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Riflessioni sul Senso della Vita

Riflessioni sul Senso della Vita

di Ivo Nardi

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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista a Erri De Luca

Aprile 2010

 

Erri De Luca - scrittore, poeta e traduttore.
Negli anni '70, è dirigente attivo in seno al movimento d'estrema sinistra "Lotta Continua" diretto da Adriano Sofri.
Negli anni successivi svolge numerosi mestieri in Italia e all'estero, come operaio qualificato, camionista, magazziniere, muratore. Durante la guerra in ex-Jugoslavia è autista di convogli umanitari destinati alle popolazioni.
Studia da autodidatta diverse lingue tra cui lo yiddish e l'ebraico antico dal quale traduce alcuni testi della Bibbia alla quale dedica ogni giorno un'ora di lettura pur dichiarandosi non credente.
Nel 1989, a quasi quarant'anni pubblica il suo primo romanzo: Non ora, non qui.
Le sue opere sono regolarmente tradotte in francese, spagnolo, inglese, tra il 1994 e il 2002 riceve il premio "France Culture" per Aceto, arcobaleno, il Premio "Laure Bataillon" per Tre Cavalli, e il "Femina Etranger" per Montedidio. Il suo ultimo libro: Il peso della farfalla, Feltrinelli, 2009.
Collabora a diversi giornali (La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Avvenire, Gli Altri).

 

1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?

Le domande sono sassi buttati nell'acqua, producono risposte che si allontanano a onde dalla loro causa. La felicità è un agguato, uno può tenderlo tutta la vita e accorgersi alla fine che la felicità non stava nella cattura ma nella tensione di preparare la trappola dell'appuntamento. Oppure accorgersi che quello che ha chiamato felicità raggiunta, era una fregatura mascherata. Sulla felicità non si costruisce una polis e nemmeno una stanza, solo si possono produrre scintille brevi e irripetibili. Una felicità prolungata è una narcosi.

 

2) Cos’è per lei l’amore?

Me ne intendo poco. In scrittura sacra è il sentimento e l'energia sfruttata da quella divinità per piantarsi nel mondo. Il monoteismo riesce a sbaragliare tutta la concorrenza precedente perché per primo estrae questa forza giacente dentro il cuore umano. Nessuna divinità precedente ci aveva pensato né provato. L'amore non è una serenata sotto un balcone chiuso, ma è quella forza di gelosia che spinge Caino contro Abele, perché gli ha tolto l'esclusiva del rapporto con la divinità. L'amore è potenza travolgente che radica e che estirpa. Attualmente è somministrata in dosi farmaceutiche, versata in contagocce.

 

3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?

Non c'è spiegazione che regga, per esempio di fronte alla morte. Serve invece spirito di accoglienza, limpido come nell'animale, nel santo, nel bambino, serve di fronte al tragico del mondo la resistenza invincibile di un sorriso.

 

4) Cos’è per lei la morte?

Un paio di ali di farfalla, ripiegate, che smettono di battere e mi consegnano al niente che mi spetta.

 

5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?

6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?

Non credo nei progetti, nei programmi, sono giochi da adulti. Preferisco quelli con la sabbia fatti d'estate a riva, che un'onda più robusta cancellava.

 

7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?

L'individualismo è una presunzione, la sottolineatura esasperata di differenze tra noi trascurabili. Siamo pezzi unici dal punto di vista biologico, ogni vita è irripetibile, ma, come tipi di una comunità, l'ansia di accumulare la merce dell'identità serve solo a fare di ognuno un cliente, valutato secondo il suo potere di acquisto.

 

8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?

Difficile compito, visto che l'albero della conoscenza del bene e del male era uno solo, i suoi frutti salivano dalle stesse radici. Compito difficile, ma degno della nostra condizione di esseri umani. Conosco una sola regola di comportamento efficace, di non fare agli altri quello che non vorresti facessero a te.

 

9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?

A me l'ignoto piace e non sento il bisogno di abbinarlo a un nome. Sono uno che scala, va in montagna e si tiene compagnia con il vuoto. Ho dimestichezza con l'abisso sotto i piedi. E quello sulla testa, i cieli sconfinati, li ammiro e mi allargano il respiro per la loro bellezza, ma non mi convincono a salirli dentro un aldilà. Io sto con l'aldiquà.

 

10) Qual è per lei il senso della vita?

Mi consola che non ce ne sia uno, altrimenti lo riprodurrebbero modificato geneticamente e obbligatorio per tutti.


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