Riflessioni sull'Ottava
di Michele Proclamato - indice articoli
La storia Millenaria dei Cerchi nel Grano
(Parte Seconda)
febbraio 2010
Speciale dedicato ai cerchi nel grano apparso nell'agosto 2009 sul mensile Hera – ACACIA Edizioni
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Dal Pianoforte di Celestno alle Tre Ottave di Pitagora
Per la prima volta potevo dirigere il mio intuito, come la mia ferrea volontà verso un argomento ben preciso e non tardai a scoprire altri aspetti “musicali” degni di nota. Riuscii infatti ad entrare in possesso di un uno studio vibrazionale capace di decifrare gli Hertz emessi da ogni tasto di un pianoforte classico. Ancora una volta una sola immagine mi chiarì mesi e mesi di letture ed elucubrazioni. Da essa infatti si evinceva come i 68 tasti appartenenti alle OTTAVE fra i Bassi e gli Acuti avessero un livello in cicli ben preciso. Potete immaginare quale fu la mia meraviglia quando constatai come il RE della prima OTTAVA fra gli Acuti fosse in grado di palesarsi a 288 Hz dopo aver considerato come, di nuovo un RE, nella seconda OTTAVA, fra i bassi, fosse in grado di vibrare a 72 Hz. Ora potevo aver le prove di come tutto ciò che Celestino V aveva fatto durante il suo Papato era stato dettato da un sapere strettamente collegato alla codifica di un “suono” dalle caratteristiche, come appurai, camaleontiche. Ma in questo contesto vibrazionale quale era l’effettivo peso conoscitivo del Labirinto? Cosa poteva rappresentare quella multipla simbologia sferica visto che era stata scelta per ospitare un matrimonio solare d’eccezione. Non tardai, sincronicamente, ad esaminare vari testi dedicati alla figura anche esoterica del grande Pitagora. Appresi quindi che centinaia di anni prima di Cristo il maestro si rivolgeva ai suoi adepti, i più stretti e leali, proponendo una “spiegazione” alla nascita dell’Universo e quindi della materia, che nulla aveva da invidiare alle più moderne teorie quantistiche. Non solo, elaborava il suo insegnamento proponendo una vera e propria TEORIA del TUTTO fatta di vibrazioni o suoni ben precisi. Egli infatti in terra calabrese, in quel di Crotone, affermava che DIO aveva CREATO tutto ciò che vediamo attraverso pochissimi intervalli musicali esattamente “CINQUE”, tutti di QUINTA.
Divorato dalla curiosità dovetti in fretta e furia documentarmi con grande umiltà a quel mondo del “suono” a cui appartiene la musica terrestre, per poter capire cosa fossa un intervallo di Quinta, da cui: data una corda vibrante e divisa in TRE parti uguali pari a 1\3, 2\3 e 3\3, l’intervallo in questione rappresenterà esattamente i 2\3 della stessa. Se si applica tale intervallo ad una OTTAVA avremo un salto di QUINTA calcolando la distanza posta fra il DO e il SOL. Di conseguenza CINQUE intervalli da 2\3 erano, secondo PITAGORA, la matrice creativa di tutto, un tutto che , sempre il mondo della musica, agevolmente sintetizzava attraverso un numero di OTTAVE ben preciso, TRE per la precisione, così graficamente riassunte: 888. Volendo essere precisi CINQUE QUINTE non erano esattamente TRE OTTAVE, musicalmente parlando, ma la simbologia utilizzata nella descrizione del sapere pitagorico, mi permise di vedere ciò che fino ad allora non avevo visto, ma solo “intuito”. Ore e ore trascorse, spesso seduto, sulle panche di quel Labirinto non mi avevano dato la giusta visione d’insieme, che ora come un fulmine attraversava la mia mente. Raggiunsi immediatamente Collemaggio, attraversai lentamente la navata centrale, fino a quando le RIVIDI, dopo averle viste, ignaro, migliaia di volte, le rividi immobili, splendidamente silenziose, pronte a riparlare, dopo centinaia di anni, di una Scienza solo apparentemente dimentica dall’uomo. Quei 6 CERCHI intimamente uniti non erano altro che TRE OTTO, TRE OTTAVE offese da secoli da quegli ingombranti sedili, TRE OTTO rappresentanti la testimonianza, falsamente muta, di una scienza in grado di dare alla Creazione una spiegazione praticamente sconosciuta al nostro sapere ufficiale. Pitagora probabilmente doveva il suo sapere alla stessa radice conoscitiva che io stavo riscoprendo. Non che le cose a quel punto mi fossero più chiare ma almeno certe simbologie, come quelle dell’OTTO avevano ora più senso, soprattutto ripensando ai vescovi eletti da Celstino o al cuore del Rosone centrale di Collemaggio, era come se il piccolo Eremita volesse voluto sottilmente dire a tutti che DIO era probabilmente un grande direttore d’orchestra capace di utilizzare un OTTAVA fatta di note speciali in grado di vibrare fino a TRE OTTAVE per darci tutto ciò che vediamo. Sembrava essere una spiegazione “sonica” del creato, che comunque non mi soddisfaceva, volevo di più, intuivo che molto ancora mi era oscuro, mentre osservavo incantato le meravigliose geometrie del pavimento di Collemaggio.
Sapete cosa mi ha scosso di più nel momento in cui sono rientrato nella basilica di Celestino V a poche ore dalla Grande Scossa? La POLVERE, una polvere, ottusa, pesante, ingombrante, inattesa, posatasi ovunque, e la LUCE, meravigliosa, abbagliante, penetrante, quasi dimensionale, che oggi penetra direttamente da tutta la zona posta sul Transetto, crollata completamente sulle TRE OTTAVE. Come se Inferno e Paradiso si fossero dati appuntamento in un unico luogo. Scusatemi a volte quei momenti ritornano prepotenti nella mia memoria. Ora ritorniamo a noi, al motivo per cui giustamente avete fatto il vostro acquisto, integrando quest’ultima mia parte descrittiva con un operazione piuttosto pratica in grado di porre a disposizione quello che ora è anche il “vostro” sapere. Osservate quindi la foto, è un Cerchio apparso alcuni anni fa a Nuerstead in Inghilterra , tenendo sempre presente che i solchi che vedete paralleli attraversare lo stesso, sono quelli lasciati da un trattore, giusto per rendersi conto della sua grandezza e della stupidità di chi per anni ha detto e dice come i Cerchi siano indubbiamente falsi, per i più svariati motivi. Fatto? Benissimo, ora penso riusciate a vedere TRE OTTO congiunti secondo DIREZIONI ben precise. Ora nuovamente andate con le memoria al momento in cui il ROSONE centrale di Collemaggio si sposa al Solstizio con il Labirinto. Perfetto. In quel momento le TRE OTTAVE potranno ospitare un SETTIMO CERCHIO. Nuovamente osservate il Cerchio inglese, ha Sette Cerchi credo, di cui quello centrale caratterizzato da un Fiore particolare di cui parleremo. Benissimo da questo momento state osservando il Solstizio di Collemaggio, consumato all’interno del Labirinto, riproposto in un prato inglese attraverso un Cerchio nel Grano definito ancora oggi un mistero. State osservando la creatività delle TRE OTTAVE completata da un settimo cerchio, le cui caratteristiche sferiche ben si potrebbero riassumere attraverso sette semplici note, ”DO RE MI FA SOL LA SI”. State osservando il sunto simbolico di una scienza in grado di descrivere la creazione in modi e sistemi completamenti differenti dai “Nostri”. State osservando e di conseguenza, utilizzando, una parte del vostro cervello capace di apprendere “senza ufficialmente sapere”. Forse vi state rendendo conto di come da più di Settecento anni da “noi” si facessero i Cerchi, non nel Grano, ma nella pietra solstiziale di un Labirinto, all’apparenza sonico. Ora potete capire perché “probabilmente” un semplice aquilano potrà dire la sua sui Crop, ed essere ascoltato, in un mondo di pseudo esperti a volte piuttosto discutibili. Volendo riassumere il tutto, storicamente potremmo dire che, se Carlo D’Angiò avesse proposto l’immagine di Nuerstead a Pietro da Morrone, lui avrebbe sorriso e con il cuore colmo di felicità avrebbe detto: “Gioisci figlio mio, il sapere della CREAZIONE è di nuovo fra noi” Bè, se non proprio così, qualcosa di simile.
Michele Proclamato
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