli scritti filosofici del giovane Marx (già ateo e totalmente degiudaizzato), per cogliere la spiritualità umanistica che alimenta il suo pensiero e lo motiva al superamento della preistoria classista verso valori a misura d'uomo piuttosto che di padrone ( lo "stato di cose presenti") , verso l'inizio della storia e la fine della preistoria ferina.
Ciao Ipazia, bentornata. Mancavi. Il tra parentesi su Marx vaccinato del tuo post era sicuramente dedicato a me. Grazie. Ogni tanto vedo delle cose. L'ho buttata lì per via del patto tra Dio e il suo popolo. Dio era la coscienza di classe e Marx era Mosè. D'altra parte quando ho visto Lavrov con felpa CCCP in Alaska mi è venuta in mente una specie di grande rimpatriata nostalgica.
Non ho intenzione di polemizzare con Marx visto che, spiritualmente, perseguo il tuo stesso fine (verso l'inizio della storia e la fine della storia ferina). Però, quello che mi manca di sapere sarebbe con quale metodo potresti ottenere una buona fetta di Parlamento (30% almeno). Tieni cioè conto che banchieri, uomini di scienza e cultura non sanno mica di trovarsi ancora in uno stato di ferinità più o meno mansueta ... e non parliamo di quellii più mansueti. Se vuoi far finire la ferinità, inoltre, non la puoi far finire in un decennio, ci vorrà almeno una generazione quando tu abbia la scuola in mano. Nessuno infine voterebbe un programma politico che affronti duramente la questione della proprietà privata e derivati.
In sintesi, se le persone che proclamano una nuova etica universale non sanno neppure a cosa si oppongono, o meglio, si oppongono solo a Dio o al materialismo, non vedo proprio la ragionevole via che conduca al nuovo inizio della storia. Mi concedo infine un'altra freccia ignorante su Marx: per rendere conto del processo storico, nel concetto di struttura avrebbe dovuto mettere solo "giustizia". Tutto il resto, materia, cultura e mezzi, apparterrebbe invece alla sovrastruttura
Un saluto
Citazione di: daniele22 il 01 Settembre 2025, 09:17:27 AMD'altra parte quando ho visto Lavrov con felpa CCCP in Alaska mi è venuta in mente una specie di grande rimpatriata nostalgica.
In sintesi, se le persone che proclamano una nuova etica universale non sanno neppure a cosa si oppongono, o meglio, si oppongono solo a Dio o al materialismo, non vedo proprio la ragionevole via che conduca al nuovo inizio della storia. Mi concedo infine un'altra freccia ignorante su Marx: per rendere conto del processo storico, nel concetto di struttura avrebbe dovuto mettere solo "giustizia". Tutto il resto, materia, cultura e mezzi, apparterrebbe invece alla sovrastruttura
Un saluto
La "nostalgia" é quella di voi che avete visto lo spettacolo, ma non certo di Lavrov per il quale l'uso di certi simboli é puramente strumentale.
Mi lascia perplesso il tuo ragionamento, Daniele, tu auspichi un "nuovo inizio della storia" e ritieni che il problema sia non sapere a cosa si va contro. Per avere un nuovo inizio devi avere qualcosa verso cui propendi, che poi concretizzato definisce il tuo nuovo inizio.
Certamente per realizzarlo vai contro qualcosa, che impedisce di realizzare i tuoi obiettivi, ma questa opposizione é funzionale al tuo obiettivo principale, che é quello che vuoi realizzare.
Tutto questo parlare di religione, spiritualità, bellezza, armonia della natura (?!), ideologia, capitalismo etc. mi ha fatto venire la nausea...
"Crediamo di aver vissuto e in realtà siamo morti a poco a poco. Crediamo che tutto sia stato un insegnamento e invece non è stata che una baggianata. [...] Noi tutti passiamo l'esistenza in un'atmosfera di catastrofe. Tutto dentro di noi desta continuamente sospetto. Dove c'è la stupidità, dove essa non c'è, dappertutto la vita è intollerabile. Il mondo, da qualsiasi punto lo consideriamo, è fatto in fin dei conti di cose intollerabili. Sempre più intollerabile ci diventa il mondo. Se sopportiamo l'intollerabile è per l'attitudine di ciascuno di noi a tormentarsi e a soffrire per tutta la vita, solo un paio di elementi ironici dentro di noi, un idiotismo irrazionale, tutto il resto è calunnia".
[T. Bernhard, "Ungenach"]
Citazione di: anthonyi il 01 Settembre 2025, 11:43:14 AMLa "nostalgia" é quella di voi che avete visto lo spettacolo, ma non certo di Lavrov per il quale l'uso di certi simboli é puramente strumentale.
Mi lascia perplesso il tuo ragionamento, Daniele, tu auspichi un "nuovo inizio della storia" e ritieni che il problema sia non sapere a cosa si va contro. Per avere un nuovo inizio devi avere qualcosa verso cui propendi, che poi concretizzato definisce il tuo nuovo inizio.
Certamente per realizzarlo vai contro qualcosa, che impedisce di realizzare i tuoi obiettivi, ma questa opposizione é funzionale al tuo obiettivo principale, che é quello che vuoi realizzare.
Ma cosa vuoi che ne sappia io di cosa volesse significare Lavrov con la sua felpa ... anthonyi caro ... attento comunque che le truppe del male hanno quartiere in ogni dove.
Per il resto di cui chiedi è una questione di metodo. Se delle persone sentono l'esigenza di una nuova etica, dico io, non ci si mette a scrivere ognuno la propria città del sole, già visti i risultati. E c'è di tutto tra queste persone che postulano, intendi vari tipi di cultura forumistica. Si dovrebbe invece capire cosa c'è che non va nell'etica che si sta vivendo, altrimenti manca un principio di realtà che ci consenta di strutturare la nuova via che riproporrà per forza di cose le solite frange conservatrici/progressiste diversamente dimensionate però. Guarda comunque che quando ho detto che la "struttura" è la giustizia e la "sovrastruttura" è techne, non l'ho detto proprio a caso
Un saluto anthonyi
Citazione di: daniele22 il 01 Settembre 2025, 18:55:02 PMGuarda comunque che quando ho detto che la "struttura" è la giustizia e la "sovrastruttura" è techne, non l'ho detto proprio a caso
Un saluto anthonyi
So che non l'hai detto a caso, ma questo non elimina l'assurdità della tua tesi.
Di quale giustizia parli? La giustizia é fatta in gran parte di convenzioni, considerate valide proprio per il fatto che esistono.
Non ti dico che é sovrastrutture solo perché la sovrastrutture, in senso Marxiano, per me non esiste. Tutte le convenzioni sociali per me fanno parte di logiche di necessità, sono strutturalmente necessarie, fino a prova contraria.
Ad esempio se i bolscevichi, facendo la rivoluzione in Russia, fossero riusciti a dimostrare che il loro sistema economico poteva crescere come quello dei paesi a convenzioni liberali, allora le convenzioni liberali si sarebbero rivelate non necessarie, ma cosí non é stato.
Citazione di: Kob il 01 Settembre 2025, 18:01:25 PMspiritualità, bellezza, armonia
Che cosa hanno in comune queste tre parole? ognuna di essa esprime un concetto il quale non abbiamo parole adatte per esplicarle. Quando cerchiamo di spiegarle, illustrarle, chiarirle, le persone smettono di capirsi perchè entrano in gioco diversi modi di vedere il mondo, diverse sensazioni , diversi approcci , diverse esperienze. Ma se tu non avessi una parola per richiamare un colore quale il blu, riusciresti a vederlo?
Io non lo so se sono in grado di darne una spiegazione condivisibile , l'unica cosa che posso fare e provarci.
Citazione di: anthonyi il 01 Settembre 2025, 21:03:37 PMSo che non l'hai detto a caso, ma questo non elimina l'assurdità della tua tesi.
Di quale giustizia parli? La giustizia é fatta in gran parte di convenzioni, considerate valide proprio per il fatto che esistono.
Non ti dico che é sovrastrutture solo perché la sovrastrutture, in senso Marxiano, per me non esiste. Tutte le convenzioni sociali per me fanno parte di logiche di necessità, sono strutturalmente necessarie, fino a prova contraria.
Ad esempio se i bolscevichi, facendo la rivoluzione in Russia, fossero riusciti a dimostrare che il loro sistema economico poteva crescere come quello dei paesi a convenzioni liberali, allora le convenzioni liberali si sarebbero rivelate non necessarie, ma cosí non é stato.
Ma di quali convenzioni parli anthonyi? Di quelle in uso tra i raccoglitori cacciatori? Certo, la sete di giustizia è atavica. La giustizia di cui parli tu è già sovrastruttura, ideologia. La mia tesi potrà essere sbagliata, ma non assurda. Fino a oggi il sistema che tu difendi è ancora in atto, anche se questa nostra pseudo-democrazia è ormai alla frutta. E non potrebbe essere diversamente visto che tra i liberal democratici il mare è ancora in burrasca nonostante il crollo del comunismo.
Giustizia. Bisogna dare ragione della dimensione emotiva in cui si muove l'individuo. Ovverosia l'invisibile (la giustizia) che realizza per necessità il visibile muovendolo.
Noi non siamo fermi e sterili a scrutare le opportunità del mondo. Lo sguardo sul mondo è sempre mosso da interiorità e il distacco da questa è problematico.
Nel qui e ora, nel momento di una scelta, saremmo dunque sempre spinti dalla sfera emotiva (semplificata in desiderio/paura). Saremmo finalizzati infine a compiere la giustezza (giustizia) della nostra azione in relazione al movente. Giustizia = Successo.
Nel momento in cui qualcuno ha detto "questo è mio", certificandolo in legge con altri che lo assecondano "a patto che..." , ecco, Costui ha provocato una frattura nell'ordine del cosmo innescando un potenziale stato di guerra.
Da questo momento, la giustezza dell'azione dell'individuo non si compie più assecondando una finalità originaria rivolta più che altro a soddisfare sé stesso (giustezza=giustizia), venendo invece intercettata da colui che ha stabilito che tutto questo è suo, individuo e cosa. Sempre Costui quindi, certificato il suo stato di diritto, diviene colui che stabilirà la giustezza dell'azione dell'individuo. E fin qui più o meno ci si può anche stare se il sovrano è un umanista illuminato. Ma siccome pure il sovrano, illuminato o no che sia, è costantemente mosso dalla coppia desiderio/paura, sarebbe del tutto naturale che egli stesso si sostituisca al cosmo dettando che alcune cose sono buone e altre no. In capo alla sua sfera emotiva quindi, tutti i suoi dettami sarebbero comunque subordinati alla salvaguardia del suo essere giudice, del suo essere giustizia.
Una volta consolidato questo castello, l'amministrazione della giustizia diventa affare per pochi.. alta techne ... e questo dura ancor oggi nonostante la nostra democrazia pensi di poter sostenere il contrario
Saluti