Inventare una nuova religione

Aperto da anthonyi, 27 Agosto 2025, 14:03:01 PM

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Jacopus

CitazioneCredere = non serve a niente = molto facile
Sapere = serve a poco = meno facile
Amare = serve a molto = un po più difficile
Questa bellissima massima non ha bisogno di credenti o non credenti. È valida per tutti, ma come scrivi già tu, l'ultimo step (amare) è un "pó più difficile". A mio parere è molto, molto difficile. Applicarlo significherebbe creare un nuovo tipo di civiltà, qui sulla terra, senza dover aspettare vite perfette ultraterrene.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: fabriba il 24 Ottobre 2025, 14:15:20 PM(è solo un esempio, se non lo trovi valido non c'è bisogno di ribattere, se invece trovi l'intera ipotesi scentrata mi è più interessante capire in cosa non è convincente :) )
Non è l'esempio il problema, è che proprio non credo che la chiave di lettura del testo sia volontariamente comica (qualche dubbio al massimo sulla parte dove giocano a nascondino) riguardo invece all'involontaria mente comico, effettivamente c'è da spanciarsi dal ridere come ci si aspetterebbe leggendo persone che confondono la destra con la sinistra che pensano di conoscere come è nato l'universo. Quelli che hanno concepito il pastafarianesimo invece giocano su questo iato e non hanno pretese di realismo.

ps Sono nel Sahara a +41 e ti rispondo solo perché ho scoperto che la gobba del cammello può fare da parabola per trovare un po' di connessione, dimmi te dove altro trovi tanta dedizione a questo forum! 
Ora Noè, coltivatore della terra, cominció a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacó. Genesi 9:20

Adalberto

Citazione di: fabriba il 14 Ottobre 2025, 11:19:36 AM...
È un problema che ho riscontrato più volte in filosofia: la fine della storia, l'idea che un umano immortale non sarebbe più un umano, l'idea che l'intelligenza artificiale non sia intelligenza... tutte idee che essenzialmente dicono "questo è ciò che ho definito come X fino a oggi, sulla base di questa definizione, questa nuova cosa non è X".
Invece la tua chiusura mi ha spiazzato: se Musk è una specie di proto-profeta, allora la definizione di Religione tra 4 secoli è diversa da quella di oggi, e su questo secondo me si può costruire.
... una religione debba essere quello che è stata fin qui.
Più che la fine di una storia è la fondazione di un nuovo inizio, in una logica mitica di eterno ritorno attraverso i riti.

Penso che si giri a vuoto pensando che gli elementi fondanti  di una religione siano le "regole" etiche o comportamenti.
Forse distrae l'etimologia della parola religione che è a metà fra il concetto di legare/vincolare  al divino piuttosto che a riesaminare/rileggere il culto. Anche gi adoratori della pasta (e io  insieme a loro con i miei 10 kg di troppo) possono darsi regole, ma non per questo - malgrado la ritualità pluriquotidiana del cibo in comune - possono solo fondare una religione ma  solo  trend, una moda. Insomma costruiscono un immaginario, ma non un mito.

Immaginario e mito  non sono la stessa cosa
Entrambi vengono narrati ma  solo il  MITO fonda una visione del "sacro", dalla cui scaturisce la narrazione del nuovo rapporto con l' umano e con il mondo/cosmo circostante e da cui - finalmente -  derivano regole e  norme specifiche.
Le norme sono la conseguenza non l'inizio. e l'inizio viene rinnovato attraverso il RITO.
La narrazione mitica fonda una visione attraverso un  Y che si rivela per la prima volta in un mondo che conosce solo gli X che dicevi.

I pastafariani - e scusa se ritorno, non per polemica lo sai , ma solo perchè l'esempio trovo sia illuminante - non hanno chance, se fanno "solo" volare uno spaghetto, senza alterare lo stato profondo della coscienza delle persone.  E' questa  l'operazione che invece riesce al MITO che aiuta a rivelare, riconoscere  e rivitalizzare periodicamente  il rapporto umano con il sacro (e  a farlo accettare senza terrore, cosa non sempre considerata) .

Poi la faccenda dell'umano immortale, fa parte dei paradossi mitici, degli ossimori che - visti dai profani sono stupidaggini- visti dai fedeli sono fondativi, cioè non solo veri, ma anche reali.
Gea/terra produce per partenogenesi Urano/cielo, poi il mare e le montagne di cui non ricordo il nome. Il tutto senza contributo maschile. E' un assurdo? certo che sì, però fonda  un ordine rispetto al caos, ridefinendo la visione del mondo. Anche Efesto nasce da Era  senza il contributo maschile. 
Poi quando nuove culture modificano anche nell'Olimpo il rapporto maschile femminile: ecco che Atena nasce dalla testa di Giove, senza contributo femminile.
La nascita degli dei è sempre curiosa, anzi DEVE essere spiazzante, deve destare stupore  per sovvertire la precedente visione cosmica.
Anche nelle culture indoiraniche (poi arrivate fino a Roma) la nascita di una divinita (Mitra) veniva avvalorata dalla nascita da una pietra  (petra genitrix o petra virginis, secondo le versioni).

Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

Adalberto

Citazione di: Kephas il 25 Ottobre 2025, 15:23:58 PMAmare = serve a molto = un po più difficile

Il sentimento tutto sommato emerge facile, ma gestirlo è la difficoltà che ricompensa.
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

daniele22

Citazione di: Kephas il 25 Ottobre 2025, 15:23:58 PMSalve!

Naturalmente le Parabole nei Vangeli bisogna considerarle a livello spirituale, e cioè ogni parola ha un significato interiore che non riguarda le cose naturali e mondane bensì le cose spirituali e celesti.

Sui talenti di cui si parla nell'Evangelo di Luca,  si può dire che chi coltiva con tutta diligenza il talento concessogli, quegli anche possiede il vero tesoro, in aggiunta al quale gli verrà sempre dato ancora di più; ma invece chi non si dà pena di coltivarlo e non vuol fare alcun sforzo per vincere la sua pigrizia, quegli non può poi ascrivere che a se stesso la colpa se alla fine, assieme alla sua mina serbata nel fazzoletto, diventa ancora più stolto di coloro i quali non vogliono che il re della luce regni sopra di loro.

(Nella nostra limitatezza), facciamo un esempio:  Ci sono i Credenti e ci sono gli atei. I credenti nella loro fede cercano sempre letture, o altro per saperne sempre di più nella loro religione o nella fede. Gli atei anche loro abbondano di letture di cui maestri più atei di loro giustificano il loro ateismo.
A me sembra più che normale che i credenti ricevono sempre di più, come pure gli atei nella loro non credenza.
Cosa ne sanno gli atei di quello che i credenti ricevono? naturalmente a loro (gli atei) viene tolto quel poco (di fede nel divino) che avevano, dai loro maestri.
Poi ci sono gli agnostici, ma quelli credono, solo quando vedranno il Signore apparire fra le nuvole del cielo (Matteo 24, 29-31)

E' normale che ci siano credenti ed atei, dipende da tanti fattori: famiglia, compagnie, ecc.

Per essere sincero anch'io non so dire cosa sono. Ho anch'io una mia credenza ed è questa:

Credere = non serve a niente = molto facile
Sapere = serve a poco = meno facile
Amare = serve a molto = un po più difficile




Ciao Kephas, io sarei un agnostico, ma prima ancora una persona. La mia posizione è quella di non essere interessato più di tanto all'origine dell'universo. Benvenga comunque chiunque che sappia spiegarmelo. Mi sono invece interessato a lungo del fatto che noi si abbia in uso questa nostra lingua.
Il senso del mio intervento si inquadrava nel voler tratteggiare una religione universale che dovrebbe, per forza di cose, rilegare atei e credenti. Il filo di tutto il pensiero si snoda a partire dal post 46 attraverso un bel numero di post. Stavo quindi proponendo tre letture di Gesù scelte ad hoc in linea sempre col filo (Matteo, Luca, Tommaso) per significare soprattutto che di Gesù abbiamo solo racconti, probabilmente frutto di altri racconti. A fronte di questo sarebbe pertanto pretenzioso affermare di conoscere Gesù. In questi tre racconti, per finire e darti un quadro completo del filo del pensiero, mi sembrava di avere messo in evidenza un rapporto poco chiaro di Gesù col danaro, mancanza di chiarezza che può rivelarsi già in parte tra Matteo e Luca, ma che emerge nettamente dal contrasto con Tommaso (post 216). In ogni caso mi sembra che una fede in qualcosa sia necessaria, sarebbe cioè incarnata e non solo nell'uomo, la conoscenza serve e non serve.. (ottima la ricerca sulla salute.. soprattutto psichica)... l'amore è quello che è, si ama e si odia. Giungere a una sublimazione dell'amore a tutto campo la vedo più che altro come una buona prospettiva dalla quale siamo assai distanti
Un saluto

Adalberto

Citazione di: fabriba il 24 Ottobre 2025, 14:15:20 PM...
Io oserei ipotizzare -mi rendo conto che suoni provocatorio- che la Genesi aveva un intento comico.
Non comico demenziale, ma comico come espediente per trattenere l'attenzione mentre portava insegnamenti importanti.

La comicità è strettamente legata al tempo, ai riferimenti culturali condivisi: se guardare un film comico di 100 anni fa non ci fa più ridere, figurarsi se possiamo capire la comicità di un libro scritto 3000 anni fa.
...


Immagina la faccia re Salomone se gli raccontassimo  che il nostro codice penale ha 734 articoli, più delle sue mizvot.

Se non "ti sei scentrato" del tutto con i tuo discorso è perché in un certo senso ti sei allineato a una peculiare  sfaccettature della cultura ebraica: quella di ridere. Pensa che la radice di questo verbo è nel nome di uno dei personaggi più famosi della Bibbia, cioè Isacco. Il suo nome riecheggia la risata della madre Sara quando scopre di essere rimasta incinta nella tarda età.
L'incontro con l'assurdo inaspettato  fa ridere.

Attraverso  Woody Allen abbiamo conosciuto  lo humor ebraico e  le sue radici yiddish dell'est Europa.
Proprio lì, a fine '700 e all'interno del movimento chassidico, che fa della gioia un modi di osservare i 613 precetti, si è consolidata  una particolarissima  pratica religiosa: quella  della risata estatica. 
Ancora oggi i seguaci il rabbino di Breslov  in solitudine  ridono a lungo, gioendo e superando la melanconia.

Ecco che l'attività religiosa non si scrive su un tavolino, ma emerge dalla un vivacità di mondo culturale autogenerativo che poi si struttura in pratiche, norme e regole. Così singolari da apparire assurde.
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

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