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Testi per riflettere

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Arte e Salute

Da "La cura della salute"

di Rossella Semplici

Paoline Editoriale Libri, 2008
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Musica e processi corporei

La musica produce effetti sul nostro corpo, origina un’esperienza emozionale, coinvolge la mente, arricchisce ed eleva lo spirito, permettendo all’essere umano di cogliersi come unità inscindibile.
A cominciare dagli anni Venti sono state effettuate ricerche e studi riguardanti l’effetto della musica sul Sistema Nervoso Autonomo (SNA) da cui dipende la funzionalità e l’attività di molti organi e apparati, tra cui la frequenza cardiaca, respiratoria, la sudorazione, l’attività gastrica, la tensione muscolare e la produzione di ormoni.
I risultati di molteplici studi concordano su alcuni punti; innanzitutto le caratteristiche musicali, quali ritmo, dinamicità, estensione melodica, struttura armonica ecc., influenzano in modo diverso i processi corporei. Possono:
- accelerare o rallentare il metabolismo, la frequenza respiratoria;
- abbassare la pressione sanguigna;
- ridurre o ritardare la fatica fisica e lo stress;
- abbassare la soglia degli stimoli sensoriali;
- ridurre o incrementare l’immaginazione (24).
Per quanto riguarda in particolare la relazione maggiormente studiata, cioè musica-battito cardiaco, si è notato che la frequenza cardiaca aumenta se si ascoltano musiche gioiose e veloci, diminuisce nel caso di brani tristi o lenti. L’attività gastrica invece aumenta con melodie calme e diminuisce con quelle agitate.
Un aspetto che dovrebbe essere ulteriormente approfondito è quello relativo all’attivazione dei due emisferi della corteccia celebrale quando si ascolta, si suona, si crea musica. L’ipotesi maggiormente accreditata è che la musica attivi le funzioni di entrambi, quindi alternando l’utilizzo dei processi cognitivi e intuitivi. Durante l’ascolto sono implicati i processi cognitivi quando ci si concenta analiticamente sul movimento armonico e sullo sviluppo melodico; i processi intuitivi entrano in gioco quando ci si abbandona ai suoni e si attiva il registro delle sensazioni e delle emozioni.

 

Musica ed emozioni

Per comprendere il rapporto musica-emozioni bisogna affrontare la tematica occupandosi di più aspetti.
Mentre nel linguaggio i suoni sono associati ad un significato preciso, ad esempio camminare indica l’azione di spostarsi a piedi da un posto all’altro con un’andatura moderata, nella musica questa operazione è impossibile, soprattutto se si tratta di una successione di suoni; al singolo suono può essere associato “qualcosa”, ad esempio un suono grave può essere associato a qualcosa di grosso, un suono acuto a qualcosa di leggero, ma una melodia può suscitare immagini, emozioni ricordi diversi in ciascun ascoltatore. Hoffmann diceva: “La musica dischiude all’uomo un regno sconosciuto; un mondo che non ha nulla in comune con il mondo sensibile esterno che lo circonda e in cui egli si lascia alle spalle tutti i sentimenti definiti da concetti per affidarsi all’indicibile” (25).
Nell’ineffabilità e nell’indicibilità c’è la potenza emotiva e affettiva della musica.
Per spiegare con meno difficoltà questo concetto ci addentriamo in un episodio della vita di un grande compositore. Chopin innamorato di Maria Wodzinska scrive il Valzer Op. 69 n. 1 a lei dedicato quando, dopo un periodo abbastanza lungo ed intenso trascorso insieme, si devono separare e giunge il momento di salutarsi. Fryderyk avverte un’inspiegabile angoscia; inspiegabile perché sa che il tempo della separazione sarà breve, inoltre Maria è addolorata per la sua partenza, gli dona persino una rosa che vuole sia conservata per tutta la vita. Mentre Maria lo guarda senza parlare lui si siede al pianoforte e le “dice addio” a suo modo, componendo il Valzer che lei chiamerà il Valzer dell’addio. La musica è la tristezza desolante di un distacco che diventerà definitivo dopo tempo. Ascoltando il brano si può immaginare il loro addio, si può rivivere un “proprio personale addio” o, se non si conosce il contesto dell’opera si può ricordare un episodio struggente della propria vita. Una musica può evocare emozioni diverse, ma anche significati diversi; oppure una musica già ascoltata può stimolare l’immaginazione di nuovi scenari. Quindi ciascuno attribuisce alla stessa musica un senso personale utilizzando prevalentemente il registro delle emozioni e degli affetti, meno quello linguistico. Accade che quella musica si impone alla mente e al cuore con forza emotivo-affettiva, evocando un ricordo con inimmaginabile accuratezza, avvolgendo un segreto privato; la musica può affondare nelle parti più profonde e intime del nostro essere, là dove sensazione, emozione, idea, pensiero ricercano la strada per emergere. È così che la musica ci offre il suo aiuto; Schumann diceva che l’artista ha il dovere di “mandar luce nel profondo del cuore umano” (26).
Il tutto può essere comunicato con le parole, ma si perde la fragranza; in effetti il “linguaggio musicale” tradotto in parole disperde qualcosa di sé. Ecco quindi che la musica è la strada maestra per il viaggio nelle emozioni, negli affetti e nell’immaginazione. A questo proposito Leopardi nello Zibaldone assimila suoni e odori nel risveglio dell’immaginazione (27).
Come l’olfatto, il senso più arcaico, è l’unico che permette alla stimolazione esterna di giungere al cervello senza passaggi intermedi, così la musica può arrivare direttamente al cuore e alle profondità dell’inconscio, dove si conservano tracce che sembrano più antiche di noi, di quell’umanità che ancora non sapeva scrivere e impacciata cominciava a camminare in posizione eretta.
La musica può essere rappresentata come un contenitore ben definito, classica, jazz, triste, allegra, vigorosa, ma al tempo stesso versatile rispetto al contenuto, cioè ne può accogliere molti, come è il caso delle emozioni e dei ricordi, anche se differenti tra loro.
Le parole di Tolstoj ben sintetizzano il rapporto musica-emozioni:
“La musica è la stenografia dell’emozione. Emozioni che si lasciano descrivere
a parole con tante difficoltà
e invece sono direttamente trasmesse nella musica
ed in questo sta il suo potere e il suo significato” (28).

 

Conclusioni

Le influenze positive che la musica può esercitare sull’essere umano in tutte le fasi della vita dovrebbero diventare patrimonio culturale di varie figure professionali. Innanzi tutto dei professionisti della comunicazione dai quali dipende la divulgazione di informazioni corrette ed esaustive. Si possono ipotizzare seminari di formazione specifici in modo da ridurre il rischio di diffusione di “notizie sensazionali” come è accaduto con l’ “effetto Mozart” in cui i dati della ricerca vengano riportati in modo incompleto e l’esperimento non è adeguatamente contestualizzato. Sulla base di notizia parziali, come già accaduto, possono essere attuale “campagne di utilizzo” della musica su larga scala, ma destinate a non raggiungere pienamente gli obiettivi identificati e a creare eccessive aspettative. Le conseguenze di risultati molto divergenti da quanto ipotizzato, potrebbero essere un eccessivo ridimensionamento dell’utilizzo della musica e la dispersione delle nuove acquisizioni.
Informazione e formazione in questo settore gioverebbero a docenti, politici e genitori. Ciascuno nel proprio ambito di competenza, ma sinergicamente uniti, potrebbero progettare e attuare linee di intervento per far entrare la musica nella vita quotidiana. La finalità dovrebbe essere quella di accompagnare in modo significativo l’essere umano in ogni fase della propria esistenza.

 

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NOTE

24) Cfr. McClellan R., Musica per guarire, Editori Riuniti, Roma 2002, pp. 176-178.

25) Dahlhaus C., Eggebrecht H., Che cos’è la musica?, Il Mulino, Bologna 1988, p. 44.

26) Le forme dell’Immaginario. Psicoanalisi e musica, a cura di Carollo R., Moretti & Vitali Editori, Bergamo 1998, p. 114.

27) Leopardi G, Zibaldone di pensieri, 157-158, 7 luglio 1820, in Tutte le opere, a cura di Binni W., Ghidetti E., Sansoni Firenze 1969.

28) Tolstoj L., in Parole per chi ama la musica, EdiCart, Legnano 1993.


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