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Sutra del Loto

Riflessioni sul Sutra del Loto

di Rev. Nisshin   indice articoli

 

L'Ordine di Hokke Shoshu

Maggio 2012

 

Hokke ShoshuIl Buddha non impose mai il proprio modo di “gestione” del Sangha (la confraternita). Preferiva che i Suoi discepoli più avanzati, diventati a loro volta “maestri” si occupassero dei diversi gruppi in piena autonomia e libertà. Fu questo elemento, ovvero l’assenza di un unico successore al Trono del Dharma, che causò la nascita di una grande quantità di organizzazioni religiose ispirate da questo o quel maestro in particolare.

Queste scuole, molte delle quali esistenti tutt’ora, si fondavano su determinati aspetti della dottrina esposti nei sutra, i libri sacri del Buddhismo nei quali è stata trascritta la Parola del Buddha. All’inizio dell’era cristiana, le dispute fra le diverse scuole buddhiste erano all’apice della loro forza. Invece di concentrarsi sul bene di tutti gli esseri viventi propagando i Sacri Insegnamenti del Buddha, le scuole, che pure dovevano essere depositarie della Sua Illuminazione, si perdevano in diatribe filosofiche e confutazioni reciproche.

Fu in questo contesto che apparve il Sutra del Loto. Questo libro è una summa dei discorsi pronunciati dal Buddha sul Picco dell’Aquila durante gli ultimi otto anni della Sua vita.

Nel Sutra del Loto sono racchiusi i più profondi insegnamenti spirituali del Buddha Shakyamuni. In esso è inclusa tutta la Sua saggezza ed è esplicitamente rivelata l’origine dell’Illuminazione, il funzionamento del karma, dell’universo e della vita. Questo testo venne da subito considerato come la più importante scrittura buddhista, e si propagò in tutta l’Asia orientale.

Il Sutra del Loto è al centro della liturgia di molte scuole Buddhiste nel mondo. La maggior parte di queste segue le indicazioni del Maestro Nichiren Daishonin. Tutte queste scuole essendo di origine giapponese sono fortemente radicate nella tradizione. In Italia è presente dal 2003 l'ordine di Hokke Shoshu del quale sono la guida spirituale.

Hokke Shoshu è il nome nel quale si riconosce un gruppo di praticanti italiani del Buddhismo Nichirenista, fondato nel corso del secolo XIII in Giappone dal monaco buddhista Nichiren.

La fondazione di questa scuola si deve al Reverendo Nichiken, un monaco italiano che ha dichiarato la propria indipendenza dalle organizzazioni religiose ufficiali per dare vita ad un movimento nuovo, più vicino al modo di pensare, di vivere e di esistere proprio degli europei. Hokke Shoshu è quindi scevra da ogni tipo di nippofilia, le cui sole tracce sono da ricercare nel nome del gruppo e nella storia di questa forma di buddhismo, che affonda le sue radici nel Giappone medievale.

A differenza di tutte le altre scuole Buddhiste Nichireniste la Liturgia di Hokke shoshu è svolta nella nostra lingua, e questa comprende vari salmi del Sutra del Loto. Questo ha lo scopo di aiutare il credente ad interiorizzare meglio i Sacri Insegnamenti contenuti in questo meraviglioso testo formando un legame vero e reale con il Buddha.

La pratica del Buddhismo Hokke si fonda sostanzialmente nella recitazione del mantra, Namu Myoho-renge-kyo (Daimoku) al cospetto di un mandala, una rappresentazione grafica della Mente Illuminata del Buddha. Il mandala della tradizione Hokke venne iscritto per la prima volta in questo mondo da Nichiren Daishonin. Il mandala è una rappresentazione del Gohonzon, ovvero della Sacra Origine di tutte le cose. Il Gohonzon è il Buddha Eterno, che è Uno con il Dharma. Questo aspetto del Buddha Eterno non è rappresentabile in forma antropomorfa poiché è, per così dire, fatto di puro spirito. Pertanto il mandala non contiene immagini, ma parole scritte e in particolare le parole del Sutra del Loto e i nomi dei Buddha e dei bodhisattva che fecero voto di proteggerlo e propagarlo. Sebbene il mandala non sia direttamente il Gohonzon, viene in tal modo definito per convenzione da parte di tutti i devoti. Tutti i buoni credenti sanno comunque che il mandala è una rappresentazione del Gohonzon, il quale non si trova altrove se non dentro e fuori di loro. Il Buddha Eterno è in ogni luogo e in ogni dove: Egli è l’universo stesso. Nel Gohonzon sono rappresentati non solo i numi tutelari buddhisti, ma anche tutti i santi e i principi divini di tutte le religioni volte al bene, poiché tutte sono espressione degli abili mezzi utilizzati dal Buddha Eterno per entrare in contatto con i Suoi figli.

Nella buddhologia del Sutra del Loto, il Buddha Shakyamuni è il più importante di tutti i Grandi Illuminati, poiché è coLui che rivelò le Verità fondamentali del Dharma, diventando il Grande Iniziatore del Buddhismo. Shakyamuni è quindi la più importante delle manifestazioni del Buddha Eterno, che di per sé non ha forma, ma che emana da Sé diversi riflessi (shakubutsu) e si incarna secondo diverse forme, assumendo diversi nomi per salvare tutti gli esseri viventi.

Come è stato detto, nel Sutra del Loto si dice che l’unico modo per essere Uno con il Buddha Eterno è praticare “l’assoluta devozione alla mistica Verità rivelata nel Sutra del Loto” seguendo la Via del Bodhisattva: portando Amore e Compassione a tutti gli esseri viventi. Noi discepoli di Nichiren Daishonin ottemperiamo alla pratica devozionale attraverso la recitazione del Daimoku, il mantra del Sutra del Loto, al cospetto del Gohonzon consacrato negli altari custoditi nelle case di ognuno dei fratelli e delle sorelle che fanno parte di Hokke Shoshu. Infatti, dovendo tradurre Namu Myoho-renge-kyo, il Daimoku, in italiano, esso suonerebbe pressappoco così: “adorazione al Vero Dharma del Sutra del Fior di Loto”. Questa pratica, svolta in assoluta purezza, cercando di liberare la propria mente e di focalizzarsi esclusivamente sulla devozione, viene chiamata Daimoku Samadhi.

Hokke Shoshu rappresenta una sorta di luogo ideale nel quale ritrovarsi per praticare insieme, studiare gli insegnamenti del Buddha e cercare di evolversi nel corso del lungo cammino che conduce all'Illuminazione: Hokke Shoshu è prima di tutto uno stile di fede e di pratica buddhista che si fonda sugli insegnamenti contenuti nel Sutra del Loto e sulle guide alla comprensione dello stesso trasmessoci dal Maestro giapponese Nichiren Daishonin.

Hokke Shoshu non ha contatti di alcun tipo con le chiese nichireniste giapponesi né dal punto di vista organizzativo né da quello teologico: Hokke Shoshu è assolutamente indipendente e propaga gli insegnamenti del Buddha Shakyamuni così come vengono trasmessi nel Sutra del Loto.

 

Noi crediamo nei seguenti insegnamenti:

 

Il Sutra del Loto quale essenza del Buddhismo, di per sé bastevole per la salvezza;

Il Daimoku, Namu Myohorengekyo, quale Seme della Buddhità consacrato dal Buddha nel Sutra stesso; La Natura di Buddha quale 'essenza' presente in tutti gli esseri viventi, la quale può essere 'trasformata' in Buddhità attraverso il benefico potere del Sutra del Loto. Riconosciamo inoltre il Buddha Shakyamuni quale incarnazione suprema del Buddha Eterno, Originale ed Atemporale (Namu Myohorengekyo, il Gohonzon) e Nichiren Shonin quale incarnazione del Bodhisattva Jogyo, Messaggero del Buddha nell'epoca di Mappo.

Hokke Shoshu non ha denaro, non ha templi, non ha gerarchie.

Il tesoro di Hokke Shoshu è il sacro mandala (Gohonzon) consacrato all'interno delle case dei credenti.

Il tempio di Hokke Shoshu è la casa di coloro che praticano il Dharma.

La gerarchia di Hokke Shoshu è solo fondata sul servizio di fede. La parola Hokke significa “Fiore del Dharma” e si riferisce in particolare al Sutra del Loto, mentre shoshu significa “vera scuola”, dove per vera si deve intendere “di corretta discendenza”. Qual è il significato di queste parole? Ebbene, in questo sangha noi non crediamo che la Verità appartenga in esclusiva a questo o a quel tempio, né a questa o quella persona in particolare. Il Dharma non è proprietà di nessuno, e il Buddha ci ha fatto il grande dono di rivelarcelo. Sta scritto: “Ovunque nell’universo vi sia chi abbraccia e custodisce, legge e recita, espone e trascrive questo sutra agendo in rigorosa conformità con il suo insegnamento, o in qualunque luogo si trovi una copia di questo sutra, sia in un giardino, in una foresta, sotto un albero, in un monastero, nelle case dei laici di bianco vestiti, in un’aula di meditazione, su una montagna, in una valle o nelle terre selvagge, voi dovrete consacrare uno Stupa (santuario) e fare offerte ad esso” (Sutra del Loto, cap.21). Nessuno, per quanto virtuoso, può mettere in discussione le parole del Buddha qui esposte. Noi non riconosciamo ad un tempio sacralità e purezza solo perché è un luogo di culto: un tempio è il Santuario del Buddha Originale (Honmon no Kaidan) solo se vi si predicano, custodiscono e praticano i princìpi del Sutra del Loto, al di là della scuola o tradizione di appartenenza. Hokke Shoshu è quindi un sangha al di fuori delle scuole o delle sette, e tuttavia ha i suoi monaci e i suoi rituali, poiché è una confraternita che si basa sulla trasmissione del Dharma attraverso gli insegnamenti del Sutra del Loto piuttosto che attraverso la trasmissione (o licenza) di un dato tempio o di una data persona, per quanto nobile e virtuosa questa possa essere. Hokke Shoshu non nasce con l'idea di diventare un movimento di massa. A noi non interessa essere in tanti. Quello che è nostro dovere fare è rendere noto che esiste un modo per emanciparsi dal ciclo di sofferenza proprio del nostro mondo. Per emanciparsi da questo ciclo di dolore, il Samsara, è però necessario riformare completamente la propria esistenza secondo dei principi che non sono quelli con i quali l'uomo è abituato a rapportarsi. Gli occidentali trovano difficile accettare l'idea di avere una persona da chiamare e considerare “maestro”. Ma non è di certo obbligatorio praticare Hokke Shoshu: esistono molti modi per osservare una vita religiosa, e anche molti modi per praticare il Buddhismo nichirenista. In Hokke Shoshu entra solo chi è veramente motivato.

 

   Rev. Nisshin Taisen

 

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