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Prosa e Poesia

Prosa e Poesia   Indice


Poesie

di Lukrezia

 

ANCORA

C'é una relazione
tra il mio gelido niente
ed il mio triste nessuno,
C'é una causa latente
che mi porta a chiudere gli occhi
su ogni pianto confuso
a spiegare ali di carta ad ogni parola
che sprofonda soffocata dentro.
Quale? L'infinito.
Infinito é il mio cibarmi di dolore e pazienza.
Nel logorio di ogni utopia
non c'é felicità
che possa puramente afferrare...
...non c'é mai stata.
E' come un morboso farmi male,
é un circolo tortuoso incontrollabile,
monotonamente presente
che mi porta a dar ascolto al mio istinto
quale rinnegato traditore
della sua atea posseditrice.
Forse basterebbe che mi fermassi
nella guerra dell'adempiere
al mio inutile, denutrito
bisogno d'affetto.

 

FLUTTUI

Inarrestabili gocce
picchiettano noiose il mio sguardo
perso, riflesso sul vetro
dal quale osservo una stella eclissarsi.
E' la che vorrei rannicchiarmi
lontano,
dentro una conchiglia socchiusa
per tuffarmi in ogni emozione passata,
ogni volta che voglio,
per poi risalire la corrente,
balzar fuori e ricadere ancora
con l'eleganza d'un delfino,
con lo splendido luccichio
d'ogni singolo zampillo trafitto dalla luce.
Luce alla quale non so sorridere
quando é quella dell'alba quieta,
alla quale non so cedere al pianto
quando é quella del tramonto pensoso...
...e non ho espressione
ne prima
ne poi.
Grava, dolce Apollo Mio
ma mi sorprendo ancora una volta
a scrivere per non dimenticarti
mentre tu non hai ancora ascoltato il messaggio
del mare, lui sa dove trovarmi.

 

SFERA

Il cerchio non si é chiuso
o forse un'altra spirale
trivella un nuovo suolo
fagocitando respiri ebbri
per cui il magma avvampa
grida orgasmiche.
Eterna energia
prego te, chi altro!
magnetizzami per condurre lontane
crisi murate d'oro
che deridono sogni inaciditi.
Ho fatto di me un perpetuo sonno
dove echeggia
un'unica magnitudine,
dove stilla canti silenti e stanchi
il mio desto servo leggendario.
Sventra perplessità
o dardo divino,
fa di me la sola oasi
a possedere la sua sete.
Sospirata beatitudine,
nella platinata selene
dimora la disumana sfera armoniosa
massimizzata in te amato amore.

 

STIGMATIZZATI

Orfana di sogni notturni
oramai
non é rimasto nulla
di cui privarmi,
non altro che insipienze.
Allucinata da sicurezze
morse da fiori di loto,
annego nel buio più denso
del mio stesso dolore.
Sguardi lancinanti
verso diaboliche ironie,
orbitano tra verticalità vertiginose
come vili implosioni
provocando triste disagio
fatto di ipocondriache solitudini.
Ti raggomitoli nel tuo enigma
ma stridono nitidi quegli occhi
che mi incastrano spregiudicati
tra una sinergia e l'altra.
E quel silenzio...
Lo indosso come la mia pelle
mentre il tuo ego smagrisce lasso
di violenze che ti fai.
Inerme a tutto questo
ho solo possibilità di dire
che siamo l'uno nell'altra
stigmatizzati.

 

IL VENTO

E' il vento che mi urla contro
e si sfracella urtando i vetri
per sfidarmi.
Vince chi mi fa più male.
Bevo il tempo come ambrosia
ma è solo assenzio
quel verde putrido dei miei occhi
mentre la primavera gocciola
ancora timida, ancora viva,
senza che io posa vederla
perché ho la tua immagine
iniettata nel cervello.
Posso ancora sentire
il lavorio, però,
della dinamo che ho nel petto
che tu hai innescato
in ore ancora invernali.
Sterili indizi
rendono colpevole la mia speranza
di essere sicura che ti avrò.
Allora la mia anima sublima
ad ogni contatto
librando foglie di lana
che il vento mi infuria contro
perdendo ogni loro cellula di dolcezza.
Nessun eden é il mio asilo
se non il tuo.
Ovvio...Vince sempre lui: il vento.

 

AD OCCHI CHIUSI

Sta piovendo sul bagnato,
ed é fluido dormire
al tepore di candele antiche
smemori testimoni d'un respiro lucente
se ora e per sempre gelido
é il boato del tramonto.
In agrodolce confusione mi pietrifichi
se apri quegli occhi
tu, nel penombroso giaciglio
ti raggiri, ti diverti a nasconderti
sotto lenzuola bianche, verginali peccatrici
del tuo pudico corpo.
Così sei riuscito ad ingannare i miei sensi
mentre spiccavano il volo d'intensa intimità,
mentre mi dissolvevo con aroma d'incensi,
mentre incidevo amati momenti,
mentre ti desideravo ardente nel sangue.
Chissà se unico persempre sarai...
Dove? Là...
Ritratto ad occhi chiusi.

 

DESTINO

Tu il tuo destino,
io il mio,
una stella  la sua sorte
sperando che sia quella di cadere
in una notte cristallina
perché sto aspettando che avvenga.
Allora col naso all'insù
miro lembi notturni
come se arrivasse una risposta
al perché il dolore cade dentro
e s'annida infiltrato ed irrumore,
ma tra tutti eclatante.
Il dolore ed il fato,due rumori assonanti;
il silenzio e le emozioni,due suoni fusibili.
Io e te,
due pulsioni aritmiche,
una scintilla fra cielo e terra.
E' scritto da qualche parte che avrò
come sempre solo annichilenti
insaziati dubbi
ma non saprò mai dove.
E' forse il destino del mistero
o il mistero del destino?

 

INCORREGGIBILE

Maglie si intessono
di nebulizzate fragranze notturne
é il compimento dell'incantesimo
lo stesso che inonda d'oro
il minuscolo nido
emerso dal più imo sentimento.
Dovremmo essere lì
due senza "noi"
ma chi te lo può suggerire.
Naufragata in quest'isola bianca
attendo l'amica notte
quale maliziosa audacia
che annoda duttili fili dei desideri
arrampicati verso la china della coscienza.
Bella malinconia.
Non rimane che l'ermo veleggiare
su così melodiche ironie
e chiedersi il perché di tanta nostalgia
di tutto e di niente,
al di là del fare,
del pragmatismo
che riempie le mie giornate
senza ritagli d'ossigeno.
Cosa sei se non il mio
sogno in una notte di mezza estate
nella quale un delirio arrogante m'aggredisce
fracassante come la mia tristezza tranquilla,
lassa ma forte,
ancorata incorreggibilmente
al mare.

 

LACERAMENTO

Per quanta indignazione ho mangiato e digerito,
mai e poi mai così grande compassione
ho avuto per il mio povero cuore
ora che cuspide nitidezze sgorgano zampillanti
dal sottosuolo del troppo bene che ti voglio.
Bersaglio d'ingiustizia é la mia non più ragione,
tu sei la mia punizione in quanto complice di vita perfetta
ma non sai che piango lacrime sanguigne.
Al contrario io so chi ne riversa sulle mie
ma tu mi hai morsa col veleno del tuo essere
facendomi tua goccia dopo goccia
mentre aspetto insonne nella devozione
che tu faccia ritorno annunciato dalla luna,
unica compagna di assenze laceranti.
Non scorderò più il tuo volto ne il tuo profumo
quanto meno la nobiltà del tuo animo
Sarò sempre qui perché so che tornerai
a nutrirti del solo sangue che può farlo il mio.

 

OMBRA

Seduta nella materna sabbia,
dove l'acqua fluttua gentile,
l'indifferenza legittima rispetto nei tuoi tratti
dove ripongo l'essenza dei miei bisogni.
E' il tuo quotidiano essere a sorprendermi
scoprendoti in armonia con me e col mondo.
Vorrei mi istigassi non un'emozione in più,
ma proprio ora ritorni estatico
oltre ogni apparenza.
Vorrei averti trovato io
nel tuo imprimere tenerissime gioie
come pietruzze d'umile orgoglio
invece mi ferisce immaginare
il movimento delle tue mani che concretizzano.
mi resta solo emularti
qui dove solenne contro scogli
brezzeggia il vento solare.
Le mie iridi fanciulle di ieri e domani
catturano gli arabeschi;
...qui dove tu sei il mio compagno ombra.

 

PENA

Triste compagna del dolore
é la notte,
fenomeno custode
di sentimenti geni ed ingenui
da quando luminosa madre del buio
la luna sorride.
Tu notte sfrutti il tuo mistero
per entrare tra i meandri
dell'insonne dolore
che non aspetta te per aggredirmi
ansioso di pietà
agisce spregiudicato
sul puro respiro del cuore,
e sarà infinito
finché sarò il cammino di un dolce suono
che danza infante di virtù
tra le pareti del suo scrigno.
Triste e sola compagna della tua anima
sempre sarò io.

 

SE...

Non gettare la tua sublime anima,
Mai,
Perché non si sa se
e da chi verrà raccolta.
Chiudi gli occhi e pensa,
prova a fermare l'impeto della tua realtà.
Prova ad immaginare d'essere una carezza
una carezza che arriva
con la sua affettuosa ironia.
Anche se giunge dal freddo senza confini
essa ha il potere di bruciarti il sangue.
Ora apri gli occhi.
Anche se non potrai mai vedermi
sappi che sei la mia carezza.


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