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Testi per riflettere

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Andare incontro alla vita

Di Jiddu Krishnamurti

Liberamente tratto da "Andare incontro alla vita", J. Krishamurti - Astrolabio Ubaldini Editore - Roma
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Noi pensiamo di essere liberi perché facciamo delle scelte; la scelta esiste soltanto quando la mente è confusa. Quando la mente è chiara la scelta non esiste. Quando voi vedete le cose con grande chiarezza, senza distorsioni, senza illusioni, allora la scelta non esiste. Una mente che non sceglie è una mente libera, ma una mente che sceglie, e quindi mette in atto una serie di conflitti e di contraddizioni, non è mai libera perché è confusa in se stessa, divisa, frammentata.
Per esplorare in qualsiasi campo deve esserci quindi libertà, libertà di indagare in modo che in quell'indagine non ci sia distorsione. Quando c'è distorsione, dietro c'è un movente, un movente che è trovare una risposta, un movente che è realizzare un desiderio, escogitare una soluzione ai nostri problemi, un movente che può essere basato su un'esperienza passata, su una conoscenza passata; e tutta la conoscenza è passato.
Ovunque esiste un movente c'è necessariamente distorsione.

Può la nostra mente liberarsi dalla distorsione? E osservare la nostra mente significa osservare la mente comune a tutta l'umanità, perché il contenuto della nostra conoscenza è identico a quello di tutti gli esseri umani che, ovunque vivano, passano attraverso lo stesso processo di paura, di angoscia, di tortura, di ansia e di conflitto, Ulteriore ed esterno, senza fine. Questa è la coscienza comune a tutta l'umanità.
Perciò, quando voi esaminate la vostra coscienza state guardando nella coscienza dell'uomo, e quindi non è un esame personale, individualistico.
Al contrario, state guardando nella coscienza del mondo, che siete voi. E questa è la realtà, quando approfondite questo processo. Avere una mente libera crea un'esigenza tremenda: richiede che voi, in quanto esseri umani, siate totalmente impegnati nella trasformazione del contenuto della coscienza, perché il contenuto crea la coscienza. E la trasformazione con la rivoluzione psicologica totale di questa coscienza ci riguarda tutti. Per portare avanti questa indagine vi si richiede grande energia, un'energia che si sprigiona quando non c'è dispersione di energia. Si spreca energia quando si cerca di superare ciò che si è, di negare o di sfuggire a ciò che si è , o di analizzare ciò che si è, perché l'analista è l'analizzato, l'analista non è diverso da ciò che analizza. E nei molti discorsi fatti nel corso degli anni, abbiamo detto che questa è una realtà fondamentale. Ci stiamo chiedendo qual è il senso e l'importanza della vita, se mai la vita ne abbia. Se dite che la vita ha senso vi siete già in qualche modo compromessi e quindi non potete portare avanti l'indagine, avete già avviato il processo di distorsione. Allo stesso modo, se dite che la vita non ha senso, si tratta di un'altra forma di distorsione.
Perciò è necessario essere completamente liberi sia dalle affermazioni positive sia da quelle negative.

E qui inizia veramente la meditazione.

I guru che in India si moltiplicano come funghi e che prosperano in tutto il mondo hanno dato a questa parola una grande varietà di significati. C'è la meditazione trascendentale - e io vorrei che non avessero mai usato questa splendida parola - che è la ripetizione di certe espressioni, a pagamento – tre volte al giorno, per venti minuti...!
La ripetizione ininterrotta di qualsiasi parola certamente vi darà una certa quiete perché avete ridotto il cervello a una tranquillità meccanica. Ma in questo non c'è niente di più trascendentale di quanto ve ne sia in qualsiasi altra cosa. …

E con ciò noi pensiamo di fare esperienza di qualcosa che è al di là del processo del pensiero materiale.
L'uomo cerca esperienze diverse da quelle della vita ordinaria e quotidiana. Noi siamo annoiati, non ne possiamo più di tutta l'esperienza che abbiamo fatto della vita, e speriamo di impadronirci di un'esperienza che non sia il prodotto del pensiero. La parola esperienza significa, attraversare fino in fondo qualsiasi cosa, non significa ricordarla e perpetuarla. Ma questo noi non lo facciamo.
Per riconoscere un'esperienza dovete averla già conosciuta; non è qualcosa di nuovo. Così, la mente che cerca un'esperienza diversa dalla semplice esperienza fisica psicologica, che cerca qualcosa di molto più grande e di molto superiore a tutto questo, farà esperienza della propria stessa proiezione e quindi sarà ancora meccanicistica, materialistica; sarà ancora il prodotto del pensiero. Quando voi non desiderate nessuna esperienza, quando avete capito l'intero significato del desiderio - che come abbiamo detto molte volte è sensazione, più pensiero e la sua immagine - allora non esistono ne distorsioni ne illusioni. Soltanto quando l'intera struttura della coscienza è libera, soltanto allora la mente sarà capace di guardare a se stessa senza distorsione, senza sforzo? La distorsione ha luogo quando c'è sforzo. Giusto?
Lo sforzo implica il me e qualcosa che io voglio realizzare, la separazione tra me e quella cosa. La separazione porta invariabilmente il conflitto. La meditazione avviene soltanto quando il conflitto cessa definitivamente. Quindi, quando ci sono sforzo, pratica e controllo ogni forma di meditazione non ha senso.
Ve ne prego, non accettate quello che sto dicendo. Stiamo indagando insieme e quindi è importante che voi non accettiate quello che viene detto; è importante che lo analizziate personalmente.

Quindi dobbiamo approfondire la questione del controllo.

 

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