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Riflessioni sulla Tecnosophia di Walter J. Mendizza

Riflessioni sulla Tecnosophia

di Walter J. Mendizza - indice articoli

 

La tecnosofia e le moderne sette

Ottobre 2015

 

Da Wikipedia: “Setta (dal latino secta, da sequi, seguire, seguire una direzione, e da secare, tagliare, disconnettere) è, in senso generale, un gruppo di persone che segue una dottrina religiosa, filosofica o politica minoritaria la quale, per particolari aspetti dottrinali o pratici, si discosta da una dottrina preesistente già diffusa e affermata. La definizione di setta è dibattuta e il termine ha assunto un significato negativo.”

 

In questo articolo non vogliamo riferirci né alle sette criminali come quella di Charles Manson né alle consuete come i testimoni di Geova. Vogliamo invece riflettere sulla proliferazione di una infinità di moderne sette che con gli attuali mezzi multimediali a disposizione si sono evolute e si sono integrate nella società moderna passando il più delle volte inavvertite e senza destare sospetti.
In continuazione nascono e si formano “gruppi” che hanno a che fare con tutto lo scibile umano: dalle diete alla salute, dalla PNL alla fisica quantistica. Ma soprattutto i gruppi riguardanti l’alimentazione, la salute, sono molto assertivi e con il pretesto che vogliono aiutare le persone finiscono per instaurare una relazione di abuso psicologico con i loro associati. Molte vittime sono in buona fede e cercano di coinvolgere amici e parenti senza rendersi conto che invece sono oggetti di una sottile manipolazione. La parola che va di moda ora è il “coaching”, le presentazioni si fanno negli hotel o in sale attrezzate. Ci sono gruppi per ogni gusto: quelli che ti fanno dimagrire o smettere di fumare o ti aiutano per il parto e poi per la maternità, altri per la crescita personale, o per il reiki, o la salute alternativa, o l’alimentazione consapevole.
Il problema non sarebbe tale se non fosse che quando si entra in una setta si finisce per agire facendo più gli interessi del gruppo che i propri. Storicamente l’umanità ha sempre avuto a che fare con gruppi che seguono una qualche dottrina minoritaria religiosa, filosofica, politica: negli anni ’60 e ’70 erano importanti i gruppi politico-sociali, i figli dei fiori, a metà anni ’70 e durante tutti gli ’80, la politica passò di moda, ci fu il fenomeno degli Ufo con “contattisti” che si riunivano per favorire, appunto, i contatti, negli anni ’90 entrarono in scena i “verdi” come partito politico, orfani del comunismo, che abbracciarono la causa del pianeta. Poi furono di moda le energie, e siamo arrivati ai giorni nostri dove l’offerta si è ampliata a dismisura, anche se spiccano su tutte le sette nascenti quelle riguardanti la “crescita personale”, sotto questa denominazione ci entra un po’ di tutto: dalla propria cura fisica a quella mentale e/o spirituale.
Ogniqualvolta viene descritta una struttura in un gruppo sociale, siamo di fronte a una setta. La stragrande maggioranza delle sette ha una struttura gerarchica piramidale, e in essa si riscontra quasi sempre la presenza di un guru carismatico e autoproclamato leader del gruppo che non permette le critiche. Si riscontra l’uso di tecniche manipolatorie e di controllo della personalità in modo sistematico e poco etica. Lo scopo in realtà è quello di ottenere potere attraverso una sorta di “occupazione mentale” dei propri seguaci. Si tratta di occupare progressivamente uno spazio sufficiente nella mente tale che alla fine, tutto ciò che ci definisce come persone (i nostri interessi, i nostri studi, il lavoro, le relazioni personali, ecc.) finisce per essere macinato e metabolizzato dalla setta che ci dice anche come dobbiamo pensare.
Le sette si nutrono della mente dei propri adepti e per far questo in ogni riunione, in ogni incontro, in ogni presentazione, ti fanno sentire come se tu fossi fortunato ad essere là. Sei stato privilegiato, sei stato scelto, ti senti di non appartenere più alla massa. Questo orgoglio di appartenenza è la benzina con la quale si alimenta la setta dato che una volta dentro, si finisce volente o nolente per lasciare loro un po’ di quattrini. Qualcuno ci rimane impelagato e ci lascia una barca di soldi perché le sette hanno sempre qualche grande missione da realizzare ed è bello sentirsi parte del meraviglioso ingranaggio nascente. Se si è finiti in trappola si diventa vulnerabili alla “mission” del gruppo e si alimenta un fenomeno che è quasi invisibile. In effetti il fenomeno non è evidente come potrebbe esserlo un “treccartaro”, un imbonitore di strada che tenta di carpire la buona fede dei passanti. Questa è gente che utilizza scenografie ben calibrate e studiate a tavolino. In un ambiente giusto, la percezione del “rischio” diminuisce moltissimo. Anche l’invito a partecipare conta, può arrivarti con la posta elettronica e provenire da chiunque, anche da gente insospettabile, amici, parenti …
Oggi chiunque può fare il “coach” e se sa utilizzare sapientemente quel linguaggio ambiguo un po’ proveniente dalla New Age e un po’ dalla PNL o dalla fisica quantistica, diventa un leader che viene seguito. Così migliaia di persone finiscono per “seguire” queste psicologie promissive, chi ad esempio entra nel corso di Riprogrammazione Cinestesica, chi nel Salto Quantico, chi invece nelle web conferenze su come rimanere in forma con la PNL, chi dinamica mentale, dianetica, ecc. Insomma si finisce subito per incappare in tantissime ragnatele di discipline pseudopsicologiche.
Del resto basta andare in qualche libreria per vedere come questo mercato alternativo ha invece ben poco di alternativo. Si vantano di essere fuori dal circuito e invece lo alimentano notevolmente. È paradossale che trattamenti omeopatici fuori dalla medicina siano considerati un “plus”: è il marketing bellezza! Già, perché nel marketing della medicina alternativa si trasforma un punto debole in un punto di forza; come per i prodotti omeopatici, le aziende che li producono si vantano di non essere nel circuito della “big-pharma” laddove hanno, invece, circuiti che possono competere in maniera assai efficace, e le loro multinazionali non sono affatto sorelline minori della grande industria farmaceutica. Lo dimostra la dimensione della multa (5 milioni di dollari) che si è presa la Boiron, la multinazionale dell’omeopatia. E già che siamo sul tema è opportuno precisare che la multa non le è stata comminata per la vendita a caro prezzo di innocui e inefficaci confettini senza neppure traccia di principio attivo, ma per il fatto che l’acquirente è stato tratto in inganno da una campagna pubblicitaria intesa a presentare questi preparati come se fossero farmaci e, quindi, cure di comprovata efficacia per debellare o prevenire alcuni disturbi.
Dal punto di vista della tecnosofia, l’effetto placebo esiste ed è misurabile, c’è dunque in tutte queste discipline pseudo psicologiche una piccola percentuale di persone che si autoconvincono a tal punto che provano davvero effetti benefici nel corpo o nella mente o anche semplicemente nello svolgere le proprie attività. Non c’è nulla di strano in tutto questo, può accadere (e non di rado accade) che qualche volta, qualche cosa possa funzionare su qualche individuo. Del resto, qualunque obiettivo che una persona si ponga, avrà una maggiore probabilità di essere raggiunto se la persona è particolarmente motivata e si dà molto da fare, anche se il più delle volte tale probabilità rimane nell’ambito degli infinitesimi.
C’è tuttavia un problema ancora più paradossale: nella nostra società occidentale, tutti siamo liberi, autonomi, indipendenti (o crediamo di esserlo) e soprattutto siamo liberi di fare le scelte che vogliamo. Ma questa, sappiamo, è una libertà di pulcinella. Il dogma del consumatore libero è un dogma necessario perché vuol dire che il consumatore diventa “terreno di caccia” e quindi preda di chiunque abbia una licenza di caccia. Ma sta proprio qui il paradosso, la libertà impone che si possa cacciare anche senza licenza. Il dogma “tu non dipendi da nessuno” ha come contropartita la proliferazione di proposte incontrollate provenienti da chicchessia. Proposte che finiscono per gettare nelle braccia delle sette un numero spropositato di individui poco avvezzi alla riflessione, creando qualche volta un eccesso di dipendenza, che oltretutto, si rafforza tramite gli stessi seguaci. I trucchi per trattenere le persone sono semplici ed efficaci: basta rassicurare che se ne possono andare quando vogliono, ma attenzione che “là fuori”, non sarete più protetti dal gruppo, rischiate di non arrivare, di non evolvere, là fuori c’è il male, ci sono le energie negative, c’è la pazzia, la perdizione … Questa è la maniera per far rimanere dentro il recinto le persone e poco poco che si sia un po’ psicolabili si finisce pulendo il cesso del guru di turno laddove ti hanno convinto che stai “purificando il tuo karma”.

 

   Walter J. Mendizza

 

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