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Sutra del Loto

Riflessioni sul Sutra del Loto

di Rev. Nisshin   indice articoli

 

La Narrazione del Sutra del Loto

Aprile 2011

 

Prima di affrontare il seguito della narrazione del Sutra del Loto, mi è stato richiesto a gran voce da numerose lettere pervenutomi, di discutere sul problema delle traduzioni attualmente in commercio in Italia di questo Sacro testo. Questa è la ragione per la quale, ho deciso di affrontare l’argomento essendo questo, davvero un aspetto molto importante ai fini della comprensione dei vari Insegnamenti. Visto l’attenzione che questa rubrica sta suscitando nei devoti delle diverse scuole buddhiste, ho ritenuto doveroso esprimere il mio parere in merito. Mi scuso con tutti, per non aver affrontato prima questo spinoso punto e soprattutto per aver fatto attendere oltremodo la pubblicazione di questo episodio. Le ragioni sono state molte e di diversa natura. Ringrazio tutti voi della vostra attenzione e il direttore del portale Riflessioni.it, Ivo Nardi, per la pazienza e la possibilità donatomi.

 

La Narrazione del Sutra del Loto

Uno dei problemi che certamente incontra il lettore occidentale nell’avvicinarsi al Sutra del Loto, è il linguaggio con il quale sono espressi i diversi racconti in esso contenuti, nelle traduzioni in commercio. Testo del Sutra del LotoAttualmente sul mercato italiano si trovano tre diverse traduzioni di questo meraviglioso testo. La più conosciuta è quella edita dalla BUR. Questa traduzione molto curata, fa riferimento alla versione sanscrita del testo del Sutra del Loto, che differisce, per certi versi anche notevolmente, da quella più conosciuta e presa in esame da tutti coloro che professano la loro fede in questo Sacro Testo. Questa versione essendo una traduzione letterale del Testo sanscrito, è davvero di difficile comprensione essendo dedicata agli studiosi o lettori esperti di questo particolare tipo di letteratura. Coloro i quali si avvicinano per la prima volta al Sutra del Loto, si trovano certamente di fronte ad una montagna inesplorata e di difficile percorribilità. C’è poi la difficoltà delle differenze fra la versione di Kumarajiva che risale alla versione cinese del Sutra e quella sanscrita. Quest’ultima comporta una diversa numerazione dei capitoli e alcune parti del desto, mancanti nella versione cinese. Certamente si tratta di una pubblicazione di notevole spessore culturale, che ha contribuito non poco alla diffusione del Testo in Italia. La seconda versione presa in esame, è quella edita dall’Esperia che nonostante derivi dalla versione di Kumarajiva, ha in se alcune incongruenze che la rendono “particolare” e altrettanto di difficile comprensione, per via delle numerose ripetizioni formali e per la traduzione dei vari nomi dei Bodhisattva, che rendono questa pubblicazione, purtroppo difficilmente consultabile e attendibile dal punto di vista formale e religioso. La versione da me curata edita da Myo Edizioni è una pubblicazione dedicata a tutti coloro che si avvicinano al Sutra, non avendo una particolare preparazione. Il linguaggio scelto per raccontare i diversi avvenimenti è detto: “linguaggio corrente”, ossia una forma di narrazione molto più vicina al nostro modo di parlare ed esprimerci, ma che rispetta in tutto e per tutto, sia la narrazione sia l’aspetto filologico del Sutra. Ho preferito questo tipo di approccio, per dare realmente la possibilità a tutti coloro che si avvicinano al Sutra del Loto, di entrare direttamente ed efficacemente nel cuore dei diversi insegnamenti. La stesura scorrevole aiuta il lettore a seguire le varie narrazioni, senza perdersi in inutili ripetizioni, che al tempo avevano uno scopo, ma che adesso appesantiscono il testo, non permettendo ai lettori inesperti di gustare la bellezza del racconto. Per seguire le diverse vicende riportate nelle altre versioni, è indispensabile la comprensione di termini antichi e di difficile utilizzo, che nella versione in lingua corrente, sono riportarti con il loro significato. Qualora chi si avvicinasse non conoscesse il significato di questi termini, correrebbe il rischio di perdere di vista il più delle volte addirittura il senso, di quanto narrato. Questo tipo di problematiche sono state affrontate, in ambito cattolico, dalla conferenza episcopale italiana (C.E.I) che per la Bibbia, ha scelto di proporre ai lettori meno preparati, una versione detta TILC. Attualmente si è constatato che questa versione è la più conosciuta e venduta nel panorama dell’editoria del settore in Italia. Ho voluto da parte mia dare ai lettori e credenti Buddhisti la possibilità di leggere una versione del Sutra del Loto a loro dedicata, che ha lo scopo soprattutto divulgativo. Troppo spesso il Sutra del Loto per via del suo linguaggio antico e troppo ridondante, anche se meraviglioso, ha rappresentato per i lettori inesperti uno scalino fin troppo alto, spingendo il più delle volte, anche quelli più volenterosi, a riporre e dimenticare il testo nella libreria di casa. Ho ritenuto che questo fosse davvero un torto fatto a se stessi. Il Sutra del Loto certamente non è un libro semplice e spesso senza l’aiuto di una guida anche leggendo e rileggendo, non si riesce a scorgere il centro e il significato della narrazione. Una versione più consona all’epoca in cui viviamo, per certi versi aiuta il lettore a comprendere il più delle volte anche senza l’aiuto di una guida esperta, il significato dei vari Insegnamenti. Ciò certamente non vuole dire che la narrazione è ridotta ai minimi termini o che è snaturata, ma solo depurata come dicevamo, da tutti quegli scalini che alla lunga, ma nemmeno poi tanto, stancano il lettore spingendolo a rinunciare alla lettura. La difficoltà della narrazione, ha spinto diversi autori a fornire al lettore una sorta di guida che nella maggior parte dei casi risulta snaturata o interpretata dall’autore dell’esegesi, ad hoc a seconda delle sue convinzioni o convenienze. Il Sutra del Loto, essendo il Testo guida di diverse scuole  Buddhiste, è interpretato non come realmente dovrebbe essere, ma bensì a seconda della dottrina professata dalla determinata scuola. Questo certamente è il caso della Soka Gakkai, la quale fornisce ai suoi iscritti attraverso le guide del leader indiscusso del movimento, Daisaku Ikeda, nella collana denominata “La saggezza del Sutra del Loto” interpretazioni, che ritengo al limite del paradosso. Il vero significato del Sutra del Loto, certamente va aldilà di soluzioni semplicistiche e di convenienza, quindi ritengo che il lettore abbia davvero la necessità di toccare con mano, il testo reale e non artefatto o modificato. Il Sutra del Loto rappresenta davvero una grande opportunità di maturazione personale, sia fisica che spirituale, offerta dal Buddha e comprende come narrato nello stesso Sutra, tutti gli insegnamenti precedenti del Grande Illuminato. Affrontare la traduzione del testo, e proporla come dicevamo in una forma più attuale, certamente ha rappresentato una grande opportunità per me di approfondimento e una personale offerta al Buddha, al quale va la mia più profonda riconoscenza e gratitudine. L’ampio successo che sta riportando questo mio lavoro, è la risposta alle mie preghiere. Avvicinandosi alla dottrina Buddhista, spesso ci si imbatte in tutta una successione di termini ed insegnamenti che spesso, essendo molto lontani da noi ci risultano per certi versi addirittura al di fuori della nostra comprensione. Ho ritenuto doveroso come monaco, offrire quanto di meglio potessi per fare in modo che questo meraviglioso Insegnamento, arrivasse fra le mani di tutti coloro che come detto dal Buddha nel Sutra stesso, hanno formato nel tempo passato un chiaro e reale legame karmico con il Grande Illuminato.

 

Ciao Vittorio.

 

   Rev. Nisshin

 

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