Testi per Riflettere
L'arte di vivere di Erich Fromm
Da "L'arte di vivere" (manoscritto inedito) Oscar Mondadori
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I principi essenziali dei maestri di vita sono semplici:
Scopo supremo della vita di un uomo, dal quale derivano tutti gli altri, è quello di sviluppare appieno la propria umanità.
Questo processo, nel corso del quale l'uomo partorisce se stesso, porta al benessere (well-being) ed è accompagnato da gioia di vivere.
L'uomo può raggiungere questo obiettivo solo nella misura in cui supera l'odio, l'ignoranza, l'avidità e l'egoismo, e cresce nella propria capacità di amore, solidarietà, razionalità e coraggio.
Non è sufficiente conoscere queste mete: l'uomo deve cercare di raggiungerle praticamente in ogni stadio della sua vita.
Che senso ha attribuire tutta questa importanza ai maestri di vita - qualcuno potrebbe obiettare - quando le attuali condizioni dimostrano quanto inefficaci siano stati i loro insegnamenti? Certo, è vero che si è dato troppo poco ascolto alla loro voce; eppure, senza di loro, forse l'umanità sarebbe perita da tempo per mancanza di una guida.
La risoluzione del nostro dilemma dipenderà in larga misura dalla possibilità di ricominciare a imparare da questi maestri di vita; e non perché essi "incarnino la tradizione", ma perché rappresentano il sapere consolidato, la saggezza, le conoscenze dell'umanità. Se prendiamo sul serio il loro punto di vista, ebbene, questo risulta rivoluzionario e radicale. Senza di loro, ogni radicalismo che sia soltanto politico, non può che rimanere inefficace. D'altro canto va anche detto che i loro insegnamenti saranno ancora meno efficaci se non verranno affiancati da un mutamento radicale delle nostre strutture economiche, sociali e politiche, dal momento che queste stanno diventando un ostacolo sempre maggiore alla nostra crescita e al nostro personale benessere.
Io non sostengo che sia necessario sottoporsi alle autorità religiose e filosofiche del passato, ma che da loro bisogna trarre insegnamento. Io esorto a pensare criticamente, a ridestarsi, a riconoscere che siamo condizionati da cattivi maestri, camuffati da maestri di vita e divenuti famosi e potenti perché non sono riusciti a realizzare pienamente le proprie potenzialità umane.
C'è un'altra ragione per cui si ritiene che sia facile apprendere l'arte di vivere. A differenza dei motivi già esposti, questa è profondamente inconscia. Affonda le sue radici nella convinzione che l'uomo non sia importante o, per dirla con altre parole, che vivere non sia importante. Questa convinzione non può che essere inconscia, poiché effettivamente contraddice l'ideologia dominante e comunemente accettata che attribuisce grande importanza alla vita umana.
Ma questa ideologia nasconde il dato di fatto che l'uomo è diventato un attributo della macchina, una sua componente che non può essere (ancora) sostituita da un elemento meccanico, e che non è l'uomo a dominare la macchina, ma sono la macchina e l'intero sistema economico, a tenerlo soggiogato. L'uomo è importante in quanto è un dente della ruota, necessario al funzionamento del tutto, ma non in quanto essere umano vivo, ricco, produttivo.
Non si riconosce neppure che l'uomo è diventato una merce, il cui valore è determinato dalla sua vendibilità. Deve funzionare bene; deve essere allegro e soddisfatto solo nei limiti e nei modi in cui ciò è necessario al suo funzionamento. Ma se così è, se il "buon funzionamento" ha sostituito il "ben-essere", a che scopo sforzarsi di imparare l'"arte di vivere"?
Brano inviato da Francesco
L'arte di vivere di Erich Fromm
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