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Testi per riflettere

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Chuang - Tzu

A cura di Fausto Tomassini, Ed. Tea

Brano inviato da Alfio

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Kuang Ch'eng tzu si sollevò di scatto e disse: "Ottima domanda invero! Vieni, ti parlerò del sommo Tao. L'essenza del sommo Tao è profonda e oscura, la vetta del sommo Tao è buia e silenziosa. Non guardare, non ascoltare, avviluppa il tuo spirito nella quiete, e la tua forma si correggerà da sé. Sii quieto, sii puro, non affaticare la tua forma, non agitare la tua essenza, e potrai vivere a lungo.
Se gli occhi non vedono nulla, le orecchie non odono nulla e il cuore non sa nulla, il tuo spirito preserverà la forma e questa vivrà a lungo. Bada a ciò che ti è interiore e sbarra l'accesso a ciò che ti è esteriore, la troppa sapienza è esiziale. Ti aiuterò a progredire verso la vetta della grande luce e da lì a raggiungere la sorgente dello yang, ti aiuterò a penetrare nelle porte profonde e oscure e da lì a raggiungere la sorgente dello yin. Il Cielo e la terra hanno un reggitore, lo yin e lo yang hanno un ricettacolo. Bada a preservare la tua persona e le creature si rinvigoriranno da sé. Io ho preservato in me l'unità, con la quale sono rimasto nell'armonia: per questo ho coltivato la mia persona per milleduecento anni e la mia forma non è mai decaduta". Huang-Ti si prostrò due volte con la fronte a terra ed esclamò : "Kuang Ch'eng-tzu mi fa conoscere il Cielo!" "Vieni, ti spiegherò" Soggiunse Kuang Ch'eng-tzu "Le creature sono inesauribili mentre gli uomini credono che abbiano una fine, le creature sono incommensurabili mentre gli uomini credono che abbiano un limite. Quelli che pervengono al mio Tao in alto sono degli augusti, in basso sono dei sovrani. Quelli che non pervengono al mio Tao in alto vedono la luce, in basso sono terra. Le cento specie di esseri nascono dalla terra e alla terra ritornano. Io mi separerò da te, entrerò nelle porte dell'inesauribile e vagherò nelle lande dell'infinito, mescolerò la mia luce con quella del sole e della luna e durerò quanto il Cielo e la Terra. Siamo inconsci oggi o eravamo inconsci nel passato? Gli uomini muoiono tutti e io solo sopravvivo?"

 

Libro VI cap. XVII (112)

Chuang-Tzu stava pescando nel fiume P'u, quando il re di Ch'u incaricò due dignitari di portargli un messaggio che diceva: "Vorrei che ti assumessi il fastidio di ciò che sta all'interno del mio territorio". Chuang-Tzu resse la canna senza volgere lo sguardo. "Ho inteso" disse "che a Ch'u c'è una tartaruga sovrannaturale morta tremila anni fa, che il re conserva nella sala del tempio ancestrale avvolta in un drappo dentro un forziere. Quella avrebbe preferito morire e lasciare le sue ossa affinché fossero tenute in pregio o avrebbe preferito vivere e trascinare la coda nel fango?" "Avrebbe preferito vivere e trascinare la coda nel fango" risposero i due dignitari. "Andatevene" replicò Chuang-Tzu. "Anch'io voglio trascinare la coda nel fango".

 

Libro VI cap. XVIII (118)

Mentre Chuang-Tzu si recava a Ch'u vide un teschio vuoto che, pur scarnito, conservava la forma. Dandogli un colpetto con lo scudiscio, lo interrogò dicendo: "Sei così perché sei venuto meno ai retti principi per ingordigia di vita? Oppure perché sei stato punito con la scure essendo al servizio di un regno perito? Oppure perché hai gettato l'onta sul padre e la madre, la moglie e i figli, con la tua cattiva condotta? Oppure perché hai sofferto il freddo e la fame? O sei giunto a questo al termine delle tue primavere ed autunni?" Alla fine del discorso raccolse il teschio e si mise a dormire facendosene cuscino. Nel mezzo della notte, il teschio gli apparve in sogno e disse: "Le tue chiacchiere sembrano quelle che fanno a te i dialettici. Si riferiscono ai viventi, nella morte queste cose non ci sono più. Vuoi sentir parlare della morte?" "Si" rispose Chuang-Tzu. "Nella morte non vi sono principi in alto né sudditi in basso" disse il teschio. "Non vi sono occupazioni delle quattro stagioni, lentamente fanno da primavera e autunno il Cielo e la Terra. Anche la felicità di un re con la faccia rivolta a meridione non può essere superiore". Chuang-Tzu non gli credette. "Se io facessi sì che colui che presiede ai destini umani" disse "desse nuova vita alla tua forma, facendoti ossa, carne, muscoli e pelle, restituendoti i genitori, la moglie, i figli e i conoscenti del tuo paese, lo vorresti?" Il teschio gli lanciò uno sguardo sdegnato e aggrottando le sopracciglia disse: "Come potresti gettar via la felicità di un re con la faccia rivolta a meridione per tornare a penare in mezzo agli uomini?"

 

Libro IX cap.XXXII (246)

Chuang-Tzu stava per morire. I suoi discepoli volevano fargli un funerale sontuoso, ma Chuang-Tzu disse: "Ho il Cielo e la terra come bara e sarcofago, il sole e la luna come pi congiunti[2], le stelle e gli astri come perle, le diecimila creature come dolenti. Come non sarebbe perfetto il mio funerale? Che ci volete aggiungere?" "Temiamo che i corvi e gli avvoltoi ti divorino, o maestro" dissero i discepoli. "Sopra sono divorato dai corvi e dagli avvoltoi e sotto dalle grillotalpe e dalle formiche" obbiettò Chuang-Tzu. "Togliere agli uni e dare alle altre: perché questa parzialità? Considerare equo ciò che è equo per noi, impiegando ciò che non è equo per le creature, non e' equità; considerare rispondente ciò che è rispondente per noi, impiegando ciò che non è rispondente per le creature non è rispondenza. La vita è soltanto serva, lo spirito corrisponde. Di gran lunga la vista è inferiore allo spirito, eppure lo stolto s'affida a ciò che vede per accordarsi con gli altri: il suo sforzo si ferma all'esteriore. Non è da commiserare?"


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[2] Il pi era il simbolo del rango del defunto, le perle venivano messe in bocca al defunto che aveva condotto una vita proba.


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