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Riflessioni sulla Tecnosophia di Walter J. Mendizza

Riflessioni sulla Tecnosophia

di Walter J. Mendizza - indice articoli

 

Ogm e politica

Giugno 2015

 

Più volte ci siamo occupati di Ogm in questa rubrica per cercare di sfatare il mito che sulle nostre tavole rischiamo di portare cibi modificati a scapito delle cose naturali di una volta. Internet impazza di blogger che utilizzano informazioni senza fondamenti scientifici provocando un “contagio” (non per niente si usa dire virale), una sorta di moltiplicazione di stereotipi culturali, di bufale, di leggende metropolitane, che trova negli Ogm l’apice di tutto ciò che rappresenta andare “contro natura”.

 

Tante volte abbiamo anche accennato che la manipolazione sul cibo è una cosa che avviene da millenni giacché in un certo senso l’agricoltura stessa è manipolazione. Cibi insospettabili sono ormai modificati da decenni e non ci sono evidenze di alcun tipo di danno. Abbiamo segnalato che l’approccio per fazioni (naturale-buono contro artificiale-cattivo) non è un approccio tecnosofico nel senso di conoscenza dello stato dell’arte per difendersi dalle pseudoscienze e dalle false credenze.

 

Insomma, pur occupandoci più volte di Ogm non l’abbiamo fatto mai dal punto di vista strettamente politico, ché non guasterebbe, se non altro per vedere cosa frulla negli encefali dei nostri rappresentanti politici. L’opportunità di farlo ci è arrivata lo scorso mercoledì 13 maggio allorquando la senatrice a vita Elena Cattaneo cercò di cambiare il paradigma culturale del nostro Paese presentando un ordine del giorno che voleva impegnare il Governo a promuovere la ricerca biotecnologica sugli Ogm, nel quadro del recepimento della direttiva europea che lascia gli stati liberi di coltivare o meno Ogm. L’ordine del giorno della senatrice Cattaneo è stato firmato dai capigruppo di Pd, Forza Italia e Nuovo Centro Destra. Con la libertà di ricerca e coltivazione sugli Ogm si potrebbero creare i presupposti per una sempre più ampia ricerca nutrizionale in un contesto sociale, aperto, laico, incentrato sullo stato di diritto, sullo sguardo critico, sulla libertà e la ratio scientifica.

 

Bene aveva fatto dunque la senatrice Cattaneo ad approfittare del fatto che l'Ue lascia tutti liberi di promuovere la ricerca sugli Ogm, per darsi l’obiettivo pragmatico di recuperare il tempo perso (da 15 anni non si fa più ricerca in Italia) e di evitare la massiccia importazione di mangimi e altri prodotti Ogm che penalizza gli agricoltori e che ipocritamente facciamo finta di non vedere dato che a parole siamo contro gli Ogm cacciandoli dalla porta, per poi in pratica accettarli facendoli entrare dalla finestra (importando milioni di tonnellate di Ogm sotto forma di mangime per animali). Sì, perché in Italia non si coltivano Ogm ma si utilizzano eccome, e tutto nell’assoluta trasparenza e legalità, nonostante i media ci bombardino con i cibi naturali e quando si va alla Coop ti dicano dagli altoparlanti ogni 3 minuti che tutti i loro prodotti sono naturali e Ogm free.

 

La realtà è che nel nostro Belpaese vengono consumati 4 milioni di tonnellate di farina di soia ogni anno per mangimi animali e di questi 4 milioni, ben l’84% è farina Ogm importata dal Brasile, dagli Usa, dall’Argentina e dal Paraguay. Importiamo inoltre 3.350.000 tonnellate di soia Ogm. Infine si usano 650 mila tonnellate di soia Ogm free (che peraltro è più costosa) di cui 550 mila è soia italiana. Ma se l’84% dei mangimi per animali utilizzano soia e mais Ogm, significa che quando acquistiamo burro, carne, formaggi, latte, salumi, uova, yogurt, ecc. stiamo acquistando (e mangiando) prodotti da animali alimentati a Ogm. Quindi? Dove stanno tutti quei prodotti DOP, IGP, STG, IG? Quelli di origine protetta, indicazione geografica protetta, specialità tradizionale garantita, indicazione geografica, e chi più ne ha più ne metta. Tutti i prodotti dei quali tanto ci vantiamo e che provengono da animali di allevamento, in realtà hanno dentro gli Ogm: come la mozzarella, l’agnello di Sardegna, la formaggella del Luinese, il Prosciutto di Parma o di Modena o di Norcia, il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, il Taleggio…

 

Dicevamo che bene aveva fatto la senatrice Cattaneo, perché l'ordine del giorno chiedeva solo di lasciare liberi gli scienziati di fare ricerca in campo aperto, con tutte le misure di sicurezza opportune che garantiscano contro ogni contaminazione. Ebbene, a tale rispettabile ordine del giorno ci furono reazioni di ogni tipo, da quelle sconcertanti per ottusità e irresponsabilità a quelle incoraggianti per consapevolezza e apertura mentale, passando per le inevitabili situazioni ridicole per illogicità, intolleranza, faziosità e settarismo.

 

Trattandosi di personaggi politici, possiamo permetterci di fare nomi: ad esempio il senatore Roberto Ruta del PD, addirittura membro della 9° Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare, assieme alla senatrice Serenella Fucksia (M5S) hanno dimostrato di essere impreparati sui problemi dell’agricoltura. In particolare Ruta, che pur è membro della Commissione, si è dimostrato anche un po’ limitato nel voler costringere il Governo a rimanere imbullonato su un ordine del giorno talebano del 2013 votato da tutto il Parlamento, nel quale si bandivano gli Ogm: come se si parlasse del virus Ebola. In Italia non devono entrare neppure per essere studiati nelle condizioni di campo (sicure e adottate da 19 paesi Ue) che flagellano le nostre piante.

Forse una simile posizione ce la si poteva aspettare più dalla senatrice Fucksia dato che il M5S non è estraneo a bizzarrie del genere. È noto ad esempio che la candidata grillina alla presidenza della Campania, Valeria Ciarambino, si vanta di aver sottratto un capitone alla cena di Natale, averlo portato a casa e tenuto vivo in una bacinella per mesi [ www.nextquotidiano.it/valeria-ciarambino-salvatrice-del-capitone/ ]. Se non ci fosse quell’ampia schiera di stolti animalisti sul web, lei non avrebbe mai scritto una fesseria del genere, e forse non l'avrebbe neanche mai fatta. Insomma, una parte del PD e del M5S è contro la ricerca e la conoscenza. Non si smuovono neppure di fronte all’evidenza che gli Ogm ci arrivano, a milioni di tonnellate, sotto forma di mangimi che alimentano la filiera dei nostri prodotti tipici, o anche in maniera più subdola come ad esempio sotto forma di cotone idrofilo che poi viene usato in ospedale o in casa.

Appare ovvio che non è accettabile l’argomentazione "abbiamo già votato così e non si può cambiare". Il Senato è un’istituzione umana e come tale anch’essa è soggetta a errori, momenti di dormiveglia, di poca lucidità. Il Senato aveva votato anche a favore di Stamina senza capire che si trattava di un imbroglio. Qui non si tratta neppure di opinioni, ma di prendere atto che questo paese è stato imprigionato dall'inganno di una schiera di pifferai ampia e trasversale ai partiti. Forse non si vuole cambiare. Nel frattempo il paradosso è capire perché mai istituti chi si esprimono contro gli Ogm, come la Coldiretti, poi vendono ai propri iscritti mangimi Ogm, o alcune Coop chi si vantano di vendere solo prodotti naturali e Ogm free, di fatto vendono ai propri clienti prodotti animali allevati con Ogm: carne, salumi, latte, burro, formaggi, ecc.

 

Nella discussione parlamentare c’è stato un momento esilarante: la senatrice Loredana De Petris (presidente del gruppo Misto SEL nonché membro della 13° Commissione permanente Territorio e ambiente) contesta nientemeno che il Nobel Amartya Sen, per aver detto una cosa lapalissiana: se non vi piace chiamarli Ogm, perché vi spaventa, chiamateli “varietà”. Perché è così: gli Ogm sono varietà di piante ottenute in modo più sicuro, efficiente e rapido rispetto ai metodi tradizionali (che, attenzione, non sono affatto naturali). Tuttavia la De Petris dice di aver visitato i laboratori Monsanto e di essersi dovuta vestire come un'astronauta per via delle contaminazioni. Una perla. Si utilizza un argomento che indebolisce la propria tesi per ribaltarlo a proprio favore (!). Anche se si va a visitare un qualsiasi laboratorio o qualche centro produzione di farmaci ti fanno indossare delle tute, ma perché chi rischia di contaminare questi contesti sperimentali o controllati sono i visitatori! Niente da fare, ci sono solo trincee e fili spinati. La De Petris dice poi che gli Ogm non sono scienza, ma economia. Insolita argomentazione, perché gli Ogm sono stati vietati proprio per interessi economici sì, ma antimoderni e di tipo protezionistico, delle eterne categorie protette e catene di ristorazione e di distribuzione alimentare.

 

Un altro personaggio preoccupante è la senatrice Elena Fattori del M5S, anche lei membro della 9° Commissione permanente Agricoltura e produzione alimentare. Nel suo curriculum scrive di aver lavorato in laboratori di ricerca quindi ci si aspetterebbe una posizione più all’avanguardia, tuttavia a un certo punto se ne esce con la battuta che gli Ogm non sono scienza ma tecnologia. Di nuovo una argomentazione che non dice nulla di per sé ma chissà perché ottiene consensi acritici. Certo che è tecnologia. E con ciò? Nemmeno la medicina è scienza. Ma la sicurezza e l'efficacia dei trattamenti medici si basano sul c.d. “metodo scientifico”. L’agricoltura è un po’ come la medicina ma anche come l’economia o la matematica finanziaria: i suoi metodi sono insiemi di "scienze applicate". Gli Ogm sono controllati come fossero farmaci.

 

Negli Stati Uniti li approva la Food and Drug Administration con procedure analoghe a quelle richieste per la commercializzazione dei farmaci. In Europa la stessa funzione la svolge l'Efsa che stabilisce con prove basate sui metodi scientifici se un Ogm o qualunque innovazione entri nella filiera alimentare è sicuro per la salute e l'ambiente. Insomma la senatrice Elena Fattori, abbacinata dalla sacra esaltazione tecnofobica, non riesce a comprendere che la senatrice Cattaneo propone di usare il metodo scientifico per studiare le potenzialità e gli eventuali rischi delle biotecnologie, inclusi gli Ogm. Nell'ordine del giorno viene messo in evidenza che esistono diverse tecnologie in aumento e tra le quali i c.d. Ogm sono in parte obsoleti, per cui è necessario capire quali tecnologie servono e a cosa.

 

Per fortuna, in contrapposizione a queste prese di posizione passatiste e che difendono lo status quo, una luce di speranza la getta senz’altro il fatto che l'ordine del giorno della senatrice Cattaneo porta le firme dei capigruppo del Pd, di Forza Italia e Nuovo centro destra al Senato, rispettivamente Zanda, Romani e Schifani, oltre ai presidenti della Commissione Igiene e Sanità e della Commissione Agricoltura. Un po’ come accade nel mondo anglosassone, dove maggioranza e opposizione si dividono su tutto tranne che su come stanno i fatti. E i fatti, come riconoscono molti altri senatori, sono quelli illustrati da Elena Cattaneo. Solo per la cronaca, la cosa è finita all’italiana con tarallucci e vino: il governo ha chiesto il ritiro dell'ordine del giorno, impegnandosi ad aprile una discussione con soluzione del tema prima della pausa estiva. Certo che l’estate è praticamente iniziata e la colonna di mercurio non aiuta ad affrontare le grandi sfide della ricerca scientifica e dell'innovazione in settori strategici per il futuro del paese.

 

Sarebbe un peccato perdere l’opportunità di ricostruire un dialogo politico utile per de-ideologizzare la ricerca e allo stesso tempo restituire un metodo al confronto politico sulle scelte governative, sperando che chi fa scelte in nome e per conto dei cittadini abbia almeno un minimo di educazione scolastica. Insomma un po’ di tecnosofia nel dialogo politico non guasterebbe, come diceva lo scrittore di fantascienza Robert A. Heinlein “la differenza fra la scienza e gli elementi che necessitano una spiegazione è che la scienza richiede ragionamento mentre il resto richiede una mera educazione scolastica”. Ecco, appunto.

 

   Walter J. Mendizza

 

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