Testi per Riflettere
Non occorre fare nulla
di U.G. Krishnamurti
- Dialoghi in Amsterdam tra U.G. e alcuni amici.
Da Il coraggio di essere se stessi (versione per internet) traduzione di Pierluigi Piazza.
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Il meccanismo coinvolto in questo processo, lo strumento che state usando, sono la causa della vostra ricerca senza fine perché essi non conoscono nient'altro. Questo meccanismo è il prodotto di tante migliaia di anni di sforzi e di volontà.
Il vostro tentativo di raggiungere uno stato privo di tensioni attraverso lo sforzo non avrà successo. State dimenticando che quello stato di assenza di sforzo non esiste per nulla. Volete raggiungere uno stato dove non ci sia sforzo con lo sforzo, come diavolo potrà succedere una cosa del genere? Dimenticate che ogni cosa che state facendo, ogni movimento, ogni desiderio che sono in voi, sono essi stessi sforzo.
L'assenza di sforzo è qualche cosa che non può essere raggiunta con lo sforzo. Tutto ciò che fate per fermare lo sforzo è inevitabilmente uno sforzo. È realmente una cosa pazzesca. Non vi siete mai messi veramente in quel vicolo cieco. Se lo fate diventerete pazzi; ma voi siete spaventati da una cosa del genere.
Dovete comprendere che ogni cosa che state facendo per essere in quello stato di assenza di sforzo, indipendentemente dal perché la stiate facendo, è comunque ancora sforzo. Anche la volontà di abbandonare lo sforzo è ancora sforzo. Uno stato senza sforzo è la totale assenza di volontà e di sforzo, di ogni tipo e sempre, ma è qualche cosa che non può essere raggiunto attraverso un atto volitivo.
Dovreste comprendere che ciò che state facendo è totalmente privo di significato. Potete cambiare le tecniche, potete cambiare i maestri, ma di base ed essenzialmente gli insegnamenti che state usando per raggiungere la vostra meta sono essi stessi l'ostacolo; non importa quale sia il maestro che state seguendo.
Se voi mettete in discussione gli insegnamenti, sfortunatamente dovete mettere in discussione anche i maestri stessi,
- ma a quel punto sorge il dubbio: "Sono io che sto sbagliando qualche cosa, un giorno riuscirò a capire". Io dico che se non vi è possibile capire oggi, non capirete nulla neanche domani. La vera comprensione è l'assenza della richiesta di comprendere - ora o domani.
Nel presente non c'è necessità di comprensione. La comprensione è sempre proiettata nel futuro. Nell'istante attuale non avete necessità di comprendere.
Può sembrarvi ridicolo, ma questo è esattamente come stanno le cose. Cosa state cercando di capire? Non potete neanche comprendere ciò che sto dicendo ora. Sono 20 giorni che sto parlando e posso andare avanti, ma voi non comprenderete nulla. Non è così difficile. È veramente semplice. Il problema reale è che la struttura (la mente) che è implicata in questo processo è così complicata che non accetta la semplicità delle cose.
Questo è realmente il problema. "Non può essere così semplice" è il vostro pensiero. Siccome quella struttura è così complessa, si rifiuta di prendere in considerazione l'ipotesi che le cose siano così semplici.
Così voi capirete domani, non oggi, non ora. E domani è la stessa storia, e anche fra dieci anni sarà la stessa storia. Che cosa fate in questa situazione? Noi tutti stiamo attraversando questa esperienza. O la superate, o sballate. Le possibilità di sballare sono veramente tante se vi cacciate in quel vicolo cieco. Ma voi non farete una cosa del genere.
Cosa volete capire? Non sto dicendo nulla di profondo. Sto ripetendo le stesse cose giorno dopo giorno. Può sembrarvi molto contraddittorio. - Vi sfugge ciò che sto facendo - Sto esponendo un concetto, ed il secondo concetto nega il precedente. Qualche volta vedete delle contraddizioni in quello che dico. Ma in realtà non ci sono contraddizioni. Se il primo concetto non ha espresso quello che sto tentando di esprimere, il secondo concetto lo nega. Il terzo concetto negherà i primi due, ed il quarto i precedenti tre. Non con il proposito di dimostrare qualche cosa, non con la pretesa di comunicarvi niente. C'è solo questa serie di negazioni. Non c'è niente che debba essere comunicato. Non c'è assolutamente la volontà di arrivare a nulla. La vostra meta è capire. Voi volete comprendere, vedete. Ma non c'è nulla da comprendere qui. Ogni volta che voi cercate di ricavare qualche senso da quanto diciamo, io provo a dimostrarvi che questo senso in realtà non esiste. Non è la dottrina del "neti-neti".
In India hanno sviluppato questo approccio negativo. Ma questo così detto approccio negativo è ancora un approccio positivo, perché loro sono ancora interessati nel raggiungere qualche meta. Siccome hanno fallito con l'approccio positivo, hanno inventato quello che è chiamato approccio negativo. "Non questo, non quello". L'ignoto non può essere né raggiunto né, sperimentato attraverso un approccio positivo.
Il così detto approccio negativo in realtà non è negativo perché c'è ancora la meta positiva di voler conoscere o sperimentare l'ignoto, ma ciò è qualche cosa che non può essere sperimentato. È solo un trucco, una presa in giro di se stessi.
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