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Riflessioni sulle scienze

Riflessioni sulle Scienze

di Alberto Viotto    indice articoli

 

Il principio di Pareto

Maggio 2015

  • La legge 80/20

  • Funzionalità aggiuntive

  • Le ricerche su Internet

  • L'enciclopedia libera

  • Conviene fare di più?

 

La legge 80/20

L’osservazione che poche persone posseggono buona parte della ricchezza ispirò all’economista Wilfredo Pareto (1848-1923)  la "legge 80/20", una legge empirica nota anche come ‘principio di Pareto’ che afferma che la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause. Ad esempio si è osservato che il 20% delle persone possiede circa l’80% del reddito(1):

 

Il principio di Pareto

 

Secondo alcuni(2) questa proporzione si ripete in molti altri ambiti.

 

  • Il 20% dei guasti genera l’80% di problemi

  • Il 20% degli articoli conta per l’80% del valore di magazzino

  • Il 20% dei proprietari possiede l’80% terreni

  • Il 20% dei clienti contano per l’80% dei profitti(3)

  • il 20% del codice di un programma effettua l’80% del lavoro

Queste affermazioni possono essere discutibili, ma sembra assodato che quasi sempre un numero ristretto di entità è responsabile per buona parte degli effetti. In alcuni casi lo sbilanciamento è ancora maggiore; ad esempio è noto che in Italia la maggior parte delle entrate tributarie deriva da una percentuale molto ridotta delle oltre cento tasse che gravano sui contribuenti(4), e più precisamente il 10% delle tasse fornisce quasi il 90% delle entrate (complessivamente 472.164 milioni di euro), mentre alcune di quelle con minore introiti sono addirittura in perdita, cioè i costi di esazioni sono maggiori delle entrate.
Percentuale delle entrate per singola tassa:


Tassa

Entrate (milioni di €)

Percentuale

IRPEF

163.890

34,7

IVA

93.123

19,7

IRAP

33.257

7,0

IRES

32.976

7,0

Imposta carburanti

28.191

6,0

IMU

23.678

5,0

Tabacchi

11.248

2,4

Addizionali regionali

10.674

2,3

Redditi da capitale

9.055

1,9

Lotto e lotterie

7.278

1,5

Altre

58.794

12,5

 

Funzionalità aggiuntive

Rispetto alle prime versioni di venti e più anni fa, un programma per computer, come un word processor, fornisce un gran numero di funzionalità aggiuntive ed è centinaia – se non migliaia - di volte più complesso (rudimentalmente la sua complessità può essere misurata considerando il numero di righe di codice che lo compongono). Dal punto di vista dell’utente, però, non c’è stato un miglioramento paragonabile. Sostanzialmente l’utente utilizza un word processor di oggi in modo molto simile a come faceva vent’anni fa e l’uno per cento delle funzionalità – quelle di vent’anni fa – contribuiscono per ben più dell’ottanta per cento dell’utilità complessiva.

 

Le ricerche su Internet

Quando cerchiamo qualche informazione sul web con un motore di ricerca come Google di solito lo facciamo in modo molto grossolano: introduciamo due-tre parole chiave (che potrebbero dare risultati che non hanno nessuna attinenza con quanto vorremmo) e guardiamo solo la prima pagina dei risultati. Queste ricerche molto approssimative costano ben meno del 20% di quanto costerebbe una ricerca accurata, utilizzando più parole chiave per precisare il campo di ricerca ed esaminando in modo accurato un gran numero di risultati, ma sono comunque molto utili, di certo più dell’80% di quanto si potrebbe ottenere con un impegno ben maggiore.

 

L’enciclopedia libera

Una delle principali fonti di informazione per chi utilizza Internet è Wikipedia, l’enciclopedia libera. La sua accuratezza è ben lontana da quella che si potrebbe raggiungere procedendo in modo strutturato: ognuno può contribuire e creare una voce su un argomento che ritiene rilevante, e se non sta facendo qualcosa di platealmente scorretto – ad esempio un articolo celebratorio di un proprio amico – nessuno lo corregge. Anche le voci più importanti crescono a forza di contributi di diversi autori, in modo necessariamente non organico; ci sono molte informazioni irrilevanti, molte ripetizioni, mentre mancano informazioni che potrebbero essere importanti. In modo molto approssimativo si può dire che lo sforzo per creare Wikipedia è il 20% di quello che servirebbe per un analogo progetto strutturato ed organico, ma la sua utilità è comunque indiscutibile, probabilmente ben oltre l’80% di quanto in teoria si potrebbe raggiungere.

 

Conviene fare di più?

Quando hai ottenuto l’80% con il 20% dell’ipotetico sforzo totale, ogni sforzo successivo sarà poco remunerato. Spesso conviene fermarsi, alla domanda (suggerita dal principio noto come ‘rasoio di Occam’) se una nuova entità è sufficientemente utile conviene rispondere di ‘no’.


   Alberto Viotto

 

Se qualche lettore trovasse questo articolo interessante o ne volesse discutere, all'autore farebbe piacere ricevere delle e-mail all'indirizzo: alberto_viotto@hotmail.com


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NOTE

1) Giuseppe Lanza: La misurazione della diseguaglianza economica, Franco Angeli, 2015

2) Richard Koch: Living the 80/20 Way Nicholas Brealey, 2004

3) http://en.wikipedia.org/wiki/Pareto_principle

4) http://www.cgiamestre.com/2013/10/le-cento-tasse-degli-italiani-3/


 

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