Salute e alimentazione naturale
Del dott. Giacomo Bo indice articoli
Autunno in Salute.
L’uva, la Regina della Frutta
Agosto 2008
"Canterò per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle." (Isaia, 5,1-4)
A Settembre inizia ufficialmente l’autunno. Le giornate si accorciano visibilmente e le temperature diminuiscono. Anche la natura si acquieta dopo l’esaltazione estiva di colori, sapori e profumi, ma non per questo viene meno al suo compito di fornirci alimenti preziosi per la nostra salute.
Proprio a settembre fa il suo ingresso quella che può a ragione definirsi la ‘Regina della Frutta’: l’uva.
Secondo la leggenda, fu Dioniso, figlio di Zeus e di Semele, ad insegnare agli uomini a coltivare la vite. Egli era considerato un nume che tutelava la salute, a lui era sacra la vite e perciò era il dio del vino e dei bevitori. Il vino, raccomandato come bevanda e medicamento da Greci e Romani, era consumato diluito con acqua; se bevuto puro veniva considerato talmente nocivo da portare alla follia. Il lavaggio delle ferite con vino e aceto è molto antico e, nella medicina romana, il vino per la disinfezione veniva usato sia puro che mischiato con varie erbe.
Spesso sottovalutata – perché poco conosciuta dal punto di vista nutrizionale e salutistico – l’uva è sempre stata trasformata in vino, mentre per il consumo fresco rimangono pochissime varietà – denominate ‘uve da tavola’ che sono anche quelle più povere di sapore e di più scarsa qualità nutrizionale.
Le sue proprietà sono notevoli, tanto da meritarsi il suddetto soprannome: è ricchissima di sali minerali quali ferro, calcio, fosforo, potassio, iodio e manganese. Abbonda anche di vitamine: A, B1, B2, B3, C, ed il suo contenuto di zuccheri è notevole. A ciò si aggiungono numerose sostanze azotate, sali acidi e acidi liberi, carboidrati e proteine di ottima qualità, le pectine e diversi enzimi responsabili di importanti funzioni metaboliche. Infine, la buccia contiene flavonoidi e sostanze tanniniche che si trasformano in glucosidi con la maturazione del frutto, e oli di ottima qualità, tutti fondamentali antiossidanti utili a prevenire l’invecchiamento e le malattie degenerative.
Grazie a questo straordinario patrimonio, l’uva è diuretica, lassativa, disintossicante, elimina i residui organici e le tossine, regola il colesterolo, la glicemia e i valori dell’azoto; cura l’arteriosclerosi e le affezioni collegate. Previene l’osteoporosi e i problemi legati alla carenza di ferro; ha azione benefica su fegato, stomaco, intestino, cistifelia, pancreas, regola la digestione inibendo le fermentazioni intestinali. Ha azione antibatterica e antinfettiva. Infine, disintossica dai metalli pesanti.
Essendo un frutto, va consumata lontano dai pasti (l’ideale è alla mattina, volendo con un po’ di yogurt). Esistono infinite varietà, e come già detto, quelle chiamate ‘da tavola’ sono le più povere. Il sapore cambia notevolmente, da quelle più dolci, come il Moscato, il Picolit o il Brachetto, a quelle più aromatiche, come la Ribolla, o il Tocai, per finire con uve forti, come il Barbera, il Dolcetto, il Merlot, il Refosco e lo Scioppettino. Solo in Friuli vengono coltivati 25 tipi di uva bianca e 21 di nera.
Un capitolo a parte merita una varietà antichissima ancora oggi coltivata per il consumo fresco e per la vinificazione che proprio grazie alla sua rusticità, non necessita di trattamenti chimici: l’uva fragola. Il suo nome deriva dall’inconfondibile sapore di fragola. Ne esistono varietà bianche e nere, ed entrambe crescono bene in ogni terreno, purché soleggiato. Chi dispone di un giardino, può attrezzarsi con un pergolato sopra il quale l’uva scorrerà molto bene creando una zona sottostante di ombra ideale per ripararsi dal caldo estivo.
Ha un uso medicinale particolare: gli estratti delle foglie hanno proprietà antiinfiammatorie e sono protettrici dei capillari sanguigni, utili per le affezioni venose; l’aceto, opportunamente diluito, si impiega per lavare ferite, fare impacchi sulle contusioni, ottenere lozioni di bellezza. Il suo odore intenso stimola i centri nervosi e favorisce la ripresa di chi ha perso conoscenza.
Come già detto, non necessita di trattamenti chimici, ne di concimi, per cui è a tutti gli effetti un’uva completamente biologica.
Questa particolarità è, dal nostro punto di vista, molto importante perché purtroppo oggi l’uva viene sottoposta a continui ed estenuanti trattamenti contro le principali malattie come la peronospera e l’oidio.
Ai tempi dei nostri nonni venivano eseguiti 4-5 volte l’anno, e mai a frutto già formato sulla pianta. Oggi invece, a causa del generale indebolimento della natura e dell’aumentato impatto ambientale dell’uomo, sono necessari 20-25 trattamenti, anche a 15 giorni dalla raccolta. Inoltre, ai tradizionali prodotti come la Poltiglia Bordolese (rame e calce) o lo Zolfo sono oggi preferiti composti chimici altamente dannosi per la salute fisica e mentale, prova ne è che uno studio effettuato negli Stati Uniti ha dimostrato che i contadini sono i più a rischio per le malattie del sistema nervoso dovute proprio a queste sostanze chimiche.
Quindi, vista l’impossibilità di sbucciare acino per acino, e vista anche l’inefficacia di un lavaggio preventivo, il nostro consiglio è di consumare solo uva biologica e di preferire le uve da vino piuttosto che quelle da tavola, perché più gustose e migliori dal punto di vista della salute.
Nadia e Giacomo Bo
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