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Sutra del Loto

Riflessioni sul Sutra del Loto

di Rev. Nisshin   indice articoli

 

Il Sutra del Loto: Il re dei Sutra

Febbraio 2011

 

Il Sutra del Loto: Il re dei SutraC'erano una volta due monaci giapponesi, Hógon e Renzó. La pratica di Hógon consisteva nella recitazione dell'Avatamsaka Sútra, mentre Renzó era un devoto del Sutra del Loto. Grazie al potere conferitogli dall'Avatamsaka Sútra, Hógon era regolarmente visitato da un dio che gli portava tutto il cibo di cui aveva bisogno. Spinto dalla carità, e dall’orgoglio, Hógon chiese un giorno al dio di portargli da mangiare per due, e invitò a pranzo Renzó. Nonostante il consenso del dio, il giorno stabilito, il dio con il cibo, non si vide. Quando si fece sera, Renzó, stanco di aspettare se ne tornò a casa. Non appena uscito dall'eremo, comparve il dio carico di vivande. Sulle prime, si potrebbe pensare che Renzó non fosse sufficientemente virtuoso, ma ciò non corrisponderebbe alla verità. In realtà Renzó, grazie al potere del Sútra delLoto, era venuto accompagnato da tante invisibili divinità protettrici che il povero dio dell'Avatamsaka Sútra non era nemmeno riuscito a entrare. Hógon impressionato, smise di recitare 1'Avatamsaka Sutra e divenne un fervente seguace del Sutra delLoto.

 

Questa storia contenuta nell’Hokke Genki, una raccolta di narrazioni miracolose riguardante il Sutra del Loto, ci introduce all’importanza di questo antico e mistico testo. La versione che conquistò l’Asia orientale, fu quella eseguita da Kumàrajiva e dalla sua squadra di traduttori nel 406 d.C. Le più antiche parti del testo, i Capitoli 1-9 e il Capitolo 17, è opinione comune che siano stati composti tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. La maggior parte del testo è invece comparsa pressappoco verso la fine del II secolo. Una parte molto emozionante sono le numerose parabole contenute nel testo, che rappresentano per certi versi la chiave di comprensione dei profondi Insegnamenti contenuti. Per molti Buddhisti dell'Asia orientale il Sutra del Loto rappresenta, sin dai tempi più antichi, il testo buddhista più simile alla bibbia, ossia, un'opera rivelata, contenente la verità ultima bastevole per il raggiungimento dell’Illuminazione. Il Sutra del Loto invocato da milioni di seguaci nel mondo è anche considerato il re dei Sutra o la più alta vetta degli insegnamenti buddhisti, proclamato dal Buddha Shakyamuni alla fine della sua vita. Sono molte le scuole che fanno riferimento a questo mistico insegnamento, come la scuola Zen e Tendai. Fra le molte scuole che professano Nichiren come ispiratore o fondatore, certamente merita una menzione particolare la Kempon Hokke Shu fondata da Nichiju Shonin nel XIV secolo, che rappresenta la reale scuola ortodossa Nichirenista facendo fede solo ed esclusivamente sul Sutra del Loto e gli scritti autentici del Maestro Nichiren realmente, senza interpretazioni patriarcali o di ispirazione Tendai. Nichiren identificò nel testo la verità attualizzata, lo spirito stesso del Buddha Shakyamuni, nell’invocazione del suo titolo giapponese, Myoho Renge Kyo, preceduto da Namu. Questa pratica è conosciuta universalmente come Daimoku o meglio Odaimoku, dove la “O” che precede  rappresenta una sorta di prefisso onorifico, un po’ come pronunciare la parola Daimoku, con la “D” maiuscola. Purtroppo questa meravigliosa e potentissima pratica è spesso associata a organizzazioni o scuole, che nulla o poco, hanno a che vedere con il Buddhismo o con il corretto e autentico insegnamento rivelato da Nichiren Daishonin.  Davvero uno spiacevole destino per un uomo che ha saputo cogliere l’essenza di questo meraviglioso testo e concretarla nell’invocazione di un Mantra o Dharani, che nulla ha  a che vedere con quella sorta di grido di battaglia o formula magica come è spesso e a torto, considerata o vissuta questa pratica meditativa profonda e mistica dagli adepti di queste scuole. Il Sutra del Loto ci propone un Buddha Shakyamuni differente dalla figura storica alla quale la maggior parte di scuole buddhiste fa riferimento. Un Buddha che trascende lo spazio e il tempo e che dichiara di aver raggiunto l’Illuminazione in un remoto passato, asserendo di aver fatto diverse volte il suo avvento in epoche passate proclamando una grande moltitudine d’insegnamenti asseconda del periodo e delle capacità delle persone alle quali si rivolgeva. Un Buddha che dichiara di aver solo apparentemente lasciato il mondo, proclamando il suo Nirvana (morte) ma che in realtà, è soltanto scomparso dalla vista degli uomini per fare in modo che essi maturino in se il desiderio della suprema saggezza. I ricercatori possano trovare all’interno della narrazione del Loto la ragione delle diverse dottrine o addirittura religioni. Questo fa del Sutra del Loto un testo che trascende per certi versi la concezione tipica e conosciuta del Buddhismo.

 

   Rev. Nisshin

 

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