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Prosa e Poesia

Prosa e Poesia   Indice


La Porta Della Verità

di Asija Wiberg

 

Una volta l'Uomo che sempre dedicò parecchio tempo della propria vita alla ricerca della Verità, sentì parlare di una Porta dietro quale la Verità poteva essere trovata. L'Uomo seguì la voce e raggiunse questa porta.
Ma di fronte alla porta si trovava un Guardiano.
L'Uomo, pieno di gioia e speranza e senza attendere un attimo in più, si precipitò verso la Porta cosi a lungo agognata.
Ma il Guardiano, pronto nelle reazioni, li sbarrò il passo. L'Uomo, incredulo, si rivolse cosi al Guardiano della Porta della Verità: 
"Per favore, lasciami passare, sono io il prescelto, colui che deve varcare questa soglia, ma non vedi, sono stato guidato fin qui dalla mano del destino, ho sempre saputo di essere diverso dagli altri, ho sempre visto e capito le cose che gli altri non vedono, ho sempre scandagliato gli orizzonti che pochi o nessuno poteva raggiungere, non mi fermare proprio ora, quando ho trovato la mia meta, solo dietro questa porta potrò finalmente raggiungere la pace divina".
Il Guardiano, molto pensieroso, ma non intenzionato a cedere la propria posizione, rispose all'Uomo:
"Si, Uomo, certo, sei tu l'unico prescelto, l'avevo notato subito e questa Porta sarà tua... ma non adesso..."
"Ma come non adesso!" - esclamò incredulo l'Uomo - "Io non posso aspettare, questa Porta è lo scopo della mia vita e tu invece mi stai fermando... ma perché?!" "Perché non sei ancora pronto ad affrontare la Verità, perché la pura Verità ti ucciderà sicuramente..."
"Ma io non ho paura, sono pronto a morire per la Verità, compierò qualsiasi cosa per raggiungerla e tu non potrai fermarmi!"
"Invece posso e lo farò " - disse convinto il Guardiano della Porta della Verità - "Questa Porta posso aprirla solo io e la aprirò al momento opportuno, tu devi soltanto pazientare ed impegnarsi duramente per prepararti a questo grande evento".
"Ma cosa devo fare? Farò qualsiasi cosa... dimmi, ti prego, sono pronto a tutto..." - supplicò l'Uomo.
"Devi soltanto pregare, studiare, rinunciare a te stesso, sapere parlare come un prescelto e sacrificare" - sentenziò il Guardiano.
...E l'Uomo pregò. Recitò le lunghe preghiere e le patetiche invocazioni lodando, glorificando ed invocando un qualcuno, che lui stesso non sapeva chi è. A volte nella sua mente-traditrice nasceva il dubbio che la Verità non ha bisogno di essere pregata, lodata e glorificata, che la Verità è semplice e solo gli uomini hanno bisogno di tutte queste cose assurde. Ma l'Uomo prontamente scacciava dalla mente tutti i dubbi e continuava a pregare con ancora più fervore.
...E l'Uomo studiò. Lèsse i polverosi volumi scritti dagli antichi e anche pile di libri, scritti dai moderni. Ma i libri da lui letti contenevano le stesse domande che l'Uomo si è fatto da sempre e non contenevano le risposte a queste domande...
...E l'Uomo rinunciò a se stesso. Rinunciò a tutto quello che una volta a lui era caro, rinunciò ai piaceri insieme ai dispiaceri per sostituirli con il non-desiderio, rinunciò al ridere ed al piangere per sostituirli con l'impassibilità, rinunciò all'amore per la propria Donna per sostituirlo con l'amore per tutti, rinunciò a tutto quello che lui conosceva come il sé per chiamarlo il non-sé. Ma il non-desiderio era per l'Uomo l'apatia, l'impassibilità era l'indifferenza e l'amore per tutti era un surrogato al gusto dolciastro-appiccicoso delle caramelle lasciate al sole.
...E l'Uomo imparò come parlano i prescelti. Seppe conversare in un linguaggio in codice senza senso, dove chiamano "donna" le cose che donna non sono e dove chiamano "uomo" le cose che non sono un uomo. Ma il cuore dell'Uomo nel silenzio evocava il vero significato di quei simboli ancestrali, ma l'Uomo non volle ascoltare il proprio cuore e si ostinò a tenere i lunghi discorsi che scorrevano come l'olio, ma erano senza nessun significato per nessuno.
...E l'Uomo sacrificò. Dette a Guardiano della Porta della Verità tutti i suoi averi, gli averi della propria famiglia e anche quelli di suoi anziani genitori. Ma il Guardiano ogni volta silenziosamente accolse il sacrificio dell'Uomo, facendo sempre nuove richieste e trovando sempre nuovi motivi per rimandare l'aprirsi della Porta.
E cosi passarono gli anni. L'Uomo, ormai senza ne famiglia ne amici, senza la propria personalità e senza il proprio nome, senza alcuna cosa che lo potesse ancora rendere umano, nutrendosi solo di pochissime cose e bevendo semplicemente l'acqua, continuò a non perdere la speranza.
Però a volte, nei sogni, vedeva aprirsi quella porta e allora il suo cuore cantava dalla gioia immensa. Nella propria immaginazione sentiva i rumori, gli odori e anche, a volte, scorgeva un piccolo spiraglio di morbida e avvolgente luce bianca provenire da dietro quella Porta. Ma inevitabilmente il suo sogno svaniva e l'Uomo ritrovava la Porta ed il Guardiano irremovibili a loro posti. E così continuò ancora.
Finche un bel giorno l'Uomo morì.

Il Guardiano della Porta della Verità, visibilmente ingrassato, spostò disgustato con un piede il corpo del nostro Uomo, ormai inanime, nel vicino fosso.
"Finalmente si è deciso a morire, non sopportavo più questo scocciatore con le sue noiose richieste. Se avesse continuato così per un'altro poco, li avrei proprio detto in faccia che la sua Porta della Verità non è altro che un banale uscio finto e che non c'è niente dietro oltre ad un bel muro di mattoni rossi" - il Guardiano rise allegramente e poi, ripensandoci, aggiunse - "Eppure sono uno magnanime io, non tolgo mai a questi uomini la speranza di trovare la Verità... Ma dimmi te, sono proprio ingenui gli uomini, la Verità si trova nel loro mondo : volatilizzata nell'aria che respirano, frammentata nella terra che calpestano, disciolta nel cibo che mangiano, nascosta nelle storie che raccontano, è praticamente dappertutto, il loro mondo è fatto proprio dalla Verità e della Verità... eppure nessuno di loro riesce vederla e cosi all'infinito si ostinano a perdere se stessi cercando me e la mia Porta."
Il Guardiano rimase pensieroso, ma non a lungo e poi aggiunse : "Gia, ma io di cosa mi preoccupo? Se gli uomini poi non fossero cosi stupidi, la vita di noi Guardiani non sarebbe stata molto facile".
E di nuovo contento, il Guardiano osservo con amore la sua Porta : "E gia, questa Porta ha proprio bisogno di una mano di vernice. Ma dovrei sbrigarmi prima che arrivi il prossimo cliente-"prescelto"…………se no, che Porta della Verità è se ha la vernice scrostata".

Asija


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