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Scrittura e vita, simbiosi perfetta

Scrittura e vita, simbiosi perfetta di Matilde Perriera

di Matilde Perriera

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L'impercettibile sussurro dei fiori

Novembre 2019

Da IL CARRO DELLE MUSE 2019

 

IL CARRO DELLE MUSE 2019Il 25 ottobre 2019 si è tenuta a Roma, nella splendida Loggia del Primaticcio della Sede della Società Dante Alighieri Nazionale, la cerimonia di premiazione della VI edizione del Concorso internazionale IL CARRO DELLE MUSE 2019. La prof.ssa Matilde Perriera è ancora una volta  salita sul carro delle Muse ricevendo UN PREMIO SPECIALE PER LA NARRATIVA dedicato a una storia familiare in cui la prosa diventa poesia (Motivazione della Presidenza).  L’impercettibile sussurro dei fiori, in effetti, mostra come “la magia prepotente dell'amore operi miracoli” (Lina Di Pietra) e, con delicatezza, “scopra i labirinti dell’anima trasformandoli in un mistero capace di sorprendere e incantare" (Maria Barone). IL CARRO DELLE MUSE 2019È una descrizione appassionante, “ricca di valori ormai quasi scomparsi, coinvolgente e con la giusta suspense” (Isabella Albanese). Matilde Perriera - IL CARRO DELLE MUSE 2019Leggerla fino in fondo dà la sensazione di aver fatto uno di quei respiri che riempiono e distendono ogni piega del corpo (Giulia Bruno). L’autrice, con lo stile elegante e fluido che la contraddistingue, ha voluto, con questo breve racconto, lasciare “una sorta di testamento spirituale che, dedicato a una figura leader della propria vita, possa diventare patrimonio da conservare nello scrigno dei cuori delle figlie, dei generi e dei nipotini”. Alla Docente, anche quest’anno, sin dal 2014, per “queste pagine intense e senza orpelli che colpiscono direttamente il cuore di chi legge” (Mariangela Perricone), è stato riservato il Diritto di pubblicazione sia sull'antologia dell'edizione 2019, sia sulla rivista “Scrittura e vita, simbiosi perfetta” del sito on-line www.riflessioni.it. Matilde Perriera ReppucciUn riconoscimento meritatissimo, dunque, “per un’evoluzione artistica molto personale e profonda, in cui le descrizioni armoniosamente ricche di emozioni fervide ed empatiche celano, avvolgendole, sfere affettive individuali. Tutto profumato e personalizzato in una forma che coniuga l'arte con il sentimento e dà un forte senso ai legami intrisi del fresco, irresistibile e sovrano fascino della propria terra” (Giusy Mazzarino).

 

L'impercettibile sussurro dei fiori

 

Paolo seguiva i corsi di Ingegneria Aerospaziale al Politecnico e Teresa frequentava la Facoltà di Economia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. I cugini, nelle rare pause che l’offerta formativa dei due atenei concedeva loro, si incontravano e, inevitabilmente, nell’accavallarsi di immagini care, si sentivano inebriati dal sole dorato della Sicilia.
“Ricordi quando… e quando… e quando…” e le risate a crepapelle compensavano la monotonia delle fredde sere di Milano. In un tiepido pomeriggio primaverile, all’improvviso, scoprirono un prato rigoglioso. Era una meraviglia per gli occhi, quasi una sfida lanciata dai fiori all’inclemenza del clima della città lombarda. Margherite, narcisi, gerani, primule creavano uno scenario onirico e, subito, la loro anima si proiettò da Nanetta, così nonno Melo chiamava con tenerezza la casetta piccola piccola acquistata a Piana di Mare.
La rievocazione della vita spensierata al villaggio Corazon fece venire a galla la tenace cura che il nonno, con il suo intramontabile pollice verde, dedicava a tutti i suoi fiori che rinnovavano il miracolo degli arcobaleni. Finalmente un’occasione per sentirsi un po’ a casa. I ragazzi, passeggiando tra i viali della Villa Belgioioso Bonaparte, quasi percepivano la mescolanza di profumi e di tinte cromatiche accese che circondavano lo spettacolo della natura sbocciato dalle mani esperte del loro appassionato floricoltore.
I mille e cinquecento chilometri da quei luoghi dell’anima tormentavano il loro cuore. Il ripensare con gli occhi socchiusi al “regno di fate e folletti” in cui avevano fantasticato da bambini, però, li rinfrancava e scioglieva il gelo della struggente nostalgia. I due giovani ripercorrevano le esperienze agrodolci che puntualmente riaffioravano nel volto del nonno:
“Teresa, ricordi i furiosi battibecchi scaturiti dalle nostre monellerie?”
“Sì, Paolo, ma, se cadevamo, o prendevamo un voto negativo a scuola, ci sollecitava al sorriso di Duchenne”.
“Ahahaha  - proseguiva il cugino – il sorriso di Duchenne, ne parlava sempre, sembrava un disco in vinile” e, divertito, ne riecheggiava le affermazioni:
Il sorriso duchenne è un potente collante ormai riconosciuto come emblema della genuinità
oppure diceva
Il sorriso duchenne è un gesto sociale immediato e sincero che abbaglia con emozioni positive
o anche
Guardatevi dal sorriso pan american, quello di plastica, formale, di pura cortesia, che non scaturisce da un’emozione reale.
Paolo e Teresa, in particolare, si soffermavano sulle paternali del nonno che, a ogni delusione, tentava di  risollevarli con il solito non sarebbe stato peggio se… e se… e se… mentre il viso gli si rischiarava con il fertile sorriso spontaneo. Quei consigli snervanti, però, oggi venivano da loro apprezzati; essi, infatti, come i colori vividi dei suoi fiori, illuminavano la strada dell’avvenire.
Trascorso, intanto, il primo semestre, Paolo aveva già sostenuto brillantemente gli esami di Algebra Lineare, di Geometria Analitica e Chimica. Era stato orgoglioso del suo percorso universitario fin quando non si scontrò con Analisi Matematica. Andare avanti divenne una chimera.
Demoralizzato da altri insuccessi, piombò nella traumatica crisi universitaria. In questo torpore emotivo, rifiutò sistematicamente di incrociarsi con la cugina. Le faceva credere di essere molto impegnato tra lezioni stressanti e seminari da seguire.
Nessuna soluzione concreta gli si prospettava in quel cupo orizzonte. Era convinto, ormai, di avere imboccato una strada sbagliata.
Teresa, tuttavia, pur non conoscendo lo stato di astenia in cui il ragazzo era piombato, riuscì a sentirne il silenzio.
Doveva intervenire. Gli si presentò davanti sfoderando un accattivante sorriso duchenne:
“Cosa succede? Analisi Matematica è un rospo difficile da ingoiare? E allora?
E lo punzecchiò parafrasando le martellanti parole del nonno:
“Ti senti una gemma avvizzita per l’insuccesso di un esame? Non sarebbe stato peggio se, a causa di un incidente, tu fossi rimasto paralizzato? Se avessi perduto un braccio? Se fossi diventato cieco?” Se…”
E, ancora, attivando una sorta di filosofia vegetale:
“Le piante di Nonno Melo che sbocciano continuamente non ti hanno insegnato niente? Dai, ergiti sul tuo stelo. Diffondi, proprio come i suoi fiori, il tuo polline con il resiliente, tenace, inesauribile stimolo alla vita”.
Lo bersagliò per settimane, coraggiosamente protesa a suscitare un fibrillare di reazioni:
“Ora smettila, questa lunga sosta ti è bastata! Riappropriati di te stesso. Sperimenta altre strategie. Vedrai che, così, riacquisterai la capacità di guardare meglio avanti e manifesterai il meglio di te stesso o, comunque, ti sarai concesso la possibilità di farlo”.
Paolo, confuso e rapito, cominciò ad avvertire una trepida pace. La piovra, che gli aveva attanagliato l’anima, si stava dileguando assieme all’aridità delle sue notti oscure. Si era reso conto, in quei giorni, di quanto fosse importante far tesoro della sofferenza per educare il proprio sentire e convertirlo in un momento di crescita spirituale. Attinse linfa vitale dalla ferma determinazione che lo aveva sempre contraddistinto e ripartì in quarta… Economia ventotto, Informatica ventisei, Inglese trenta, Elettrotecnica ventotto.
Arrivò luglio. I due cugini, ancora più legati da un impalpabile filo segreto, tornarono a Piana di Mare.
Quel luogo mitico dalla geografia indefinibile, intrecciandosi con le care voci familiari, riaccendeva le scintille dell’infanzia.
Cercarono Nonno Melo. Non era in casa. Tutto sembrava immerso in una pace inquietante. Unici suoni il mormorio delle onde e il garrito dei gabbiani. I fiori, prima trionfanti per gli scudi verdi dei calici e per i petali variopinti, languivano. Chi finora aveva avuto il grande potere di dar vita a piante dalla bellezza accecante si era volatizzato. Chiesero agli ospiti del Corazon, capirono e di corsa in ospedale. Lo trovarono rannicchiato su un lettino, amareggiato, afflitto, sconsolato, in preda alla più sfiduciata disperazione. Proprio lui che, con il lucido argomentare e le feconde aspettative dei suoi messaggi, aveva spesso trasformato in tangibile rinascita i veli della tristezza. Addolorati, tentarono di scuoterlo con tenero umorismo:
Nonnooooo! - lo apostrofò Teresa - Dov’è finita la magia del sorriso duchenne? Perché sei così abbattuto? Una gamba spezzata non rappresenta la morte. Non sarebbe stato peggio se ti fossi fratturato le vertebre? O se, per un Alzheimer precoce, ti si fosse sgretolata la quotidianità? O se …”.
“Certo, però, grande impresa la tua – lo canzonò scherzosamente Paolo –. Salire su una scala traballante con le cesoie in mano per potare un ramo laterale e, per giunta, senza una corda di sicurezza. Sarà stato comicissimo ritrovarti a terra con i pantaloni strappati, le gambe in aria e le mutande a bella vista: uno spettacolo da prima serata”.
“Su, – replicò Teresa – collabora con i medici, prendi quella stampella e prova a camminare. Zappa e terriccio ti aspettano, devi rinvigorire il tuo prato, innaffiarlo, ridargli il soffio vitale. Quale modo migliore di salutare l’estate appena tornata?”
E rieccolo! Il sorriso genuino ritornò con tutta la sua trascinante esuberanza e gli restituì le ali per volare. I presenti rimasero sbigottiti dall’improvviso vigore del malato di fronte ai nipotini del cuore che, commossi, gli porgevano un delicato mazzo di fiori mentre gli scandivano una breve poesia:

Anthurium, gerbere, strelitzie,
augurio di felice guarigione a te
che ci apri le finestre sul panorama della natura,
che ci inculchi l'impenetrabile galateo dei fiori,
che ci insegni a innalzare ponti sui baratri,
che ci opponi al pianto rigeneranti risate,
che per sempre ci farai amare la vita
con l’impronta di un petalo
capace di sorprendere e incantare.

 

      Matilde Perriera


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COMMENTI

  1. CARMELINA GRECO: Bello!!!! Riconosco, ne "L'impercettibile sussurro dei fiori", tra le righe la tua sensibilità, le preoccupazioni, la capacità di tornare a far sorridere e far riflettere anche nei momenti bui in cui ci si arrende facilmente. Complimenti!
  2. CETTINA GIORGI: Quello che sgorga dal tuo IO è immenso. Sono rimasta incantata dal tuo raccontino, è stupendo, piacevole. Le tue parole, nella loro semplicità, dimostrano la tua dolcezza d'animo, il tuo ottimismo, il desiderio di andare avanti sempre e comunque. Sono risalita indietro e ho ritrovato mio nonno e, forse, tutti i nonni che accompagnano nella crescita i nipotini. Il tuo talento è un bene inestimabile, coltivalo sempre con la stessa dedizione. Bravissima.
  3. CLAUDIA MESSINA: Meraviglioso il tuo racconto... Mi ha commosso e non trovo altre parole per spiegarti cosa mi ha suscitato... ricordi, sentimenti... Complimenti vivissimi per quest’altro tuo successo! Un affettuoso abbraccio
  4. CONCETTA TOMASELLO: Mi è piaciuto il tuo racconto in cui coesistono il quotidiano, l'attuale e l'universale della tua sensibilità poetica. Le tue creature, infatti, sono normalissimi ragazzi di oggi che vivono i problemi della loro condizione, ma l'intensa nostalgia degli affetti più cari, dei profumi, dei colori, dei rumori dei luoghi dell'infanzia, da te magistralmente costruita, li rende "di ogni tempo".
    Ancora una volta, anche attraverso la raffigurazione del dolcissimo ed esuberante nonno Melo, dai un saggio del tuo fine sentire e delle tue doti artistiche.
  5. ELEONORA FALSONE: Con uno stile chiaro, spedito e preciso, "L'impercettibile sussurro dei fiori" mette in risalto l’importanza del “sorridere”, quale antidoto allo sconforto, per sminuire e sdrammatizzare i momenti bui e difficili della vita.
    Bellissima la conclusione in prospettiva circolare quando i nipoti ricordano all’amorevole nonno abbattuto quello che aveva insegnato loro sull’arte magistrale del “sapersi rialzare attraverso i se …” e, a quel punto, quasi per magia il nonno memore … ritorna a sorridere! Bellissima morale!
  6. ENZA CIGNA: Il racconto meritava il “premio speciale” ricevuto sia per la sensibilità nostalgica con cui hai affrontato il tema della lontananza dalla propria terra sia per l'incanto e la magia del finale… Il tutto con chiarezza, musicalità e tanti colori. Complimenti.
  7. ENZA LI PUMA: Fantastico il racconto. Mi sembra di conoscerne i luoghi, i personaggi e questa donna meravigliosa, mamma e nonna affettuosissima che mette al primo posto il marito di cui è molto innamorata regalandogli momenti felici nel loro nido d'amore, "Nanetta"!!!
  8. ERIKA COSENTINO: Ognuno di noi – scrive Hart - ha una geografia nell’anima tutta da scoprire. Lei, cara Prof, penso proprio l’abbia esplorata bene, si sia addentrata nei meandri di quelle scogliere amorose, visuali mozzafiato date dai ricordi, montagne di affetto e, con "L'impercettibile sussurro dei fiori", ne abbia fatto un capolavoro scritto che ne è la legenda.
  9. FRANCESCA PERRIERA: Un racconto piacevole da leggere che avrei continuato a sfogliare all’infinito... Nonno Melo è il protagonista, ma il “non sarebbe stato peggio” fa sentire la tua presenza che fa capolino tra le righe. Chi ti conosce sa bene che quelle parole sono tue, anche se, in fondo, registrano perfettamente quelle che egli direbbe.
    Consiglierei la lettura di queste pagine ai bambini e ai ragazzi per far capire loro quanto siano importanti i vicendevoli scambi tra un nonno e i nipoti, lui per loro, prima, ma loro per lui, in una fase successiva. Un racconto a quattro stelle. Non concedo la quinta perché il punto finale soffoca il desiderio di sapere di più di questo nonno, dei suoi nipoti e delle tante sfaccettature che ne arricchirebbero le evoluzioni.
  10. GIACOMO AUGELLO: Premio meritatissimo per il fiume impetuoso di emozioni che hai saputo condensare in appena due pagine.
  11. GINA LO CASCIO: Leggendo il racconto, ho sentito i brividi nelle spalle, sensazione che avverto quando mi immergo nel passato. Mi sono tornate alla mente le serate con il “mio” Nonno Carmelo assieme ai cuginetti, ho risentito gli odori e riassaporato i gusti di quella casa che rappresentava "la famiglia unita". Le mie radici, disegnate da genitori, nonni, zii, non ci sono più, ma solo in apparenza perché, grazie a Dio, quello che mi hanno insegnato e lasciato, ancora oggi, continuo a trasmetterlo ai miei figli e ai miei nipoti. La famiglia riproduce quella forza che fa andare avanti serenamente con la certezza che, quando si ha bisogno, essa "C'È". Il racconto è bellissimo perché fa sentire il calore dell'amore che, in una vera famiglia, riscalda e ritempra. Un caro abbraccio.
  12. GIULIA BRUNO: … Ma come fa? E non parlo della rivoluzione della scrittura semplice, né della bellezza delle parole, che, pur essendo componenti fondamentali, passano in secondo piano rispetto alla magia prepotente che promana da questo testo. Leggerlo fino in fondo dà la sensazione di aver fatto uno di quei respiri che riempiono e distendono ogni piega del corpo... “Energia vitale”! Bellezza simbolista e molto scorrevole... Come sempre, traspare con eleganza il lavoro meticoloso di struttura. Pensavo, durante le sue spiegazioni in classe, che fosse lo stile a caratterizzare Matilde Perriera, ma il fil rouge tra le novelle è la parafrasi sempre stupefacente di cosa significhi essere “titaniche scintille”… sempre e per sempre “con me”.
  13. GIUSY MAZZARINO: Sono molto colpita. "L'impercettibile sussurro dei fiori" è un’evoluzione artistica molto personale e profonda, in cui le descrizioni armoniosamente ricche di emozioni fervide ed empatiche celano, avvolgendole, sfere affettive individuali. Tutto profumato e personalizzato in una forma che non solo coniuga l'arte con il sentimento ma che dà un forte senso ai legami intrisi del fresco, irresistibile e sovrano fascino della nostra terra.
  14. ILARY PULEO: "L'impercettibile sussurro dei fiori" sollecita un fiume di parole mosse dal sentimento perché lo sento vicino al mio spirito che palpita... Leggendolo mi sono commossa perché le tante connotazioni fanno vibrare l’anima. La tua mano, il tuo cuore e la tua mente realizzano magie. Complimenti davvero.
  15. ISABELLA ALBANESE: Complimenti! “L’impercettibile sussurro dei fiori” è un racconto garbato, tenero, ricco di valori ormai quasi scomparsi, coinvolgente e con la giusta suspense, specie nella seconda parte con il suo finale a sorpresa. Brava, brava, brava.
  16. LINA DI PIETRA: "L'impercettibile sussurro dei fiori", scritto da Matilde Perriera, ha come protagonisti un nonno e i suoi due nipoti.  I personaggi non sono descritti fisicamente, perché il loro aspetto non è determinante per l’evoluzione della storia. L'autrice, invece, evidenzia, con pochi ma incisivi tratti, il loro carattere, il loro rapporto e, soprattutto, la saggezza di Melo; quest’ultimo, infatti, con il suo calzante e persuasivo” non sarebbe stato peggio se …", educa i ragazzi a trarre insegnamento anche dalla sofferenza, che può diventare "un momento di crescita spirituale", può segnare un nuovo punto di partenza per ritornare a... volare. Due sono i temi cari a Matilde: l'attaccamento ai luoghi dell'infanzia, il cui ricordo alimenta e scalda i cuori di Teresa e Paolo, e la centralità della famiglia, vista come approdo naturale, dove la magia dell'amore opera miracoli proprio nei momenti più difficili. Lo stile è sempre impeccabile, il lessico molto curato.

  17. MARIA BARONE: Quanti ricordi sopiti emergono nel leggere "L'impercettibile sussurro dei fiori": la nostalgia degli affetti più cari, degli odori, dei colori, dei suoni della terra natia da parte di chi vive altrove. E quanta tenerezza nel riaccarezzare i gioiosi e spensierati momenti trascorsi con i nonni e i cuginetti!!! Ogni sensazione, impreziosita dalla forma espressiva elegante e scorrevole, scopre con delicatezza i labirinti dell’anima trasformando il racconto in magia pura “capace di sorprendere e incantare". Complimenti per il meritato successo.
  18. MARIA DI CARO: Matilde Cara, ho letto, con immenso piacere, "L'impercettibile sussurro dei fiori". È un testo appassionante. Mi piace, mi piace, mi piace.  Per socializzarti la mia esegesi, consentimi di usare un pensiero di chi sa esprimerla meglio di me: "C' è un paesaggio interiore, una geografia dell'anima; ne cerchiamo gli elementi per tutta la vita... Alcuni lo trovano nel luogo di nascita; altri possono andarsene, bruciati, da una città di mare e scoprirsi ristorati nel deserto. Per qualcuno è la ricerca dell'impronta di un altro; un figlio o una madre, un nonno o un fratello, un innamorato, un marito, una moglie”... (J. Hart). Tale o “di tal fatta" è la mia lettura. Complimenti!! Un abbraccio.
  19. MARIANGELA PERRICONE: Carissima ho appena finito di leggere il tuo racconto e credo sia il tuo migliore: avvince e c'è tanta, tanta passione. Intenso e senza orpelli. Colpisce direttamente il cuore di chi legge. Bravissima.
  20. MARIELLA D'ALLEO BANDA: Ho letto il tuo racconto e mi è piaciuto molto. Quando seguo un film intenso, solo alla terza volta riesco a comprenderne ogni particolare che lo rende unico. Le sfaccettature dei tuoi racconti e, soprattutto, l'animus dei personaggi, invece, emergono chiaramente sin dalla prima parte. Vi è rappresentato un mondo che “sento” vivo mentre ogni elemento che lo connota emerge dai luoghi di cui mi parli sempre. Cosa dire della bellissima poesia? E di questi fiori meravigliosi con i loro splendidi colori? O del profumo che pare sprigionare dalle parole?  Su tutto, poi, domina, a mio parere, la presenza amabile di nonno Melo che sussurra tutto l’amore che egli nutre per la natura e per la vita. Nel configurare questo personaggio, Mati, credo che tu ti sia ispirata all’altra metà di te. Tanti elementi ve ne sono presenti. Bellissimo lavoro.  Sono felice per i tuoi riscontri.
  21. MATILDE NAPOLI: “L’impercettibile sussurro dei fiori” è un'altalena di sentimenti. Si evince costanza, affetto, amicizia, complicità, commozione... e potrei continuare.
  22. PAOLA LACAGNINA: Per chi, come me, fugge dalle catene della propria amatissima terra per cercare di realizzare i propri i sogni ovunque se ne trovi l’opportunità, il pensiero alla Sicilia è così come l’ha descritto. “U scrusciu du Mari” rimbomba sempre nella mia testa quando a Bologna c’è una giornata grigia e fredda. "L'impercettibile sussurro dei fiori", però, consacra una storia con lieto fine. Sì, perché tornare a casa dopo un periodo di studio fa aprire il cuore di gioia e il suo racconto evidenzia questo percorso spirituale in modo più che perfetto. Non solo, la tenacia del personaggio femminile nell’incoraggiare prima il cugino e poi il nonno è ammirevole. Incisivo l’implicito Never give up, l’urgenza di non mollare mai qualsiasi sia l’ambito in cui ci si trovi. Sempre al top Prof.  Un abbraccio!!  Paola
  23. PEPPE D’ANNA: Bellissimo quest’inno all’ottimismo, che è il seme per affrontare le difficoltà della vita.
  24. PIPPO LA ROCCA: Come petali, ho sentito, leggere le parole e sinceri i versi in un connubio che libera la mente; altro non so dire, cara Matilde. Ad maiora!
  25. ROSALIA MIRTO: Matilde, sei una fonte inesauribile di sorprese. La tua è una bellissima storia e, soprattutto, una lezione di vita. Alla base vi si coglie l'imprescindibile sollecitazione a non abbattersi mai, anzi, qualsiasi cosa possa accadere, bisogna rialzarsi, reagire e combattere! Complimenti.
  26. ROSSANA D’ORSI: Complimenti, Matilde! Un incanto questo tuo racconto. Sembra di toccare con mano l'amore, di sentire la freschezza impalpabile dei fiori e la luce dell'estate marina.
  27. SALVATORE FARINA: Bello, molto bello: complimenti! Hai un talento per la scrittura che dovrai onorare sempre. Forza! Un abbraccio.

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