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Riflessioni sul Senso della Vita

Postfazione di Francesca Bianchi.
Intervista a Ivo Nardi

Dal libro RIFLESSIONI SUL SENSO DELLA VITA di Ivo Nardi


Come e quando è maturata l'idea di dare alle stampe questo libro, frutto delle interviste che nel corso degli anni ha fatto a diversi personaggi di spicco del mondo della cultura?

Ho iniziato le interviste nel 2009 e l’idea del libro è nata nello stesso anno, quando mi sono accorto di avere da subito contenuti preziosi, profondi pensieri e riflessioni che, tra l’altro, sarebbero inevitabilmente aumentati nel tempo, visto che mi ero prefissato di intervistare cento personaggi. Raggiunto lo scopo del progetto, il cui intento è quello di mettere a confronto più punti di vista possibili riguardo il senso della vita, l’idea di divulgare il materiale in formato libro, che avrebbe reso più immediata la comparazione tra le risposte selezionate, è diventata una necessità, confermatami dai molti feedback positivi ricevuti dai lettori del sito.


In base a quale criterio ha scelto le persone da intervistare?

Dovendo mettere a confronto pensieri eterogenei ho cercato di contattare personaggi diversi tra loro per formazione culturale, status sociale, credo, età, scelte di vita, quindi: filosofi, scrittori, medici, cantautori, scienziati, matematici, registi, giornalisti, artisti, psicologi, psichiatri, poeti, professori universitari, studiosi, sacerdoti, sufi, induisti, buddisti, teosofi, massoni, esperti di Kabala, maestri tibetani, maestri di meditazione, esoteristi e persone che hanno vissuto delle significative esperienze di vita.


Cosa accomuna gli intervistati?

Senza dubbio la volontà di esporsi, dal momento che rispondere a questo tipo di domande inevitabilmente induce a svelare pensieri che sovente possono essere intimi e personali.
Inoltre ho sempre trovato una grande disponibilità che ha reso gli incontri molto piacevoli, ho potuto molto spesso percepire una grande umanità e soprattutto umiltà.


L'uomo moderno, immerso nei ritmi frenetici della quotidianità e sempre più avulso da qualsiasi forma di contemplazione e meditazione, si pone domande sul senso della vita e sul mistero che la governa?

Non penso che la vita frenetica possa determinare la necessità di porsi o meno certe domande.
Chiunque abbia una tendenza all’introspezione e uno sguardo curioso e analitico verso il suo ambiente circoscritto, si pone la domanda sulla sensatezza, sul significato della vita. Un processo che prende vita con la nascita del nostro intelletto e ci accompagna in tutte le fasi della nostra evoluzione.
Non occorre fermarsi, le domande risiedono dentro di noi.


Qual è, secondo lei, il senso della vita?

Il venire al mondo per intraprendere questo cammino che si compie tra la nascita e la morte, è già di per sé il senso della vita. Qual è il fine ultimo della nostra esistenza?
L’essere umano è strutturato per evolversi intellettualmente e socialmente, il suo fine ultimo dovrebbe essere quello di migliorare sé stesso e di conseguenza migliorare la società, quindi vivere la vita con questa consapevolezza.
Tutti siamo in questo mondo per lo stesso motivo, percorrere un viaggio irripetibile di cui conosciamo già l’ultima fermata e per questo è saggio non sprecare questa unica, esclusiva opportunità.
Dovremmo fare in modo che questa vita possa bastare a sé stessa, una vita fondata nel rispetto della propria e altrui esistenza.


Come definirebbe la felicità?

Cito la definizione che mi è stata data dal filosofo Mario De Caro, la condivido pienamente: “La felicità è quei momenti rarissimi in cui ci sembra che il mondo si sia adattato a ciò che noi speravamo”.


Che spiegazione si può dare alla presenza costante del dolore e della sofferenza nell'esistenza umana?

Siamo esseri mortali, destinati ad affrontare una moltitudine di avvenimenti, che durante la nostra esistenza si manifesteranno sotto ogni forma.
Non possiamo decidere quando e dove nascere, non possiamo scegliere il nostro corredo genetico e questo certamente può incidere in qualche modo sul nostro futuro ed è quello che chiamiamo destino, tuttavia, egli non è prestabilito, saranno un insieme imponderabile di cause e scelte a segnare la nostra esistenza.
Pensiamo a quanti fattori hanno determinato la nostra nascita. È un miracolo essere nati, è un miracolo continuare a vivere.
Per istinto consideriamo assolutamente ovvia la nostra sopravvivenza quotidiana, ma non lo è, e ce ne accorgiamo nei momenti più tragici.
Il dolore, la sofferenza, fanno parte della nostra vita ed eccezionalmente ci è possibile scegliere quando e come incontrarli. È molto importante non viverli come una punizione, come un castigo, non lo sono.


Nel libro si affronta anche il tema dell'ignoto, un tema ricco di fascino, ma anche di profonda angoscia. Perché l'uomo è terrorizzato dall'ignoto? Come può difendersi da questa paura irrazionale?

L’uomo è terrorizzato dall’ignoto semplicemente perché ha paura di ciò che non conosce, ma non a caso chi è curioso e nella vita lo esplora e cerca di comprenderlo, ne è affascinato e non terrorizzato.
La miglior difesa è senza dubbio la conoscenza, la cultura, il sapere.


Secondo lei cos'è la morte? Crede nell'esistenza di una vita ultraterrena?

Le rispondo sintetizzando le due domande con un’unica risposta: la morte è per me la fine dell’esistenza. La persona semplicemente non esiste più. Rimarrà però una traccia indelebile di ciò che ha fatto e detto durante la vita.
Le parole, le azioni di ognuno di noi influenzano costantemente il mondo esterno, innescando così un effetto domino infinito che coinvolge ogni essere, anche se la maggior parte delle volte non lo percepiamo. Durante la nostra esistenza contribuiamo a causare e ad alimentare una serie di avvenimenti che scandiscono, formano e condizionano non solo la nostra vita, ma in maniera rilevante anche quella degli altri.
Ciò che avremo generato, nel bene e nel male, e che, nostro malgrado, continuerà a determinare trasformazioni negli altri e nelle cose, sarà quello che resterà.


Quale messaggio si augura possa arrivare ai lettori del suo libro?

Mi auguro che il ricco confronto dei diversi punti di vista esposti nel libro, aiuti a demolire i tanti preconcetti che condizionano il nostro pensiero e a cambiare il modo di sentire e giudicare, quindi a elaborare nuovi pensieri funzionali e adottare nuove posizioni mentali, che ci permetteranno di essere più realistici, più obiettivi davanti alle circostanze che la vita ci presenta.

Spero che ogni essere umano possa avere il desiderio di porsi domande esistenziali e la possibilità di trovare il proprio senso della vita.


Francesca Bianchi
Giornalista


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