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Riflessioni al Femminile di Rita Farneti

Riflessioni al Femminile

di Rita Farneti - Indice articoli

 

L'ambiguità, questa (s)conosciuta

Gennaio 2020

 


Cosa dice la tua coscienza? Ne ho diverse. Sono indeciso su quale mi conviene usare (Altan).

 

Simona Argentieri L'ambiguitàE' quello di Simona Argentieri un libretto di poco più di cento pagine, pubblicato dall’editore Einaudi circa dieci anni fa.
È scritto da una psicoanalista che definisce la malafede il concentrato di piccoli crimini della coscienza e comportamenti ambigui, a loro volta sintomo di un forte disagio sociale e psichico, in grado di invadere la morale quotidiana.
Il testo si dichiara con arguzia e franchezza sin dall’inizio, illuminando un fenomeno valutato aspetto dominante della nostra epoca che comprende sia i giochi della politica sia il linguaggio delle passioni.
Bene lo esemplifica fin da subito l’autrice stessa.

Una filosofa colta e sensibile, venuta in analisi per confrontarsi con un profondo nucleo depressivo, ha sposato dopo una lunga convivenza un uomo più grande di lei, con il quale ha realizzato il desiderio di avere un figlio.
Questa donna, nutrita di cultura psicoanalitica e femminista, ha delle altissime aspettative nei confronti del marito, non solo desidera, ma ritiene categoricamente giusto che egli offra al bambino una stabile figura paterna, che si comporti come l’uomo capace di offrire l’immagine del padre presente ed autorevole di cui disquisisce la psicoanalisi.
Sennonché il marito ha già avuto un figlio, che ora ha otto anni, da un precedente matrimonio e la mia paziente è invece totalmente insensibile ai diritti ed ai bisogni del ragazzino; è addirittura spietata nel tentare di cancellarne l’esistenza dalla quotidianità della loro vita familiare.


Pur presenti alla coscienza i due corni della questione, di per sé sufficientemente realistici e veritieri, sovente ci si accomoda sul poco verosimile, meno defatigante, risucchiati in un’interpretazione dei fatti invocata indolore e, soprattutto, meno onerosa dal punto di vista delle responsabilità.
Nella malafede, continua l’autrice, non funziona il meccanismo della rimozione: gobba è la logica ed ancor più astenica la sintassi affettiva, per di più l’elaborazione si condensa, spesso, in due semplici parolette ovvero si, però
Appare, in prima battuta, una sorta di alleggerimento dalla necessità di ripensarsi, evitando così l’incomodo del secondo sguardo che includerebbe, meta finale, il più complesso dictum sapienti sat est.*
Una eventualità, il considerare un solo aspetto della questione, che facilmente espone al rischio di ulteriori manipolazioni, capaci a loro volta di mistificare l’interpretazione di eventi, là dove un’ignavia ben mimetizzata ammicca al copione consolatorio dettato dal senso comune.
Come nel vecchio adagio che afferma: uno se la fa e se la dice come meglio gli aggrada.
Assume altresì la significazione di veste buona per tutte le occasioni, spesso rozzamente spacciata per quieto vivere: maschera una forma di prepotenza, sottile, ma altrettanto frequentemente battezzata legittima e (legittimamente?!)  spendibile.
Pur disposti alla ricerca di una verità nostra, siamo pronti a liberarcene non appena la succitata potrebbe rivelarsi d’impaccio**: così a livello individuale e collettivo si può eludere la fatica, in una deriva silenziosa, ma inarrestabile, che titola come logica normalità solo la frequenza di accadimenti. È un’influenza che imperversa in ogni stagione della vita ed appartiene a qualunque fascia di età, colpisce sia vecchi sia giovani, gli uni non (sufficientemente) preservati da una saggezza data troppo per scontata, gli altri non più (serenamente) tutelati dalla possibilità di apprendere da coloro che si suppone tale saggezza sappiano tenerla (e saldamente) in pugno. Condita, magari, di adeguata coerenza.

 

Rita Farneti

 

Indice Riflessioni al Femminile


Riferimenti
S. Argentieri, L’ambiguità, Torino, Einaudi, 2008.
* Dictum sapienti sat est ovvero al saggio basta poco (Plauto – Persa, IV,7, 729).
** Nasciamo con un amore innato per la verità, ma siamo pronti a liberarcene non appena ci sia d’impaccio (Roger Money-Kyrle)


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